Ottobre 2023

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    Stellantis, accordo con Orano per riciclo batterie veicoli elettrici

    (Teleborsa) – Stellantis, uno dei principali costruttori automobilistici al mondo, e Orano, multinazionale francese che opera nel campo dell’energia, hanno firmato un memorandum d’intesa per la creazione di una joint venture incentrata sul riciclo delle batterie dei veicoli elettrici a fine vita e materiali di recupero provenienti dalle gigafactory in Europa allargata e Nord America. L’accordo rafforza la posizione di Stellantis nella catena del valore delle batterie per veicoli elettrici e assicura un ulteriore accesso a cobalto, nichel e litio necessari per l’elettrificazione e la transizione energetica, si legge in una nota.”Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite hanno evidenziato la necessità di trovare soluzioni come questa, con Orano, per affrontare la sfida della scarsità di risorse naturali e della sostenibilità – ha dichiarato Alison Jones, Senior Vice President della business unit Economia Circolare di Stellantis – Guidata dal piano strategico Dare Forward 2030, Stellantis si impegna a trasformare il proprio modello di produzione e consumo per rispettare il proprio impegno verso l’economia circolare”.La nuova entità commerciale dedicata fornirà ai partner di Stellantis, alla sua rete post-vendita e ad altri OEM una soluzione per gestire le batterie a fine vita e i materiali di recupero provenienti dalle gigafactory. La produzione inizierà nella prima parte del 2026, riutilizzando gli asset e le strutture esistenti di Stellantis. LEGGI TUTTO

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    Rapporto Unirima 2023: raddoppio esportazioni limita calo fatturati per effetto volatilità prezzi

    (Teleborsa) – Grazie alla capillarità degli impianti sul territorio (716 distribuiti tra Nord e Sud) e a un forte incremento delle esportazioni (+10% rispetto al 2021 e + 99,9% rispetto al 2022), il tasso di riciclo in Italia si conferma al di sopra della media europea e del target Ue al 2025. Il nostro Paese continua a collocarsi tra i Paesi più virtuosi in Europa nonostante le difficoltà derivanti dal quadro congiunturale internazionale che si è riflesso anche sull’economia italiana, causando una volatilità dei prezzi di mercato della carta da macero e determinando nel 2023 un calo dei fatturati delle imprese di oltre il 13% rispetto al 2022. È il quadro che emerge dal Rapporto annuale Unirima, l’Unione nazionale delle imprese di recupero, riciclo e commercio dei maceri e altri materiali, presentato questa mattina a Roma a Palazzo Rospigliosi, che fotografa lo stato di salute dell’industria del riciclo meccanico e del commercio della carta da macero nel 2023.Nel 2022 la produzione di carta da macero – pari a 6,6 milioni di tonnellate – ha registrato un calo del 6% rispetto al 2021. Come detto, i fattori di questa diminuzione sono riconducibili alle criticità del quadro internazionale con gli aumenti dei prezzi dell’energia che hanno ridotto i consumi e determinato fermi delle aziende interne produttrici di carta e destinatarie del macero. L’acuirsi nell’ultimo anno di tutte queste problematiche ha portato a una forte riduzione dei prezzi della carta da macero. Da settembre 2022 a settembre 2023, il prezzo medio della qualità di carta da macero 1.04 è stato pari a 35 €/t, un valore decisamente più basso rispetto a quello raggiunto nei primi sette mesi del 2022 pari a circa 124 €/t. Un crollo dei prezzi (-72%) che, fortunatamente, non hanno toccato i valori pre-pandemia grazie all’incremento delle esportazioni.Inoltre, l’industria delle materie prime seconde soffre anche dei costi derivanti da barriere non tecnologiche che continuano a gravare sul settore, malgrado le reiterate richieste di semplificazione che il comparto avanza da anni, che si aggiungono alle preoccupazioni derivanti dalle nuove proposte di regolamenti di settore da parte dell’Ue.Che i cambiamenti a livello geopolitico ed economico ed il crescere delle barriere non tecnologiche abbiano impattato sui bilanci delle imprese italiane del recupero di materia dai rifiuti, è confermato anche dall’analisi sui fatturati nel periodo dal 2020 al 2023 condotta da Unirima su un campione rappresentativo di aziende associate che si occupano anche di altri materiali recuperabili. Dopo un incremento di circa il 18% dei fatturati 2021 rispetto a quelli del 2020 e un modesto aumento di circa il 4% del 2022 sul 2021, il 2023 segna una inversione di tendenza in negativo con un calo dei fatturati complessivi superiore al 13% rispetto al 2022.Le esportazioni, che nel primo semestre 2023 sono aumentate ulteriormente superando un milione di tonnellate, cioè il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022, continuano, dunque, a garantire uno sbocco per il surplus, strutturale, di carta da macero rispetto al fabbisogno interno del mercato italiano. La capacità degli operatori di trovare destinazione per tali quantitativi ha evitato un corto circuito nella filiera, permettendo al contempo l’incremento delle raccolte differenziate e contribuendo in modo sostanziale agli obiettivi di riciclo complessivi del nostro Paese. Il tasso di riciclo complessivo della carta sale dal 72,8% al 75,7% nel 2022 (+2,9%) e quello degli imballaggi, pari all’81,20%, si mantiene ancora ben al di sopra della media europea. In questo contesto, Unirima, la principale associazione di imprese del settore, con 20mila addetti, un fatturato annuo di circa 4 miliardi di euro e oltre 700 impianti di trattamento rifiuti recuperabili, ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni che da attività commerciali, artigianali, industriali, è interlocutore indispensabile delle istituzioni nelle sfide che il Paese deve affrontare.”Le imprese – ha commentato Giuliano Tarallo, presidente di Unirima – sono costrette a districarsi tra una burocrazia crescente, norme spesso contraddittorie o non chiare, il mancato rispetto dei principi di concorrenza e la necessità di innovarsi per essere più competitive e far fronte alle sfide sempre più complesse dei mercati. Grazie al coraggio di molti imprenditori, anche quest’anno il settore ha saputo reagire alle crisi di sistema. Adesso però ci aspettiamo delle risposte dalla politica e dal governo. Abbiamo fiducia che su questi temi, e sulle grandi sfide del Paese come l’economia circolare, sarà fatto di tutto per mantenere un livello alto di competitività del comparto industriale italiano della carta da macero”.(Foto: ©yarruta/123RF) LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, domanda di prestiti prevista in calo anche nel 4° trimestre

    (Teleborsa) – Nel terzo trimestre del 2023 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese hanno registrato un ulteriore irrigidimento in Italia, ancora guidato dalla “minore tolleranza e maggiore percezione del rischio”. Questi fattori hanno contribuito anche all’inasprimento dei termini e delle condizioni generali su tali finanziamenti, che è stato in parte attenuato dalla riduzione dei margini applicati dalle banche, in particolare sui prestiti meno rischiosi, come conseguenza di una crescente pressione concorrenziale. È quanto emerge dalle rilevazioni della Banca d’Italia, pubblicate in scia al bank lending survey (BLS) della Banca centrale europea (BCE).I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati, mentre quelli per il credito al consumo sono stati inaspriti. I termini e le condizioni sono stati irrigiditi su entrambe le categorie di finanziamenti nonostante la maggior pressione concorrenziale. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono che i criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie rimangano stabili, mentre quelli sui finanziamenti alle famiglie verrebbero inaspriti.La domanda di credito da parte delle imprese è nuovamente diminuita riflettendo in particolare “l’aumento del livello dei tassi di interesse, il calo del fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e il maggior ricorso all’autofinanziamento”. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie si è ridotta sia per l’acquisto di abitazioni sia per la finalità di consumo; in entrambi i casi, il più elevato livello dei tassi di interesse e il peggioramento della fiducia ha continuato a esercitare un contributo negativo. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie “diminuirebbe ulteriormente”.Le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono peggiorate in particolare per quanto riguarda i depositi a breve. Nel trimestre in corso gli intermediari si attendono un “ulteriore deterioramento”. Nei sei mesi terminanti in settembre la riduzione del portafoglio di politica monetaria della BCE ha esercitato un impatto negativo sulle condizioni di finanziamento, sulla posizione di liquidità e sulle attività totali delle banche; non ha invece avuto un impatto significativo sui criteri di offerta, sui termini e le condizioni e sui volumi erogati delle varie categorie di prestiti.Le operazioni di rifinanziamento TLTRO III, attualmente nella fase di rimborso, hanno contribuito al peggioramento della situazione finanziaria delle banche. Tale effetto si protrarrebbe nel corso dei prossimi sei mesi. Le operazioni non hanno invece contribuito in modo significativo alla variazione dei criteri di offerta, dei termini e delle condizioni e dei volumi di credito erogati. LEGGI TUTTO

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    Premia Finance, downgrade di Banca Finnat a Sell

    (Teleborsa) – Banca Finnat ha abbassato a 2,0 euro per azione (da 3,97 euro) il prezzo obiettivo su Premia Finance, società di mediazione creditizia quotata su Euronext Growth Milan, tagliando anche il giudizio sul titolo a “Sell” da “Buy”. Gli analisti, a seguito dei risultati semestrali e tenuto conto delle difficoltà riscontrate da Premia Finance in merito all’attuale difficile contesto economico, che prevedono possano perdurare anche nei prossimi anni, hanno rivisto al ribasso le stime per il periodo 2023-2026.Banca Finnat ora una crescita media annua del valore della produzione pari al 12% dal 17,14% precedente. L’EBITDA dovrebbe poter crescere ora da 358 mila euro a fine 2023 (precedente stima a 1,3 milioni di euro) a 1 milione di euro a fine periodo previsionale (3,1 milioni di euro precedentemente stimati) mentre l’utile netto passare da 41 mila euro a consuntivo 2023 a 467 mila euro a fine 2026 (753 mila e 2 milioni, rispettivamente, le precedenti stime).(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Eurolistini volatili, occhi a trimestrali e dati PMI

    (Teleborsa) – Lieve aumento per il FTSE MIB, al pari delle principali Borse Europee, in una seduta contraddistinta da una certa volatilità per l’uscita di importanti dati macroeconomici e trimestrali. L’indice PMI di S&P Global ha segnalato un’accelerazione del declino economico dell’eurozona a ottobre, evidenziando il rischio di recessione Germania e Francia, che potrebbe mettere in discussione le aspettative secondo cui i tassi di interesse rimarranno su livelli elevati per un periodo prolungato.Guardando ai vari settori, il lusso è sostenuto dai dati di Hermes, che ha superato le stime di vendita del terzo trimestre, mentre le banche sono toccate dalle trimestrali di UniCredit (che ha alzato la guidance sui ricavi e confermato quella su utili e distribuzione) e Barclays (che ha accennato a significativi tagli dei costi in corso d’anno).Lieve calo dell’Euro / Dollaro USA, che scende a quota 1,064. L’Oro continua la seduta poco sotto la parità, con un calo dello 0,56%. Sostanzialmente stabile il mercato petrolifero, che continua la sessione sui livelli della vigilia con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che scambia a 85,97 dollari per barile.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +198 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,81%.Tra le principali Borse europee si muove in modesto rialzo Francoforte, evidenziando un incremento dello 0,32%, nulla di fatto per Londra, che passa di mano sulla parità, e bilancio positivo per Parigi, che vanta un progresso dello 0,64%.Il listino milanese mostra un timido guadagno, con il FTSE MIB che sta mettendo a segno un +0,37%; sulla stessa linea, lieve aumento per il FTSE Italia All-Share, che si porta a 29.435 punti. Leggermente positivo il FTSE Italia Mid Cap (+0,4%); sulla stessa tendenza, in frazionale progresso il FTSE Italia Star (+0,42%).Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, sostenuta ERG, con un discreto guadagno del 2,14%. Buoni spunti su A2A, che mostra un ampio vantaggio dell’1,80%. Ben impostata Moncler, che mostra un incremento dell’1,71%. Tonica Leonardo che evidenzia un bel vantaggio dell’1,68%.I più forti ribassi, invece, si verificano su CNH Industrial, che continua la seduta con -1,94%. Contrazione moderata per Stellantis, che soffre un calo dell’1,48%. Sottotono BPER che mostra una limatura dell’1,44%. Deludente Pirelli, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia.Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, Salcef Group (+3,09%), Saras (+2,64%), IREN (+2,36%) e Intercos (+2,35%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su MFE B, che prosegue le contrattazioni a -4,40%. Soffre MFE A, che evidenzia una perdita del 3,61%. Preda dei venditori Technogym, con un decremento dell’1,60%. Si concentrano le vendite su Caltagirone SpA, che soffre un calo dell’1,54%. LEGGI TUTTO

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    Commissione UE autorizza accordo Arcelik-Whirlpool in Europa

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo delle principali attività di elettrodomestici in Europa, Medio Oriente e Africa della statunitense Whirlpool Corporation da parte della turca Arcelik.La Commissione ha concluso che l’operazione non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, data in particolare la presenza di fornitori alternativi nei paesi dello Spazio economico europeo in cui operano entrambe le parti. La transazione è stata esaminata secondo la normale procedura di revisione della fusione. LEGGI TUTTO

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    Coca-Cola alza previsioni annuali dopo terzo trimestre in crescita

    (Teleborsa) – The Coca-Cola Company, una delle più grandi aziende produttrici e distributrici di bevande analcoliche, ha chiuso il terzo trimestre del 2023 con ricavi netti in crescita dell’8% a 12 miliardi di dollari, mentre i ricavi organici sono cresciuti dell’11%. Il margine operativo è stato del 27,4% rispetto al 27,9% dell’anno precedente, mentre il margine operativo rettificato è stato del 29,7% rispetto al 29,5% dell’anno precedente. L’EPS è cresciuto del 9% a 0,71 dollari, mentre l’EPS rettificato è cresciuto del 7% a 0,74 dollari.”Abbiamo realizzato un trimestre complessivamente solido e stiamo migliorando i nostri ricavi e profitti per l’intero anno alla luce delle nostre prestazioni da inizio anno – ha affermato il CEO James Quincey – Il nostro portafoglio leader di marchi, abbinato a un sistema allineato e motivato, ci consente di vincere oggi sul mercato, gettando al tempo stesso le basi per il lungo termine”.Coca-Cola prevede ora una crescita organica dei ricavi del 10%-11% per l’intero anno, rispetto alla precedente previsione di un aumento dell’8%-9%. Inoltre, prevede che l’utile annuo rettificato per azione aumenti tra il 7% e l’8%, rispetto alle precedenti previsioni di un aumento tra il 5% e il 6%. LEGGI TUTTO

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    UE vende all’asta 3,036 milioni di quote di emissione a 80,40 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto 3,036 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 80,40 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange.L’European Union Allowance (EUA) è il nome ufficiale delle quote di emissione europee; ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente. LEGGI TUTTO