Ottobre 2023

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    PA, Zangrillo incontra i sindacati: “Anticipo contratti di 2 miliardi entro dicembre”

    (Teleborsa) – Con la legge di bilancio “il governo ha dato molta attenzione alle persone della pubblica amministrazione. Daremo anticipo di 2 miliardi entro il mese di dicembre. C’è lo sforzo di darlo prima della tredicesima per dare la possibilità di far capire lo sforzo che facciamo”. È quanto ha affermato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, in conferenza stampa al termine dell’incontro con i sindacati. L’anticipo – ha sottolineato Zangrillo – riguarderà il personale dello Stato e, se ci saranno ulteriori risorse, quello degli enti territoriali. “Stiamo predisponendo perché a gennaio si possa partire coi negoziati – ha aggiunto – a partire dai comparti sicurezza, sanità ed enti locali. Invertiamo l’ordine”. L’incontro con le confederazioni sindacali si è svolto a pochi giorni dall’approvazione del disegno di Legge di Bilancio, che stanzia importanti risorse per il pubblico impiego, ed è stato voluto dal ministro per “rafforzare la fondamentale collaborazione tra il Dipartimento della funzione pubblica e le organizzazioni sindacali, per – come ribadito dallo stesso Zangrillo – costruire un dialogo produttivo e indirizzare al meglio le politiche legate alla Pubblica amministrazione”. Nella Sala Tarantelli di Palazzo Vidoni erano presenti rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Cgs, Cida, Cisal, Codirp, Confdas, Confedir, Confsal, Cosmed, Cse, Usb. Nel corso del confronto, svoltosi “in un clima costruttivo e con uno scambio franco tra le parti”, sono stati affrontati i temi prioritari su cui si è concentrato il lavoro del ministro per la Pa e della Funzione pubblica dall’incontro con i sindacati dello scorso marzo, con un focus anche sulle misure in cantiere: dai rinnovi contrattuali, ai nuovi inserimenti nelle amministrazioni, dalle rinnovate procedure di reclutamento all’impegno per potenziare l’attrattività del lavoro pubblico soprattutto nei confronti delle giovani generazioni; dalla formazione per accrescere le competenze, ai sistemi di valutazione della performance che permettano di valorizzare il merito. Ricordata la forte accelerazione sul rinnovo dei contratti del triennio 2019-2021, rispetto al quale ad oggi rimane da chiudere il contratto dei dirigenti Istruzione e ricerca, su cui il Ministero dell’Istruzione sta lavorando all’atto di indirizzo, e si sta chiudendo la trattativa per il rinnovo dei dirigenti degli Enti locali, il ministro Zangrillo ha poi evidenziato lo stanziamento previsto in Manovra per i prossimi rinnovi, con “una decisione estremamente coraggiosa”, di circa 7,3 miliardi di euro, di cui 5 per i comparti delle funzioni centrali e scuola nonché per il comparto sicurezza-difesa, e 2,3 miliardi per la sanità ai quali si aggiungono 700 milioni per la detassazione degli straordinari e la riduzione delle liste di attesa. “Pur nella cautela sulla quantificazione di quanto queste cifre impatteranno in termini di incremento medio, possiamo dire che dovrebbe attestarsi –ha spiegato il ministro – intorno al 6% rispetto al poco meno del 4% della tornata contrattuale precedente”.Ricordata anche l’approvazione, con il decreto-legge appena pubblicato in Gazzetta, di un “anticipo” di 2 miliardi a quest’anno rispetto al 2024 per portare nelle buste paga entro dicembre una somma che prende come riferimento l’indennità di vacanza contrattuale, moltiplicandone il relativo importo annuale per un coefficiente pari a 6,7, che dovrebbe quantificarsi intorno a una media di 900 euro, da trasferire distintamente dalla tredicesima mensilità. L’impegno, è stato spiegato nel corso dell’incontro, è quello di dare avvio alla nuova tornata contrattuale, per la quale è in via di definizione l’atto di indirizzo, già a partire da gennaio e cercando di dare precedenza al comparto sicurezza e difesa, alla sanità e agli Enti territoriali. Sulla questione del finanziamento degli Enti di ricerca non vigilati per il contratto 2019-2021, già oggetto del confronto di marzo, è stata evidenziata la previsione delle risorse necessarie per equilibrare il precedente stanziamento degli Enti vigilati (tra i 30 e i 40 milioni di euro). Nel corso dell’incontro è stato ribadito l’impegno ad assumere anche nel 2024, come nell’anno in corso, 170mila persone. “Direi che è un obiettivo straordinario e siamo sulla buona strada – ha specificato il ministro – considerato che a fine settembre abbiamo immesso nelle nostre amministrazioni circa 145mila persone, tra turn over e nuove unità”. Specifica attenzione, nel corso dell’incontro, è stata dedicata al tema del merito, rispetto al quale, ha sottolineato Zangrillo, “stiamo lavorando per mettere a terra sistemi di misurazione e di valutazione della performance ai quali agganciare le progressioni di carriera, e quindi la valorizzazione anche economica del personale pubblico. Misurazione che non può prescindere dalla definizione di strumenti e indici adeguati concepiti non in termini punitivi ma in termini puramente ricognitivi”, sia sul piano individuale sia su quello organizzativo. Annunciato, infine, l’avvio dei lavori nelle prossime settimane dell’Osservatorio nazionale del lavoro pubblico, recentemente istituito presso il Dipartimento della funzione pubblica. “Abbiamo apprezzato la volontà del Governo, espressa dal ministro Zangrillo di aprire un confronto di contenuto, a partire dalle proposte intorno alle quali il sindacato confederale ha costruito le sue piattaforme contrattuali – ha sottolineato il leader della Cisl-Fp, Maurizio Petriccioli, al termine dell’incontro tenutosi a Palazzo Vidoni –. Nel merito sono previsti in legge di bilancio 5 miliardi per la contrattazione nella P.A., parte dei quali saranno erogati con un apposito decreto che abbiamo chiesto sia indirizzato a rafforzare le buste paga già dalla mensilità di novembre. È una prima e importante risoluzione, concertata con il sindacato, che aiuta le famiglie a prendere fiato dopo la crisi inflattiva che ha colpito duramente in questi anni. Una misura che verrà ulteriormente rinforzata dal taglio del cuneo fiscale previsto per tutto il 2024 e dall’accorpamento delle prime due aliquote irpef al 23%. Apprendiamo inoltre della volontà di investire ulteriori 3 miliardi, trasferendo risorse alle Regioni, per i rinnovi contrattuali della sanità pubblica e di porre ulteriori 700 milioni sulla defiscalizzazione dei premi di risultato per abbattere le liste d’attesa e migliorare i servizi pubblici al cittadino – ha aggiunto – una proposta avanzata dalla Cisl-Fp da diversi anni e che oggi vede un primo avvio, sebbene in fase sperimentale. Attendiamo ora l’emanazione degli atti d’indirizzo di ogni comparto per aprire, in sede Aran, un cantiere tra sindacati e governo e per avviare rapidamente la trattativa per i contratti pubblici – ha concluso – chiediamo infine che sia parallelamente aperto il confronto sul tema degli accreditamenti con l’obiettivo di risolvere le gravi vertenze aperte nei settori dell’assistenza sanitaria privata, un tema da affrontare di concerto con la Conferenza delle Regioni. Restano numerosi i nodi da sciogliere ma proseguendo nel dialogo sociale con il governo possiamo trovare insieme le risposte che servono ai lavoratori e alle lavoratrici”. “Il ministro Zangrillo conferma l’insufficienza delle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici. Gli stanziamenti complessivi, infatti, sono lontanissimi dal coprire la perdita del potere d’acquisto di questi anni – affermano il segretario confederale della Cgil, Francesca Re David, e i segretari generali di Fp-Cgil e Flc-Cgil, Serena Sorrentino e Gianna Fracassi –. Per le tre dirigenti sindacali “ad aggravare la situazione arriva la scelta unilaterale di un anticipo che spacca in due il mondo del lavoro pubblico tra chi lo percepirà e chi no e che rappresenta un’evidente violazione dell’autonomia negoziale delle parti. Sui salari – proseguono Re David, Sorrentino e Fracassi – il Governo ha compiuto scelte unilaterali, che per quanto comportino risorse superiori agli stanziamenti rispetto ai ccnl 19/21, contratti che recuperavano l’inflazione, questa volta rimangono molto al di sotto sia dell’Ipca (l’indice dei prezzi al consumo) che dell’inflazione reale, falsando di fatto la capacità di recuperare il potere d’acquisto dei salari. Non ci sono – avvertono – stanziamenti ulteriori per completare la riforma degli ordinamenti e non c’è lo sblocco del salario accessorio, limitando, ancora una volta, la leva della crescita del salario e della produttività. Siamo contrari agli anticipi senza contrattazione anche perché creano disparità di trattamento, andranno infatti con certezza ai tempi indeterminati dello Stato e della sanità, ma non per enti locali e universita` e ricerca che dovranno trovare risorse nel prossimo mese nei loro bilanci mettendo a rischio il principio secondo il quale tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni maturino lo stesso diritto. Sulle assunzioni il ministro ha chiarito che siamo ad un tasso di sostituzione che compensa il turn over, e non per tutte le amministrazioni – aggiungono – per questo abbiamo ribadito la necessità di un piano straordinario dell’occupazione che assuma personale in tutte le amministrazioni, dia risposta ai precari con le stabilizzazioni a partire da scuola e sanità e scorra le graduatorie degli idonei dando immediata risposta al fabbisogno assunzionale delle amministrazioni. Inoltre – proseguono Re David, Sorrentino e Fracassi – il ministro ha annunciato l’istituzione di un osservatorio sul lavoro pubblico. C’è poco da osservare in uno scenario recessivo e non proattivo, quale è quello creato da disinvestimento, mancate assunzioni, decontrattualizzazione operati dal Governo. Uno scenario per noi inaccettabile.,Non solo vanno trovate ulteriori risorse, ma va ripristinata la piena contrattazione anche sulle materie che il ministro ha annunciato saranno invece oggetto, ancora una volta, di scelte unilaterali, a partire da formazione e merito”. LEGGI TUTTO

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    Vivendi, ricavi in crescita nei 9 mesi grazie a Canal+ e Havas

    (Teleborsa) – Vivendi, una delle principali media company europee, ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con ricavi pari a 7.124 milioni di euro, rispetto a 6.895 milioni di euro dello stesso periodo del 2022. L’aumento del 3,3% è dovuto principalmente alla crescita dei ricavi di Canal+ (+167 milioni di euro) e di Havas (+ 82 milioni di euro), parzialmente compensato dal decremento di Vivendi Village (-25 milioni di euro). A valuta e perimetro costanti, i ricavi di Vivendi sono cresciuti del 3,2%.I ricavi del terzo trimestre 2023 sono aumentati del 2,5% e del 3,1% a valuta e perimetro costanti, a 2,426 miliardi di euro.”La crescita dei ricavi per i primi nove mesi del 2023 riflette la validità della strategia di Vivendi – hanno commentato Yannick Bolloré, Presidente, e Arnaud de Puyfontaine, CEO – Canal+ e Havas hanno dimostrato la rilevanza delle azioni di trasformazione e internazionalizzazione che abbiamo implementato con loro negli ultimi anni”.”Prevediamo di finalizzare l’aggregazione con Lagardère entro la fine dell’anno, subordinatamente all’ottenimento delle necessarie approvazioni -hanno aggiunto – Il nostro gruppo assumerà quindi una nuova dimensione, con un incremento dei ricavi di circa il 70% grazie, in particolare, al contributo di Hachette, terzo editore di libri trade e didattici, e delle attività di travel retail. Allo stesso tempo anche la nostra posizione internazionale verrà rafforzata in modo significativo”. LEGGI TUTTO

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    TXT e-solutions, azioni proprie al 10,6% del capitale sociale

    (Teleborsa) – TXT e-solutions ha comunicato che, dal 2 al 6 ottobre 2023, ha acquistato 13.539 azioni proprie per un controvalore pari a 221.012,12 euro, nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie.Al 6 ottobre, la società attiva nella fornitura di prodotti software e soluzioni strategiche detiene 1.380.879 azioni proprie, pari al 10,6170% del capitale sociale.A Piazza Affari, oggi, nuovo spunto rialzista per TXT E-solutions, che guadagna bene e porta a casa un +1,73%. LEGGI TUTTO

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    Brunello Cucinelli alza outlook su ricavi annuali dopo 9 mesi positivi

    (Teleborsa) – Brunello Cucinelli, maison del lusso italiana quotata su Euronext Milan, ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con ricavi pari a 818,4 milioni di euro, con una crescita del +27,5% a cambi correnti (+28,8% a cambi costanti) rispetto ai 9 mesi 2022. Le aree geografiche sono state tutte molto positive e ben equilibrate: Americhe +21,7%, Europa +18,3%, Italia +24,5%, Asia +49,7%. La società segnala che anche i canali di vendita sono stati ben bilanciati e con crescite molto significative: retail +34,6% e wholesale +17,1%.Il risultato dei primi 9 mesi dell’anno, il riscontro molto molto positivo delle collezioni, e l’attenzione all’esclusività e rarità dell’offerta di abbigliamento di grande qualità e artigianalità, fanno immaginare “una splendida crescita” dei ricavi per il 2023 tra il +20% e il +22%, rispetto alla precedente stima del +19%.”Nei primi nove mesi di questo anno particolarmente bello abbiamo realizzato un’importante crescita di fatturato e di immagine, e vista la grande qualità delle vendite, immaginiamo di conseguenza un profitto sano e bello ha commentato Brunello Cucinelli, Presidente Esecutivo e Direttore Creativo – Ci appare forte la richiesta di capi di alta qualità e artigianalità, manufatti che rappresentano quella idea di “lusso silenzioso e prezioso”, che riflette la nostra personalità.”Sulla base di queste considerazioni abbiamo scelto di elevare le stime di crescita del fatturato sul fine anno portandole dal 19% a un incremento tra il 20% e il 22%. Visti gli ottimi “Sell out” della stagione Autunno-Inverno 2023 e l’eccezionale raccolta ordini per quella di Primavera-Estate 2024, conserviamo inoltre la visione molto positiva sul nostro equilibrato progetto di crescita per il 2024, che abbiamo stimato intorno al 10%”.(Foto: © TEA / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Piazza Affari chiude in calo appesantita da Auto e Banche

    (Teleborsa) – Seduta negativa per le Borse europee. Tra le peggiori c’è Piazza Affari, su cui pesano le prese di profitto sul comparto Industriale, Auto in particolare, e sul Bancario. Fa peggio solo la Borsa di Zurigo, zavorrato dalle flessioni di Roche (vendite dei 9 mesi sotto pressione da prodotti Covid e cambi) e Nestlé (crescita delle vendite sotto le attese nei primi 9 mesi).Sono arrivati pochi spunti dai dati macro europei: nell’eurozona ad agosto l’avanzo delle partite correnti è salito a 27,7 miliardi di euro da 21 miliardi di euro di luglio.Scende rispetto ai livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +202 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,94%.Tra i listini europei andamento negativo per Francoforte, che mostra una performance pari a -0,33%, calo deciso per Londra, che segna un -1,17%, e contrazione moderata per Parigi, che soffre un calo dello 0,64%. Scambi in ribasso per la Borsa di Milano, che accusa una flessione dell’1,38% sul FTSE MIB, portando avanti la scia ribassista di tre cali consecutivi, avviata martedì scorso; sulla stessa linea, vendite diffuse sul FTSE Italia All-Share, che termina a -1,23%.Tra i best performers di Milano, in evidenza Recordati (+1,39%), Amplifon (+0,67%) e Interpump (+0,22%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Stellantis, che termina la seduta con -3,65%. Preda dei venditori Banco BPM, con un decremento del 2,92% e BPER, che mette a segno un -2,55%. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis, CdA rinnova presidenze di Comitati endoconsiliari

    (Teleborsa) – Il CdA di Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, ha deliberato il rinnovo delle presidenze dei comitati endoconsiliari per la seconda metà del mandato 2022-2024.In particolare, il consiglio ha nominato la Lead Independent Director Antonella Malinconico quale Presidente del Comitato Controllo e Rischi e Beatrice Colleoni quale Presidente del Comitato Remunerazioni.Inoltre, preso atto delle dimissioni di Monica Regazzi dall’incarico di componente del Comitato Nomine, ha deliberato di integrare la composizione del Comitato Nomine individuando come nuovo membro e Presidente Roberta Gobbi. LEGGI TUTTO

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    Elica, Equita e Intermonte confermano Buy e limano TP

    (Teleborsa) – Equita ha abbassato a 2,4 euro (da 3 euro, per riduzione stime e aumento tassi) il target price su Elica, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nella produzione di cappe e piani aspiranti da cucina, confermando la raccomandazione “Buy” in attesa delle pubblicazione dei risultati del terzo trimestre (prevista per il prossimo 26 di ottobre). “Il momentum resta debole, in linea alle dinamiche di settore – commentano gli analisti – Durante la call sarà da verificare se il 3Q è il punto di minimo/svolta (come al momento incorporato nelle nostre stime) e quanta visibilità c’è sull’andamento 4Q23-1Q24”.Il “Buy” è stato confermato anche da Intermonte, che ha portato il prezzo obiettivo a 2,80 euro per azione (dai 3,40 euro precedenti). “Riaffermiamo la nostra visione sul titolo poiché riteniamo che non appena il mercato si riprenderà dai bassi livelli attuali, la società sarà immediatamente in grado di raccogliere i frutti delle misure attuate dal management negli ultimi anni (introduzione di una linea di prodotti innovativa nel B2C, implementazione del nuovo footprint produttivo, comprovata capacità di controllo dei costi), che hanno consentito ad Elica di migliorare il proprio profilo di redditività e conquistare quote di mercato in Europa”, si legge nella ricerca. LEGGI TUTTO

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    Reti TLC, ANIE SIT Confindustria: “Oneri per investimenti imprese costruttrici + 300%”

    (Teleborsa) – Gli oneri finanziari degli investimenti sono oggi tutti a carico delle imprese e gravano per il 300 per cento in più che nel 2022. Nello scorso anno gli investimenti Capex hanno superato il margine operativo delle imprese che costruiscono le reti: uno squilibrio che pesa sulla cassa per -3,8 miliardi di euro. Il quadro della situazione emerge dall’incontro che si è tenuto stamane a Roma tra le imprese raggruppate in ANIE SIT e le Telco. All’incontro ha partecipato anche Luciano Ciocchetti, vicepresidente della XII commissione Affari sociali della Camera dei deputati. Per contrastare il combinato disposto di inflazione e tassi BCE, che agisce sulla già critica mancanza di manodopera qualificata per il settore, il presidente di ANIE SIT Luigi Piergiovanni ha presentato tre proposte. Anzitutto, una maggiore verticalizzazione sul Decreto Flussi, con l’assegnazione di numeriche dedicate al solo settore delle TLC, accompagnate a finanziamenti a fondo perduto per l’accoglienza e la formazione del personale. In secondo luogo, un contributo di inserimento professionale forfettario “on boarding” di 10 mila euro. Modalità già in uso presso le Regioni, in forma di una tantum per i primi tre mesi di inserimento. Infine, l’utilizzo dell’incentivo assunzione “Neet 2023” per la durata di tre anni, pari al 60% della Ral mensile, utile ai fini del TFR (Art. 27 Dlgs. maggio 2023 N.48, convertito in Legge 3/7/2023 N. 85). “L’indice dei prezzi al consumo sale – spiega Piergiovanni –, mentre non si intravvede una discesa del tasso Euribor. Questo ha un impatto sui nostri conti in media del +5,2 per cento. Nonostante siano state scaricate sul mercato gare del PNRR per 5,5 miliardi di euro, vediamo una progressione in discesa negli ultimi tre anni del saldo di cassa tra investimenti Capex e Ebitda degli operatori. Se nel 2019 si registrava un saldo positivo di 3,1 miliardi, nel 2021 eravamo scesi a 1,1 miliardi, per arrivare infine a -3,8 nel 2022”.Personale da formare, automezzi e dotazioni tecnologiche, costo dei ripristini stradali sono voci su cui occorre intervenire in maniera urgente e puntuale: ANIE SIT chiede, oltre al credito di imposta per investimenti in beni strumentali, deroghe di legge a favore delle aziende (senza limiti di dimensioni) che svolgono attività nell’ambito del PNRR, e la leva della legge 178/2020 per i beni materiali e immateriali 4.0. “Per reagire – conclude Piergiovanni – occorre intervenire subito con una maggiore verticalizzazione sul Decreto Flussi, perché nel nostro settore la formazione è più complessa rispetto ad altri comparti. Complessivamente una risorsa può arrivare a costare nel primo anno sino a 80 mila euro, il che spinge il break even delle aziende al termine di un arco di tempo di dieci anni. Non solo. La domanda fondamentale che dobbiamo porci ora è che cosa accadrà con l’outplacement di queste risorse dopo il 2026. Ringrazio l’onorevole Luciano Chiocchetti, intervenuto stamane ai nostri lavori e che si è detto pronto a far presente al ministro dell’Interno delle nostre esigenze. Ogni giorno in cui non mettiamo in campo azioni per raggiungere gli obiettivi del PNRR è un giorno perso». LEGGI TUTTO