Ottobre 2023

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    Wall Street prudente. La earning season entra nel vivo

    (Teleborsa) – Partenza debole per la borsa di Wall Street mentre entra nel vivo la stagione delle trimestrali. Proprio oggi sono stati pubblicati i conti di dei colossi come Goldman Sachs, BofA e Johnson & Johnson, che hanno superato le aspettative. Sopra le attese anche il dato sulle vendite al dettaglio. In primo piano resta il conflitto in Medio Oriente. Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones lima lo 0,21%; sulla stessa linea, si posiziona sotto la parità l’S&P-500, che retrocede a 4.346 punti. In discesa il Nasdaq 100 (-1,04%); con analoga direzione, negativo l’S&P 100 (-0,82%).In buona evidenza nell’S&P 500 il comparto energia. Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori informatica (-1,68%) e beni di consumo secondari (-0,87%).In cima alla classifica dei colossi americani componenti il Dow Jones, Nike (+2,13%), Travelers Company (+2,09%), Salesforce (+1,93%) e Verizon Communication (+1,89%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Walgreens Boots Alliance, che continua la seduta con -2,02%.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano Lululemon Athletica (+10,31%), Warner Bros Discovery (+5,11%), Atlassian (+4,23%) e Ross Stores (+3,88%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Moderna, che ottiene -6,47%.Spicca la prestazione negativa di Verisk Analytics, che scende del 2,05%.Walgreens Boots Alliance scende del 2,02%.Sostanzialmente debole PDD Holdings, che registra una flessione dello 0,74%. LEGGI TUTTO

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    Impianti fotovoltaici, l’appello di Federbeton e Anepla: “Velocizzare gli iter burocratici per l’installazione”

    (Teleborsa) – Iter burocratici più veloci per gli impianti fotovoltaici, per favorire la transizione verso le energie rinnovabili in Italia. È questa la richiesta alle istituzioni avanzata da Federbeton, Federazione che riunisce i produttori di cemento e calcestruzzo, e Anepla, che rappresenta il settore dei produttori estrattori lapidei ed affini. Una leva, quella del fotovoltaico, […] LEGGI TUTTO

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    Mercato elettrico UE, Pichetto: sulla riforma si punta a chiudere oggi

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che sulla riforma del mercato europeo dell’elettricità “la discussione è aperta rispetto al disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’energia elettrica, che è generata ormai in gran parte da fonti rinnovabili o nucleare”. “La speranza – ha spiegato parlando con la stampa a margine della riunione del Consiglio Energia dell’Ue, in corso oggi a Lussemburgo – è quella di riuscire a trovare entro la giornata un punto di convergenza fra le varie posizioni. Il tentativo è quello di chiudere oggi”. “Naturalmente – ha aggiunto Pichetto – c’è una proposta della Commissione, e si sta dibattendo su alcuni punti sui quali non si è ancora trovata la convergenza. Quindi è chiaro che tutti devono fare un passo avanti, o tutti un passo indietro, per riuscire a trovare un punto di equilibrio”. Il ministro ha fatto sapere di aver anche chiesto di rinnovare il meccanismo del “price cap” del gas, che era stato stabilito dall’Ue con un regolamento approvato nel dicembre 2022, valido un anno, e applicato a partire dal 15 febbraio scorso. La Commissione deve decidere se chiedere la proroga del meccanismo entro il prossimo primo novembre. Sui prezzi del gas, a causa del conflitto tra Hamas e Israele “c’è un’attenzione molto elevata, anche perché abbiamo visto quali sono già state le conseguenze della nuova guerra in Medio Oriente, con un rincaro del gas molto rilevante. E anzi questo è uno dei motivi, il motivo principale – ha affermato Pichetto – per cui io ho chiesto già questa mattina, e ho annunciato che formalmente lo farò questo pomeriggio, che venga rinnovato il price cap, che è un po’ questa clausola di riserva qualora, a fianco di quello che è un aumento del costo della materia prima, dovessero agganciarsi anche operazioni speculative, come rischio ordinario”.Quanto alla convergenza tra gli Stati membri sulla proroga del “price cap”, il ministro ha dichiarato di dover ancora verificare “eventuali dissensi” ma si è detto “fiducioso”: “è una clausola di garanzia per tutti, non è solo per l’Italia, è per tutta Europa”.Il ministro nel suo intervento in Consiglio ha indicato gli “elementi molto importanti e fortemente voluti dall’Italia” che contiene il testo della proposta di riforma del mercato elettrico, presentato dalla Commissione: innanzitutto, “il rafforzamento degli strumenti di lungo termine, Contratti per Differenza e PPA (‘Power Purchase Agreements’, ndr), per fornire gli adeguati segnali di prezzo per lo sviluppo di nuovi impianti, rinnovabili e nucleari. Questo promuove anche il desiderato disaccoppiamento di tali tecnologie inframarginali dal prezzo del gas naturale”. In secondo luogo, ha aggiunto Pichetto, “il focus sugli strumenti dedicati allo sviluppo della necessaria capacità flessibile, quale quella di accumulo di grandi dimensioni”. Infine, “il riconoscimento del ruolo strutturale dei meccanismi di capacità per l’adeguatezza, per cui ribadiamo la necessità di una semplificazione delle procedure di aggiornamento”. LEGGI TUTTO

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    Crypto, ESMA chiede accelerazione nell’adozione del regolamento MiCA

    (Teleborsa) – L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha inviato oggi una lettera al Consiglio Affari economici e finanziari (ECOFIN) dell’UE per invitare gli Stati membri a “designare senza indugio” le autorità competenti responsabili dello svolgimento delle funzioni e dei compiti previsti dal MiCA, il regolamento che riguarda il settore delle cripto-attivitàLa missiva, firmata dalla presidente dell’ESMA Verena Ross, invita a prendere in considerazione la limitazione del periodo facoltativo di salvaguardia fino a 12 mesi, qualora scelgano di offrirlo nelle loro giurisdizioni.L’ESMA ha inoltre pubblicato una dichiarazione indirizzata agli enti che forniscono servizi di cripto-asset e alle autorità nazionali competenti che saranno responsabili della loro supervisione, in cui elenca le aspettative per ciascuno da qui fino alla fine del periodo transitorio del MiCA. Le autorità competenti sono incoraggiate a “dedicare risorse e ad allineare le proprie pratiche di vigilanza” a quelle delle loro controparti in tutta l’UE per avviare una vigilanza efficace fin dal primo giorno.I partecipanti al mercato sono invece incoraggiati a “iniziare a pianificare una transizione graduale e a garantire che i loro clienti siano consapevoli dello stato normativo delle loro offerte di cripto-asset”, si legge in una nota.(Foto: Kanchanara on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Imposta europea sui grandi patrimoni, OXFAM lancia raccolta firme per ridurre le disuguaglianze

    (Teleborsa) – Parte oggi, in Italia, la raccolta firme #LaGrandeRicchezza, lanciata da Oxfam a supporto dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), per chiedere alla Commissione UE l’istituzione di un’imposta europea sui grandi patrimoni, che in Italia, a titolo esemplificativo, potrebbe essere rivolta al solo 0,1% più ricco della popolazione con un patrimonio netto individuale sopra i 5,4 milioni di euro. Una misura il cui gettito verrebbe indirizzato al finanziamento degli investimenti per sostenere l’inclusione sociale e una transizione ecologica giusta nei Paesi membri dell’Unione, per la finanza climatica e a integrazione degli stanziamenti UE per le politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo. La raccolta firme collegata alla campagna europea Tax The Rich e promossa in Italia da Oxfam in collaborazione con Campagna Sbilanciamoci, NENS, Rosa Rossa e Tax Justice Italia, ha di fronte a sé un obiettivo ambizioso: raggiungere in un anno 1 milione di sottoscrizioni da parte dei cittadini di almeno sette Paesi dell’Unione con quorum nazionali – 53.580 firme per l’Italia – proporzionali al numero degli eletti al Parlamento europeo in ciascun Paese membro dell’Unione.”Un milione di firme sono una grande sfida, ma l’occasione è imperdibile. Noi tutti abbiamo l’opportunità di chiedere alla Commissione UE di prendere in esame l’introduzione di un’imposta sulla grande ricchezza. Il gettito ricavato andrebbe in scuola, sanità, alloggi popolari, contrasto al lavoro povero, una transizione ecologica giusta – spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia –. L’imposta permetterebbe inoltre di rallentare la crescita della concentrazione dei patrimoni e di aumentare il grado di equità dei sistemi impositivi. Contribuirebbe a ridurre, se non addirittura a superare, la paradossale situazione, per cui i percettori di redditi più elevati versano in Italia imposte dirette, indirette e contributi inferiori, in proporzione al reddito, a quanto corrisposto da chi ha redditi più bassi. Una palese ingiustizia, direi, una stortura che possiamo e dobbiamo correggere”. Fino a 23 miliardi di euro all’anno il gettito potenziale per l’Italia – L’imposta progressiva sui grandi patrimoni potrebbe generare risorse considerevoli per l’Unione europea. A seconda dei destinatari e di come sarà strutturata, gli introiti potrebbero attestarsi tra 150 miliardi e 213 miliardi di euro all’anno. Il potenziale gettito per l’Italia sarebbe di 13,2 – 15,7 miliardi di euro all’anno, se ad essere tassato fosse lo 0,1% dei contribuenti più ricchi; 23 miliardi di euro all’anno, se si considerasse lo 0,5% più facoltoso dei nostri connazionali e le aliquote marginali replicassero quelle dell’imposta in vigore in Spagna. Le entrate erariali potrebbero essere anche più consistenti, se si aumentasse il grado di progressività dell’imposta, introducendo ad esempio un maggior numero di scaglioni e ricorrendo, in corrispondenza, ad aliquote marginali più elevate. “L’entità delle entrate erariali dipende dall’effettività dell’imposta ovvero dal fatto che i titolari di grandi patrimoni non possano sfuggire a tassazione. La possibilità di evadere o eludere l’imposta non deve essere sottovalutata – continua Maslennikov –. Per minimizzare i rischi, bisogna evitare di offrire esenzioni per specifiche tipologie di asset patrimoniali, tassando il patrimonio netto complessivo, tra cui anche i capitali detenuti in società non quotate o trasferiti in trust. È poi fondamentale rendere più efficiente l’amministrazione finanziaria, rafforzando la sua capacità di ricevere informazioni da parti terze, su tutte i gestori dei patrimoni finanziari, circa la consistenza della ricchezza tassata. E ancora, sarà importante proseguire nel rafforzamento della cooperazione internazionale in materia fiscale tra paesi, per rendere più difficile l’occultamento offshore dei capitali. A chi paventa che i ricchi fuggirebbero dal territorio nazionale per non pagare il tributo, rispondiamo con la previsione di robuste forme di exit taxation, in caso di cambio del Paese di residenza fiscale. Una barriera o un disincentivo alla fuga dei capitali.” Due italiani su tre, già nel 2021 erano favorevoli a un’imposta sui grandi patrimoni – Il 67% dei cittadini europei, che hanno risposto all’indagine demoscopica Special Eurobarometer 529 condotta tra maggio e giugno 2022 su incarico della Commissione europea, ha concordato sull’importanza del prelievo fiscale a carico dei contribuenti più ricchi per finanziare misure di supporto alle fasce più povere della popolazione. Nel 2021 due terzi dei rispondenti italiani a un sondaggio, commissionato all’istituto di ricerca di mercato Glocalities, dal network dei multi-milionari Millionaires for Humanity e da Tax Justice Italia, si è espresso favorevolmente su un’imposta dell’1% sui patrimoni netti superiori a 8 milioni di euro, il cui gettito fosse destinato al finanziamento della ripresa post-pandemica e alle famiglie più bisognose. La proposta ha riscosso un favore trasversale tra i votanti delle più grandi forze politiche nazionali, ricevendo il supporto del 65% degli elettori della Lega, del 77% di quelli del Pd e del Movimento 5 Stelle, del 59% degli elettori di Fratelli d’Italia e del 66% di quelli di Forza Italia. A favore della misura anche illustri economisti, rappresentanti politici e i Patriotic Millionaires che si sono recentemente appellati al G20. La proposta è inoltre sostenuta da un ampio schieramento di economisti, rappresentanti politici in carica, leader del passato e componenti di network di persone facoltose come i Patriotic Millionaires, che recentemente si sono appellati ai leader G20, chiedendo di raggiungere un nuovo accordo internazionale sulla tassazione dei grandi patrimoni per contrastare l’esorbitante concentrazione di ricchezza, rendere più inclusive le nostre economie e più eque, dinamiche e coese le nostre società. LEGGI TUTTO

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    Thermo Fisher Scientific acquisirà Olink per 3,1 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Thermo Fisher Scientific, azienda statunitense che produce strumenti per l’industria farmaceutica, ha annunciato un accordo per acquisire la svedese Olink Holding a 26 dollari per azione ordinaria in contanti, che rappresentano un premio di circa il 74% rispetto al prezzo di chiusura delle American Depositary Shares (ADS) di Olink quotate al NASDAQ il 16 ottobre 2023, l’ultimo giorno di negoziazione prima dell’annuncio della transazione. Essendo stata approvata da entrambi i board, Thermo Fisher avvierà quindi un’offerta pubblica di acquisto per acquisire tutte le azioni ordinarie Olink in circolazione e tutte le ADS. La transazione valuta Olink circa 3,1 miliardi di dollari, inclusa la liquidità netta di circa 143 milioni di dollari.La transazione dovrebbe essere completata entro la metà del 2024, con Olink che entrerà a far parte del segmento Life Sciences Solutions di Thermo Fisher.Nell’ambito della transazione, Summa Equity AB, il maggiore azionista di Olink e altri azionisti e dirigenti di Olink, che complessivamente detengono più del 63% delle azioni ordinarie di Olink, hanno stipulato accordi di supporto accettando di partecipare all’offerta pubblica.Olink è sulla buona strada per generare oltre 200 milioni di dollari di entrate nel 2024 e, come parte di Thermo Fisher, si prevede una crescita organica a un tasso ” mid-teens”. Nel primo anno intero di proprietà, si prevede che la transazione avrà una diluizione dell’EPS rettificato di 0,17 dollari. Escludendo i costi di finanziamento e i costi di compensazione azionaria, si prevede che la transazione sarà accrescitiva di 0,10 dollari in quel periodo. Thermo Fisher prevede di realizzare circa 125 milioni di dollari di utile operativo rettificato da sinergie di ricavi e costi entro il quinto anno successivo alla chiusura.(Foto: Scott Graham su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, vendite al dettaglio in aumento a settembre

    (Teleborsa) – Superano le attese i dati delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti. Nel mese di settembre si è registrata una variazione positiva dello 0,7% su base mensile a 704,9 miliardi di dollari, dopo il +0,8% del mese precedente. Il dato comunicato dall’US Census Bureau è superiore alle attese degli analisti che avevano stimato un incremento dello 0,3%. Su base annua si è registrato un aumento del 3,7% dopo il +2,9% rivisto di agosto. Il dato “core”, ossia le vendite al dettaglio escluse le auto, registra un +0,6% su base mensile, superiore alle stime di consensus (+0,3%) dopo il +0,8% di agosto.(Foto: Alexander Kovacs on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    ESI, Stefano Plocco cooptato in CdA e nominato AD

    (Teleborsa) – Il CdA di ESI, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel mercato delle energie rinnovabili, ha provveduto alla sostituzione del consigliere dimissionario Raffaele Vanni, nominando per cooptazione Stefano Plocco, direttore generale della società. Le dimissioni di Vanni sono motivate dai recenti sopraggiunti impegni professionali a livello di gruppo, non conciliabili con l’attuale impegno derivante dalla fattiva partecipazione al CdA, si legge in una nota.Con la cooptazione di Plocco, il consiglio ha provveduto anche alla sua nomina quale amministratore delegato in relazione alla necessità di affidare a quest’ultimo specifiche funzioni e attribuzioni gestionali.A seguito della cooptazione, il board risulta così composto: Felice Egidi, Presidente Indipendente; Riccardo Di Pietrogiacomo, Amministratore Delegato; Stefano Plocco, Amministratore Delegato; Antonio De Tata, Consigliere con delega allo sviluppo commerciale e allo sviluppo strategico; Pietro Colucci, Consigliere; Maria Domenica Ciardo, Consigliere; Matteo Marini, Consigliere.Ieri sera il CdA di ESI ha approvato il piano di sviluppo industriale per il periodo 2024-2026, finalizzato a cogliere il forte trend di crescita della capacità fotovoltaica istallata a livello globale.(Foto: © rawpixel) LEGGI TUTTO