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BCE, ricerca Intesa: Consiglio direttivo diviso, ora i mercati credono ai falchi

(Teleborsa) – Gli analisti sono concordi nel ritenere che la riunione della Banca centrale europea (BCE) del 16 marzo si concluderà con un nuovo rialzo dei tassi ufficiali di 50 punti base, che porterà il tasso sui depositi al 3,00%, e senza sorprese sulle operazioni di rifinanziamento a lungo termine o sui reinvestimenti APP/PEPP. C’è invece meno certezza sulle mosse successive, anche perchè in occasione del prossimo meeting ci saranno anche la revisione delle proiezioni dello staff e l’aggiornamento dell’indirizzo sull’andamento futuro della politica monetaria.

Secondo la Direzione Studi e Ricerche di , il netto calo del prezzo del gas e l’andamento migliore delle attese dell’attività economica negli ultimi mesi dovrebbero indurre lo staff della BCE a rivedere al rialzo la crescita e al ribasso l’inflazione previste nel 2023. Tuttavia, la BCE continuerà a prevedere un’inflazione core superiore al 2% nel 2025.

Sul fronte delle scelte di politica monetaria, “il Consiglio direttivo pare diviso sull’entità e sulla velocità della restrizione monetaria necessaria nei prossimi mesi – si legge nella nota firmata da Luca Mezzomo, Responsabile Analisi Macroeconomica – La spaccatura riflette opinioni diverse sugli effetti del calo dei prezzi energetici sull’inflazione core e sulla natura occasionale o ricorrente degli aumenti osservati nel terziario. Diverse appaiono anche le valutazioni dei governatori sul livello di restrittività della politica monetaria”. I mercati sono però più inclini a credere ai “falchi”, che ormai puntano a tassi oltre il 4%.

Gli analisti ritengono plausibile che la BCE si limiti a indicare che sono probabili nuovi rialzi dei tassi ufficiali, senza sbilanciarsi a prevederne la dimensione. “Il comunicato sottolineerà che le decisioni dipenderanno dal flusso dei dati e saranno prese riunione per riunione – viene sottolineato – A determinare la velocità dei passi seguenti saranno le indicazioni sulla trasmissione dell’impulso di politica monetaria all’economia reale, i dati di inflazione, le informazioni sulla dinamica salariale e il mercato del lavoro, ma anche l’aggiornamento dei programmi di stabilità che gli stati membri pubblicheranno in aprile“.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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