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Caselli (SDA Bocconi): riforma strutturale per incentivi fiscali a chi raccoglie capitali di rischio

(Teleborsa) – “Le ultime due proposte del Manifesto per lo sviluppo dei Mercati dei Capitali lavorano sul tema della fiscalità. Ovviamente non la fiscalità dell’impresa in generale, ma la fiscalità delle liabilities, delle fonti di finanziamento. Le fonti di finanziamento di un’impresa non sono un fatto neutrale, ma impattano su due cose: sulla rischiosità e sulla solidità dell’azienda, e quindi sulla sua capacità di crescere, quindi come derivata di fare PIL e di creare occupazione”. Lo ha detto Stefano Caselli, Dean della SDA Bocconi School of Management, alla presentazione del Manifesto per lo sviluppo dei Mercati dei Capitali in Italia presso Palazzo Mezzanotte.

“Ovviamente la composizione delle fonti di finanziamento è una scelta dell’impresa e una scelta degli azionisti, però può essere orientata in modo strutturale dalla fiscalità, soprattutto se la fiscalità non è episodica o ragiona per incentivi, ma è disegnata in modo strutturale può dare un assetto alle imprese”, ha aggiunto.

“La nona proposta lavora sull’equity e la decima sul capitale di debito – ha spiegato – Parlando di capitali di rischio, la grande partita è ovviamente equity contro debito. Dobbiamo far sì che le aziende lavorino molto di più sulla componente equity perché riduce il rischio e dà più possibilità di crescita”.

“Il tema della fiscalità – ha sostenuto Caselli – è quello di attrarre le aziende all’interno del mercato finanziario e poi consentirne una permanenza, ma per fare questo bisogna lavorare su due lati: quello delle aziende che devono avere la disponibilità ad attrarre capitali di rischio e la voglia, dall’altro lato quello degli azionisti che devono avere la voglia di versare risorse attraverso il capitale di rischio”.

“Le proposte che abbiamo disegnato lavorano su cinque punti – ha proseguito – Il primo è quello della definizione di una struttura fiscale che agevoli il capitale di rischio rispetto al capitale di debito. Forse è il momento non di ragionare per incentivi, ma per una riforma strutturale che consenta alle aziende che raccolgono capitali di rischio di avere un vantaggio fiscale. Poi si può ragionare di quale dimensione, ma è corretto che ci sia un vantaggio fiscale”.

“Abbiamo poi alcuni temi a margine, pensiamo ad esempio al cosiddetto bonus IPO, che può diventare probabilmente una norma strutturale, così come la norma che già esiste che dà un credito di imposta agli azionisti che provvedono a versare capitale di rischio, ma è limitata – ha detto il professore della Bocconi – Forse può essere fatto un ragionamento per allargare quella che è la dimensione delle aziende coinvolte”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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