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Contratto bancari, riparte il negoziato. Sindacati ad ABI: “chiarezza su aumenti”

(Teleborsa) – Riparte ed entra nel vivo il negoziato sul contratto dei bancari. ” E’ continuato il 21 settembre il confronto tra Abi e le organizzazioni sindacali Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari avviato con la presentazione della piattaforma sindacale”. Scrive ABI in una nota spiegando che “nel corso della riunione Abi ha confermato con un documento consegnato la propria visione del contesto – illustrato nel corso del precedente incontro del 26 luglio – in cui si colloca il rinnovo contrattuale caratterizzato da profondi cambiamenti strutturali che richiedono nuove regole condivise e al passo con i tempi”. I prossimi appuntamenti sono programmati l’11 e il 12 ottobre “per proseguire il confronto”.

“Dall’Abi, nei prossimi incontri, ci aspettiamo risposte puntuali, non superficiali, ma di contenuto, e politicamente dettagliate, su ogni singolo argomento della piattaforma rivendicativa approvata dalle lavoratrici e dai lavoratori bancari”.
Così segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante l’incontro di oggi fra le organizzazioni sindacali e l’Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore bancario, scaduto a fine 2022 e prorogato fino al prossimo 31 dicembre, sottolineando che:” È quella la base sulla quale discutere il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria ed è venuto il momento che Abi esca allo scoperto”. “Quello che dobbiamo negoziare è un contratto fondamentale per la tenuta dell’industria bancaria, per la sua trasformazione e per la sua sostenibilità nel tempo”.

Il segretario generale della Fabi ha poi sottolineato che «la politica di riduzione dei costi è già stata pagata nei gruppi» e che per quanto riguarda la richiesta di aumento economico, pari a 435 euro medi mensili, “il punto di partenza è sempre l’ampia disponibilità offerta sul punto dal ceo di Intesa, Carlo Messina, e chi è contrario deve dirlo apertamente. Ieri l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, ha detto che la nuova tassa sugli extraprofitti a carico delle banche, che sarà meno di 2 miliardi di euro in tutto, non pregiudicherà i dividendi da 6,5 miliardi che il gruppo pagherà agli azionisti: di fronte a queste parole, sarà difficile non dare 435 euro ai dipendenti».


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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