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Decreto bollette, bozza di 22 articoli al vaglio del Cdm

(Teleborsa) – Dall’Iva ridotta sul gas al rinnovo del bonus sociale, ma anche norme sulla sanità, con il payback e con misure per il contrasto alla violenza contro medici e infermieri, e sul fisco con la modifica dei termini per le definizione agevolata delle controversie tributarie. Sono alcune delle misure contenute nei 22 articoli della bozza del nuovo decreto bollette all’esame oggi pomeriggio in Consiglio dei ministri. Fra i provvedimenti all’ordine del giorno del Cdm anche il disegno di legge annuale per la concorrenza, quello per il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, e il decreto legislativo sul Codice degli appalti, per cui è atteso l’esame definitivo.
Nella bozza del decreto in corso d’esame è confermato anche per il secondo trimestre il taglio dell’Iva sul gas al 5% mentre viene rafforzato fino a giugno il bonus sociale riconosciuto nelle bollette di elettricità e gas “ai clienti domestici economicamente svantaggiati ed ai clienti domestici in gravi condizioni di salute”. Il bonus sociale che sarà rideterminato dall’Arera è riservato a nuclei familiari con un indicatore Isee valido nel corso dell’anno 2023 fino a 15mila euro. Viene prorogato per il secondo trimestre anche il credito d’imposta in favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. La norma prevede la riduzione del contributo per i consumi di gas fino a 5mila metri cubi che viene riconosciuto “limitatamente al mese di aprile 2023, in misura pari al 35% del valore applicato nel trimestre precedente”. Viene confermato l’azzeramento degli oneri generali di sistema per il secondo trimestre 2023 per il gas mentre nella bozza lo stesso non risulta prorogato per l’elettricità.

Previsto un contributo per le spese sostenute tra ottobre e dicembre 2023 per il riscaldamento nel caso in cui i prezzi del gas all’ingrosso superino una certa soglia. Il bonus è riservato “ai clienti domestici residenti diversi da quelli titolari di bonus sociale” e sarà “differenziato in base alle zone climatiche”.

Nel anche la possibilità di adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento. Gli avvisi di accertamento, di rettifica e di liquidazione e gli atti di recupero non impugnati e ancora impugnabili al primo gennaio, divenuti definitivi per mancata impugnazione tra il 2 gennaio ed il 15 febbraio, sono definibili entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Sono definibili anche le controversie pendenti al 31 gennaio 2023 davanti alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado con oggetto atti impositivi, in cui è parte l’Agenzia delle entrate.

Sul fronte delle disposizioni in materia di salute la bozza prevede che le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), per fronteggiare lo stato di grave carenza di organico del personale sanitario, possono affidare a terzi i servizi medici ed infermieristici “solo in caso di necessità e urgenza, in un’unica occasione e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio o di assumere gli idonei”. Tali servizi, si precisa nel dl, possono essere affidati esclusivamente nei reparti di emergenza-urgenza ospedalieri (area critica), per un periodo non superiore a dodici mesi, ad operatori economici che si avvalgono di personale medico ed infermieristico in possesso dei requisiti di professionalità previsti. Saranno elaborate linee guida sui prezzi di riferimento e gli standard di qualità dei servizi medici ed infermieristici in oggetto. Si prevede inoltre che il personale sanitario che interrompe volontariamente il rapporto di lavoro dipendente con una struttura sanitaria pubblica per prestare la propria attività presso un operatore economico privato che fornisce servizi in regime di esternalizzazione, non può chiedere successivamente la ricostituzione del rapporto di lavoro con il Ssn. Le aziende ed enti, al fine di reinternalizzare i servizi appaltati, possono inoltre avviare le procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per l’assolvimento delle funzioni precedentemente esternalizzate, “prevedendo la valorizzazione, anche attraverso una riserva di posti non superiore al 50% di quelli disponibili, del personale impiegato in mansioni sanitarie e socio-sanitarie corrispondenti nelle attività dei servizi esternalizzati che abbia garantito assistenza ai pazienti per almeno sei mesi di servizio”. Non possono partecipare alle procedure selettive coloro che in precedenza, in costanza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il Ssn, si siano dimessi dalle dipendenze dello stesso.

È istituito, inoltre, un contributo statale per il ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici. Il fondo, secondo quanto reso noto da Confindustria Dispositivi medici, ammonta a 1,1 miliardi di euro per l’anno 2023. A ciascuna regione e provincia autonoma è assegnata una quota del fondo. Per le aziende fornitrici di dispositivi medici che non rinunciano al contenzioso attivato, tuttavia, resta fermo l’obbligo del versamento della quota integrale a loro carico.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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