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TLC, Asstel: In Italia ricavi 2022 in calo di 800 milioni, dal 2012 prezzi -34%

(Teleborsa) – Nel 2022 i ricavi degli Operatori Tlc in Italia sono stati pari a 27,1 miliardi (-0,8 miliardi rispetto al 2021). Prosegue, dunque, il calo dei ricavi, a differenza di quanto registrato in Francia (+2%) e Germania (+1%). È quanto emerge dal Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia 2023 presentato oggi – presso l’Aula Magna Mario Arcelli dell’Università Luiss Guido Carli di Roma – da Asstel-Assotelecomunicazioni e dalle Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil ed elaborato grazie alla collaborazione con gli “Osservatori Digital Innovation” della School of Management del Politecnico di Milano. Il Forum Nazionale delle Telecomunicazioni in Italia Edizione 2023 “Connessi per l’Italia Persone, infrastrutture e servizi per il futuro del Paese” è stato patrocinato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e si è tenuto alla presenza del Presidente del BEREC, Konstantinos Masselos, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, Alessio Butti e del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon.

I primi sei mesi del 2023, secondo gli ultimi dati Agcom, evidenziano una ripresa dei ricavi del mercato fisso (+3,4%), mentre per il mercato mobile continua il segno negativo (-3,5%). I costi operativi in aumento del +1% nel 2022, malgrado i programmi di contenimento attivati, a causa principalmente dell’andamento dell’inflazione in Italia e dell’imprevedibile aumento dei costi energetici. Tra il 2021 e il 2022 in Italia i prezzi relativi a terminali e servizi di comunicazione sono scesi del -1,4%, contro una media europea del -0.4%. Da dicembre 2012 a dicembre 2022 l’Italia mostra un calo del -34%, il maggiore tra i principali Paesi europei. Nei primi sei mesi del 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Agcom, si assiste ad una leggera ripresa dei prezzi con un +0,4%. Gli investimemti invece sono stati pari a i pari a 7 miliardi, con un’incidenza del 26% sui ricavi totali degli operatori Tlc. Il saldo di cassa degli operatori Tlc (differenza tra Ebitda e Capex) per la prima volta è negativo e pari a -3,8 miliardi (nel 2010 era 10,5 miliardi), “segno che la marginalità del settore, in continuo calo da diversi anni, è sempre più assorbita dagli investimenti sostenuti. Il valore negativo registrato nel 2022 risente soprattutto della maxi-rata di 4,5 miliardi di euro pagati per le frequenze 5G e della riduzione dell’Ebitda, frutto di un aumento dei costi e di una continua contrazione dei ricavi. Al netto delle licenze, il valore sarebbe comunque in diminuzione e pari a 0,7 miliardi”. Nel 2022 continuano a crescere i volumi di traffico dati da rete fissa (+10%) e da rete mobile (+31%). Considerando solo gli ultimi tre anni, il valore del traffico dati mobili è quasi triplicato (+184%) mentre quello fisso è aumentato del 93%.

Gli operatori tlc nel 2022 hanno coinvolto in attività di upskilling e reskilling quasi il 97% del totale dei lavoratori, in crescita rispetto al 94% del 2021. Mediamente nel corso del 2022, ciascuna persona coinvolta ha seguito circa 6 giornate di formazione, in aumento rispetto alle 4/5 previste. Anche tra gli altri attori della Filiera Tlc la percentuale di lavoratori coinvolti in attività di formazione è elevata: quasi uno su due. La filiera delle Tlc è strategica in quanto abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. Le imprese TLC, attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità, conoscono le necessità degli utenti e sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e Pa in tutti i principali settori del sistema economico.

“La Filiera delle TLC è strategica in quanto – ha affermato Massimo Sarmi, Presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni – abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati. Le imprese TLC, attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità, conoscono le necessità degli utenti e sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e PA in tutti i principali settori del sistema economico. La TLC vedono nel cloud, nella cybersecurity, nei data analytics e nei servizi industriali 5G le principali aree di sviluppo per l’offerta diretta di servizi digitali. Tuttavia, le dinamiche economiche stanno minando la sostenibilità del Settore. In uno scenario di mercato in cui l’Europa registra dinamiche di crescita inferiori alle altre grandi aree mondiali, l’Italia mostra un quadro particolarmente difficile. Tra i principali Paesi europei, l’Italia risulta quello con la diminuzione dei ricavi più significativa negli ultimi 12 anni. Nel 2022, rispetto all’anno precedente – ha proseguito Sarmi – i ricavi degli Operatori TLC, nel nostro Paese, sono diminuiti del 3%, come effetto di una riduzione del 4% del segmento mobile e del 2% di quello fisso, mentre in Francia, Germania e Spagna si è registrato un incremento dei ricavi grazie alla crescita dei ricavi business e alla differenziazione dei canoni delle offerte in funzione del livello di servizio. Gli Operatori italiani hanno messo in campo programmi di contenimento dei costi, ostacolati dall’inflazione crescente e dall’elevato costo di approvvigionamento energetico. Nel 2022, inoltre, è diminuito lievemente il valore dei CAPEX infrastrutturali per gli Operatori italiani, attestandosi, comunque, nell’intorno dei 7 miliardi di euro. L’effetto netto di questi andamenti è una riduzione del saldo di cassa (EBITDA -CAPEX), pari a 0,7 miliardi di euro nel 2022 e che, considerando anche il pagamento della maxi-rata per le frequenze 5G, 4,5 miliardi di euro, diventa addirittura negativo. Questo indicatore mette in evidenza come la marginalità del Settore sia assorbita dagli investimenti necessari per lo sviluppo dell’infrastruttura e il supporto alla trasformazione digitale del Paese. Per la sostenibilità e lo sviluppo industriale della Filiera sono fondamentali da un lato la sfida della trasformazione digitale, la costruzione delle competenze necessarie, accanto a nuove strategie di business, dall’altro la realizzazione di una nuova politica industriale dedicata per accompagnare le trasformazioni in atto e la modifica del quadro normativo per ridurre i costi e la burocrazia nonché per una rapida diffusione delle infrastrutture e dei nuovi servizi. Questa consapevolezza sta maturando anche a livello Europeo, come emerge dalle più recenti iniziative comunitarie. Un’infrastruttura di telecomunicazioni all’avanguardia è un pilastro fondamentale per l’innovazione e la crescita del Paese”.

“Anche quest’anno la fotografia dello stato del settore – commenta Fabrizio Solari, Segretario Generale SLC-CGIL – non si discosta dal trend negativo che perdura da almeno un decennio. L’anomalia continua ad essere costituita da una domanda che cresce, sia in quantità che in qualità, mentre i ricavi arrancano. Il minimo è ribadire che gli attuali assetti di mercato sono gravemente squilibrati sul lato dell’ossessiva attenzione al consumatore e perdono di vista gli interessi generali del Paese. Un prolungato contesto di questo tipo frena gli investimenti e l’industria delle TLC rischia di trasformarsi da fattore abilitante dell’innovazione a freno dello sviluppo. Permane l’assenza di una politica industriale di raccordo delle diverse azioni in campo, si fa quel che si può, comprando tempo senza però avere una reale prospettiva di rilancio duraturo. Penso che la novità più significativa del tempo presente non sta nei numeri del Rapporto, ma in quello che quei numeri stanno provocando. In effetti è in corso un profondo riassetto delle principali aziende del settore. Purtroppo, il tratto distintivo di queste iniziative non ci fa ben sperare, lo stato di necessità sembra farla da padrone e il modello prevalente dell’Europa che conta si sta sempre più allontanando da noi. Tutto questo peggiora la condizione del lavoro di oggi e pregiudica il lavoro di domani, con buona pace dei propositi di innovazione e di crescita economica e sociale”.

“I dati presentati oggi – ha dichiarato Alessandro Faraoni, Segretario Generale Fistel Cisl – descrivono un quadro della Filiera TLC molto complesso. La sfida per la sostenibilità della Filiera nel suo insieme passa dalla sua trasformazione attraverso l’individuazione di nuove tendenze tecnologiche e nuove strategie di business che dovranno essere accompagnate da una nuova politica industriale. Siamo alla vigilia della presentazione della piattaforma contrattuale e guardando il contesto di difficoltà oggettiva della Filiera siamo consapevoli che sarà una sfida particolarmente complessa che però, come componente sindacale, dobbiamo intraprendere per dare risposte alle persone che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di una Filiera strategica per il Paese. Abbiamo la necessita di creare forti competenze digitali per includere i nativi digitali nella Filiera e allo stesso tempo trovare soluzioni per non escludere la fascia di lavoratrici e lavoratori più maturi. Determinante diventa quindi un significativo investimento sulla formazione permanente, anche per offrire nuovi gradi di occupabilità alle persone. Il Fondo di Solidarietà della Filiera TLC è uno strumento essenziale per favorire il raggiungimento di questo obiettivo. Per questo è necessario che il Fondo venga messo in condizione di operare fin da subito anche attraverso un contributo economico pubblico. L’appello è quello di lavorare insieme, Istituzioni, Sindacati e Asstel per gli interessi primari del Paese senza pregiudizi, valorizzando il nostro modello di Relazioni Industriali partecipativo, che da sempre rappresenta un fattore abilitante del cambiamento, che diventa ancora più importante in funzione del prossimo rinnovo del CCNL TLC e delle sfide che interessano tutte le imprese della Filiera a partire da quelle del CRM/BPO”.

“La Filiera TLC è arrivata a un bivio drammatico. I numeri presentati oggi lo dimostrano in maniera evidente. Allo stesso modo anche sul lavoro abbiamo dovuto registrare un lungo periodo caratterizzato da modelli difensivi, che hanno visto un forte utilizzo di ammortizzatori sociali e razionalizzazioni, elementi che hanno inciso sia sulla contrattazione aziendale che sulla necessità di avviare l’indispensabile ricambio generazionale. Per questo, come già fatto lo scorso anno rinnoviamo la richiesta, ancora una volta, dell’apertura di un tavolo con il Governo per affrontare i tanti temi su cui abbiamo necessità di confrontarci per individuare soluzioni utili al rilancio del Settore. È necessario dare corso, insieme alle Istituzioni, – commenta Salvo Ugliarolo, Segretario Generale Uilcom-Uil – ad un intervento strutturale che possa dare stabilità alla Filiera rilanciando un asset strategico per il sistema Paese e tutelando oltre 200mila lavoratori che operano nel variegato mondo delle Telecomunicazioni cominciando dal mondo del CRM/BPO. Questo Settore merita delle regole che vadano nella direzione di dare una prospettiva industriale con una forte attenzione al mondo del lavoro e alle persone che ci lavorano, cosa che ad oggi non è ancora avvenuta”.

“La trasformazione in atto della Filiera TLC richiede l’implementazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il rafforzamento e l’ampliamento delle competenze dei lavoratori, il coinvolgimento dei giovani in un’ottica di evoluzione generazionale. Sono questi i fattori chiave – concludono il Presidente di Asstel, Massimo Sarmi e i Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali di Categoria, Fabrizio Solari (SLC-CGIL), Alessandro Faraoni (FISTEL-CISL), Salvo Ugliarolo (UILCOM-UIL) – per contribuire allo sviluppo economico e sociale del Paese, dotando soprattutto i giovani delle skill necessarie, attraverso un dialogo costante con le Istituzioni scolastiche, accademiche e gli ITS Academy, per essere pronti al mondo del lavoro di oggi e di domani, per rispondere ai nuovi modelli di business che le imprese stanno sviluppando, grazie anche all’impulso dei fattori abilitanti digitali come i Big data, il Cloud, l’IoT, la Cybersecurity, l’Intelligenza Artificiale e il 5G. Abbiamo il compito di accompagnare il processo di evoluzione del lavoro e riteniamo che il futuro della Filiera passi anche per la creazione di percorsi formativi permanenti, in chiave di upskilling e di reskilling. Resta fondamentale un pieno sostegno da parte delle Istituzioni agli investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo, agli investimenti in formazione delle competenze e al rafforzamento dell’istruzione professionale e STEM. Sono queste le sfide che ci vedono impegnati, e per affrontarle è necessario poter disporre anche di strumenti come il Contratto di Espansione che in questi anni ha dimostrato la sua capacità di accompagnare l’evoluzione del lavoro in linea con le trasformazioni in corso. Sarebbe, quindi, determinante che il Governo rifinanzi questo strumento in ragione della sua capacità di favorire il cambio generazionale e i necessari percorsi di aggiornamento delle competenze dei lavoratori in coerenza con la trasformazione digitale delle imprese. Inoltre, crediamo che il Fondo di Solidarietà TLC, istituito con il Decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze 4 agosto 2023 sia un ulteriore strumento essenziale per accompagnare le azioni di formazione, riqualificazione e riorganizzazione rese necessarie dai processi di innovazione tecnologica. Il Fondo sarà attivo dal 1° gennaio 2024 e per consentirne fin da subito, per il primo triennio di attività, il pieno perseguimento dei propri obiettivi è necessario un sostegno economico pubblico aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori. Per questo è determinante un dialogo costante con le Istituzioni per dare forma a strumenti che rispondano concretamente ai bisogni dei lavoratori e delle imprese”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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