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Verbali BCE: timori per inflazione di fondo, 25 punti base sono stati un compromesso

(Teleborsa) – Nell’ultima riunione di politica monetaria della Banca centrale europea (BCE) “un certo numero di membri ha inizialmente espresso la preferenza per l’aumento di 50 punti base dei tassi di interesse, in considerazione dei rischi per le prospettive di inflazione posti dalle continue sorprese al rialzo dell’inflazione e dall’inflazione prevista superiore all’obiettivo per almeno quattro anni, nonché dall’elevato rischio di disancoraggio delle aspettative di inflazione”. È quanto si legge nei verbali della riunione del 3 e 4 maggio, pubblicati oggi.

Questi membri hanno visto “il rischio di un eccessivo inasprimento dei tassi come minore del rischio di un inasprimento troppo ridotto”. Inoltre, è stata espressa l’opinione che la turbolenza dei mercati finanziari fosse stata di breve durata e “non avesse esercitato un significativo ulteriore impulso restrittivo”.

Allo stesso tempo, la maggior parte di questi membri ha dichiarato “di poter accettare l’aumento del tasso proposto di 25 punti base”. La comunicazione della BCE dovrebbe tuttavia trasmettere un chiaro “pregiudizio direzionale” per sottolineare che, sulla base delle attuali prospettive, “sarebbero giustificati ulteriori aumenti dei tassi di interesse” al fine di riportare l’inflazione all’obiettivo ed “evitare che un aumento minore dei tassi venga erroneamente interpretato come la prospettiva di una pausa nell’attuale ciclo escursionistico”.

In questo contesto, quasi tutti i membri hanno sostenuto l’aumento del tasso di 25 punti base proposto dal capo economista Philip Lane, in combinazione con la chiara comunicazione che, sulla base dei dati attuali, la politica monetaria “ha ancora più terreno da percorrere“.

Analizzando l’inflazione, dai verbali emerge che, “sebbene si ritenesse che le prospettive per l’inflazione complessiva a medio termine rimanessero simili a quelle delle proiezioni di marzo, gli andamenti dell’inflazione di fondo erano diventati più preoccupanti e indicavano una maggiore persistenza”. In questo contesto, le prospettive di inflazione nelle proiezioni di marzo sono state giudicate “troppo ottimistiche”, in quanto non vi erano ancora prove concrete di un punto di svolta nell’inflazione di fondo, con un rischio crescente che l’inflazione diventasse più radicata.

Passando alle politiche che influenzano le dimensioni e la composizione del bilancio dell’Eurosistema, i membri hanno concordato “ampiamente” con la proposta di Lane di annunciare l’aspettativa del Consiglio direttivo di interrompere, a partire da luglio 2023, il reinvestimento dei titoli in scadenza nel portafoglio APP.

I membri “ritengono ampiamente che i mercati finanziari siano in grado di digerire un completo run-off del portafoglio, essendosi calmati dopo le turbolente settimane di metà marzo”. Inoltre, l’assorbimento del mercato “è stato molto regolare anche in periodi di turbolenza del mercato e nonostante quest’anno le emissioni di titoli di stato siano state relativamente anticipate”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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