Marzo 2024

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    Emak, utile 2023 scende a 19,9 milioni. Dividendo di 0,045 euro

    (Teleborsa) – Emak, azienda quotata su Euronext STAR Milan e attiva nei settori dell’outdoor power equipment, delle pompe e del water jetting, ha chiuso il 2023 con ricavi consolidati pari a 566,3 milioni di euro, in calo del 6,5% rispetto al 2022. Tale variazione è il risultato di un aumento del fatturato derivante dall’ampliamento dell’area di consolidamento, che ha contribuito per il 5,7%, dell’andamento negativo dell’effetto dei cambi di traduzione per lo 0,5% e da una variazione organica negativa del fatturato per l’11,7%.L’EBITDA adjusted dell’esercizio ha raggiunto il valore di 67,9 milioni di euro (12% dei ricavi), rispetto a 76,6 milioni (12,7% dei ricavi) del 2022. L’utile netto consolidato è pari 19,9 milioni di euro, rispetto a 31,2 milioni nel 2022. Il risultato ha risentito dell’incremento degli oneri finanziari per effetto dell’incremento del debito medio e, soprattutto, per effetto dell’aumento dei tassi variabili cui sono agganciati i costi dei finanziamenti.”Il 2023 è stato un anno sfidante in cui, venendo dai risultati record del 2022, ci siamo confrontati con uno scenario esterno particolarmente negativo – ha commentato l’AD Luigi Bartoli – I risultati ottenuti ci hanno comunque permesso di confermare il piano di investimenti in ricerca e sviluppo e di guardare al futuro con piena fiducia nei nostri mezzi. Abbiamo ulteriormente rafforzato la nostra proposta, inserendo nuovi prodotti ad elevata tecnologia, grazie anche ad importanti acquisizioni strategiche negli Stati Uniti nel 2023 e in Italia a inizio 2023 e 2024″.Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti, convocata per il prossimo 29 aprile 2024, la distribuzione di un dividendo pari a 0,045 euro per azione (cedola n. 26) al lordo delle eventuali ritenute di legge. Il dividendo, se approvato, andrà in pagamento il 5 giugno 2024, con data stacco 3 giugno, e record date 4 giugno. LEGGI TUTTO

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    Cyber rischi e clima, Bankitalia: attenzione banche “meno diffusa”

    (Teleborsa) – Nonostante una percentuale elevata di banche consideri rilevanti i rischi operativi “tradizionali”, come incendio, furto e insolvenza di un debitore dell’impresa, l’attenzione riservata in Italia ai rischi “emergenti”, come quello climatico e soprattutto i cyber richi, è meno diffusa.Lo rileva la Banca d’Italia nelle Note di stabilità finanziaria (Rischi operativi delle imprese e coperture assicurative – evidenze dall’indagine Rbls presso le banche).L’indagine – che analizza la rilevanza dei rischi operativi delle imprese e delle relative coperture assicurative nel processo di concessione del credito da parte delle banche italiane – utilizza i risultati di una sezione monografica dell’indagine regionale sul credito bancario (Regional Bank Lending Survey, Rbls) condotta dalla Banca d’Italia nei primi mesi del 2023. Molti intermediari, osserva Bankitalia, anche tra quelli che ritengono rilevanti i rischi operativi, non tengono conto, sia per la concessione del credito sia per il pricing, della presenza di eventuali coperture assicurative, soprattutto per le tipologie di rischi cosiddetti “emergenti”. La principale motivazione addotta dalle banche intervistate – viene sottolineato – è la difficoltà a integrare l’informazione sulla presenza di una copertura assicurativa nei modelli di valutazione del credito. Questi risultati suggeriscono che l’adeguamento dei modelli usati dagli intermediari e la disponibilità di polizze idonee a essere incorporate in tali modelli potrebbero consentire agli operatori di sfruttare maggiormente i potenziali benefici delle coperture assicurative in termini sia di un contenimento del rischio di credito per le banche sia di minori costi di finanziamento per le imprese. LEGGI TUTTO

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    Iveco, Marx: perfettamente in linea con target risparmi, upside se inflazione cala

    (Teleborsa) – “Abbiamo fatto un piano molto dettagliato per quanto riguarda l’efficienza operativa”. Lo ha affermato Gerrit Marx, CEO di Iveco Group, durante il Capital Markets Day in corso a Torino.”Il precedente piano si era prefissato il target di risparmiare 1 miliardo di euro nel periodo 2019-2026 – ha spiegato – Alla fine del 2023 eravamo perfettamente in linea con questo obiettivo, avendo risparmiato 300 milioni di euro in efficienze operative, con altri 600 milioni di euro di redditività aggiuntiva in termini di volumi, mix e prezzi”.”Con il nuovo piano, a partire dal 2024, Iveco si impegna a 1 miliardo di euro di efficienze, suddivise in 600 milioni entro il 2026 e altri 400 milioni entro il 2028 – ha detto Marx – Ci potrà essere un ulteriore upside se l’inflazione sarà minore delle attese”.Il nuovo obiettivo sarà realizzato mettendo in atto una pluralità di precise iniziative, volte a ridurre la complessità del prodotto, ottimizzare l’approvvigionamento dai paesi a costo migliore, massimizzare le efficienze produttive e avvalersi di diverse leve commerciali e tecniche, ha spiegato la società. LEGGI TUTTO

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    Iveco, Heywood: abbiamo dimostrato capacità di attuare piani e andare oltre

    (Teleborsa) – “La performance di Iveco Group è stata significativamente sopra le aspettative e il gruppo ha rispettato quanto annunciato nel 2021”. Lo ha affermato Suzanne Heywood, Chair di Iveco Group, durante il Capital Markets Day in corso a Torino. “Alla fine del 2023 eravamo in linea con gli obiettivi al 2026, avendone già raggiunti alcuni, quindi tre anni in anticipo”, ha sottolineato.”Questi primi due anni hanno dimostrato la nostra capacità di attuare i nostri piani e di andare oltre dove possiamo”, ha detto Heywood, sottolineando che “questo ci rende ottimisti sui target che abbiamo annunciato oggi”. LEGGI TUTTO

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    Iveco Group cede Magirus (veicoli antincendio) alla tedesca Mutares

    (Teleborsa) – Iveco Group, produttore di veicoli commerciali, bus e mezzi da difesa, e Mutares, holding di investimento tedesca specializzata in operazioni di turnaround, hanno raggiunto un accordo vincolante per il trasferimento della proprietà di Magirus GmbH e delle sue controllate operanti nel settore del firefighting (MAGIRUS). MAGIRUS, storico produttore tedesco di mezzi antincendio, produce e vende veicoli e attrezzature specializzate, impiegando più di 1.300 dipendenti in Germania, Italia, Francia e Austria. Nel 2023, MAGIRUS ha contribuito ai ricavi di Iveco Group per circa 2 punti percentuali, registrando un adjusted EBIT negativo di 35 milioni di euro.L’operazione dovrebbe essere completata non oltre gennaio 2025. A seguito del trasferimento, i risultati di Iveco Group subiranno un impatto pari circa -115 milioni di euro nel primo trimestre 2024. Questo effetto negativo una tantum sarà escluso da tutte le metriche adjusted.MAGIRUS – si legge in una nota – uscirà dal perimetro di Iveco Group e proseguirà in piena autonomia la propria strada verso il futuro del business firefighting. Nella sua nuova configurazione proprietaria, sarà più flessibile e agile nel cogliere le opportunità di business, e potrà intraprendere un cammino rinnovato, stabile e sano. “Si apre così un nuovo capitolo nella lunga storia del marchio, che potrà competere in modo ancora più efficace ed efficiente nel suo specifico mercato”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Dl ex Ilva, ok definitivo Camera. Urso: “Tappa importante per storia siderurgia”

    (Teleborsa) – Con 154 sì e 46 no l’Aula della Camera ha approvato il decreto legge sull’ex-Ilva. Il provvedimento, che ha già ricevuto il via libera dal Senato il 5 marzo, diventa definitivo.Il testo varato dal Consiglio dei ministri a metà gennaio prevede, tra l’altro, l’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria, su istanza dei soci con almeno il 30% del capitale, per le imprese di interesse strategico nazionale, con almeno 500 dipendenti e debiti per 300 milioni.”Ringrazio i deputati per la piena collaborazione e il forte senso di responsabilità manifestati durante l’iter del provvedimento: oggi si segna una tappa importante per la storia della siderurgia italiana”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine del voto finale dell’Aula di Montecitorio al Dl ex Ilva. “Con l’approvazione definitiva del decreto, che durante i lavori parlamentari è stato ampliato e migliorato, le Istituzioni hanno dimostrato coesione e capacità di ascolto, accogliendo le indicazioni arrivate delle forze sociali e produttive e dando delle risposte concrete. Solo lavorando insieme possiamo garantire la continuità produttiva degli stabilimenti dell’ex Ilva e rilanciare così un asset fondamentale come è quello della siderurgia nazionale” ha aggiunto. “Si conferma ancora una volta la volontà del Governo Meloni di puntare sulle eccellenze italiane e tutelare le imprese strategiche per il nostro Paese. Il Sistema Italia c’è, andiamo avanti così” ha concluso.”Il rischio serio che si bloccasse l’attività degli stabilimenti l’abbiamo sventato con l’amministrazione straordinaria, visto che il tribunale ha certificato che vi era una palese insolvenza. Ora i commissari, che da tutti sono stati giudicati adeguati, hanno rimesso in moto il processo produttivo a cominciare dalla messa in sicurezza degli impianti”, ha aggiunto Urso, a margine dei lavori del B7 di Confindustria in corso a Verona. Evitare il blocco delle attività, ha aggiunto, era “quello che più ci preoccupava per garantire la sicurezza del lavoro, la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini di Taranto. Proprio oggi – ha ricordato Urso – la Camera ha votato in via definitiva il decreto legge che mette in sicurezza sia la filiera sia i lavoratori della filiera, estendendo la cassa integrazione anche a chi non poteva farne uso”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    NPL, Fitch: Direttiva UE potrebbe rafforzare governance dei servicer italiani

    (Teleborsa) – L’attuazione della Secondary Market Directive (SMD) dell’UE in Italia potrebbe migliorare gli standard operativi nel mercato dei servicer e rafforzare i quadri di governance aziendale dei servicer interessati, espandendo la supervisione della Banca d’Italia su tutto il settore degli NPL. Lo afferma Fitch Ratings in un report sul tema.L’effetto sulle operazioni dei servicer, e in definitiva qualsiasi impatto sui rating dei servicer, dipenderà da come la SMD verrà recepita nella legislazione nazionale. Migliorare gli score di governance sarebbe positivo, ma aumenterebbe i costi di conformità, viene sottolineato.Il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) italiano ha tenuto il mese scorso una consultazione pubblica sulla SMD, che mira a sviluppare un mercato secondario nell’UE per i crediti deteriorati (NPL) e a promuovere il servicing degli NPL. Secondo la proposta del MEF, la SMD si applicherebbe al servicing degli NPL (sofferenza) che non sono stati utilizzati come garanzia in cartolarizzazioni semplici, trasparenti e standardizzate. Non si applicherebbe al servizio dei prestiti unlikely-to-pay (UTP).Inoltre, la SMD potrebbe aumentare la concorrenza consentendo ai servicer europei non italiani di operare in Italia, a condizione che siano stati autorizzati a svolgere l’NPL management nel loro paese d’origine. Nel frattempo, alcuni servicer italiani potrebbero scegliere di provare a limitare i costi di compliance concentrandosi sul mercato degli UTP, riducendo gli asset NPL in gestione.Questi sviluppi potrebbero contribuire alla continua riorganizzazione del settore dei servicing in Italia, osserva Fitch, che ritiene altamente probabile un ulteriore consolidamento nel 2024 poiché i servicer cercheranno di mantenere i propri volumi di attività, a volte ampliando la gamma di tipologie di prestiti serviti e di prodotti offerti. LEGGI TUTTO

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    Cellularline chiude 2023 in crescita. Dividendo in contanti e azioni

    (Teleborsa) – Cellularline, azienda quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel settore degli accessori per smartphone e tablet, ha chiuso il 2023 con ricavi delle vendite pari a 158,6 milioni di euro, in aumento del 15,3% rispetto all’anno precedente, grazie al contributo positivo delle più importanti linee di prodotto, sia sul mercato domestico, sia su quello internazionale.L’EBITDA Adjusted si è attestato nel 2023 a 20,8 milioni di euro, in crescita rispetto all’esercizio precedente (16,6 milioni), mentre l’EBITDA Margin Adjusted risulta pari al 13,1% nel 2023 (12,1% nell’esercizio precedente). Il Risultato Netto di esercizio risulta pari a 3,6 milioni di euro, rispetto a -75,2 milioni nell’esercizio 2022. Al netto degli aggiustamenti correlati a voci straordinarie e non ricorrenti, il Risultato Netto Adjusted risulta pari a 7,7 milioni di euro (5,7 milioni nel 2022).”Siamo molto soddisfatti della crescita del business nel corso del 2023. I ricavi hanno raggiunto livelli mai visti dalla quotazione e più della metà degli stessi (il 52%) è stata prodotta all’estero, segno che i nostri sforzi per la crescita e l’internazionalizzazione del Gruppo stanno dando i loro frutti – Marco Cagnetta, Consigliere e General Manager Sales and Marketing – Grazie allo sviluppo del business e a un attento controllo dei costi di struttura abbiamo raggiunto un EBITDA adjusted che ha superato i 20 milioni di euro sfiorando quota 21, livello che non raggiungevamo dall’era pre-Covid. Nonostante il contesto macroeconomico particolarmente sfidante a inizio 2024, l’azienda rimane confidente relativamente ai suoi obiettivi di crescita a medio-lungo termine”.L’Indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2023 risulta pari a 35,4 milioni (40,4 al 31 dicembre 2022) ed include debiti verso istituti finanziari, al netto delle disponibilità di cassa (23,5 milioni), debiti relativi alla valorizzazione delle opzioni Put/Call per l’acquisto delle minorities (7,8 milioni) e debiti per leasing in applicazione dell’IFRS 16 (4,1 milioni). Il Leverage ratio a fine 2023 risulta pari a 1,7x, in netto miglioramento rispetto a quanto consuntivato nel 2022 (2,4x). Risulta rispettato il covenant del finanziamento in essere.Proposta la distribuzione di un dividendo ordinario complessivamente pari a 0,13 euro per azione da erogare in parte in denaro (0,087 euro per azione) e in parte tramite assegnazione gratuita di azioni proprie nel rapporto di 1 azione ogni 64 possedute (dividend yield 4,66%). LEGGI TUTTO