Agosto 2024

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    Aran: firmato nuovo contratto nazionale per l’area dirigenziale istruzione e ricerca

    (Teleborsa) – Dopo la certificazione positiva della Corte dei Conti, è stato ufficialmente sottoscritto oggi presso l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) il contratto collettivo nazionale per l’Area dirigenziale Istruzione e Ricerca, relativo al triennio 2019-2021. Questo contratto, atteso da tempo, interessa circa 6.500 dirigenti del settore scolastico, universitario, Afam e della ricerca.”Il contratto firmato oggi,” spiega il presidente di Aran, Antonio Naddeo, “è l’ultimo della tornata contrattuale 2019-2021. Un contratto importante per le diverse categorie rappresentate e che segna un deciso passo avanti verso la perequazione retributiva dei dirigenti scolastici nei confronti delle altre dirigenze. Ora possiamo concentrarci definitivamente sulla tornata contrattuale 2022-2024 e cercare di chiudere i rinnovi contrattuali, consci delle difficoltà che ci sono, ma fiduciosi che si possano portare a termine entro la fine dell’anno”.Il nuovo contratto prevede aumenti medi del 3,78% per il personale coinvolto, con una parte di questi destinati alla retribuzione di risultato. Le amministrazioni avranno la possibilità di riconoscere incrementi ulteriori fino allo 0,22% del monte salari. Per i dirigenti scolastici, in particolare, è previsto un incremento medio di 260 euro mensili con risorse ordinarie, con ulteriori fondi di 50 milioni di euro destinati all’incremento del Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato, come stabilito dalle leggi di bilancio per il 2020 e 2022. Gli arretrati, che potrebbero superare i 10.000 euro, compensano il ritardo nella sottoscrizione del contratto. Il CCNL ribadisce l’importanza della valorizzazione dei risultati raggiunti dai dirigenti, con un focus sulla graduazione della retribuzione accessoria.Sul piano normativo, una delle novità più rilevanti è l’introduzione della disciplina del lavoro agile, conforme alla legge 81/2017, che adegua il sistema delle relazioni sindacali. Il contratto introduce inoltre la figura del mentor: un dirigente o professionista esperto che, su base volontaria, affianca il personale neo-assunto nei primi mesi di servizio. Sono stati inoltre rivisitati istituti normo-economici precedenti, come la tutela del personale affetto da gravi patologie che necessitano di terapie salvavita.Un’altra modifica significativa riguarda la mobilità interregionale dei dirigenti scolastici, che potranno passare nei ruoli della regione richiesta, entro il limite del 60% dei posti disponibili annualmente, rispettando la capacità assunzionale e i contingenti dei posti regionali messi a concorso.Per quanto riguarda le relazioni sindacali, l’accordo amplia gli ambiti di informazione, confronto e contrattazione integrativa. Le parti hanno deciso di valorizzare l’Organismo paritetico dell’Innovazione, rendendolo obbligatorio. Questo organismo verrà costituito presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito per il settore scolastico, presso il Ministero dell’Università e della Ricerca per Università e Afam, e presso i singoli enti per il settore Ricerca.”Il percorso innovativo intrapreso negli ultimi anni nella Pubblica Amministrazione prosegue poi con l’introduzione della figura del mentor,” conclude Naddeo, “e l’accordo introduce più ampi ambiti di informazione, confronto e contrattazione integrativa”. Con la firma di questo contratto, si conclude la tornata contrattuale 2019-2021, segnando un progresso significativo nella gestione e valorizzazione del personale dirigente in Italia.(Foto: © kritchanut/123RF) LEGGI TUTTO

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    Novo Nordisk paga dazio con le previsioni

    (Teleborsa) – Pressione su Novo Nordisk A/S Sponsored Adr, che perde terreno, mostrando una discesa del 6,82%, dopo aver alzato la guidance sulle vendite e abbassato quella sull’utile. L’analisi settimanale del titolo rispetto all’S&P-500 mostra un cedimento rispetto all’indice in termini di forza relativa di Novo Nordisk A/S Sponsored Adr, che fa peggio del mercato di riferimento.Lo scenario di medio periodo è sempre connotato negativamente, mentre la struttura di breve periodo mostra qualche miglioramento, per la tenuta dell’area di supporto individuata a quota 120,4 USD. Il movimento positivo di breve è indicativo di una potenziale inversione del trend ribassista, con possibili tentativi di aggressione dei prezzi verso l’importante area di resistenza stimata a quota 122,9. E’ concreta quindi la possibilità di una continuazione della fase rialzista verso quota 125,3. LEGGI TUTTO

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    Newcleo, accordo in Slovacchia per sviluppo reattori modulari

    (Teleborsa) – Newcleo ha firmato un accordo con VUJE, società slovacca nel settore nucleare, per collaborare nello sviluppo di reattori modulari avanzati e soluzioni innovative per il ciclo di combustibile per il mercato slovacco.Obiettivo chiave è esplorare il potenziale riutilizzo del combustibile nucleare esausto prodotto dalle centrali nucleari in Slovacchia per alimentare i reattori di newcleo, elemento centrale della strategia della startup Europea che mira a chiudere il ciclo del combustibile eliminando le scorie esistenti. Aree specifiche di cooperazione includeranno la valutazione del dispiegamento della tecnologia LFR di newcleo in Slovacchia, l’esplorazione di soluzioni per il ciclo del combustibile per potenzialmente riutilizzare il combustibile nucleare esausto della Slovacchia, la collaborazione in attività di ricerca e sviluppo e lo sviluppo di competenze e capacità nelle tecnologie nucleari avanzate. LEGGI TUTTO

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    Banche, volano utili e frenano prestiti. Credito sempre più giù, forte gap con l’Europa

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper chiudono la semestrale con una crescita del margine di interesse del 10,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’incidenza del margine di interesse sul totale dell’attivo passa dall’1,6% all’1,8%, mentre le commissioni nette registrano una crescita del 6,5%, supportata anche da un incremento della raccolta indiretta nel primo semestre del 5,3%, favorita dal buon andamento dei mercati. La politica seguita fino ad oggi dalla Bce ha fatto sì che la discesa dei tassi di mercato a breve termine sia avvenuta a ritmo molto lento, col risultato di gonfiare il margine di gestione del denaro. Il notevole incremento dei ricavi ha determinato un utile netto di oltre 12 mld di euro, in crescita del 19,8%, con un Roe delle 5 Big italiane del 15,5%. È quanto emerge dall’analisi condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl.”I grandi gruppi italiani hanno realizzato utili elevatissimi nei primi sei mesi del 2024, ma si è contemporaneamente ridotto il credito a imprese e famiglie. La capacità di generare organicamente capitale continua a trasformarsi in benefici quasi esclusivi per gli azionisti, attraverso politiche di distribuzione di dividendi sempre più generose e il ricorso sistematico ai buyback – sottolinea il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani –. È naturale che le banche prestino attenzione alla remunerazione degli azionisti, ma indirizzare ogni azione a questo fine rischia di rallentare i necessari investimenti in nuove tecnologie digitali e sistemi di intelligenza artificiale, che non solo non devono sostituire il lavoro umano, ma anzi devono e possono contribuire ad esaltarne la creatività ed il coinvolgimento, con l’obiettivo di ottenere standard elevati nella qualità dei servizi, che saranno sempre più tailor made. Pertanto serve formazione continua, mirata allo sviluppo delle competenze, anche digitali, attribuendo preminenza alla valorizzazione di lavoratrici e lavoratori nelle dinamiche d’impresa. Andrebbero inoltre promossi programmi di educazione digitale della clientela. Il rafforzamento e la stabilità delle banche, infatti, dipenderanno molto dalla capacità di investire nelle persone, in una stagione di profondi cambiamenti.D’altra parte, il valore di mercato delle banche nel lungo periodo non potrà essere dato dalla somma dei buyback. Conterà, invece, la qualità degli investimenti realizzati in tempi di grande disponibilità di risorse. Insomma – conclude Colombani – serve uno sguardo lungo e non solo focalizzato sulla trimestrale”.Credito sempre più giùLa nota dolente – evidenzia l’analisi – resta il credito. Gli impieghi registrano infatti una contrazione del 3,2% (oltre 37 miliardi il calo in valore assoluto) rispetto allo stesso periodo del 2023. Se si considerano i dati al netto dei pronti contro termine alla clientela, che rappresentano effettivamente i prestiti all’economia reale, alle famiglie e alle imprese, la riduzione è del 4,5% in un anno (dato che non considera BPER che non fornisce informazioni a tal proposito). È una tendenza che vale del resto – sottolinea la Fondazione Fiba di First Cisl – non solo per i primi cinque gruppi, ma per tutto il settore. Dai dati Bce sulle banche significant emerge infatti che al 31/03/2024 il nostro Paese registra un calo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2023, contro una media europea del +1,35%. Più in dettaglio, Francia (+1,65%), Spagna (+1,74%) e Germania (+2,29%) fanno nettamente meglio. Il minor credito concesso dalle banche italiane rispetto ai competitors europei si evince anche dal rapporto tra prestiti e depositi (Loan to deposit), decisamente più basso (90,52%) rispetto sia alla media Ue (102,78%) che a Francia (106,45%), Spagna (98,73%) e Germania (114,27%).Cost/income sempre più basso. Aumenta la produttivitàNon si ferma il calo del cost/income, che rispetto al primo semestre 2023 segna un’ulteriore contrazione, scendendo al 39,9% dal 42,8% portando a quasi 13 punti il gap con i maggiori competitors europei (52,8%). Il costo del personale registra un lieve incremento (+1,6%) e pesa per il 24,8% sui proventi operativi, in riduzione dal 26,4% del primo semestre 2023. Crescono a doppia cifra anche tutti gli indicatori di produttività per dipendente, in particolare il risultato di gestione pro capite (+16,9%) e il margine primario per dipendente (+12%). Qualità del credito elevata. Calano occupazione e sportelliNel primo semestre 2024 resta sotto controllo l’Npl ratio netto, stabile all’1,4% con un costo del credito anch’esso sostanzialmente stabile (22bps), ad un livello estremamente contenuto. Diminuiscono notevolmente (-19,4%) anche i crediti stage 2 (posizioni in bonis che hanno subito un peggioramento senza diventare deteriorate),che pesano adesso il 10% (dal 12,3%)sul totale dei crediti alla clientela. Cala dell’1,3% lo stock di crediti deteriorati netti. Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali si assiste ad un ulteriore consolidamento. In particolare il Cet1 cresce dal 14,92% al 15,10%, anche per effetto, in controtendenza rispetto agli altri paesi europei, di una riduzione delle Rwa (attività ponderate per il rischio), conseguente alla riduzione degli impieghi. Nonostante gli ottimi risultati le banche continuano a ridurre occupazione e presenza sul territorio: il numero dei dipendenti cala del 2,6%, mentre chiudono 261 sportelli (- 2,2%) rispetto al 30/6/2023. LEGGI TUTTO

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    Bansk Group acquisterà PetIQ per 1,5 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – PetIQ, azienda leader nel settore dei farmaci, della salute e del benessere per animali domestici, e Bansk Group, società di investimento privato focalizzata sui consumatori e dedicata alla creazione di marchi di consumo distintivi, hanno stipulato un accordo definitivo in base al quale Bansk Group acquisirà tutte le azioni ordinarie in circolazione di PetIQ per 31,00 dollari ad azione, in una transazione interamente in contanti valutata a circa 1,5 miliardi di dollari. Il board di PetIQ ha approvato l’accordo, che rappresenta un premio di circa il 41% rispetto al prezzo medio ponderato in base al volume a 30 giorni del 6 agosto 2024, l’ultimo giorno di negoziazione prima dell’annuncio della transazione, e un premio di circa il 51% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni in quella data.”Come investitori di lunga data nel settore della salute e del benessere dei consumatori, crediamo che PetIQ abbia sviluppato un portafoglio di marchi differenziati in modo unico nella categoria molto attraente della salute e del benessere degli animali domestici – ha commentato Bart Becht, Senior Partner e Presidente di Bansk Group – Non vediamo l’ora di lavorare con il talentuoso team di PetIQ per supportare il loro forte slancio, anche attraverso investimenti in capacità e offerte migliorate, nonché attraverso acquisizioni strategiche”.La transazione dovrebbe concludersi nel quarto trimestre del 2024, subordinatamente all’approvazione degli azionisti di PetIQ e al soddisfacimento di altre consuete condizioni di chiusura. Il board di PetIQ raccomanda che gli azionisti di PetIQ votino a favore della transazione, che non è soggetta ad alcuna condizione di finanziamento. Al completamento della transazione proposta, le azioni di PetIQ non saranno più quotate sul NASDAQ.(Foto: Photo by Sean Pollock on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Disney, trimestrale migliore delle attese. Migliora lo streaming

    (Teleborsa) – The Walt Disney Company ha chiuso il terzo trimestre dell’esercizio (terminato il 29 giugno 2024) con utili rettificati per azione pari a 1,39 dollari, superando il dato dell’anno precedente a 1,03 dollari e le stime degli analisti di 1,19 dollari, mentre i ricavi sono aumentati del 4% a 23,2 miliardi di dollari, superando le previsioni di 23,1 miliardi di dollari.”La nostra performance nel terzo trimestre dimostra i progressi che abbiamo fatto rispetto alle nostre quattro priorità strategiche nei nostri studi creativi, streaming, sport ed esperienze – ha affermato il CEO Robert Iger – Questo è stato un trimestre forte per Disney, guidato da ottimi risultati nel nostro segmento Entertainment sia al botteghino che in DTC, poiché abbiamo raggiunto la redditività nelle nostre attività di streaming combinate per la prima volta e un trimestre prima rispetto alle nostre precedenti indicazioni”. “Nonostante le prestazioni più deboli nel terzo trimestre nel nostro segmento Esperienze, l’utile per azione rettificato per la società è aumentato del 35% e, con il nostro portafoglio di attività complementari ed equilibrate, siamo fiduciosi nella nostra capacità di continuare a guidare la crescita degli utili attraverso la nostra raccolta di asset unici e potenti”, ha aggiunto.Come risultato della solida performance finanziaria consolidata nel terzo trimestre, e supportata dal portafoglio bilanciato di asset, il nuovo obiettivo di crescita dell’EPS rettificato per l’intero anno è ora del 30%.Disney dice di essere sulla buona strada per il miglioramento della redditività delle attività di streaming combinate nel quarto trimestre, con Entertainment DTC ed ESPN+ che dovrebbero essere redditizie nel trimestre.(Foto: Jose Mizrahi on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Interpump, utile secondo trimestre scende a 62,5 milioni di euro. Vendite -7,2%

    (Teleborsa) – Interpump, gruppo che fa parte del FTSE MIB ed è attivo nella produzione di pompe ad acqua e nel settore oleodinamico, ha chiuso il secondo trimestre del 2024 con vendite nette pari a 549,8 milioni di euro, -7,2% rispetto al secondo trimestre 2023 (-9,5% su base organica). L’EBITDA è stato pari a 124,6 milioni di euro, -14,5%, con un EBITDA margin del 22,7%, rispetto al 24,6% del corrispondente periodo del 2023 (-12,8% con una marginalità del 22,8% rispetto al 23,7% su base organica ed escludendo il provento non ricorrente registrato nel secondo trimestre 2023). L’utile netto consolidato è stato pari a 62,5 milioni di euro, -24,2%.Al 30 giugno 2024 la posizione finanziaria netta è pari ai 516,8 milioni di euro, rispetto ai 486,5 milioni di euro al 31 dicembre 20238. Gli investimenti sono stati pari a 76,8 milioni di euro, mentre 81,1 milioni di euro sono stati dedicati all’acquisto di partecipazioni.”Siamo concretamente soddisfatti per i risultati del secondo trimestre – ha commentato il presidente esecutivo Fulvio Montipò – Il 2024 è iniziato con una visibilità scarsa o quasi nulla, nel secondo trimestre il quadro di complessità generale non ha registrato segni di ripresa mentre alcuni mercati specifici di riferimento hanno segnato un rallentamento marcato. In un quadro di questo genere, il nostro Gruppo ha riconfermato la sua capacità di resilienza dove la diversificazione per prodotto e per territorio ha mediato il risultato”.”Per gli elementi a oggi in nostro possesso, non stimiamo che le cose cambieranno significativamente in corso d’anno e pertanto ci attendiamo che il fatturato registrerà una modesta contrazione nell’ordine di un “high single digit” mentre l’EBITDA manterrà il suo livello di eccellenza e si attesterà nell’intorno del 23% sul fatturato”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Masi Agricola, Equita taglia target price e conferma Hold

    (Teleborsa) – Equita ha ridotto a 2,90 euro per azione (-9%) il target price su Masi Agricola, società quotata su Euronext Growth Milan e tra i leader italiani nella produzione di vini premium, confermando la raccomandazione sul titolo a “Hold” dopo che la società ha riportato un fatturato 2Q in significativo recupero ma EBITDA e generazione di cassa ancora deboli.Alla luce del debole 2Q, gli analisti hanno ridotto le stime FY, pur continuando a incorporare un miglioramento del business nel 2H, grazie ad un confronto più facile e supportati anche dalla buona partenza del 3Q.(Foto: Hermes Rivera su Unsplash) LEGGI TUTTO