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Immobiliare, ESMA: livelli di debito elevati, rischi da operatori finanziari non bancari

(Teleborsa) – I livelli di debito nel settore immobiliare europei sono elevati, con implicazioni di rischio più ampie da parte degli operatori del mercato finanziario non bancari. Inoltre, le interconnessioni con il sistema bancario sono importanti e nascono attraverso le esposizioni e le attività delle entità; attraverso questi, gli shock settoriali potrebbero trasmettersi a tutto il sistema finanziario dell’UE. Lo afferma l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) nella sua prima analisi delle esposizioni dei titoli, dei mercati e del settore della gestione patrimoniale dell’UE nei confronti del settore immobiliare.

Dal report emerge che i prestiti bancari rappresentano la principale linea di credito per le società immobiliari quotate e private, che dal 2018 hanno preso in prestito complessivamente 208 miliardi di euro. Di questi, il totale dei prestiti concessi alle società immobiliari nel 2021 ha raggiunto il record annuale di 84 miliardi di euro (121% sopra la media mobile a cinque anni).

I mercati primari obbligazionari rappresentano un’altra fonte di finanziamento. Nello stesso periodo, nel SEE sono state emesse obbligazioni societarie immobiliari per un totale di 214 miliardi di euro. Analogamente ai prestiti, il 2021 ha visto un’impennata delle emissioni di obbligazioni societarie (64 miliardi di euro)

Oltre alle banche, che rappresentano il principale fornitore di credito al settore, negli ultimi anni i fondi di investimento alternativi immobiliari (FIA) sono diventati una fonte rilevante di finanziamento per le attività immobiliari. Gli asset in gestione (AUM) dei FIA immobiliari sono quadruplicati, passando da 400 miliardi di euro nel 2015 a 1,5 trilioni di euro nel 2022. Il settore rimane concentrato principalmente in Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi, che rappresentano l’89% del valore patrimoniale netto (NAV). Le strategie di investimento immobiliare sono formate in gran parte dagli immobili commerciali, anche se in misura minore (58% del NAV nel 2022, in calo rispetto al 64% nel 2020) seguito dagli immobili residenziali con il 17%.

“In futuro, è prevedibile che il rischio di tasso di interesse continui a influenzare le esposizioni del mercato immobiliare – si legge nelle conclusioni dell’ESMA – Gli indicatori del rischio di credito per le società immobiliari hanno iniziato a mostrare segni di deterioramento e i disallineamenti di liquidità rimangono una delle principali vulnerabilità per i fondi di investimento immobiliari”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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