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“Utenti ingannati sulla navigazione privata”, Google patteggia

(Teleborsa) – Google ha accettato di eliminare i dati relativi alla cronologia di navigazione sul web di milioni di utenti nell’ambito di un accordo di class action che accusava l’azienda di tracciare le persone senza il loro consenso. La causa è stata avviata nel 2020 e accusava Google di ingannare gli utenti sulle attività di Chrome quando navigavano in modalità privata.
Secondo la denuncia legale, Google non ha adeguatamente informato gli utenti sui dati raccolti durante la navigazione in modalità ‘incognito’. Per risolvere la controversia, Google si è impegnata a eliminare i dati raccolti impropriamente per milioni di utenti, a migliorare le sue comunicazioni sui dati raccolti e a offrire agli utenti la possibilità di disabilitare i cookie di terze parti. L’accordo non prevede compensazioni per gli utenti individuali, ma consente loro di richiederle.

Questo accordo è un passo storico nel richiedere maggiore onestà e responsabilità da parte delle società tecnologiche”, ha detto David Boies, il legale che ha rappresentato gli utenti nell’azione legale riferendosi alla cancellazione retroattiva di dati a cui Google di è impegnata a procedere pr Chrome, il suo motore di ricerca e la base della sua redditizia attività pubblicitaria. Il patteggiamento riguarda potenzialmente milioni di utenti Google che hanno navigato in modalità privata dal 2016 ed era stato raggiunto in via preliminare in dicembre per evitare il processo. L’accusa aveva presentato delle prove pesanti per Google, incluso uno scambio di email in cui la chief marketing officer Lorraine Twohill metteva in guardia l’amministratore delegato Sundar Pichai nel 2019 che la modalità di navigazione ‘incognito’ non avrebbe dovuto definirsi ‘privata’ in quanto questo alimentava possibili fraintendimenti.

L’accordo risolve almeno una delle questioni legali pendenti per Google, che attualmente affronta diverse controversie giudiziarie. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti l’ha accusata di monopolizzare il settore della ricerca online e del mercato pubblicitario su internet, in uno dei più grandi casi antitrust degli ultimi 25 anni, con possibili implicazioni significative per l’azienda e le autorità statunitensi. La Silicon Valley è osservatrice attenta di questo scontro legale. Una vittoria per Mountain View sarebbe un sollievo per altre grandi aziende tecnologiche, che sono anch’esse nel mirino dell’antitrust statunitense. Al contrario, una sconfitta potrebbe rappresentare un duro colpo per le Big Tech, le cui azioni influenzano da tempo Wall Street, e contro le quali l’amministrazione Biden continua a mantenere una presa ferma, soprattutto in vista delle prossime elezioni.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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