Gennaio 2025

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    Mercato veicoli industriali, UNRAE: il 2024 chiude in leggera flessione (-0,7%)

    (Teleborsa) – Nel mese di dicembre il mercato dei veicoli industriali registra un leggero incremento, con 1.872 immatricolazioni rispetto alle 1.859 del 2023 (+0,7%). Tuttavia, il segmento dei veicoli pesanti con massa uguale o superiore a 16 t subisce un calo dell’8,6% su base mensile. Al contrario, le immatricolazioni di veicoli leggeri fino a 6 t raddoppiano rispetto a dicembre dello scorso anno, mentre i veicoli medio-leggeri, nella fascia tra 6,01 e 15,99 t, segnano un aumento del 33,3%. Nel corso dei dodici mesi del 2024, il dato consolidato – rileva l’UNRAE – riflette un lieve disavanzo dello 0,7%, con circa 200 unità immatricolate in meno rispetto al 2023. A livello di comparti, i veicoli leggeri registrano un significativo incremento del 27,8%, mentre i veicoli medio-leggeri e quelli pesanti mostrano rispettivamente una contrazione dell’1,7% e dell’1,5%.”Con dicembre si conclude un anno dai due volti, contraddistinto da un primo semestre in crescita dell’11,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, seguito da un secondo semestre caratterizzato da una flessione consistente (-14,2%). Questo scenario era stato ampiamente previsto e proprio per questo erano stati sollecitati interventi mirati per scongiurarne gli effetti. Appelli che, nostro malgrado, sono rimasti inascoltati e che ora devono essere prioritariamente posti al centro dell’agenda del Governo, per evitare che tale trend negativo si protragga nel corso dell’intero 2025 – commenta Paolo A. Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE –. Le radici del malessere del settore sono profonde e non possono essere certamente attribuite al processo di transizione green. Infatti, sebbene le immatricolazioni dei veicoli a zero emissioni siano aumentate del 119,6%, la stragrande maggioranza dei mezzi venduti continua ad essere appannaggio dei motori endotermici (99,3%). Alla luce della prossima scadenza dei target di riduzione delle emissioni di CO2 in capo ai soli Costruttori e delle recentissime dichiarazioni dal Commissario UE per il Clima Hoekstra, emerge il rischio che le Aziende costruttrici pongano in essere soluzioni protettive ma potenzialmente distorsive per il mercato. Risulta, pertanto, urgente una presa di coscienza sulle possibili ripercussioni di tale scenario, non solo sul costo del trasporto delle merci, ma anche sull’occupazione, come già evidenziato nel settore auto. È fondamentale intervenire tempestivamente e porre rimedio attraverso un approccio olistico che coinvolga tutti gli stakeholder a livello sovranazionale”. LEGGI TUTTO

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    USA, licenziamenti in crescita del 5,5% nel 2024. Ai massimi dal 2009 (escluso 2020)

    (Teleborsa) – In diminuzione i licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di dicembre 2024. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di 38.792 posti di lavoro. Il dato rivela un calo del 33% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 57.727 licenziamenti, e un aumento dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2023 (34.817).Nell’ultimo trimestre dell’anno, le aziende hanno annunciato piani per tagliare 152.116 posti di lavoro, in calo del 13% rispetto ai 174.597 tagli annunciati nel terzo trimestre di quest’anno. È in aumento del 30% rispetto ai 117.163 tagli annunciati nello stesso trimestre del 2023.Nel 2024, i datori di lavoro hanno annunciato 761.358 tagli di posti di lavoro, in aumento del 5,5% rispetto ai 721.677 annunciati nel 2023. È il totale annuale più alto da quando sono stati annunciati 2.304.755 tagli nel 2020. Ad eccezione del 2020, è il totale più alto dal 2009, quando i datori di lavoro ne avevano pianificati 1.288.030.”Le aziende hanno subito cambiamenti straordinari nel 2024 a causa del rapido progresso tecnologico e delle mutevoli condizioni economiche – ha affermato Andrew Challenger, esperto di ambiente di lavoro e vicepresidente senior di Challenger, Gray & Christmas – La maggior parte dei datori di lavoro prevede ulteriore incertezza con la prossima amministrazione, che sta portando a un rallentamento delle assunzioni e a più licenziamenti a breve termine in vari settori”.Il mese scorso, la tecnologia ha annunciato 11.430 tagli di posti di lavoro, il numero più alto di qualsiasi altro settore. Per l’anno, la tecnologia ha annunciato 133.988 tagli, in calo del 20,3% rispetto ai 168.032 annunciati nello stesso periodo dell’anno scorso.(Foto: elleaon | 123RF) LEGGI TUTTO

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    OCSE: a novembre inflazione stabile, Italia sale all’1,3%

    (Teleborsa) – A novembre rimane stabile al 4, 5%, nei paesi OCSE, l’inflazione tendenziale. Lo comunica l’Ocse, aggiungendo che in Italia, nello stesso mese, è cresciuta all’1,3% dallo 0,9% di ottobre. In generale, l’inflazione è in aumento in 14 dei 38 paesi OCSE, compresi notevoli aumenti di 1,7 punti percentuali in Slovenia e 1 punto percentuale in Lituania.Nel frattempo, l’inflazione generale è diminuita in 11 paesi OCSE ed è rimasta stabile o ampiamente stabile in 13. L’inflazione generale è rimasta più alta in Turchia al 47,1% a novembre, nonostante un calo di 1,5 punti percentuali rispetto a ottobre, mentre si è attestata al di sotto dell’1% in Svizzera e Lussemburgo e più vicina allo 0% in Costa Rica. Nell’area del G7, l’inflazione tendenziale è aumentata al 2,6% a novembre dal 2,3% di ottobre, con aumenti in Giappone, Italia, Regno Unito e Germania. L’inflazione è stata stimolata dalla riduzione dei sussidi energetici e dall’accelerazione dei prezzi alimentari in Giappone. Nell’area dell’Euro, l’inflazione annua misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Iapc) ha superato l’obiettivo di politica monetaria al 2,2% a novembre, con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a ottobre. Questo secondo aumento consecutivo è stato determinato principalmente da un calo più lento dei prezzi dell’energia. Nei paesi del G20, l’inflazione annua è scesa al 5,7% a novembre dal 6% di ottobre, raggiungendo il livello più basso da giugno 2023. L’inflazione generale è scesa in India dopo tre mesi di aumenti. L’inflazione principale ha continuato a scendere in Argentina, ma è rimasta sopra il 160%. L’inflazione è rimasta sostanzialmente stabile in Brasile, Indonesia, Arabia Saudita, Sudafrica e Cina, dove si è attestata vicino allo zero, allo 0,2%. (Foto: © Tomas Griger | Dreamstime) LEGGI TUTTO

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    Trump, Musk e riforme: le risposte di Meloni nella conferenza stampa di inizio anno

    (Teleborsa) – Riforme, Trump, Musk, giustizia, dazi, Ucraina e tanti altri i temi toccati durante la conferenzastampa di inizio anno della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La prima domanda inevitabilmente ha però riguardato il ritorno in Italia della giornalista Cecilia Sala dopo 21 giorni di prigionia in Iran. “Un lavoro molto complesso per il quale devo ringraziare tutto il governo, ma anche voi giornalisti e la famiglia per il comportamento tenuto”, ha dichiarato Meloni. “Non c’è stato un momento di svolta in particolare, è stato un lavoro composito”, h aggiunto.”Per quanto riguarda Abedini la vicenda è al vaglio del minstero della Giustizia. Una vicenda di cui dobbiamo parlare certamente anche con gli amici americani e avrei dovuto parlarne anche con Biden che purtroppo ha dovuto rinunciare al viaggio in Italia per gli incendi in California”, ha spiegato la presidente del Consiglio.Meloni ha dichiarato che la riforma del fisco “è una delle priorità” del governo. “Vogliamo procedere spediti”, ha aggiunto. “Abbiamo già approvato 17 tra decreti attuativi e testi unici. Puntiamo a chiudere entro il 2025 tutti i testi unici in materia tributaria”, ha sottolineato Meloni, precisando che l’intenzione del governo è anche quella di “riuscire a fare il codice dei tributi, obiettivo di Ezio Vanoni 70 anni fa”.Parlando dei rapporti con gli Stati Uniti, Meloni ha affermato che “per noi i dazi sarebbero un problema ma non è una novità che le amministrazioni americane pongano la questione dell’avanzo commerciale. Il protezionismo non è un approccio che riguarda solo l’amministrazione Trump”. “Penso che di debba discutere su come affrontare” il tema “e penso che la soluzione dei dazi non sia quella giusta: faremo quello che dobbiamo fare per difendere la nostra economia parlando con gli Usa e l’Ue e credo che le soluzioni si debbano trovare”. Quanto all’ultimo viaggio lampo negli Usa, “non rituale, era un’idea nata durante l’incontro di Parigi ed è stata l’occasione per confermare un rapporto molto solido, non so se posso privilegiato, ma certamente solido tra Italia e Usa”. “Io ho avuto un ottimo rapporto anche con Biden”, ma avere “due leader conservatori può rafforzare ulteriormente la convergenza”, cosa che sarebbe un “valore aggiunto per l’Italia e l’Ue”, ha aggiunto Meloni. “Durante l’incontro con Trump “abbiamo parlato del quadro generale senza entrare nei singoli dossier” anche perché “ad oggi il presidente è ancora Biden. L’accoglienza è stata al di là delle aspettative”, ha proseguito Meloni, precisando anche che non sa ancora se potrà presenziare all’insediamento il 20 gennaio. La conferenza stampa è stata occasione anche per parlare del rapporto tra Meloni ed Elon Musk, anche con riferimento alla questione SpaceX. “SpaceX consente di comunicare in sicurezza sul piano diplomatico e militare, informazioni molto delicate. Sul metodo posso dire che si tratta di interlocuzioni che il governo ha con molte aziende private”, ha spiegato la presidente del Consiglio. Meloni ha ribadito che il governo è in una fase istruttoria e non sono stati conclusi contratti. “Anche io ho dubbi e rifletto. Il tema è che non ci sono alternative pubbliche per queste tecnologie, ovviamente si tratta di mettere in mano a un soggetto privato la protezione dei dati. Ma l’alternativa è non avere la protezione di questi dati. I due scenari non sono ottimali, io sono laica rispetto a questo ma devo porre la questione. Se un domani le comunicazioni dei dati sensibili finiscono nelle mani sbagliate, il governo ne è responsabile”, ha spiegato Meloni affermando di non aver parlato di questo specifico dossier con Musk. LEGGI TUTTO

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    Mercati europei cauti orfani di Wall Street. A Milano corre Prysmian

    (Teleborsa) – All’insegna della prudenza il bilancio nel Vecchio Continente, in una giornata in cui Wall Street rimarrà chiusa e il mercato dei Treasury scambierà a orario ridotto a causa della Giornata nazionale di lutto per l’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter.Ieri sera i verbali della riunione della Fed del 17-18 dicembre hanno rivelato che “molti partecipanti” hanno visto la necessità di un “approccio cauto” alle decisioni di politica monetaria “nei prossimi trimestri”. Hanno citato diverse ragioni per questo, tra cui recenti dati di inflazione più elevati, attività economica resiliente e rischi di ribasso ridotti per il mercato del lavoro. Sono anche sorte preoccupazioni per potenziali cambiamenti nella politica commerciale e di immigrazione sotto la nuova amministrazione Trump.Stamattina il Bollettino economico della BCE ha spiegato che i rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso e sottolineato che il rischio di maggiori frizioni nel commercio internazionale potrebbe pesare sulla crescita dell’area dell’euro frenando le esportazioni e indebolendo l’economia mondiale.Sul fronte macroeconomico, la produzione industriale tedesca è rimbalzata più delle attese a novembre (su base mensile), mentre il surplus della bilancia commerciale tedesca è aumentato più delle previsioni nello stesso mese. In Eurozona le vendite al dettaglio sono salite meno delle attese a novembre.Lieve calo dell’Euro / Dollaro USA, che scende a quota 1,03. Lieve aumento per l’oro, che mostra un rialzo dello 0,47%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) mostra un guadagno frazionale dello 0,51%.Piccolo passo verso l’alto dello spread, che raggiunge quota +116 punti base, mostrando un aumento di 2 punti base, con il rendimento del BTP a 10 anni pari al 3,68%.Tra le principali Borse europee senza slancio Francoforte, che negozia con un -0,09%, buona performance per Londra, che cresce dello 0,73%, e resistente Parigi, che segna un piccolo aumento dello 0,34%.Lieve aumento per la Borsa di Milano, che mostra sul FTSE MIB un rialzo dello 0,34%, consolidando la serie di quattro rialzi consecutivi, avviata lunedì scorso; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share procede a piccoli passi, avanzando a 37.403 punti. Poco sotto la parità il FTSE Italia Mid Cap (-0,36%); sui livelli della vigilia il FTSE Italia Star (-0,03%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, su di giri Prysmian (+4,07%, dopo commenti AD su dual listing e nuove acquisizioni). Italgas avanza dell’1,29%. Si muove in modesto rialzo Terna, evidenziando un incremento dell’1,10%. Bilancio positivo per Moncler, che vanta un progresso dell’1,08%.I più forti ribassi, invece, si verificano su STMicroelectronics, che continua la seduta con -0,93%. Tentenna BPER, con un modesto ribasso dello 0,73%. Giornata fiacca per Stellantis, che segna un calo dello 0,69%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Comer Industries (+2,88%), Banca Ifis (+2,19%), Ferragamo (+1,87%) e Pharmanutra (+1,34%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Lottomatica, che prosegue le contrattazioni a -3,03%. Vendite su Technoprobe, che registra un ribasso del 2,84%. Seduta negativa per Ferretti, che mostra una perdita del 2,25%. Sotto pressione Reply, che accusa un calo dell’1,97%. LEGGI TUTTO

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    ADNOC Gas assegna 2,1 miliardi di dollari in contratti per potenziare infrastruttura GNL

    (Teleborsa) – ADNOC Gas, società di elaborazione del gas degli Emirati Arabi Uniti, ha annunciato l’assegnazione di tre contratti abilitanti del valore di 2,1 miliardi di dollari per un impianto di pre-condizionamento del GNL (LPP), impianti di compressione e condotte di trasmissione per fornire materie prime al progetto Ruwais LNG.Il contratto più grande, valutato 1,24 miliardi di dollari per l’LPP, è stato assegnato a un consorzio composto da Engineering for the Petroleum and Process Industries (ENPPI) e Petrojet. Un contratto da 514 milioni di dollari per le condotte di trasmissione è stato assegnato alla China Petroleum Pipeline Engineering Company, mentre Petrofac Emirates svilupperà i nuovi impianti di compressione con un contratto da 335 milioni di dollari.”Questi contratti riaffermano l’impegno di ADNOC Gas nel garantire una crescita sostenibile e massimizzare il valore per gli azionisti – ha commentato Fatema Al Nuaimi, CEO di ADNOC Gas – Stiamo investendo in infrastrutture di livello mondiale e tecnologie innovative mentre espandiamo la nostra capacità nella liquefazione del GNL e rafforziamo la nostra posizione di player globale”. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Deep Well Services da parte di ADRILL e ADH

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo congiunto di Deep Well Services Holdings degli Stati Uniti da parte di ADNOC Drilling Company e Alpha Dhabi Holding, entrambe degli Emirati Arabi Uniti. La transazione riguarda principalmente le attività di supporto per l’estrazione di petrolio e gas naturale.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato l’impatto limitato sullo Spazio economico europeo. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    Norvegia, produzione di gas record nel 2024. Diminuzione solo a fine decennio

    (Teleborsa) – La produzione di gas in Norvegia ha raggiunto un livello record nel 2024: sono stati venduti in totale 124 miliardi di metri cubi standard (Sm3). In confronto, nel 2022 (ultimo record) sono stati venduti 122,8 miliardi di Sm3 di gas. Lo afferma la Norwegian Offshore Directorate, l’agenzia governativa norvegese responsabile della regolamentazione delle risorse petrolifere sulla piattaforma continentale norvegese (NCS).”Da quando il trasporto di gas dalla Russia attraverso l’Ucraina è terminato a fine anno, il gas dalla Norvegia è diventato ancora più importante”, afferma Torgeir Stordal, direttore generale della Norwegian Offshore Directorate.L’agenzia stima che “la produzione complessiva rimarrà a un livello elevato e stabile”. Nel 2024, ha raggiunto circa 240 milioni di metri cubi standard di petrolio equivalente (mill scm o.e. – 1510 milioni di barili o.e.). Si tratta del livello più alto dal 2009.”Andando avanti, si prevede che la produzione rimarrà a un livello stabile e alto prima di una graduale diminuzione verso la fine degli anni 2020″, si legge nel rapporto.Anche l’attività di esplorazione è stata elevata nel 2024, con la maggior parte delle scoperte che sono piccole, ma diverse sono state prese in considerazione per lo sviluppo legato ai campi esistenti.La Norwegian Offshore Directorate prevede che la produzione complessiva diminuirà verso la fine degli anni 2020. “Per rallentare questo declino, l’esplorazione dovrà avvenire vicino alle infrastrutture e in più aree di frontiera, oltre a maggiori investimenti in campi, scoperte e infrastrutture – viene spiegato – La mancanza di investimenti porterà allo smantellamento rapido delle attività petrolifere”.(Foto: Max van den Oetelaar on Unsplash) LEGGI TUTTO