29 Aprile 2025

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    Certificates, stop alla crescita nei portafogli retail italiani. Stock a 85 miliardi

    (Teleborsa) – Dopo una crescita significativa negli ultimi anni, nella seconda metà del 2024 la crescita dei certificates nei portafogli degli investitori retail italiani si è arrestata. È quanto emerge nel primo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2025 della Banca d’Italia.I certificates sono titoli di debito che replicano l’andamento di una o più attività sottostanti, come tassi di interesse, azioni, indici di borsa o materie prime, offrendo in molti casi garanzie totali o parziali sul capitale. La struttura contrattuale di questi prodotti può essere complessa, prevedendo ad esempio che il rendimento dipenda dal verificarsi di eventi relativi al prezzo dei sottostanti, come il superamento di soglie stabilite. Questi strumenti possono inoltre funzionare secondo un meccanismo “a leva”, ossia in grado di amplificare i guadagni e le perdite delle attività sottostanti.Alla fine del 2024 in Italia circolavano certificates per circa 85 miliardi di euro, di cui quasi due terzi (65,5%) posseduti dalle famiglie, indica il rapporto di Banca d’Italia. Il mercato domestico è composto principalmente da strumenti con garanzie di rimborso del capitale, applicabili solo se il contratto è detenuto fino alla scadenza (57% del totale). Seguono in termini di volume (32%) i certificates yield enhancement, il cui profilo di rischio è comparabile a quello delle attività sottostanti. I contratti a leva (leverage certificates) sono i più rischiosi ma costituiscono solo il 5% dei volumi in circolazione.La crescita del volume dei certificates nei portafogli degli investitori al dettaglio si è fermata nella seconda metà del 2024, ma questi prodotti continuano a costituire, dopo i titoli di Stato nazionali, i titoli di debito più rappresentati tra gli investimenti delle famiglie. Nel complesso il loro peso sulla ricchezza finanziaria è ancora contenuto; inoltre, secondo l’Indagine congiunturale sulle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia ad agosto del 2024, investono in questi strumenti quasi esclusivamente i nuclei familiari finanziariamente più solidi e appartenenti alle fasce di reddito più elevate.Secondo le statistiche sulla detenzione di titoli nell’Eurosistema raccolte dalla BCE, i certificates sono particolarmente diffusi anche tra le famiglie tedesche, che possiedono oltre l’80% dei 64,5 miliardi di euro di tali prodotti in circolazione in Germania. In Francia, invece, questi strumenti sono detenuti principalmente da intermediari finanziari (quota famiglie al 5,1% su 45,6 miliardi di euro totali); i volumi in Austria (quota famiglie al 78,2% su 9,1 miliardi di euro totali), Belgio (quota famiglie al 72,9% su 4 miliardi di euro totali) e Spagna (quota famiglie al 54,4% su 1,3 miliardi di euro totali) risultano più contenuti.Banca d’Italia ricorda che i certificates “possono migliorare il profilo di rischio-rendimento di portafogli diversificati, anche grazie a un favorevole trattamento fiscale”. I loro rendimenti, rientrando nella categoria dei redditi diversi, danno infatti la possibilità di compensare le plusvalenze conseguite con minusvalenze pregresse. Si tratta tuttavia di “strumenti complessi e di difficile valutazione, adatti a risparmiatori con adeguate conoscenze finanziarie”, sottolinea la Banca d’Italia. Alla luce della loro crescente diffusione tra gli investitori al dettaglio, la Banca d’Italia, anche in collaborazione con la Consob, li ha da tempo inseriti tra gli strumenti finanziari oggetto di attenzione per l’eventuale esercizio del potere di intervento per finalità di stabilità finanziaria e continua a monitorarne l’evoluzione.(Foto: Jason Briscoe su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, rischi per la stabilità finanziaria aumentati dopo tempesta dazi

    (Teleborsa) – I rischi per la stabilità finanziaria “sono cresciuti” dopo che l’annuncio di nuovi dazi da parte dell’amministrazione statunitense di inizio aprile ha innescato “una fase di notevole aumento dell’incertezza e di tensioni sui mercati finanziari internazionali, alla quale ha fatto seguito un calo delle aspettative di crescita per l’economia mondiale”. Lo afferma la Banca d’Italia nel primo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2025.Anche l’Italia, non diversamente dagli altri principali paesi europei, ha risentito di questi sviluppi. Sul mercato dei titoli di Stato, osserva Bankitalia, il differenziale di rendimento tra i titoli italiani a dieci anni e quelli tedeschi, pur registrando un incremento della volatilità, si è ridotto rispetto ai valori dello scorso autunno. Le condizioni di liquidità “restano buone, nonostante una diminuzione delle negoziazioni in aprile”.In un contesto che si mantiene complessivamente stabile, l’Italia “ha continuato a trarre vantaggio dalle condizioni favorevoli del mercato del lavoro, da una bassa inflazione e dalla posizione creditrice netta sull’estero. Si tratta di alcuni dei fattori che hanno favorito il recente miglioramento della valutazione del merito di credito del Paese da parte di un’agenzia di rating”, si legge nel rapporto, con riferimento all’upgrade di S&P Global Ratings questo mese. L’alto debito pubblico e la scarsa crescita dell’economia rimangono fattori di vulnerabilità.Secondo l’Istituzione, il comparto immobiliare non presenta rischi elevati per la stabilità finanziaria, mentre per il settore delle famiglie i rischi rimangono limitati, anche se la situazione finanziaria potrebbe tuttavia risentire di un indebolimento della congiuntura. Per le imprese, soprattutto quelle operanti nei comparti più esposti alle possibili ripercussioni delle tensioni commerciali, la redditività, già ridottasi nel 2024, potrebbe diminuire ancora. Nonostante il calo dei tassi di interesse e dell’indebitamento, la capacità delle aziende di rimborsare i debiti registra qualche segnale di peggioramento, in special modo nel settore delle costruzioni e, in misura minore, in quello industriale.Le condizioni del sistema bancario “si mantengono stabili”. Viene fatto notare che nel secondo semestre del 2024 la redditività e la patrimonializzazione sono rimaste su livelli elevati. La situazione di liquidità resta equilibrata anche dopo il rimborso delle operazioni TLTRO3. Un forte aumento delle restrizioni commerciali tra paesi potrebbe determinare un deterioramento della qualità del credito, che l’elevata patrimonializzazione del sistema consentirebbe tuttavia di fronteggiare da una posizione più robusta rispetto al passato. “L’esposizione ai rischi cibernetici e operativi continua a richiedere grande attenzione”, viene sottolineato.Nel comparto assicurativo la ripresa della raccolta premi nel ramo vita ha favorito un miglioramento della liquidità. La redditività è risultata stabile. La patrimonializzazione rimane alta; uno stress test condotto in ambito europeo rileva la capacità del settore di resistere a shock avversi. Benché nel primo trimestre di quest’anno la raccolta netta dei fondi comuni italiani sia risultata positiva, il patrimonio si è ridotto a causa del forte calo delle quotazioni sui mercati finanziari. Nei primi giorni di aprile, subito dopo l’iniziale annuncio di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti, si sono osservati deflussi moderati. Nel complesso, i rischi riconducibili al settore del risparmio gestito restano contenuti. LEGGI TUTTO

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    USA: offerte di posti di lavoro in calo a marzo, sotto attese

    (Teleborsa) – Cala il numero di offerte di posti lavoro negli USA a marzo. È quanto rilevato dal Report JOLTS dell’U.S. Bureau of Labor Statistics americano, che misura le posizioni di lavoro aperte (Job Openings) e le ricerche di personale avviate (recruitment).A marzo, le posizioni aperte sono scese a 7,192 milioni dai 7,480 milioni di fine febbraio (dato rivisto da un preliminare di 7,568). Il dato si è rivelato inferiore alle attese degli analisti, che prevedevano 7,5 milioni. Il numero di assunzioni è rimasto poco mosso a 5,4 milioni, mentre le dimissioni volontarie sono rimaste quasi invariate a 3,3 milioni. In calo, invece, i licenziamenti, scesi a 1,6 milioni. LEGGI TUTTO

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    USA, fiducia consumatori aprile scende più delle attese

    (Teleborsa) – Diminuisce più delle attese la fiducia dei consumatori americani. Il sondaggio del Conference Board degli Stati Uniti sul sentiment dei consumatori ha segnalato un decremento dell’indice a 86 punti nel mese di aprile, rispetto ai 93,9 punti del mese di marzo (rivisto da un preliminare di 92,9 punti) e contro una discesa più contenuta a 87,7 punti attesa dal consensus. Nello stesso periodo l’indice sulla situazione presente cala di 0,9 punti e si porta a 133,5 punti, mentre l’indice sulle attese scende di 12,5 punti a 54,4 punti.Il sondaggio sulla fiducia dei consumatori è basato su un campione rappresentativo di 5.000 famiglie americane ed è condotto per il Conference Board dal NFO WorldGroup. LEGGI TUTTO

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    Immobiliare USA, prezzi case in frenata a febbraio

    (Teleborsa) – Prezzi in frenata nell’immobiliare statunitense nel mese di febbraio. L’indice FHFA elaborato dalla Federal Housing Finance Agency, che misura i prezzi delle abitazioni statunitensi, ha registrato un aumento mensile dello 0,1%, dopo la crescita dello 0,3% registrata nel mese precedente (rivisto da un preliminare +0,2%). Le stime degli analisti erano per un incremento dello 0,3%.Su base annua l’indice, calcolato sui prezzi dichiarati degli immobili all’accensione del mutuo presso Fannie Mae e Freddie Mac, è salito del 3,9% dal +5% del mese precedente (rivisto da un preliminare +4,8%). Quotazioni in frenata anche secondo quanto rilevato dall’indice S&P Case-Shiller. L’indicatore che misura l’andamento dei prezzi nelle principali venti aree metropolitane degli Stati Uniti, ha evidenziato un incremento su base annua del 4,5%, in frenata rispetto al +4,7% del mese precedente e al +4,6% atteso dal consensus. Su base mensile si registra un aumento dello 0,7%, rispetto al +0,1% di gennaio.L’indice destagionalizzato ha riportato una crescita dello 0,4% su base mensile, rispetto al +0,4% del mese precedente. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso in crescita a marzo

    (Teleborsa) – Accelerano, ma meno del previsto, le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di marzo, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un incremento dello 0,5% a 908 miliardi di dollari, contro il +0,6% del consensus, rispetto al +0,3% del mese precedente. Su base annua si registra un aumento del 2,3%. LEGGI TUTTO

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    De Nora, assemblea approva bilancio e dividendo di 0,104 euro. Rinnovato CdA

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di Industrie De Nora, società quotata su su Euronext Milan e specializzata nell’elettrochimica e nella filiera dell’idrogeno verde, ha approvato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2024 e deliberato di approvare la distribuzione agli azionisti di undividendo unitario pari a 0,104 euro per ciascuna azione avente diritto, per un importo complessivo pari a 20.664.689,14 euro, al lordo delle ritenute di legge, corrispondente ad un pay-out di circa il 25% dell’utile netto consolidato, mediante l’utilizzo dell’utile di esercizio. Data di stacco del dividendo sarà il 19 maggio 2025, data di messa in pagamento il 21 maggio 2025 e data di legittimazione al pagamento del dividendo (record date) il 20 maggio 2025.L’Assemblea ha anche deliberato la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio 2025-2027, che resterà in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2027, composto da: Maria Giovanna Calloni, Federico De Nora, Paolo Dellachà, Mario Cesari, Anna Chiara Svelto, Stefano Venier, Luca Passa, Elisabetta Oliveri, Michelangelo Mantero, Giorgio Metta, Alessandro Garrone e Alice Vatta – tratti dall’unica lista presentata dagli azionisti di maggioranza FDN S.p.A., Norfin S.p.A. e Asset Company 10 S.r.l., titolari, complessivamente, di n. 143.861.635 azioni a voto plurimo e n. 667.489 azioni ordinarie, pari, complessivamente considerate, al 71,66% del capitale sociale e all’85,995% dei diritti di voto. L’assemblea ha confermato Federico De Nora quale Presidente del Consiglio di Amministrazione. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, ok da soci a bilancio e dividendo. Rinnovato il CdA

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di Intesa Sanpaolo ha approvato il bilancio d’esercizio 2024 e la distribuzione cash agli azionisti – tenendo conto dell’acconto dividendi pagato lo scorso novembre pari a 3.022.396.312,63 euro corrispondenti a 17,00 centesimi di euro per azione – di un ammontare a saldo pari a 3.044.427.655,67 euro (corrispondenti a 17,10 centesimi), di cui 2.252.164.318,38 euro come dividendi a valere sull’utile d’esercizio (corrispondenti a 12,65 centesimi) e di 792.263.337,29 euro come assegnazione di riserve a valere sulla Riserva sovrapprezzo (corrispondenti a 4,45 centesimi), per un importo complessivo – acconto e saldo – relativo all’esercizio 2024 pari a 6.066.823.968,30 euro, corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato.La distribuzione avrà luogo a partire dal giorno 21 maggio 2025 (con stacco cedole il 19 maggio e record date il 20 maggio). Rapportando l’importo unitario complessivo proposto di 34,1 centesimi di euro al prezzo di riferimento dell’azione registrato mediamente nel 2024, risulta un rendimento (dividend yield) pari a 9,80%.I soci hanno anche determinato in 19 il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione. Per la Lista 1, di maggioranza, presentata dalle fondazioni bancarie, sono stati eletti 14 Consiglieri: Gian Maria Gros-Pietro, Paola Tagliavini, Carlo Messina, Maria Angela Zappia, Franco Ceruti, Paolo Maria Vittorio Grandi, Luciano Nebbia, Liana Logiurato, Pietro Previtali, Maria Alessandra Stefanelli, Bruno Maria Parigi, Fabrizio Mosca, Mariella Tagliabue, Maura Campra. Per la Lista 2, di minoranza, presentata da Assogestioni, sono stati eletti 5 Consiglieri: Anna Gatti, Guido Celona, Mariarosaria Taddeo, Roberto Franchini, Riccardo Secondo Carlo Motta. L’Assemblea ha eletto Gian Maria Gros-Pietro Presidente e Paola Tagliavini Vice Presidente. LEGGI TUTTO