7 Maggio 2025

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    OEM automobilistici europei, Fitch: profitti in calo con turbolenze su dazi

    (Teleborsa) – La generazione di free cash flow (FCF) e la redditività degli original equipment manufacturer (OEM) di automobili europeidiminuiranno nel 2025 a causa delle turbolenze di mercato causate dai dazi dell’amministrazione Trump. Lo afferma Fitch Ratings in un nuovo rapporto sul tema, spiegando che questo fa seguito a un calo di pari entità nel 2024, causato da oneri di ristrutturazione, minore produzione e difficili condizioni di mercato in Cina.I dazi del 25% su tutte le automobili importate e su alcuni ricambi auto, imposti il ??26 marzo, rimangono in vigore, nonostante altri dazi annunciati siano stati rinviati di 90 giorni. Quest’ultima misura rappresenta un rischio significativo al ribasso per le case automobilistiche che esportano veicoli prodotti in Giappone, Corea e Germania negli Stati Uniti. Fitch prevede che i bilanci rimarranno solidi, come riflesso dalle posizioni di cassa nette, in particolare tra gli emittenti investment grade. Tuttavia, le pressioni negative sui rating sono aumentate per gli emittenti i cui profili di credito sono già compromessi da oneri di ristrutturazione, riduzione dei livelli di produzione e difficili condizioni di mercato in Cina, riducendo il margine di valutazione.Fitch prevede che sia i fornitori che le case automobilistiche condivideranno l’onere dei dazi più elevati. Molti fornitori cercheranno di trasferire i costi dei dazi alle case automobilistiche, che dovranno assorbirne la maggior parte attraverso aumenti di prezzo. LEGGI TUTTO

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    Edilizia e qualità del costruito: avviare una ‘rivoluzione’ che metta insieme sostenibilità ed economia

    (Teleborsa) – Serve una ‘rivoluzione’ che coniughi sostenibilità ed economia per vincere la sfida legata alla crescita del tessuto urbano e alla qualità del ‘costruito’. E’ questa la prima indicazione emersa a Milano da ‘ITC Construction Days 2025’, la prima conferenza nazionale dell’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con AssimpredilAnce, cominciata oggi e che si concluderà il 9 maggio con la partecipazione di esperti e rappresentanti di categoria. Al centro delle assise il rapporto ricerca-produzione e i temi del cambiamento climatico, della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale, della transizione ecologica. “La ricerca – ha detto Massimo Clemente, direttore dell’ITC-CNR – deve dare risposte concrete a problemi oggettivi. Il problema della casa è molto sentito dai cittadini e dalle imprese che cercano nuovi campi di sviluppo. Dopo la stagione dei ‘superbonus’, la ricerca deve fare in modo che queste aspettative si traducano in miglioramento della qualità della vita; occorre rispondere ai grandi temi della casa e della qualità urbana” ha ancora affermato lo studioso che ha suggerito l’utilizzazione delle tecnologie ma, nello stesso tempo, l’attivazione “di processi di ascolto con le comunità” oltre che con “il sistema della produzione, delle istituzioni, della politica”.Emilio Fortunato Campana, direttore CNR-DIITET, ha evidenziato che “il 2% della superficie del mondo è occupato da città, il 50% della popolazione mondiale vive già nelle città e questo dato tende ad aumentare” aggiungendo che “le città consumano il 75% dell’energia e producono l’80% della CO2 nel mondo”. Quindi affrontare il tema della casa, delle città, del come la comunità umana si organizza per vivere insieme “rappresenta il cuore del futuro della sostenibilità del mondo”. Ma gli agglomerati urbani non sono uguali; quindi, occorre affrontare una questione complessa: “Le risposte possono venire dalle nuove tecnologie digitali, con l’intelligenza artificiale ma anche con la comprensione che la città è un sistema complesso che ha tanti sistemi e bisogna studiare questi sistemi separatamente, ma anche nelle loro interazioni”. Il riferimento è ai sistemi, al traffico, alla distribuzione delle risorse, al ciclo dei rifiuti, alla fruizione dei beni culturali, all’ambiente costruito, alla qualità dell’aria.Secondo Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance, “è fondamentale ripensare il nostro modo di vivere e ragionare per dare risposte concrete ai nuovi bisogni della popolazione”. “Le case devono essere tecnologicamente efficienti e flessibili – ha ancora detto – Noi abbiamo varato un ‘codice’ di condotta che si chiama ‘Cantiere Impatto Sostenibile’ che mette al centro la sostenibilità come linea-guida per l’attività delle nostre realtà che riguarda la fase di cantiere, fase fondamentale della nostra attività. Il tutto per giungere un prodotto edilizio che possa rispondere alle esigenze della popolazione. Ma il tutto deve avvenire in una logica di sostenibilità economica”.Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, ha sottolineato che “oggi c’è enorme difficoltà all’accesso al bene casa in quanto ci sono costi che non risultano congrui con le disponibilità economiche”. “Stiamo lavorando – ha sostenuto – perché si mettano in campo misure di natura fiscale, urbanistica – attraverso un nuovo testo unico delle costruzioni – per far sì, anche con l’utilizzazione del capitale privato, che il bene casa diventi accessibile non solo in Italia ma in tutta Europa”. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis, OPAS su illimity al via il 19 maggio dopo ok Consob

    (Teleborsa) – Con riferimento all’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) volontaria totalitaria su illimity Bank annunciata da parte di Banca Ifis, l’offerente ha reso noto che CONSOB ha approvato il documento di offerta.Il periodo di adesione, concordato con Borsa Italiana, avrà inizio il 19 maggio 2025 e terminerà il 27 giugno 2025 (salvo proroghe) e, pertanto, sarà pari a 30 giorni di Borsa aperta. L’eventuale riapertura del periodo di adesione sarà per 5 giorni di Borsa aperta e precisamente, salvo eventuali proroghe del periodo di adesione, per le sedute del 7, 8, 9, 10 e 11 luglio 2025.Banca Ifis riconoscerà a ciascun azionista di illimity che aderirà un corrispettivo complessivo unitario, composto da: una componente rappresentata da azioni ordinarie di Banca Ifis di nuova emissione, pari a n. 0,10 azioni ordinarie aventi godimento regolare e le stesse caratteristiche delle azioni Banca Ifis già in circolazione alla data di emissione; e una componente in denaro, pari a 1,414 euro, che sarà aggiustata a 1,506 euro a seguito dello stacco, in data 19 maggio 2025, della cedola relativa al saldo del dividendo per l’esercizio 2024 che sarà distribuito da Banca Ifis e deliberato dall’Assemblea degli Azionisti in data 17 aprile 2025. LEGGI TUTTO

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    IDNTT, utile 2024 scende a 1,2 milioni di euro. AD: rammarico per valore di Borsa

    (Teleborsa) – IDNTT, MarTech Content Factory attiva nella produzione di contenuti omnichannel e quotata su Euronext Growth Milan, ha chiuso l’esercizio 2024 con ricavi totali pari a 21,6 milioni di euro, registrando una crescita dell’11,7%. Considerando i 12 mesi di ricavi 2024 di Real Life Television (acquisita a giugno 2024) e Take (perfezionata a gennaio 2025), i ricavi totali pro-forma si attesterebbero a 27 milioni, evidenziando una crescita del 39,5% rispetto al FY2023.L’EBITDA continua a crescere (+8,6% YoY) passando da 3,5 milioni nel 2023 a 3,7 milioni di euro del 2024, nonostante l’incremento dei costi operativi; l’EBITDA margin si attesta al 17,3%, inferiore rispetto al 18,2% del 2023 ma già in aumento rispetto al 15,5% del primo semestre 2024. L’esercizio si chiude con un Utile Netto pari a 1,2 milioni di euro, rispetto a 1,6 milioni del 2023.L’Indebitamento Finanziario Netto al 31.12.2024 è pari a 1,6 milioni di euro, rispetto a un IFN di 1 milione al 30 giugno 2024 e a un IFN cash positive per 2,1 milioni al 31 dicembre 2023. Si evidenza, comunque, un livello molto basso di leva finanziaria (0,4x il rapporto IFN/EBITDA).”Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti nell’esercizio 2024, che confermano la nostra capacità di consolidare le relazioni pluriennali con i clienti storici, che generano ricavi ricorrenti pari a circa il 90% del Fatturato di Gruppo e di avviare nuove progettualità attraverso innovazione di prodotto e di processo nel pieno rispetto degli obiettivi di crescita “sana” che ci siamo sempre prefissati”, ha commentato l’AD Christian Traviglia.”Desidero esprimere un unico rammarico: il valore di Borsa attualmente non riflette appieno il reale valore della nostra società, un valore solido e fondato su dati concreti e fondamentali economici, piuttosto che su ipotesi o previsioni future – ha aggiunto – Colgo l’occasione per ringraziare sentitamente i fondi istituzionali che hanno dimostrato fiducia nel nostro progetto, mantenendo le loro posizioni nel tempo, e i numerosi azionisti retail che, anche in questi ultimi mesi, ci hanno scritto a lamentandosi per l’andamento del titolo, ma al tempo stesso rinnovando la loro fiducia nella società, nella nostra strategia e nei risultati raggiunti”.Prosegue l’attuazione delle strategie delineate nel Piano Industriale 2025-2027 confermando obiettivo di Fatturato 2025 tra i 27-30 milioni di euro e EBITDA tra 4,8-5,7 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    OPA parziale Cairo, adesioni oltre il 58,9% nell’ultimo giorno

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria parziale, promossa da Cairo Communication, società quotata su Euronext STAR Milan e capofila di un gruppo di aziende che operano nel settore editoriale, sulle azioni proprie, risulta che oggi 7 maggio 2025 sono state presentate 3.876.017 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 14.258.391, pari al 58,93118% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 7 aprile 2025 ed è terminata oggi, 7 maggio 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Cairo Communication acquistate sul mercato nei giorni 6 e 7 maggio 2025 non possono essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Intercos, aumento a doppia cifra di ricavi ed EBITDA nel primo trimestre

    (Teleborsa) – Intercos, gruppo attivo nella cosmetica e quotato su Euronext Milan, ha chiuso il primo trimestre 2025 con Ricavi Netti pari a 250,8 milioni di euro, in crescita del 13,4% (+13,1% a tassi costanti) o di +29,7 milioni. L’EBITDA Rettificato si è attestato a 29,3 milioni, registrando un incremento del 40,6% rispetto allo scorso anno (+8,4 milioni). La crescita è stata trainata non solo dall’ottimo andamento del fatturato, ma anche dal netto miglioramento della profittabilità, con un’espansione dell’incidenza dell’EBITDA sulle vendite nette di +225 punti base rispetto al primo trimestre del 2024.La Posizione Finanziaria netta è pari a 126,9 milioni, o 84,4 milioni se si esclude l’impatto contabile derivante dall’IFRS16, riflettendo un lieve aumento principalmente per effetto dei maggiori investimenti legati ai piani di espansione del Gruppo. La leva finanziaria (posizione finanziaria netta su EBITDA rettificato degli ultimi dodici mesi) è pari a 0,84x, sostanzialmente allineata a quella dello scorso anno (0,80x).”Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti nel primo trimestre del 2025 – ha commentato i CEO Renato Semerari – In un contesto di mercato che si sapeva sarebbe stato sfidante a inizio 2025 a causa di andamenti di mercato poco favorevoli, soprattutto negli USA e in Cina, il nostro Gruppo ha dimostrato ancora una volta una forte capacità di resilienza, con vendite in crescita sia rispetto al primo trimestre del 2024 (+13%) che rispetto al 2023 (+7%). In particolare, siamo molto soddisfatti della performance della nostra principale Business Unit, quella relativa al Make-up, che grazie a una crescita nel trimestre del +23%, è tornata a pesare più del 60% del fatturato complessivo del Gruppo. La forte crescita ha inoltre caratterizzato tutte le regioni in cui Intercos opera, con le Americhe, l’area EMEA e l’Asia, tutte in crescita a doppia cifra. In particolare i tassi di crescita Asiatici continuano ad essere in chiara controtendenza rispetto al mercato di riferimento, con crescite significative (+18% nel trimestre) sia in Cina che in Corea”.”In un contesto di mercato che rimane complesso, soprattutto negli Stati Uniti, questi risultati confortano il nostro ottimismo sulle potenzialità del nostro Gruppo – ha aggiunto – L’andamento degli ordinativi continua ad essere robusto, confermando la resilienza di Intercos, e il rinnovato interesse per prodotti innovativi sviluppati dal nostro Gruppo in tutte le Regioni del Mondo in cui operiamo è stato confermato anche dall’interesse dimostrato dai nostri clienti durante la fiera Cosmoprof. Le attuali incertezze che stanno caratterizzando il commercio mondiale, non solo del Beauty, riteniamo andranno, nel medio termine, a favorire produttori che, come Intercos, godono di un footprint globale, ben bilanciato, e vicino ai mercati di sbocco finali”.Alla luce dei risultati del primo trimestre e dell’andamento della raccolta ordini, il Gruppo conferma per il 2025 la sua guidance che prevede un aumento delle vendite nette rispetto al 2024 in un intervallo compreso tra +5% e +7% a cambi costanti. LEGGI TUTTO

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    OPS su Banco BPM, adesioni a quota 145 mila azioni al 7 maggio

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da UniCredit sulle azioni ordinarie di Banco BPM, risulta che oggi 7 maggio 2025 sono state presentate 7.984 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 145.222, pari al 0,009584% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 28 aprile 2025 e terminerà il 23 giugno 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Banco BPM acquistate sul mercato nei giorni 20 e 23 giugno 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Metano, IEA: quasi un terzo delle emissioni da settore dei combustibili fossili

    (Teleborsa) – Nel 2024 il settore dei combustibilifossili è stato responsabile di quasi un terzo delle emissioni di metano derivanti dall’attività umana. La produzione record di petrolio, gas e carbone, unita a limitati sforzi di mitigazione, ha mantenuto le emissioni al di sopra dei 120 milioni di tonnellate (Mt) all’anno. È quanto è emerso dal Global Methane Tracker 2025 pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA). La produzione e il consumo di bioenergia hanno ulteriori 20 Mt di metano, in gran parte derivanti dalla combustione incompleta della biomassa tradizionale utilizzata per cucinare e riscaldare nelle economie in via di sviluppo.Lo studio ha confermato che anche i settori dell’agricoltura e dei rifiuti sono importanti fonti di emissioni di metano, ma ha evidenziato che il potenziale maggiore per la riduzione immediata delle emissioni è quello dell’approvvigionamento di combustibili fossili. “Soluzioni che riducono le emissioni di metano da combustibili fossili quasi a zero esistono già e potrebbero essere implementate oggi a costi minimi, o addirittura negativi – si legge nel rapporto dell’IEA –. Stimiamo che circa il 5% della produzione globale di petrolio e gas soddisfi attualmente uno standard di emissioni prossime allo zero (quasi 3 milioni di barili al giorno di petrolio e 130 miliardi di metri cubi di gas naturale)”. Pur riconoscendo la crescita dell’impegno di molti attori per ridurre le emissioni di metano, l’Agenzia ha però rilevato che “finora pochi paesi o aziende hanno formulato piani di attuazione concreti per questi impegni, e ancora meno hanno dimostrato riduzioni delle emissioni verificabili”.”Il Global Methane Tracker 2025 dell’IEA ha rivelato che nel 2024, a causa delle operazioni del settore dei combustibili fossili, sono stati dispersi 120 milioni di tonnellate di metano, un volume equivalente all’intero fabbisogno annuale di gas residenziale dell’UE. Questo evidenzia l’inefficienza e i rischi legati alle attuali catene di approvvigionamento energetico a livello globale”, ha commentato l’organizzazione ambientalista Environmental Defense Fund Europe.”Per l’Italia, ridurre le emissioni di metano e migliorare l’efficienza energetica sono obiettivi urgenti, soprattutto in un contesto di crescente incertezza sulla sicurezza energetica e dipendenza da partner inaffidabili – ha aggiunto –. Per questo, il regolamento europeo sul metano rappresenta un’opportunità concreta per l’Italia di rispondere a una sfida cruciale, stabilendo regole chiare per la misurazione, il reporting e la verifica delle emissioni. Adottare questi standard non solo aiuterà a ridurre i rischi, ma favorirà anche l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate, migliorando la qualità dei dati sulle emissioni”.”Inoltre, se l’Italia vuole essere un hub energetico e un leader nella transizione energetica senza compromettere la propria sicurezza energetica, ha bisogno di un quadro normativo stabile e di politiche mirate per rafforzare l’indipendenza energetica, sostenere la competitività dell’industria nazionale e contribuire attivamente alla decarbonizzazione europea”, ha concluso l’organizzazione ambientalista. LEGGI TUTTO