Maggio 2025

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    BTP Italia, 62% degli ordini retail inferiore a 20.000 euro. Acquisti istituzionali al 65% domestici

    (Teleborsa) – La ventesima emissione del BTP Italia, titolo indicizzato all’inflazione, ha raccolto 8.790,678 milioni di euro da piccoli risparmiatori (retail) e investitori istituzionali durante il periodo di collocamento, iniziato lo scorso 27 maggio 2025 e concluso oggi, 30 maggio, alle ore 12. Lo ha comunicato il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).Il nuovo titolo ha scadenza a 7 anni – data godimento 4 giugno 2025 e data scadenza 4 maggio 2032 – e un tasso cedolare (reale) annuo definitivo pari all’1,85%, pagato in due cedole semestrali, mentre il regolamento dell’operazione avverrà lo stesso giorno del godimento del titolo. L’importo emesso, 8.790,678 milioni di euro, coincide con il controvalore complessivo dei contratti di acquisto validamente conclusi alla pari sul MOT (il Mercato Telematico delle Obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana) attraverso Intesa Sanpaolo, UniCredit e Banco BPM.In particolare, nel corso della Prima Fase del collocamento (dedicata a investitori individuali e affini), dal 27 al 29 maggio, sono stati conclusi 190.125 contratti per un controvalore pari a 6.533,255 milioni di euro. Il taglio medio dei contratti è risultato pari a 34.363 euro. In particolare, il 1° giorno si sono registrati 85.981 contratti per 3.144.401.000 euro, il 2° giorno si sono registrati 63.946 contratti per 2.144.754.000, il 3° giorno si sono registrati 40.198 contratti per 1.244.100.000 euro.Sempre con riferimento alla Prima Fase, dei 190.125 contratti conclusi sul MOT circa il 62% è stato di importo inferiore ai 20.000 euro, mentre se si considerano i contratti fino a 50.000 euro, si supera l’88% del totale. Sebbene le modalità di emissione non consentano di avere dati puntuali sulle caratteristiche degli investitori, dalle informazioni raccolte dai Dealer e Co-Dealer, il MEF afferma che si può desumere che nel corso della Prima Fase la partecipazione di investitori individuali è stata particolarmente rilevante rispetto a quella del private banking, con una quota di rispettivamente 65% e 35%.All’interno della quota sottoscritta da investitori individuali, si stima che il 51% abbia inoltrato l’ordine attraverso le filiali delle reti bancarie (sia recandosi fisicamente in filiale sia inoltrando l’ordine a distanza) o gli uffici postali, mentre la quota di partecipazione attraverso l’home banking è stata pari al 49%. Per quanto riguarda la ripartizione geografica, la quasi totalità degli ordini ricevuti durante la Prima Fase risulta provenire da investitori domestici.La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, che si è svolta nell’arco di 2 ore nella giornata odierna, ha registrato 192 contratti per un controvalore complessivo domandato interamente accolto, pari a 2.257,423 milioni di euro.Sempre con riferimento alla Seconda Fase di collocamento, dalle informazioni raccolte dai Dealer eCo-Dealer, si può desumere che il 59,7% dell’ammontare emesso nella Seconda Fase è stato collocato presso le banche, mentre il 10,7% presso asset manager. Le istituzioni governative hanno acquistato il 12,3% dell’emissione, mentre gli hedge fund hanno sottoscritto il 9,8%. La quota residuale è stata collocata presso altre tipologie di investitori.Il collocamento del titolo nella Seconda Fase ha visto una predominante presenza di investitori domestici, che ne hanno sottoscritto il 65,4%. Il restante 34,6 per cento dell’emissione è stato sottoscritto da investitori europei, in particolare residenti nel Regno Unito (11,8%), nei paesi scandinavi (12,3%), in Germania e Svizzera (%), in Spagna (3,7%) e presso altri paesi europei (1,7%). LEGGI TUTTO

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    Netweek, indebitamento finanziario netto a 3,7 milioni di euro al 30 aprile

    (Teleborsa) – Al 30 aprile 2025 l’indebitamento finanziario netto di Netweek, gruppo editoriale quotato su Euronext Milan, è negativo per 3,722 milioni di euro e recepisce gli effetti dell’atto di fusione relativo all’incorporazione di Media Group. Il gruppo precisa che nel mese di marzo 2024 è stato concesso a Netweek Spa un’anticipazione di c/c di 5 milioni di euro da BCC ROMA; inoltre, il 20 maggio 2024 Netweek ha acquisito direttamente il 16,66% delle quote di Telecity 2 corrispondendo il prezzo di 1 milione di euro tramite il ricorso a linee di credito disponibili per 0,2 milioni di euro, e tramite un vendor loan non oneroso rimborsabile in 6 anni concesso dalla famiglia Tacchino per i restanti 0,8 milioni di euro.Al 30 aprile 2025 il Gruppo presenta posizioni debitorie scadute nei confronti dell’erario per 13,46 milioni di euro, riferite a ritenute alla fonte e iva che verranno versate entro i termini di legge per potersi avvalere del ravvedimento operoso, di cui 2,45 milioni di euro già compresi nella voce debiti commerciali e altri debiti non correnti della posizione finanziaria netta consolidata. Il Gruppo ha debiti commerciali scaduti alla data del 30 aprile 2025 di circa 5,07 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Energia, Pichetto: Genova ha le carte in regola per ospitare l’Agenzia per la sicurezza nucleare

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che “Genova ha tutte le carte in regola per candidarsi a ospitare l’Agenzia per la sicurezza nucleare”. “Certo saranno da individuare tutta una serie di sedi per l’Agenzia e anche per la sede principale del deposito dei rifiuti nucleari in Italia, sono temi che affronteremo insieme”, ha aggiunto il ministro a margine del Festival del Lavoro in corso a Genova. “Ogni città ha il diritto di candidarsi a ospitare l’Agenzia per la sicurezza nucleare. Si candidano tutti per l’Agenzia e pochi per il deposito dei rifiuti, vedremo di abbinarli”, ha aggiunto.Il ministro ha risposto così alla candidatura arrivata dal presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, che la scorsa settimana aveva parlato dell’opportunità per Genova di diventare la capitale nazionale del “nucleare verde”.”Genova può certamente avere un ruolo centrale per il ritorno al nucleare dell’Italia perché ha una storia – ha sottolineato il ministro Pichetto –. Nonostante i quasi 40 anni di abbandono del nucleare da parte del nostro Paese, Ansaldo Nucleare ha mantenuto una conoscenza del settore molto elevata”. “A Genova e in Liguria ci sono imprese a fianco di Ansaldo Nucleare che lavorano con grandi commesse sul settore nucleare, pensiamo alla produzione di superconduttori alla Spezia, una cosa molto rilevante”, ha aggiunto.Al ministro è stato poi chiesto un commento sul costo dell’energia in Italia. “Oggi paghiamo un prezzo altissimo, difficile paragonarsi a Francia che il nucleare e la Spagna che ha aree enormi di rinnovabili. Il confronto non ci sta: la strada per noi deve essere aumentare le rinnovabili per riuscire a intervenire sulle determinazioni del prezzo”, ha dichiarato. “Il gas pesa il 70% sul prezzo anche se produce il 40% dell’energia. Occorre creare un mix con energie che garantiscano continuità, come il nucleare”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Webuild, Fitch alza il rating a “BB+”. Ferrari: a un passo dall’investment grade

    (Teleborsa) – Fitch ha alzato il rating di Webuild, big italiano delle costruzioni e dell’ingegneria, a “BB+” dal precedente “BB” con outlook “Stabile”, collocando la società a un solo passo dall’investment grade.L’upgrade riflette la previsione che il migliorato profilo aziendale di Webuild rimarrà solido, con una forte visibilità sui ricavi e strutture contrattuali migliorate, con la capacità di trasferire i costi incrementali, a supporto dei margini. Tiene inoltre conto di una migliore diversificazione geografica, con maggiori ricavi da economie a basso rischio e una ridotta volatilità del capitale circolante.Viene riflesso anche il miglioramento della struttura finanziaria di Webuild, con una leva finanziaria netta EBITDA che si manterrà presumibilmente inferiore a 1,5x per il periodo 2025-2028 e una leva finanziaria lorda EBITDA inferiore a 2,5x per il periodo 2026-2028. Questo sarà trainato principalmente dalla forte crescita dell’EBITDA derivante da commesse ad alto margine, in particolare in Italia e Australia.L’upgrade “riflette la solidità della struttura finanziaria e la capacità di Webuild di generare cassa in modo sostenibile, anche in contesti macroeconomici complessi – ha dichiarato il Direttore Generale di Webuild, Massimo Ferrari – Un risultato che pone il Gruppo a solo un gradino dall’investment grade”.”Negli ultimi anni è stato rafforzato il profilo di credito attraverso una gestione attenta, una diversificazione geografica bilanciata e una pipeline ordini di alta qualità concentrata in mercati a basso rischio – ha aggiunto – L’accentramento della gestione del working capital, del processo di bidding e del risk management richiedono investimenti in risorse e tecnologia che solo un Gruppo di grande dimensione può fare. Il 2024 si è chiuso con risultati record, superando i target sfidanti previsti per l’anno. Una posizione che ha permesso di rivedere al rialzo i target per il 2025, che prevedeva già obiettivi ambiziosi”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite dettaglio aprile sopra attese

    (Teleborsa) – Crescono più delle attese le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite ad aprile, su base mensile, sono salite dello 0,5% contro il -1,2% del mese precedente. Le vendite cresciute del 3,3% su base annuale, dopo il +3,1% di marzo e contro il +2,9% atteso dagli analisti.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +1,4% su anno e un -0,7% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento del 2% tendenziale ed un calo dello 0,1% su mese. LEGGI TUTTO

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    Caro-spesa, Unimpresa: “Da 2022 pane, latte e pasta aumentati fino a 70%”

    (Teleborsa) – Negli ultimi tre anni i prezzi dei beni alimentari essenziali per la dieta degli italiani – pane, latte e pasta – hanno registrato aumenti record, mettendo sotto pressione i bilanci delle famiglie. Dal 2022 al 2025 il pane è rincarato fino al 62%, il latte fino al 20% e la pasta ha toccato un +38% in un solo anno. Alla base della corsa dei prezzi ci sono la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la siccità nei Paesi esportatori di grano, l’impennata dei costi di produzione e la speculazione sui mercati delle materie prime. Nel 2024 e nel 2025 i prezzi si sono stabilizzati, ma senza tornare ai livelli pre-crisi: oggi un chilo di pane costa in media tra i 4,5 e i 5,5 euro. Nel 2024 e all’inizio del 2025, il latte crudo ha toccato i 65,3 euro per 100 chili, portando il prezzo al dettaglio a 2,10-2,30 euro al litro, circa il 15-20% in più rispetto al 2022. Il prezzo della pasta è arrivato a circa 1,7 euro al chilogrammo. È quanto segnala un report del Centro studi di Unimpresa.Nonostante una lieve stabilizzazione nel 2024-2025, – rileva Unimpresa – i livelli pre-crisi restano lontani. In calo i consumi e in crescita la spesa nei discount (+11,9%). Quasi 4,5 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a cure mediche per motivi economici. Un contesto che impone interventi urgenti: riduzione dell’Iva sui beni di prima necessità, sostegno alla produzione locale, controlli sulla speculazione e fondi contro la povertà alimentare.”Il rincaro di beni essenziali come pane, latte e pasta non è solo una questione economica, ma un segnale preoccupante di disagio sociale che rischia di diventare strutturale. Milioni di italiani – soprattutto nei ceti medi e popolari – si trovano costretti a fare scelte drammatiche tra cibo, salute e istruzione. È una spirale pericolosa, che alimenta una nuova forma di povertà silenziosa, spesso invisibile nei numeri ufficiali ma ben presente nella vita quotidiana di tante famiglie. Di fronte a un pane che costa fino a oltre 5 euro al chilo, un litro di latte che sfiora i 2,30 euro e una pasta che ha superato abbondantemente l’euro e mezzo al chilo, parlare di stabilizzazione dei prezzi suona quasi offensivo per chi vive con stipendi bassi o pensioni minime. Questi aumenti colpiscono in modo sproporzionato chi ha meno, aggravando le disuguaglianze sociali. Per questo chiediamo al governo misure concrete: abbassare l’Iva sui beni alimentari, rafforzare i controlli contro le speculazioni e sostenere le fasce più fragili con fondi dedicati alla sicurezza alimentare – commenta il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi –. Il diritto al cibo non può essere subordinato alle dinamiche dei mercati finanziari. Se oggi anche un pacco di pasta diventa un lusso per troppe famiglie, vuol dire che qualcosa si è rotto nel nostro sistema economico e sociale. E a quel punto non possiamo più parlare solo di inflazione, ma di emergenza sociale”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, attesa in frenata la produzione industriale di aprile

    (Teleborsa) – Frena, ma meno delle attese la produzione industriale giapponese ad aprile. Secondo il Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria giapponese (METI), l’indice della produzione industriale destagionalizzato ha registrato un decremento dello 0,9% su base mensile, dopo il +0,3% registrato a marzo. Le stime degli analisti erano per una discesa dell’1,4%. L’indice grezzo ha segnato un incremento su base annuale dello 0,7%.Alla frenata della produzione contribuisce la caduta delle scorte (-0,5% su mese) mentre salgono le consegne (+0,2%). La ratio delle scorte è pari a +0,2%. LEGGI TUTTO

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    Da premierato a separazione carriere: Governo accelera, ira opposizioni

    (Teleborsa) – Blindare alcuni provvedimenti e accelerare sull’iter di altri: Governo e maggioranza fissano il timing prima della tradizionale pausa estiva. Tre in particolare i dossier: riforma costituzionale sul premierato ( particolarmente a cuore a FdI), riforma costituzionale sulla separazione delle carriere (sulla quale è in pressing FI) e il – contestatissimo da opposizioni e associazioni -decreto Sicurezza, sul quale spinge la Lega con le opposizioni che denunciano “la spartizione” . E proprio sul decreto Sicurezza, dopo la fiducia alla Camera, è altamente probabile che il Governo giochi la stessa carta anche al Senato; “C’è una mortificazione non solo del Parlamento ma anche dell’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini”, dice il capogruppo dem in Affari costituzionali, Andrea Giorgis.Opposizioni che non nascondono una certa preoccupazione data l’accelerazione che governo e maggioranza vogliono imprimere alle riforme, “si profila una nuova compressione del dibattito e dell’esame” di “provvedimenti importanti come le modifiche alla Costituzione”. LEGGI TUTTO