3 Giugno 2025

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    Ambiente, ENEA nel progetto europeo da 1,7 milioni per la sostenibilità del settore ittico

    (Teleborsa) – Un settore ittico più competitivo e sostenibile: è l’obiettivo del progetto europeo FISHIMPACT del valore di 1,7 milioni di euro, che vede la partecipazione di dieci istituzioni di 6 paesi dell’area adriatico-ionica, tra cui in Italia, ENEA e lo spin-off CibuSalus, supportati da Assoittica e Gruppo Europeo di Interesse Economico SPES.”Con FISHIMPACT vogliamo sostenere le imprese del settore nell’adottare nuovi standard di sostenibilità ambientale e sociale sia a livello organizzativo sia per i prodotti ittici. In questo contesto la cooperazione tra gli Stati sarà fondamentale per sviluppare strategie comuni di gestione sostenibile, tenendo conto delle specificità geopolitiche e dei diversi contesti giuridici e amministrativi dei paesi coinvolti”, spiega la referente ENEA del progetto, Sara Cortesi, ricercatrice del Laboratorio Strumenti per la sostenibilità e circolarità di sistemi produttivi e territoriali.In particolare, ENEA coordinerà le attività volte ad analizzare lo stato dell’arte delle etichette e delle certificazioni nutrizionali e di sostenibilità utilizzate per i prodotti ittici in Europa e nei paesi IPA, ossia quelli che beneficiano di assistenza preadesione da parte della Ue, come Albania, Montenegro e Bosnia-Erzegovina. Inoltre, a supporto delle PMI della pesca e dell’acquacoltura, ENEA svilupperà uno strumento di autovalutazione multilingue, integrato con una banca dati di buone pratiche che offrirà alle aziende spunti concreti di miglioramento. “Metteremo a punto anche un nuovo modello di comunicazione chiara e trasparente per i consumatori, per evidenziare le caratteristiche ambientali, sociali e nutrizionali dei prodotti ittici venduti. Questo approccio non solo migliorerà la competitività delle imprese, ma potrà anche incentivare abitudini alimentari più salutari e acquisti più responsabili da parte dei consumatori”, continua Cortesi.In generale, il progetto FISHIMPACT mira a sviluppare: un’azione pilota transnazionale per testare lo strumento di autovalutazione con circa 100 aziende ittiche; linee guida per facilitare l’introduzione dei nuovi requisiti di qualità e ambientali; un memorandum d’intesa per la cooperazione internazionale tra i paesi della regione adriatico-ionica coinvolti nel progetto per garantire continuità dei risultati anche nel lungo termine. “Organizzeremo inoltre programmi di formazione specifici su temi chiave come Impronta Ambientale di Prodotto, Analisi del Ciclo di Vita, economia circolare e etichettatura, per trasferire i risultati ottenuti a tutti gli attori della filiera, dalle PMI alle organizzazioni di settore fino ai consumatori e alle amministrazioni”, prosegue Cortesi.Con quasi 300 mila tonnellate di pesce l’anno, Italia, Grecia e Croazia detengono quasi il 30% dell’acquacoltura europea. Nello specifico, nell’area adriatico-ionica più della metà della produzione ittica totale proviene dall’acquacoltura, ovvero dall’allevamento controllato di pesci, molluschi e crostacei, piuttosto che dalla pesca tradizionale in mare. E, tra le varie forme di acquacoltura, la maricoltura è di gran lunga la più rilevante.”Pesca e acquacoltura possono offrire grandi opportunità per lo sviluppo dell’economia blu nell’area adriatico-ionica. Ma – conclude la ricercatrice ENEA – serve una gestione coordinata e sostenibile per non entrare in competizione con altri settori della blue economy, come turismo e trasporto marittimo che solo nel 2021 hanno generato in Europa oltre 1,3 milioni di posti di lavoro e quasi 95 miliardi di euro di valore aggiunto lordo”. LEGGI TUTTO

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    USA, ordini industria aprile calano più delle attese

    (Teleborsa) – Calano e più del previsto gli ordinativi all’industria statunitensi. Secondo il Department of Commerce del Bureau of the Census, nel mese di aprile gli ordini hanno evidenziato una discesa del 3,7% dopo la crescita del 3,4% riportata a marzo e contro il -3,1% stimato dal consensus.Al netto del settore dei trasporti, gli ordini sono scesi dello 0,5% come a marzo, mentre al netto del settore difesa sono crollati del 7,5% (-7,5% il mese precedente). LEGGI TUTTO

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    PwC Global AI Job Barometer 2025: l’AI quadruplica la produttività aziendale e traina i salari

    (Teleborsa) – L’intelligenza artificiale rende i lavoratori più preziosi, produttivi e meglio retribuiti, anche nei ruoli più automatizzabili. È quanto emerge dal PwC Global AI Jobs Barometer 2025, ricerca che si basa sull’analisi di quasi un miliardo di annunci di lavoro provenienti da sei continenti per mappare l’impatto dell’AI nel mondo professionale, a livello individuale e aziendale. Dall’adozione su larga scala dell’AI generativa nel 2022, la produttività nei settori più esposti all’intelligenza artificiale – come i servizi finanziari e il software – è quasi quadruplicata: dal +7% registrato nel periodo 2018-2022 al +27% rilevato dall’analisi nel periodo 2018-2024. Al contrario, nei settori meno esposti all’AI – come l’industria estrattiva o l’ospitalità – la crescita della produttività è leggermente diminuita, passando dal +10% al +9%. I dati rilevati dalla ricerca PwC mostrano che nelle aziende dei settori più impattati dall’AI, la crescita del fatturato per dipendente è tre volte superiore rispetto a quella dei settori meno esposti.”La nostra ricerca – ha dichiarato Alessandro Caridi, Digital Innovation leader di PwC Italia – mostra che l’intelligenza artificiale sta già creando valore per le imprese. E siamo solo all’inizio di questa trasformazione. L’adozione su larga scala dell’Agentic AI, con la giusta combinazione di tecnologia e cultura aziendale, può generare opportunità straordinarie per reinventare il lavoro e creare nuovo valore”. Crescono i posti di lavoro impattati dall’AI (+38%), anche nei ruoli automatizzatiContrariamente alle aspettative, la ricerca PwC registra un aumento significativo dell’occupazione nelle posizioni legate all’AI. Tra il 2019 e il 2024, i posti di lavoro impattati dall’AI sono aumentati del 38%, valore estremamente significativo sebbene inferiore al tasso di crescita occupazionale registrato nelle professioni non esposte a questa tecnologia (+65%). All’interno delle categorie professionali più impattate dall’AI, i lavori si dividono in due gruppi: quelli automatizzati, in cui alcune mansioni possono essere svolte dall’AI, e quelli potenziati, in cui l’AI affianca il lavoratore, aiutandolo a essere più efficace. In entrambi i casi, tra il 2019 e il 2024, il numero di posti di lavoro è cresciuto in tutti i settori industriali analizzati, con una crescita più rapida per i ruoli potenziati. I salari crescono il doppio nei settori più esposti all’AINei settori più esposti all’intelligenza artificiale, i salari stanno crescendo a un ritmo doppio rispetto a quelli meno esposti. Gli aumenti riguardano sia i ruoli che possono essere automatizzati sia quelli in cui l’AI affianca il lavoro umano. Inoltre, in tutti i settori analizzati dalla ricerca PwC i lavori che richiedono competenze in ambito AI offrono retribuzioni più alte rispetto a ruoli analoghi che non le richiedono. Nel 2024 il cosiddetto “premio di produzione” medio è salito al 56% per le posizioni con competenze AI, rispetto al 25% rilevato nel 2023. Gli annunci di lavoro per ruoli con competenze AI aumentano del 7,5%Nonostante il calo generalizzato degli annunci di lavoro (-11,3%) a livello mondiale, gli annunci per le posizioni con competenze AI continuano a crescere più velocemente della media, con un aumento del 7,5% rispetto al 2023. “Spesso – ha commentato Caridi – si pensa che l’Intelligenza Artificiale possa diminuire drasticamente i posti di lavoro, ma i risultati della nuova edizione dell’AI Job Barometer mostrano che l’occupazione sta crescendo in quasi tutte le categorie esposte all’AI, incluse quelle ritenute altamente automatizzabili. L’AI quando utilizzata in modo consapevole e critico permette ai lavoratori di moltiplicare il proprio contributo e concentrarsi su compiti più complessi e di maggiore responsabilità. Con una buona preparazione, sia le aziende che i lavoratori possono adattarsi al cambiamento, ripensare i propri ruoli e diventare protagonisti nei rispettivi settori, soprattutto ora che le possibilità offerte dall’AI sono sempre più chiare”.Nelle professioni collegate all’AI le competenze richieste stanno cambiando più rapidamente rispetto agli altri ambiti lavorativi (+66%)Nonostante il quadro positivo in termini di produttività, salari e occupazione, la ricerca PwC evidenzia la necessità per lavoratori e aziende di adattarsi a un ritmo di cambiamento molto più rapido. Le competenze professionali richieste dai datori di lavoro stanno cambiando il 66% più velocemente nei ruoli esposti all’IA, rispetto al 25% registrato nell’edizione precedente dello studio. Anche i requisiti per avere successo nei ruoli impattatati dall’Intelligenza Artificiale stanno cambiando. La domanda di lauree e specializzazioni da parte dei datori di lavoro è in calo per tutti i ruoli, ma in modo più marcato per quelli esposti all’AI. Tra il 2019 e il 2024 la richiesta di lauree nelle posizioni lavorative potenziate dall’Intelligenza Artificiale è diminuita del 7% (dal 66% del 2019 al 59% del 2024) e del 9% per i ruoli automatizzati (dal 53% al 44%). I risultati della ricerca PwC mostrano che in ogni paese analizzato ci sono più donne che uomini nei ruoli esposti all’AI, generando di conseguenza una pressione maggiore per l’aggiornamento delle competenze, con la necessità di programmi di upskilling mirati per le lavoratrici. “Il rapido progresso dell’AI – ha detto Caridi – non sta solo trasformando i settori industriali, ma sta cambiando radicalmente le caratteristiche della forza lavoro e le competenze richieste nel mondo professionale. Non si tratta di un fenomeno transitorio che i datori di lavoro possono ignorare, ma di una realtà destinata a intensificarsi con lo sviluppo tecnologico. Senza investimenti di upskilling e reskilling mirati, le competenze AI del personale rischiano di diventare obsolete rapidamente, molto più di quanto accade con altri strumenti e tecnologie. Occorre investire ampiamente nella formazione e nella creazione di nuove competenze, anche nei casi in cui si versano premi salariali per attrarre i migliori talenti”.L’imperativo aziendale dell’AI secondo PwCPer accelerare la crescita e cogliere le opportunità offerte dall’AI, il PwC Global AI Job Barometer individua cinque azioni chiave per le imprese: Utilizzare l’intelligenza artificiale per la trasformazione dei modelli di business aziendali; trattare l’AI come una leva per la strategia di crescita, non solo per l’efficienza operativa; privilegiare l’Agentic AI, in grado di agire e raggiungere obiettivi in modo autonomo con una supervisione limitata; dotare la forza lavoro delle competenze necessarie per sfruttare al massimo il potenziale dell’AI; sfruttare il potenziale trasformativo dell’AI, rafforzando la fiducia aziendale nei confronti di tecnologie e strumenti digitali. LEGGI TUTTO

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    Titoli Stato, MEF annuncia nuovo BTP 5 anni dual tranche. Riapre BTP Green

    (Teleborsa) – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha affidato a Banco Santander, Barclays, BNP Paribas, BofA, Credit Agricole e Société Générale il mandato per un’emissione dual tranche mediante sindacato di un nuovo benchmark BTP a 5 anni – scadenza 1° ottobre 2030 – e di una riapertura per un importo non superiore a 5 miliardi di euro (no grow) del BTP Green emesso per la prima volta il 14 maggio 2024 con cedola 4,05% e scadenza 30 ottobre 2037.”Prosegue – si legge in una nota del MEF – l’impegno a destinare i proventi dei BTP Green a una pluralità di finalità ambientali” fra cui, per le emissioni del 2025, interventi a favore dell’efficienza energetica degli edifici e i trasporti (in gran parte investimenti in infrastrutture ferroviarie, l’elettrificazione di tratte esistenti, interventi di manutenzione dell’infrastruttura. Il peso relativo è per la maggior parte concentrato su spese sostenute nel corso del 2024 e 2025.La transazione, precisa il MEF, “sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato”. LEGGI TUTTO

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    Fisco, taglio a detrazioni se si superano 75mila euro reddito

    (Teleborsa) – Per i contribuenti con reddito complessivo superiore a 75mila euro l’ammontare massimo delle spese ammesse in detrazione si riduce progressivamente, con un sistema di maggiore tutela per le famiglie numerose o con figli con disabilità. Escluse dalla stretta alcune spese, come quelle mediche, per gli interessi sui mutui e per le assicurazioni sanitarie e sulla vita. La novità,che non riguarda ancora l’attuale stagione delle dichiarazioni dei redditi nei quali si riportano le spese riferite all’anno 2024, viene illustrata nel dettaglio in una circolare dell’Agenzia delle Entrate che fa il punto sulle novità fiscali in materia di detrazioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2025. Il provvedimento attuativo contiene inoltre indicazioni sul nuovo tetto di spesa, innalzato a mille euro, su cui applicare lo sconto fiscale per le spese scolastiche e sulla detrazione forfetaria per il mantenimento dei cani guida.Per i contribuenti con reddito complessivo superiore a 75.000 euro la fruizione delle detrazioni dipende da un meccanismo di calcolo fondato su due parametri: reddito complessivo del contribuente e numero di figli fiscalmente a carico.La norma prevede quindi una riduzione progressiva, all’aumentare del reddito, dell’ammontare massimo degli oneri e delle spese ammessi in detrazione, accompagnata da una maggiore tutela per le famiglie numerose o con figli con disabilità accertata. In pratica la soglia massima di detrazione è di 14mila euro tra i 75.000 e i 100.000 euro e di 8mila euro superata questa soglia, ma solo per chi ha più di due figli o un figlio disabile a carico. Per chi non ha figli, ad esempio, si applica un moltiplicatore che dimezza lo sconto che diventa al massimo di 7mila euro e di 4 mila euro.Con riferimento a questa platea di soggetti, la circolare precisa che il reddito è calcolato al netto di quello dell’abitazione principale e delle relative pertinenze. LEGGI TUTTO

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    OVS, informativa sul buyback

    (Teleborsa) – OVS, nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, tra il 26 e il 30 maggio 2025, complessivamente 9.212 azioni ordinarie (pari allo 0,0036% del capitale sociale) al prezzo unitario medio di 3,6769 euro, per un controvalore pari a 33.871,60 euro.Al 30 maggio, il leader dell’abbigliamento in Italia ha in portafoglio un totale di 9.646.709 azioni proprie pari al 3,7825% del capitale sociale.Intanto, in Borsa, scivola OVS, che si posiziona a 3,726 euro, con una discesa dell’1,95%. LEGGI TUTTO

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    Dl Infrastrutture, Confcommercio: “Bene, ma restano criticità da risolvere”

    (Teleborsa) – “Bene le risorse per l’autotrasporto per dare continuità al percorso verso una maggiore sostenibilità del settore. Analoghi interventi andrebbero previsti anche per il comparto dei bus turistici, che garantisce la capillarità della fruizione di tante risorse del paese. Mezzi nuovi sono, infatti, non solo mezzi più puliti, ma anche più sicuri”. È quanto ha affermato il vicepresidente di Confcommercio con delega alle politiche infrastrutturali, Pasquale Russo intervenendo in audizione sul disegno di legge di conversione del decreto legge 21 maggio 2025, n. 73 infrastrutture innanzi alle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. Russo ha espresso, in generale, apprezzamento per il provvedimento che conferma la valenza strategica del sistema delle infrastrutture e dei trasporti per la competitività del Paese.”In materia portuale – ha proseguito Russo – se va bene l’intervento in materia di targhe prova, che scioglie un critico collo di bottiglia della filiera, non soddisfa, invece, la misura in tema di aggiornamento dei canoni delle concessioni marittime, che di fatto, legittima quanto fatto finora, con grave penalizzazione degli operatori, che hanno visto crescere del 25% in un anno gli importi richiesti. Spiace, infine che una positiva misura di semplificazione dei contratti di arruolamento dei lavoratori marittimi inizialmente contenuta nelle bozze del provvedimento non sia stata confermata nel testo definitivo. Invero, la competitività della strategica filiera marittimo-portuale nazionale passa anche da simili interventi di semplificazione, che auspichiamo possano essere, presto, attuati”. LEGGI TUTTO

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    Technoprobe in denaro, assist da analisti

    (Teleborsa) – Si muove al rialzo il titolo Technoprobe che mostra un guadagno del 3,45%, forte delle indicazioni giunte oggi dagli analisti.Gli analisti di Deutsche Bank hanno rivisto al rialzo il giudizio sul titolo Technoprobe portandolo a “buy” dal precedente “hold”. Ritoccato all’insù anche il target price a 9 euro dai 6,30 indicati in precedenza. Il giudizio “buy” vale per gli esperti di Akros che fissano il prezzo obiettivo a 8,50 euro. Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello del FTSE Italia All-Share. Al momento, quindi, l’appeal degli investitori è rivolto con più decisione all’azienda attiva nel settore dei semiconduttori e della microelettronica rispetto all’indice di riferimento.Lo scenario di medio periodo è sempre connotato positivamente, mentre la struttura di breve periodo mostra qualche cedimento, letto dai relativi indicatori, per l’opposizione della resistenza stimata a quota 7,257 Euro. Funzionale il controllo della situazione di breve offerta dai supporti a 6,922. E’ concreta la possibilità di una continuazione della fase correttiva verso quota 6,793. LEGGI TUTTO