Giugno 2025

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    Antitrust, sanzioni da 32 milioni di euro a Novamont e controllante Eni per abuso posizione dominante

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha irrogato a Novamont una sanzione di 30.359.000 euro e un’altra di 1.701.052,08 euro – in solido con la controllante ENI – per abuso di posizione dominante almeno dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2023.Novamont opera nei mercati nazionali delle materie prime bioplastiche (cosiddette bio-compound) per la produzione di shopper (es. sacchetti spesa) e di sacchetti ultraleggeri (es. ortofrutta). L’Autorità ha accertato che Novamont ha sviluppato un prodotto a norma (denominato Mater-Bi) acquisendo una posizione dominante nel mercato nazionale della produzione di bioplastiche per shopper e per sacchetti ultraleggeri, con una quota sempre superiore al 50% nel primo caso e al 70% nel secondo caso.In questi mercati, Novamont ha creato un doppio sistema di accordi con clausole di approvvigionamento esclusivo a due livelli della filiera: con i trasformatori: clienti diretti che comprano bio-compound per produrre shopper e sacchetti ultra-leggeri, vincolati a rifornirsi esclusivamente di Mater-Bi, precludendo ai concorrenti l’accesso al mercato (questi trasformatori rappresentano, in media, circa il 52% della domanda nazionale di bio-compound per shopper e il 70% di quella per sacchetti ultra-leggeri); con la grande distribuzione organizzata: cliente dei trasformatori in quanto principale acquirente dei sacchetti in questione, vincolata a comprare solo prodotti realizzati con il materiale Mater-Bi dai trasformatori partner di Novamont. Le catene della grande distribuzione contrattualizzate da Novamont hanno rappresentato nel periodo di riferimento fino al 44% della domanda di shopper e sacchetti ultra-leggeri espressa dalla GDO e una quota essenziale di fatturato (sino al 51%) dei trasformatori partner di Novamont.Questo sistema ha “determinato una politica abusiva escludente per i concorrenti di Novamont” – si legge in una nota – attraverso un meccanismo circolare tra i due gruppi di operatori che provoca questi effetti: finché i principali operatori della GDO si vincolano a rifornirsi solo da trasformatori partner di Novamont di sacchetti realizzati in Mater-Bi, i trasformatori stessi sono incentivati ad accettare le clausole di approvvigionamento esclusivo richieste da Novamont; finché la maggioranza dei trasformatori che serve la grande distribuzione organizzata è legata a Novamont da un’esclusiva, la GDO ha convenienza a stipulare con Novamont contratti che prevedono vincoli di esclusiva remunerati e/o meccanismi incentivanti.Gli effetti che derivano dal sistema escludente attuato da Novamont “hanno precluso lo sviluppo di una sana concorrenza nei mercati nazionali della produzione e vendita di bio-compound a norma per shopper e sacchetti ultra-leggeri, perché di fatto hanno impedito ai concorrenti di Novamont di trovare sbocchi effettivi per i loro prodotti e di operare efficacemente in tali mercati”, spiega l’AGCM.”L’ostacolo al pieno sviluppo di prodotti alternativi al Mater-Bi non ha solo un impatto anticoncorrenziale, ma anche un risvolto di tipo ambientale: un processo competitivo aperto nel settore delle bioplastiche è imprescindibile per raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale perseguiti dal legislatore europeo e nazionale – viene spiegato – Una sana concorrenza potrebbe far emergere bioplastiche alternative e più efficienti e favorire anche lo sviluppo di prodotti eco-compatibili più economici o di miglior qualità”. LEGGI TUTTO

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    Appuntamenti macroeconomici del 24 giugno 2025

    (Teleborsa) – Martedì 24/06/202510:00 Germania: Indice IFO (atteso 88,2 punti; preced. 87,5 punti)14:30 USA: Partite correnti, trimestrale (atteso -444 Mld $; preced. -303,9 Mld $)15:00 USA: S&P Case-Shiller, annuale (atteso 4,2%; preced. 4,1%)15:00 USA: Indice FHFA prezzi case, mensile (atteso 0,1%; preced. -0,1%)16:00 USA: Indice Fed Richmond (atteso -7 punti; preced. -9 punti)16:00 USA: Fiducia consumatori, mensile (atteso 99,1 punti; preced. 98 punti)(Foto: Silkstock – stock.adobe.com (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO

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    Eventi e scadenze del 24 giugno 2025

    (Teleborsa) – Martedì 24/06/2025Appuntamenti:Milano – Fashion Week Men’s – Milano Moda – Fashion Week Uomo Primavera/Estate 2026. Eventi, sfilate e collezioni che detteranno le nuove linee di tendenza della moda maschile (da venerdì 20/06/2025 a martedì 24/06/2025)Made in Italy Innovation Forum – Villa Erba, Cernobbio – Il Forum, organizzato da MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, riunirà la più grande comunità di ricerca e innovazione del manifatturiero italiano, tra cui imprenditori, manager, esperti, ricercatori e istituzioni, per confrontarsi sulle ultime novità nella sostenibilità e nella digitalizzazione per le aziende del Made in Italy nei settori strategici dell’economia nazionale: abbigliamento, arredamento, alimentare e automazione. Interverrà, tra gli altri, il ministro Pichetto Fratin (da lunedì 23/06/2025 a mercoledì 25/06/2025)UE – Consiglio “Agricoltura e pesca” – Il Consiglio lavorerà a un accordo sul monitoraggio delle foreste e affronterà temi agricoli legati al commercio. I ministri della Pesca discuteranno le priorità per la pesca sostenibile nel 2026. Verranno inoltre esaminati i progressi legislativi su animali, sementi e tecniche genomiche. (da lunedì 23/06/2025 a martedì 24/06/2025)UE – Consiglio “Affari generali” – Lussemburgo – I ministri dell’UE si riuniranno per proseguire i preparativi per la riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2025 e ne discuteranno il progetto di conclusioni. Nel contesto del semestre europeo 2025, il Consiglio sarà invitato ad approvare e trasmettere al Consiglio europeo la nota orizzontale sulle raccomandazioni integrate specifiche per paeseVertice NATO – Si svolgerà a L’Aja, nei Paesi Bassi, il Vertice NATO presieduto dal Segretario Generale della NATO, Mark Rutte. Si incontreranno i capi di Stato e capi di governo dei trentadue membri dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, dei loro Paesi partner e dell’Unione Europea (UE), tra i quali partecipano il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen (da martedì 24/06/2025 a mercoledì 25/06/2025)Fed – Powell, Rapporto di metà anno (Camera) – Il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, presenta il rapporto di metà anno sulle linee guida della politica monetaria presso la Commissione Servizi Finanziari alla Camera09:30 – Attività di Governo – Giorgia Meloni, comunicazioni al Senato – Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sarà al Senato della Repubblica per le Comunicazioni in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno10:30 – Assemblea annuale ANCE – Auditorium della Conciliazione, Roma – Il tema centrale dell’evento è “Il tempo giusto”. Durante l’Assemblea ci sarà un confronto tra imprese, istituzioni e stakeholder del settore delle costruzioni. Interverranno esponenti del Governo, rappresentanti del mondo economico e associativo, tra i quali il ministro Matteo Salvini, Raffaele Fitto (Vicepresidente Commissione europea), Federica Brancaccio (Presidente Ance) e Gaetano Manfredi (Presidente Anci)11:00 – “Cibi ultra-formulati e salute del microbiota. Il ruolo centrale delle scuole” – Ministero dell’Istruzione e del Merito – Incontro organizzato da Fondazione Aletheia, con SIGE e AISF. Sarà un confronto tra medici e istituzioni per parlare dell’alimentazione dei più piccoli e del ruolo delle scuole nell’educazione alimentare. Sarà inoltre divulgato il nuovo rapporto della Fondazione Aletheia “Cibo e bambini”. Interverranno, tra gli altri, i ministri Giuseppe Valditara e Orazio Schillaci, e Stefano Lucchini, Presidente della Fondazione Aletheia11:00 – “Forum dell’abitare – Un successo senza fine” – Centro Congressi Fondazione Cariplo, Milano – 4° Forum dell’abitare organizzato da Scenari Immobiliari e Abitare Co. durante il quale verrà presentato il terzo Osservatorio sull’abitare. Dopo l’apertura dei lavori e introduzione di Mario Breglia (Scenari Immobiliari), Giuseppe Crupi (Abitare Co.) e Francesca Zirnstein (Scenari Immobiliari) si terrà la presentazione dello studio a cura di Scenari Immobiliari11:00 – Banca d’Italia – Presentazione del rapporto annuale sul 2024 “L’economia delle Marche”13:30 – Attività istituzionali – Presidente della Repubblica, colazione con Giorgia Meloni – Quirinale – Il Presidente Sergio Mattarella sarà a colazione con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia meloni ed altri membri del Governo, in vista del Consiglio Europeo14:00 – Siemens Tech Talks “Il futuro dell’industria tra AI e innovazione” – Casa Siemens, Milano – 2 edizione dell’evento di Siemens. Tra gli ospiti di questa edizione, le realtà più influenti del panorama tecnologico internazionale tra cui Microsoft, NVIDIA e AWS condivideranno il palco con eccellenze del mondo sportivo come Luna Rossa e Ducati15:00 – BCE – Pubblicazione del Rapporto sulle condizioni finanziarie dell’Eurosistema15:00 – Attività di Governo – Lorenzo Fontana – Montecitorio – Il Presidente della Camera dei Deputai, Lorenzo Fontana, incontra l’Ambasciatore dello Stato del Kuwait in Italia, Nasser Sanhat Alqahtani17:00 – Attività istituzionali – Presidente della Repubblica – Il Presidente Sergio Mattarella sarà a Palazzo Madama per la Cerimonia commemorativa del centenario della nascita di Giovanni SpadoliniTitoli di Stato:Tesoro – Comunicazione Medio-LungoAziende:Mevim – Assemblea: BilancioTelecom Italia – Assemblea: Bilancio(Foto: a_korn – stock.adobe.com (ex Fotolia)) LEGGI TUTTO

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    Green Claims, relatori Parlamento UE: Italia ritira appoggio, non c’è più maggioranza

    (Teleborsa) – La Commissione europea è pronta a un passo indietro sulla direttiva Green Claims, ovvero nuovi criteri per impedire alle aziende di fare affermazioni fuorvianti sui meriti ambientali dei loro prodotti e servizi. I due co-relatori del Parlamentpo europeo, Tiemo Wolken (S&D) e Sandro Gozi (Renew Europe), hanno rivelato che i negoziatori del Consiglio UE e del Parlamento europeo erano “molto vicini” a trovare un compromesso definitivo ed equilibrato sulla direttiva, ma tutto si sarebbe bloccato per le pressioni di alcuni paesi. In particolare, “l’Italia ha cambiato posizione” e “non c’era più maggioranza” sul mandato del Consiglio UE, hanno detto in conferenza stampa, dopo che la Commissione ha annunciato l’intenzione di ritirare la proposta di direttiva in quanto “preoccupata” degli effetti sulle microimprese delle misure contro il greenwashing.”La Commissione europea rimane pienamente impegnata a contrastare il greenwashing e a garantire che i consumatori siano correttamente informati. Questo è anche lo scopo della Direttiva sulle Green Claims, e pertanto continueremo a lavorare per raggiungere questo obiettivo, in particolare nel contesto dell’attuazione del quadro per la responsabilizzazione dei consumatori nella transizione verde”, ha detto la portavoce della Commissione Paula Pinho nel corso dell’incontro con la stampa.”Vorrei ricordare che una delle priorità di questa Commissione è ridurre gli oneri amministrativi per le piccole imprese, e in particolare per le microimprese – ha aggiunto – Per quanto riguarda le discussioni con i colegislatori sulla direttiva sulle Green Claims ci sono stati degli sviluppi, tra cui uno chiaramente contrario allo stesso obiettivo della Commissione. È contrario all’agenda di semplificazione, in particolare per quanto riguarda le microimprese, perché stiamo parlando di un emendamento che significherebbe che circa 30 milioni di microimprese, che per darvi un riferimento significa il 96% di tutte le aziende, sarebbero coperte dalla proposta se le microimprese fossero incluse. Pertanto, questo emendamento distorce la proposta della Commissione impedendo in primo luogo il raggiungimento degli obiettivi perseguiti dalla proposta, vale a dire il sostegno allo sviluppo dei mercati verdi evitando al contempo oneri eccessivi per le imprese più piccole”. “È in questo contesto che se l’emendamento” verrà mantenuto “allora ritireremo la proposta legislativa sulle Green Claims”. LEGGI TUTTO

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    Vertice NATO, Rutte risponde a Sanchez: Spagna non ha deroghe, intesa è sul 5%

    (Teleborsa) – Il politico olandese Mark Rutte, incaricato di gestire le difficili relazioni della NATO con Donald Trump, sembra pronto a chiudere il suo primo vertice da Segretario Generale con un accordo sull’aumento della spesa per la difesa europea, come auspicato dal presidente degli Stati Uniti. Resta comunque la tensione con alcuni paesi come la Spagna, che ha messo in discussione il suo impegno per l’obiettivo di spesa del 5% del PIL.”Siamo in un’alleanza in cui combattiamo insieme e, se necessario, soffriamo e moriamo insieme per la nostra difesa collettiva, e anche la Spagna ha accettato gli obiettivi”, ha detto Rutte prima del vertice Nato di due giorni all’Aia in Olanda. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, pubblicando per esigenze politiche interne la lettera in cui Rutte accorda un trattamento speciale a Madrid, ha rischiato di far saltare il banco. “La Spagna non ha deroghe, l’intesa è sul 5%”, ha ribattuto l’ex premier olandese nel corso della conferenza stampa pre-summit. La complicata formulazione escogitata in extremis non smentisce nessuno, perchè prevede l’equiparazione degli obiettivi di capacità appena concordati alla ministeriale Difesa di giugno all’impegno sul 3,5%, ovvero la spesa militare classica, che più preoccupa i Paesi ad alto debito e a bassa propensione bellica. “Madrid ha concordato i target di capacità, crede di poter raggiungere gli obiettivi col 2% mentre noi reputiamo servirà il 3,5%: si vedrà nel quadro della revisione del 2029”, ha dichiarato Rutte, ricordando che ci saranno “rapporti annuali” sulla traiettoria di spesa effettiva di ogni singolo Paese (ma non saranno vincolanti).Le resistenze della Spagna sembrano però spingere anche altri paesi a mettere in discussione i nuovi target. Il primo ministro della Slovacchia, Robert Fico, ha scritto sui social che il suo paese deve “riservarsi il diritto sovrano di decidere a quale ritmo e in quale struttura è disposta ad aumentare il bilancio del ministero della Difesa” per “raggiungere il piano della Nato entro il 2035”, precisando che Bratislava “è in grado di soddisfare i requisiti anche senza un sostanziale aumento della spesa per la difesa al 5% del PIL”.Tra chi si è impegnato ad aumentare la spesa complessiva per la difesa e la sicurezza al 5% del PIL entro il 2035 c’è il primo ministro britannico Keir Starmer, sottolineando di voler rendere il paese più competitivo e resiliente in una nuova era di “radicale incertezza”. La Germania aumenterà invece la spesa per la difesa al 3,5% del PIL entro il 2029, finanziata attraverso un programma di prestiti di quasi 400 miliardi di euro, secondo quanto riportato da Reuters citando fonti, mentre il Cancelliere Friedrich Merz mira a inviare un segnale forte in vista del vertice NATO. LEGGI TUTTO

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    Fed, Goolsbee: finora l’impatto dei dazi non è stato quello temuto

    (Teleborsa) – “In modo un po’ sorprendente, finora l’impatto dei dazi non è stato quello temuto”. Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve Bank di Chicago, Austan Goolsbee, durante un evento a Milwaukee.Sebbene sia ancora incerto l’impatto dei dazi sulla pressione sui prezzi, “se non vedremo un’inflazione derivante da questi aumenti tariffari, allora, a mio avviso, non abbiamo mai abbandonato quella che chiamavo la via d’oro prima del 2 aprile”, ha affermato Goolsbee.Secondo il banchiere centrale, la trasmissione dei dazi è “meno immediata rispetto al passato” e “al momento non è chiaro come i dazi guideranno l’inflazione”, ma “la sorpresa finora è che l’inflazione non è ancora aumentata a causa dei dazi”.(Foto: @ Shutterstock) LEGGI TUTTO

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    Fondi pensione: 10 milioni di iscritti e 243,4 miliardi di risorse

    (Teleborsa) – Le risorse di fondi pensione e casse di previdenza alla fine del 2024, sono rispettivamente pari a circa 243,4 miliardi di euro e 124,7 miliardi di euro. È quanto emerge dalla Relazione Annuale sull’attività svolta dalla COVIP nel 2024, presentata oggi dal presidente COVIP Mario Pepe a Roma, alla Sala della Regina della Camera dei Deputati. FONDI PENSIONEAlla fine del 2024, le forme pensionistiche operanti in Italia sono 291: 33 fondi negoziali, 38 fondi aperti, 69 piani individuali pensionistici (PIP) e 151 fondi pensione preesistenti. Il numero continua a diminuire, rispetto al 1999 si è più che dimezzato, soprattutto per la riduzione dei fondi preesistenti, scesi da 618 a 151 unità. Il sistema della previdenza complementare continua a consolidarsi: la dimensione media dei fondi aumenta oltre la crescita generata dall’afflusso di iscritti e contributi.Gli iscritti e loro caratteristiche sociodemograficheA fine 2024, gli iscritti alla previdenza complementare sfiorano i 10 milioni (+4% rispetto al 2023); in percentuale delle forze di lavoro, gli iscritti sono pari al 38,3%. I fondi negoziali e i fondi aperti registrano tassi di crescita superiori alla media. I fondi negoziali contano 4,1 milioni di iscritti (+5,5% rispetto al 2023); gli iscritti ai fondi aperti superano i 2 milioni (+7%). I PIP “nuovi” sono 3,7 milioni di iscritti (+2,5%) mentre i fondi pensione preesistenti registrano 661mila aderenti. Si conferma la presenza di un gender gap. Gli uomini rappresentano il 61,6% degli iscritti alla previdenza complementare, mentre le donne formano il restante 38,4%. In base all’età, gli iscritti risultano concentrati nelle classi intermedie e più prossime al pensionamento. Il peso dellacomponente più giovane (fino a 34 anni) è tuttavia salita dal 17,6% del 2019 al 19,9% del 2024. Rispetto alle forze di lavoro, la partecipazione alla previdenza complementare cresce all’aumentare dell’età; tra i 15 e i 34 anni è più bassa della media generale, 29,9%, ma comunque in crescita di 8,4 punti percentuali rispetto a cinque anni prima. Quanto all’area geografica, il tasso di partecipazione supera la media nazionale nelle regioni settentrionali, dove si concentrano il 57,2 per cento degli iscritti; valori più bassi e decisamente inferiori alla media si registrano in gran parte delle regioni meridionali.Risorse, contributi e prestazioniAlla fine del 2024, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari si attestano a 243,4 miliardi di euro (+8,5% rispetto al 2023) soprattutto per la dinamica positiva dei mercati finanziari. Le risorse accumulate sono pari all’11,1 % del PIL e al 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. I contributi incassati nell’anno sono pari a 20,5 miliardi di euro (+7% rispetto al 2023), in crescita in tutte le forme pensionistiche complementari: nei fondi negoziali sono stati raccolti 7,1 miliardi di euro (+9%); nei fondi aperti 3,3 miliardi di euro (+6,8%), nei PIP nuovi 5,3 miliardi di euro (+4,7%); nei fondi preesistenti sono confluiti 4,6 miliardi di euro (+7,4%). Sulle posizioni dei lavoratori dipendenti sono stati versati 17 miliardi di euro di contributi, in crescita di 1,3 miliardirispetto al 2023. Di questi, 8,6 miliardi di euro riguardano quote di TFR; 5,3 miliardi di euro sono contributi a carico dei lavoratori e 3,1 miliardi di euro contributi dei datori di lavoro. Per i lavoratori autonomi sono confluiti versamenti per 1,7 miliardi di euro, stabili rispetto al 2023. Gli iscritti versanti nel 2024, escludendo dal computo i PIP “vecchi”, sono 7 milioni, il 72,3% del totale. La contribuzione media di tali iscritti è di 2.890 euro; è più alta per i lavoratori dipendenti (2.990 euro), che possono beneficiare anche dei flussi di TFR, rispetto ai lavoratori autonomi (2.720 euro). Il gender gap si conferma anche guardando all’importo della contribuzione versata. I contributi medi degli uominisuperano di circa un quinto quelli delle donne (3.080 contro 2.590 euro); il divario tende ad allargarsi al crescere dell’età. Nelle regioni del Nord e in alcune del Centro le contribuzioni medie sono più elevate, con punte che sfiorano i 3.600 euro, il doppio rispetto a molte regioni del Mezzogiorno. Gli iscritti non versanti, pari a circa 2,7 milioni, sono più frequentemente presenti nelle forme di mercato e tra i lavoratori autonomi. Nel 2024 le uscite per la gestione previdenziale ammontano complessivamente a 13,2 miliardi di euro. Le prestazioni pensionistiche sono state erogate in capitale per 5,2 miliardi di euro e in rendita per 361 milioni di euro. I riscatti sono stati pari a 2,1 miliardi di euro e le anticipazioni a 2,7 miliardi di euro. Nell’anno sono stati pagati circa 2,4 miliardi di euro di rendite integrative temporanee anticipate (RITA), per lo più dai fondi pensione preesistenti.L’allocazione degli investimentiGli investimenti dei fondi pensione (escluse le riserve matematiche presso imprese di assicurazione e i fondi pensione interni a enti e società) sono prevalentemente allocati, per il 55,5% del totale, in obbligazioni governative (il 14,2% sono titoli del debito pubblico italiano) e altri titoli di debito. I titoli di capitale sono pari al 22,7% del totale mentre le quote di OICR sono il 16,2%. I depositi si attestano al 3,7%. Gli investimenti dei fondi pensione nell’economia italiana (titoli di Stato, titoli emessi da soggetti residenti in Italia e immobili) sono 40,1 miliardi di euro, pari al 19,3% del totale. Gli impieghi in titoli di debito e di capitale di impresedomestiche, pari rispettivamente a 3 e 2 miliardi di euro, rimangono stabili rispetto al 2023 (2,4% delle attività), gli investimenti domestici detenuti attraverso quote di OICVM si attestano a 2 miliardi di euro. Nonostante la marcata diversificazione internazionale che caratterizza le politiche di investimento delle forme pensionistiche, il settore mostra una crescente attenzione alle opportunità di impiego offerte dal sistema Paese. Un numero sempre maggiore di fondi pensione, in particolare quelli negoziali, sta ampliando i propri portafogli attraverso l’inclusione di strumenti finanziari non quotati e fondi cosiddetti alternativi – come quelli di private equity, private debt e infrastrutturali – spesso partecipando a iniziative di investimento congiunte. Si tratta di strumenti che possono contribuire alla diversificazione degli investimenti e rappresentano un canale concreto di sostegno all’attività produttiva delle imprese italiane.I rendimenti e i costiNel 2024 i mercati finanziari hanno mostrato una dinamica positiva, sostenuti dal progressivo calo dell’inflazione e dal graduale allentamento delle politiche monetarie da parte delle principali banche centrali. Questo andamento si è confermato pur in un contesto caratterizzato da persistenti tensioni geopolitiche e da un clima di crescente incertezza sul fronte del commercio internazionale. I rendimenti, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati positivi per tutte le tipologie di comparto delle forme pensionistiche complementari, con risultati particolarmente favorevoli per le linee di investimento a maggiore contenuto azionario I comparti azionari hanno realizzato le performance più elevate, con rendimenti medi pari al 10,4% nei fondi negoziali e nei fondi aperti e al 12,9% nei PIP. Anche le linee bilanciate hanno ottenuto risultati positivi, con rendimenti medi del 6,4% nei fondi negoziali, del 6,6% nei fondi aperti e del 7% nei PIP. Performance più contenute, ma comunque positive, sono state rilevate per le linee obbligazionarie. Su un periodo di osservazione decennale (dal 2015 a fine 2024), i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano, per tutte le tipologie di forme pensionistiche, tra il 4,4 e il 4,7%, superiori al rendimento medio delle altre linee di investimento e anche al tasso di rivalutazione del TFR (pari al 2,4% medio annuo nel decennio). Le linee azionarie, tuttavia, continuano a essere scelte da una quota ancora minoritaria di iscritti, pari all’11,7% del totale. Alle differenze di rendimento tra le forme pensionistiche contribuiscono, oltre all’asset allocation adottata, anche i divari nei livelli di costo. Per i fondi pensione negoziali, su un orizzonte temporale di dieci anni, l’Indicatore Sintetico dei Costi (ISC) è pari allo 0,49%; per i fondi pensione aperti, esso è dell’1,35% e per i PIP del 2,17%. Per le forme negoziali, il livello piùcontenuto dei costi dipende anche dalla dimensione dei fondi per effetto delle economie di scala generate dallaripartizione degli oneri amministrativi. Per le forme di mercato, invece, incide presumibilmente la remunerazione delle reti di vendita.L’attività di vigilanzaNel 2024 gli interventi di vigilanza complessivamente realizzati sono stati circa 260, poco più di un terzo ha riguardato gli assetti ordinamentali e un altro terzo i profili di trasparenza. Si sono inoltre tenuti circa 90 incontri con i soggetti vigilati; altre attività hanno riguardato le risposte a quesiti presentate dai fondi e riscontri forniti agli iscritti, a seguito della trattazione di esposti. Nell’anno sono state condotte verifiche ispettive nei confronti di 21 forme pensionistiche complementari. Le verifiche in materia di trasparenza, rivolte a tutte le tipologie di fondi, hanno riguardato la correttezza delle informazioni contenute nei documenti informativi e nell’area pubblica dei siti web, specie con riferimento alle modalità di rappresentazione dei rendimenti e dei costi. È stata avviata l’analisi sulle aree riservate dei siti web. È stato dato impulso alle verifiche riguardanti l’informativa, in materia di sostenibilità. La rilevazione campionaria sulle opzioni di investimento offerte dai fondi pensione e orientate ai fattori di sostenibilità ESG (Environmental, Social,Governance) rileva che circa un quarto delle forme pensionistiche adotta politiche di investimento che promuovono fattori di sostenibilità nei processi di investimento. I controlli sotto il profilo finanziario hanno riguardato in particolare i processi e i presìdi di controllo messi in atto dai fondi pensione al fine di garantire l’adeguata gestione dei rischi finanziari, nel più articolato quadro di riferimento delineato dalla Direttiva IORP II. È continuata l’attività di monitoraggio dei fondi pensione preesistenti esposti a rischi biometrici e quella svolta in riferimento alle operazioni di razionalizzazione, concentrazione e liquidazione delle forme pensionistiche complementari; operazioni che continuano a interessare soprattutto i fondi pensione preesistenti operanti in gruppi bancari e assicurativi.CASSE DI PREVIDENZAAlla fine del 2024, le attività complessivamente detenute dalle casse di previdenza ammontano, a valori di mercato, a 124,7 miliardi di euro, contro i 114 miliardi dell’anno precedente; a determinare la variazione ha contribuito soprattutto l’andamento positivo dei mercati finanziari e in particolare di quelli azionari. Tenendo conto anche delle componenti obbligazionaria e azionaria sottostanti gli OICVM detenuti, la quota più rilevante delle attività è costituita da titoli di debito, pari a 47,5 miliardi di euro, corrispondenti al 38,1% del totale. Gli investimenti in titoli di capitale sono pari a 24,3 miliardi di euro, il 19,5% del totale. Gli investimenti immobiliari (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari controllate) si attestano nel complesso a 19,7 miliardi di euro, pari al 15,8% del totale. Gli investimenti nell’economia italiana (titoli di Stato, titoli emessi da soggetti residenti in Italia e immobili) ammontano a 46,5 miliardi di euro, pari al 37,3% delle attività totali. La componente immobiliare rimane predominante (17,1 miliardi di euro, pari al 13,7% del totale dell’attivo); seguono i titoli di Stato (15,5 miliardi, pari al 12,4% dell’attivo). Gli investimenti in titoli emessi da imprese italiane, pari a 9,6 miliardi di euro, restano sostanzialmente stabili rispetto al 2023 (7,7% delle attività); di questi, circa 852 milioni sono titoli di debito e 8,7 miliardi titoli di capitale (che comprendono 1,9 miliardi di quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia).LE PROSPETTIVE EVOLUTIVENel 2024 il settore della previdenza complementare ha realizzato un risultato complessivo positivo, con un incremento del numero degli iscritti e una crescita sostenuta del valore delle risorse in gestione. Nel lungo periodo, il settore conferma solidità e affidabilità. La partecipazione alla previdenza complementare risulta ancora caratterizzata da un netto dualismo, con una prevalenza di adesioni dei lavoratori occupati nelle regioni settentrionali o centrali, di genere maschile e di età matura, mentre risulta più ridotta l’adesione delle fasce più deboli di lavoratori più giovani, di genere femminile e residenti nelle aree meridionali. Per il rilancio della previdenza complementare, è in primo luogo importante un’ampia ed efficace campagna diinformazione, che accresca l’interesse al tema e con ciò la curiosità e la conoscenza.Vanno visti positivamente – si legge nella relazione – anche meccanismi che rendano più automatica la partecipazione, come il silenzio-assenso o l’iscrizione automatica con possibilità di ripensamento. Va però ripensata la linea di default, cioè quella verso la quale sono indirizzati i soggetti silenti, e che attualmente è una linea garantita, a favore di soluzioni più adeguate alle diverse esigenze e caratteristiche di ciascuno. La linea garantita, infatti, è caratterizzata da una componente azionaria quasi nulla, che la rende meno adatta a obiettivi di medio-lungo periodo, mentre i dati degli ultimi dieci anni mostrano come le linee con maggiore contenuto azionario offrano rendimenti medi annui più elevati. Un approccio più efficace potrebbe essere l’adozione di un modello “life-cycle”, che assegna dinamicamente l’iscritto, tempo per tempo, a comparti con diversi profili di rischio con l’obiettivo di ottimizzare il rapporto rischio-rendimento tenendo conto delle diverse fasi del ciclo di vita.Nella fase di erogazione delle prestazioni, è netta la preferenza degli iscritti per le prestazioni in capitale rispetto alla rendita vitalizia. Le opzioni possibili al momento del pensionamento andrebbero ampliate e rese più flessibili, prevedendo anche la possibilità di una rendita temporanea, erogata direttamente dal fondo per una durata almeno pari alla vita media attesa, o prelievi parziali, anche liberamente determinabili entro una soglia annua. Queste soluzioni consentirebbero anche di continuare a beneficiare dei rendimenti della gestione presso il fondo.Anche interventi di natura fiscale potrebbero rappresentare una leva importante per incentivare le adesioni,soprattutto per le fasce di lavoratori meno abbienti, più bisognose di tutela in vecchiaia. Un primo intervento potrebbe riguardare la possibilità di trasformare la deducibilità dei contributi iniziali in un bonus di ingresso nei primi anni di adesione.Un bonus di ingresso alla nascita di un figlio costituirebbe un incentivo all’iscrizione dei minori a forme di previdenza complementare, ancor più utile se si consentisse l’utilizzo delle somme accumulate anche per sostenere il percorso di studi. Sarebbe altresì una importante forma di educazione finanziaria e previdenziale nella famiglia.Un importante passo per accrescere ulteriormente la fiducia nel sistema previdenziale sarebbe l’istituzione di un arbitro previdenziale. La COVIP non ha il potere di dirimere eventuali liti tra le forme pensionistiche complementari e le casse previdenziali e i singoli iscritti, pensionati e beneficiari, né tra gli iscritti e i datori di lavoro tenuti al versamento dei contributi previdenziali. L’istituzione di un arbitro consentirebbe a iscritti, pensionati e beneficiari di ottenere una decisione sulla controversia in tempi rapidi, senza i costi derivanti dall’assistenza legale.Per le casse di previdenza si dovrebbe semplificare e razionalizzare il sistema dei controlli, oggi molto complesso e frammentato, anche valutando di rafforzare i poteri della COVIP.Un diverso ordine di osservazioni attiene all’utilità di considerare il sistema della previdenza complementare come una componente di un più ampio e moderno modello di welfare integrato. In tale più avanzato modello, alla previdenza potrebbe validamente affiancarsi la sanità integrativa, verso la quale le persone mostrano crescente attenzione. Per i fondi pensione e per i fondi sanitari che nascono dalla contrattazione collettiva, l’integrazione delle forme di welfare consentirebbe una migliore distribuzione delle risorse messe a disposizione dal mondo produttivo e una razionalizzazione nelle prestazioni erogate.A ciò è essenziale una riorganizzazione del sistema dei controlli, in grado di assicurare una gestione sana e prudente e adeguati standard di correttezza e trasparenza, in analogia a quanto oggi avviene per la previdenza complementare.A fronte di un ampliamento nel tempo, e in un contesto sempre più complesso, delle funzioni della COVIP, le risorse economiche e umane disponibili – conclude la relazione – non hanno subito significativi adeguamenti. La presenza di un vincolo normativo che limita il trattamento economico del personale della COVIP rende peraltro difficile il reperimento di nuove professionalità. È necessario un rafforzamento dell’Autorità, assicurando una struttura sempre più qualificata, organizzata e motivata, che possa continuare a garantire un’azione di vigilanza all’altezza delle aspettative. LEGGI TUTTO

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    Wall Street vira in rialzo: risposta limitata Iran suggerisce volontà di de-escalation

    (Teleborsa) – Wall Street vira al rialzo nel pomeriggio, mentre i prezzi del petrolio crollano, dopo che la rappresaglia limitata dell’Iran contro una base americana in Qatar, la più grande installazione militare americana in Medio Oriente, non viene vista dai mercati come un elemento che possa, da solo, danneggiare in maniera rilevante l’offerta di greggio.Il Qatar ha rilasciato una dichiarazione affermando che le sue difese aeree “hanno sventato con successo l’attacco e intercettato i missili iraniani”, e che non ci sono state vittime, mentre l’Iran ha affermato che il suo attacco missilistico ha eguagliato il numero di bombe sganciate dagli Stati Uniti sui siti nucleari iraniani questo fine settimana, a dimostrazione della probabile volontà dell’Iran di ridurre l’escalation.Guardando ai principali indici, la Borsa di New York mostra sul Dow Jones un rialzo dello 0,64%; sulla stessa linea, l’S&P-500 fa un piccolo salto in avanti dello 0,69%, portandosi a 6.009 punti. Positivo il Nasdaq 100 (+0,93%); con analoga direzione, in denaro l’S&P 100 (+0,72%).Beni di consumo secondari (+1,92%), utilities (+1,26%) e informatica (+0,94%) in buona luce sul listino S&P 500. Il settore energia, con il suo -2,20%, si attesta come peggiore del mercato.Al top tra i giganti di Wall Street, IBM (+2,19%), Microsoft (+2,13%), Nike (+1,67%) e Home Depot (+1,55%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Dow, che ottiene -3,04%. Piccola perdita per Chevron, che scambia con un -1,18%. Tentenna United Health, che cede lo 0,73%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Tesla Motors (+9,70%), DoorDash (+3,62%), Constellation Energy (+3,16%) e Fortinet (+3,13%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Diamondback Energy, che prosegue le contrattazioni a -3,89%. Si concentrano le vendite su Marvell Technology, che soffre un calo del 3,38%. Vendite su Baker Hughes Company, che registra un ribasso del 3,10%. Seduta negativa per Gilead Sciences, che mostra una perdita del 2,27%. LEGGI TUTTO