Giugno 2025

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    Scope Ratings: “Crescita Usa e Ue rallenta per tensioni commerciali e geopolitiche”

    (Teleborsa) – Le economie di Stati Uniti ed Europa cresceranno più lentamente di quanto previsto, contribuendo a una crescita economica globale più moderata, con rischi per l’economia globale e la qualità del credito mondiale in deterioramento. È quanto emerge dal “Global Economic Outlook Mid-Year 2025” elaborato da Scope Ratings, l’agenzia di rating europea riconosciuta dalla BCE, dal titolo “Le economie statunitense ed europea rallenteranno a causa delle tensioni commerciali e geopolitiche”.L’agenzia di rating europea ha rivisto le sue previsioni per la crescita degli Stati Uniti all’1,8% quest’anno, rispetto alla precedente previsione del 2,7% dello scorso ottobre, mentre prevede una crescita dell’1,8% nel 2026. “La nostra previsione principale – afferma Dennis Shen, chair of the Macroeconomic Council di Scope Ratings – è che la crescita globale rallenti al 3,0% nel 2025 dal 3,3% del 2024, per poi continuare a un tasso moderato del 3,1% l’anno prossimo. Prevediamo che i tassi d’interesse rimarranno al di sopra dei livelli pre-pandemici in presenza di un’inflazione strutturalmente più elevata. Il taglio alle previsioni di crescita degli Stati Uniti per quest’anno è dovuto alle incertezze commerciali e ai tagli alla spesa pubblica da parte del Dipartimento per l’Efficienza del Governo”.La Germania si riprenderà dopo anni consecutivi di crescita stagnante entro il 2026. Scope prevede una crescita nulla quest’anno rispetto alla previsione dello scorso ottobre dello 0,9% (l’economia si è contratta dello 0,2% nel 2024) ma vede la produzione della più grande economia europea in espansione dell’1,2% il prossimo anno.La Spagna e le economie della periferia dell’area dell’euro – Grecia, Irlanda, Portogallo – continuano a registrare performance superiori al resto dell’area. La previsione di crescita della Spagna per quest’anno del 2,5%, rivista al rialzo di 0,3 punti percentuali, contrasta con quella della Francia dello 0,7%, ridotta di 0,6 punti percentuali, e dell’Italia dello 0,6%, rivista al ribasso di 0,4 punti percentuali.La spesa per la difesa e le infrastrutture sosterranno una crescita più forte in Europa nel 2026. “Prevediamo una crescita più sostenuta in Europa nel 2026, grazie all’aumento delle spese per la difesa e all’attuazione di misure per aumentare gli investimenti. Il mantenimento di tassi di interesse più elevati e le valutazioni elevate dei mercati finanziari in un contesto di deregolamentazione finanziaria – evidenzia Shen – minacciano correzioni e presentano rischi per la stabilità finanziaria e le condizioni del credito globale”.Nel dettaglio Scope Ratings vede alcuni fattori negativi che pesano sulle prospettive dell’economia e del credito globale: le escalation e le dis-escalation delle tensioni commerciali, che comportano rischi di recessione per l’economia globale; l’aumento delle minacce alla stabilità finanziaria, amplificate dall’ultima ondata di deregolamentazione finanziaria guidata dagli Stati Uniti; le sfide di bilancio che i governi si trovano ad affrontare e che innescano una più frequente rivalutazione dei rischi del debito sovrano da parte dei mercati. “I rischi geopolitici – spiega Shen – si sono accentuati, non da ultimo il proseguimento della guerra in Ucraina da parte della Russia e la recente escalation del conflitto tra Israele e Iran”. LEGGI TUTTO

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    Scope Ratings: “Crescita Usa e Ue rallenta per tensioni commerciali e geopolitiche”

    (Teleborsa) – Le economie di Stati Uniti ed Europa cresceranno più lentamente di quanto previsto, contribuendo a una crescita economica globale più moderata, con rischi per l’economia globale e la qualità del credito mondiale in deterioramento. È quanto emerge dal “Global Economic Outlook Mid-Year 2025” elaborato da Scope Ratings, l’agenzia di rating europea riconosciuta dalla BCE, dal titolo “Le economie statunitense ed europea rallenteranno a causa delle tensioni commerciali e geopolitiche”.L’agenzia di rating europea ha rivisto le sue previsioni per la crescita degli Stati Uniti all’1,8% quest’anno, rispetto alla precedente previsione del 2,7% dello scorso ottobre, mentre prevede una crescita dell’1,8% nel 2026. “La nostra previsione principale – afferma Dennis Shen, chair of the Macroeconomic Council di Scope Ratings – è che la crescita globale rallenti al 3,0% nel 2025 dal 3,3% del 2024, per poi continuare a un tasso moderato del 3,1% l’anno prossimo. Prevediamo che i tassi d’interesse rimarranno al di sopra dei livelli pre-pandemici in presenza di un’inflazione strutturalmente più elevata. Il taglio alle previsioni di crescita degli Stati Uniti per quest’anno è dovuto alle incertezze commerciali e ai tagli alla spesa pubblica da parte del Dipartimento per l’Efficienza del Governo”.La Germania si riprenderà dopo anni consecutivi di crescita stagnante entro il 2026. Scope prevede una crescita nulla quest’anno rispetto alla previsione dello scorso ottobre dello 0,9% (l’economia si è contratta dello 0,2% nel 2024) ma vede la produzione della più grande economia europea in espansione dell’1,2% il prossimo anno.La Spagna e le economie della periferia dell’area dell’euro – Grecia, Irlanda, Portogallo – continuano a registrare performance superiori al resto dell’area. La previsione di crescita della Spagna per quest’anno del 2,5%, rivista al rialzo di 0,3 punti percentuali, contrasta con quella della Francia dello 0,7%, ridotta di 0,6 punti percentuali, e dell’Italia dello 0,6%, rivista al ribasso di 0,4 punti percentuali.La spesa per la difesa e le infrastrutture sosterranno una crescita più forte in Europa nel 2026. “Prevediamo una crescita più sostenuta in Europa nel 2026, grazie all’aumento delle spese per la difesa e all’attuazione di misure per aumentare gli investimenti. Il mantenimento di tassi di interesse più elevati e le valutazioni elevate dei mercati finanziari in un contesto di deregolamentazione finanziaria – evidenzia Shen – minacciano correzioni e presentano rischi per la stabilità finanziaria e le condizioni del credito globale”.Nel dettaglio Scope Ratings vede alcuni fattori negativi che pesano sulle prospettive dell’economia e del credito globale: le escalation e le dis-escalation delle tensioni commerciali, che comportano rischi di recessione per l’economia globale; l’aumento delle minacce alla stabilità finanziaria, amplificate dall’ultima ondata di deregolamentazione finanziaria guidata dagli Stati Uniti; le sfide di bilancio che i governi si trovano ad affrontare e che innescano una più frequente rivalutazione dei rischi del debito sovrano da parte dei mercati. “I rischi geopolitici – spiega Shen – si sono accentuati, non da ultimo il proseguimento della guerra in Ucraina da parte della Russia e la recente escalation del conflitto tra Israele e Iran”. LEGGI TUTTO

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    Scope Ratings: “Crescita Usa e Ue rallenta per tensioni commerciali e geopolitiche”

    (Teleborsa) – Le economie di Stati Uniti ed Europa cresceranno più lentamente di quanto previsto, contribuendo a una crescita economica globale più moderata, con rischi per l’economia globale e la qualità del credito mondiale in deterioramento. È quanto emerge dal “Global Economic Outlook Mid-Year 2025” elaborato da Scope Ratings, l’agenzia di rating europea riconosciuta dalla BCE, dal titolo “Le economie statunitense ed europea rallenteranno a causa delle tensioni commerciali e geopolitiche”.L’agenzia di rating europea ha rivisto le sue previsioni per la crescita degli Stati Uniti all’1,8% quest’anno, rispetto alla precedente previsione del 2,7% dello scorso ottobre, mentre prevede una crescita dell’1,8% nel 2026. “La nostra previsione principale – afferma Dennis Shen, chair of the Macroeconomic Council di Scope Ratings – è che la crescita globale rallenti al 3,0% nel 2025 dal 3,3% del 2024, per poi continuare a un tasso moderato del 3,1% l’anno prossimo. Prevediamo che i tassi d’interesse rimarranno al di sopra dei livelli pre-pandemici in presenza di un’inflazione strutturalmente più elevata. Il taglio alle previsioni di crescita degli Stati Uniti per quest’anno è dovuto alle incertezze commerciali e ai tagli alla spesa pubblica da parte del Dipartimento per l’Efficienza del Governo”.La Germania si riprenderà dopo anni consecutivi di crescita stagnante entro il 2026. Scope prevede una crescita nulla quest’anno rispetto alla previsione dello scorso ottobre dello 0,9% (l’economia si è contratta dello 0,2% nel 2024) ma vede la produzione della più grande economia europea in espansione dell’1,2% il prossimo anno.La Spagna e le economie della periferia dell’area dell’euro – Grecia, Irlanda, Portogallo – continuano a registrare performance superiori al resto dell’area. La previsione di crescita della Spagna per quest’anno del 2,5%, rivista al rialzo di 0,3 punti percentuali, contrasta con quella della Francia dello 0,7%, ridotta di 0,6 punti percentuali, e dell’Italia dello 0,6%, rivista al ribasso di 0,4 punti percentuali.La spesa per la difesa e le infrastrutture sosterranno una crescita più forte in Europa nel 2026. “Prevediamo una crescita più sostenuta in Europa nel 2026, grazie all’aumento delle spese per la difesa e all’attuazione di misure per aumentare gli investimenti. Il mantenimento di tassi di interesse più elevati e le valutazioni elevate dei mercati finanziari in un contesto di deregolamentazione finanziaria – evidenzia Shen – minacciano correzioni e presentano rischi per la stabilità finanziaria e le condizioni del credito globale”.Nel dettaglio Scope Ratings vede alcuni fattori negativi che pesano sulle prospettive dell’economia e del credito globale: le escalation e le dis-escalation delle tensioni commerciali, che comportano rischi di recessione per l’economia globale; l’aumento delle minacce alla stabilità finanziaria, amplificate dall’ultima ondata di deregolamentazione finanziaria guidata dagli Stati Uniti; le sfide di bilancio che i governi si trovano ad affrontare e che innescano una più frequente rivalutazione dei rischi del debito sovrano da parte dei mercati. “I rischi geopolitici – spiega Shen – si sono accentuati, non da ultimo il proseguimento della guerra in Ucraina da parte della Russia e la recente escalation del conflitto tra Israele e Iran”. LEGGI TUTTO

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    USA, Philly Fed giugno fermo a -4 punti

    (Teleborsa) – Non migliora l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). A giugno, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto Fed di Philadelphia (Philly Fed) è rimasto a -4 punti, stesso punteggio registrato a maggio. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che indicavano un livello di -1,7 punti. Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a 2,3 punti da +7,5 punti, quello sulle condizioni di business è sceso a 18,3 punti da 47,2 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è calato a 14,5 punti da 27, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a -9,8 da +16,5 punti e quello sui prezzi a 41,4 da 59,8 punti.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, Philly Fed giugno fermo a -4 punti

    (Teleborsa) – Non migliora l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). A giugno, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto Fed di Philadelphia (Philly Fed) è rimasto a -4 punti, stesso punteggio registrato a maggio. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che indicavano un livello di -1,7 punti. Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a 2,3 punti da +7,5 punti, quello sulle condizioni di business è sceso a 18,3 punti da 47,2 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è calato a 14,5 punti da 27, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a -9,8 da +16,5 punti e quello sui prezzi a 41,4 da 59,8 punti.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, Philly Fed giugno fermo a -4 punti

    (Teleborsa) – Non migliora l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). A giugno, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto Fed di Philadelphia (Philly Fed) è rimasto a -4 punti, stesso punteggio registrato a maggio. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che indicavano un livello di -1,7 punti. Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a 2,3 punti da +7,5 punti, quello sulle condizioni di business è sceso a 18,3 punti da 47,2 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è calato a 14,5 punti da 27, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a -9,8 da +16,5 punti e quello sui prezzi a 41,4 da 59,8 punti.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Efficienza energetica, ENEA studia la riqualificazione off site degli edifici

    (Teleborsa) – L’utilizzo di componenti prefabbricati OSC (Off-Site Construction) può assicurare diversi benefici alle riqualificazioni edilizie: è quanto mette in luce uno studio condotto da ENEA nell’ambito di OFFICIO, progetto realizzato in collaborazione con Politecnico di Milano, Università Politecnica delle Marche e Università di Bologna. L’analisi, a firma dei ricercatori Claudia Toro, Carlos Herce, Miriam Benedetti e Tiziana Susca del Dipartimento ENEA Efficienza energetica, ha analizzato la filiera italiana dell’industrializzazione edilizia (nota come Off-Site Construction), che consente di rendere più veloci, convenienti e sostenibili le riqualificazioni degli edifici, attraverso l’impiego di componenti prefabbricate assemblate in fabbrica, trasportate in cantiere e messe in opera.”I benefici economici e ambientali dell’OSC riguardano la riduzione dei tempi, un migliore controllo dei costi di produzione e una riduzione dei costi di cantiere ma anche di consumi, rifiuti e risorse come l’acqua, con conseguente abbattimento delle emissioni – spiega Toro –. A questi – prosegue – si aggiungono anche vantaggi sociali in quanto la tecnica impatta meno sui residenti durante i lavori e assicura maggiore sicurezza per gli operatori”.In Italia, i Sistemi di Isolamento Termico a Cappotto Esterno (ETICS) rappresentano la tipologia di intervento più diffusa per la riqualificazione del parco edilizio. Secondo lo studio ENEA, l’industria degli ETICS, in crescita del 50% tra il 2017 e il 2021 anche grazie agli incentivi, è tra quelle che si adattano meglio ai principi dell’OSC.La pubblicazione restituisce anche una dettagliata mappatura del settore, identificando 27 aziende specializzate nell’OSC tra le 116 imprese che in Italia operano nella produzione e commercializzazione di soluzioni per l’isolamento termico degli edifici (produzione e installazione di pannelli isolanti, sistemi di ancoraggio, armature e componenti per cappotti termici). Si tratta prevalentemente di PMI altamente innovative e specializzate in soluzioni a secco.Lo studio si è inoltre focalizzato sull’analisi di materiali innovativi e sostenibili per la produzione di isolanti termici utilizzabili anche in applicazioni off-site. Tra i materiali mappati almeno 20 risultano molto promettenti dal punto di vista della sostenibilità, in quanto realizzati con elementi disponibili nel territorio italiano, come scarti di lavorazione della lana di pecora, cellulosa e poliuretano rigenerato da imballaggi.”Nonostante la crescita, l’OSC affronta ancora sfide significative connesse alla frammentazione del settore ma anche alla scarsa conoscenza delle tecnologie disponibili, oltre alla difficoltà di reperire manodopera specializzata – spiega Herce –. Insieme a diverse aziende e associazioni di categoria – aggiunge – abbiamo analizzato queste barriere con l’obiettivo di individuare e specifiche azioni correttive che prevedono scambio di conoscenze, analisi di buone pratiche, definizione di linee guida e raccomandazioni politiche che orientino le strategie pubbliche, facilitando la diffusione delle soluzioni OSC nel mercato edilizio italiano”.Il progetto OFFICIO si propone per i prossimi anni di sostenere ulteriormente lo sviluppo di nuovi modelli di business perché “solo unendo innovazione nei materiali ed efficienza costruttiva è possibile tracciare un percorso verso la riqualificazione dell’ambiente costruito che risponda alle sfide ecologiche ed economiche del nostro tempo”, concludono i ricercatori. LEGGI TUTTO

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    Efficienza energetica, ENEA studia la riqualificazione off site degli edifici

    (Teleborsa) – L’utilizzo di componenti prefabbricati OSC (Off-Site Construction) può assicurare diversi benefici alle riqualificazioni edilizie: è quanto mette in luce uno studio condotto da ENEA nell’ambito di OFFICIO, progetto realizzato in collaborazione con Politecnico di Milano, Università Politecnica delle Marche e Università di Bologna. L’analisi, a firma dei ricercatori Claudia Toro, Carlos Herce, Miriam Benedetti e Tiziana Susca del Dipartimento ENEA Efficienza energetica, ha analizzato la filiera italiana dell’industrializzazione edilizia (nota come Off-Site Construction), che consente di rendere più veloci, convenienti e sostenibili le riqualificazioni degli edifici, attraverso l’impiego di componenti prefabbricate assemblate in fabbrica, trasportate in cantiere e messe in opera.”I benefici economici e ambientali dell’OSC riguardano la riduzione dei tempi, un migliore controllo dei costi di produzione e una riduzione dei costi di cantiere ma anche di consumi, rifiuti e risorse come l’acqua, con conseguente abbattimento delle emissioni – spiega Toro –. A questi – prosegue – si aggiungono anche vantaggi sociali in quanto la tecnica impatta meno sui residenti durante i lavori e assicura maggiore sicurezza per gli operatori”.In Italia, i Sistemi di Isolamento Termico a Cappotto Esterno (ETICS) rappresentano la tipologia di intervento più diffusa per la riqualificazione del parco edilizio. Secondo lo studio ENEA, l’industria degli ETICS, in crescita del 50% tra il 2017 e il 2021 anche grazie agli incentivi, è tra quelle che si adattano meglio ai principi dell’OSC.La pubblicazione restituisce anche una dettagliata mappatura del settore, identificando 27 aziende specializzate nell’OSC tra le 116 imprese che in Italia operano nella produzione e commercializzazione di soluzioni per l’isolamento termico degli edifici (produzione e installazione di pannelli isolanti, sistemi di ancoraggio, armature e componenti per cappotti termici). Si tratta prevalentemente di PMI altamente innovative e specializzate in soluzioni a secco.Lo studio si è inoltre focalizzato sull’analisi di materiali innovativi e sostenibili per la produzione di isolanti termici utilizzabili anche in applicazioni off-site. Tra i materiali mappati almeno 20 risultano molto promettenti dal punto di vista della sostenibilità, in quanto realizzati con elementi disponibili nel territorio italiano, come scarti di lavorazione della lana di pecora, cellulosa e poliuretano rigenerato da imballaggi.”Nonostante la crescita, l’OSC affronta ancora sfide significative connesse alla frammentazione del settore ma anche alla scarsa conoscenza delle tecnologie disponibili, oltre alla difficoltà di reperire manodopera specializzata – spiega Herce –. Insieme a diverse aziende e associazioni di categoria – aggiunge – abbiamo analizzato queste barriere con l’obiettivo di individuare e specifiche azioni correttive che prevedono scambio di conoscenze, analisi di buone pratiche, definizione di linee guida e raccomandazioni politiche che orientino le strategie pubbliche, facilitando la diffusione delle soluzioni OSC nel mercato edilizio italiano”.Il progetto OFFICIO si propone per i prossimi anni di sostenere ulteriormente lo sviluppo di nuovi modelli di business perché “solo unendo innovazione nei materiali ed efficienza costruttiva è possibile tracciare un percorso verso la riqualificazione dell’ambiente costruito che risponda alle sfide ecologiche ed economiche del nostro tempo”, concludono i ricercatori. LEGGI TUTTO