Giugno 2025

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    Consob, nel 2024 calo delle ricerche degli analisti sui titoli. Scendono i “Buy”

    (Teleborsa) – Nel 2024 i soggetti abilitati hanno trasmesso alla Consob quasi 12 mila raccomandazioni di investimento (definite anche studi o ricerche), in diminuzione del 4,6% circa rispetto al 2023, relativi a emittenti quotati nei mercati regolamentati di Borsa Italiana o negoziati sull’Euronext Growth Milan, di cui circa il 22,9% di tipo monografico. Questi ultimi risultano prodotti in prevalenza da soggetti abilitato italiani (51,6% del totale). È quanto emerge dalla relazione per l’anno 2024 di Consob.Si conferma inoltre, sebbene in diminuzione rispetto al 2023, la netta prevalenza, per quanto concerne i monografici, di studi con raccomandazione “buy”, che costituiscono il 63,7% del totale, a fonte del 32,8% di giudizi “hold” e di solo il 3,5% di giudizi “sell”. In prospettiva, Consob ritiene che l’eliminazione dell’obbligo di unbundling, previsto dalle recenti innovazioni alle norme europee sui mercati finanziari, cui ha contribuito attivamente la Consob, rappresenti “una soluzione appropriata rispetto a una protratta problematica che può favorire, unitamente ad altri fattori (quali ad esempio recente introduzione anche di disposizioni specifiche sulle issuer-sponsored research), un maggiore sviluppo della ricerca sulle società quotate a medio-bassa capitalizzazione”.Nell’anno in 4 casi (rispetto ai due del 2023) è stata richiesta ai soggetti abilitati la pubblicazione delle raccomandazioni d’investimento a seguito della divulgazione sul mercato di notizie o indiscrezioni sul loro contenuto suscettibili di fornire agli investitori una rappresentazione non corretta del quadro informativo, nonché in presenza di una sensibile variazione del prezzo di mercato o del volume degli scambi degli strumenti finanziari oggetto della raccomandazione.(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Consob, nel 2024 calo delle ricerche degli analisti sui titoli. Scendono i “Buy”

    (Teleborsa) – Nel 2024 i soggetti abilitati hanno trasmesso alla Consob quasi 12 mila raccomandazioni di investimento (definite anche studi o ricerche), in diminuzione del 4,6% circa rispetto al 2023, relativi a emittenti quotati nei mercati regolamentati di Borsa Italiana o negoziati sull’Euronext Growth Milan, di cui circa il 22,9% di tipo monografico. Questi ultimi risultano prodotti in prevalenza da soggetti abilitato italiani (51,6% del totale). È quanto emerge dalla relazione per l’anno 2024 di Consob.Si conferma inoltre, sebbene in diminuzione rispetto al 2023, la netta prevalenza, per quanto concerne i monografici, di studi con raccomandazione “buy”, che costituiscono il 63,7% del totale, a fonte del 32,8% di giudizi “hold” e di solo il 3,5% di giudizi “sell”. In prospettiva, Consob ritiene che l’eliminazione dell’obbligo di unbundling, previsto dalle recenti innovazioni alle norme europee sui mercati finanziari, cui ha contribuito attivamente la Consob, rappresenti “una soluzione appropriata rispetto a una protratta problematica che può favorire, unitamente ad altri fattori (quali ad esempio recente introduzione anche di disposizioni specifiche sulle issuer-sponsored research), un maggiore sviluppo della ricerca sulle società quotate a medio-bassa capitalizzazione”.Nell’anno in 4 casi (rispetto ai due del 2023) è stata richiesta ai soggetti abilitati la pubblicazione delle raccomandazioni d’investimento a seguito della divulgazione sul mercato di notizie o indiscrezioni sul loro contenuto suscettibili di fornire agli investitori una rappresentazione non corretta del quadro informativo, nonché in presenza di una sensibile variazione del prezzo di mercato o del volume degli scambi degli strumenti finanziari oggetto della raccomandazione.(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Consob, 96 offerte pubbliche negli ultimi 5 anni. Spiccano transazioni amichevoli e reinvestimenti

    (Teleborsa) – Negli ultimi cinque anni in Italia sono state promosse 96 offerte pubbliche, di cui 13 nel 2020 (pari al 14%), 19 nel 2021 (pari al 20%), 24 nel 2022 (pari al 25%), 20 nel 2023 (pari al 21%) e 20 nel 2024 (pari al 21%). Nel periodo considerato nel 92% dei casi il pagamento del corrispettivo è avvenuto in denaro (88 Opa), mentre nel restante 8% il corrispettivo è rappresentato da strumenti finanziari (quattro Ops e quattro Opas) quotati o non quotati su mercati regolamentati italiani (nello specifico tra le Ops, in due casi sono state offerte in cambio azioni e in due casi obbligazioni, mentre tra le Opas gli strumenti offerti in cambio sono stati rappresentati esclusivamente da azioni). In termini di controvalore, le offerte hanno registrato un valore complessivo pari a circa 29 miliardi di euro. È quanto emerge dalla relazione per l’anno 2024 di Consob.Analizzando la natura dell’offerta, i dati mostrano una prevalenza delle offerte volontarie (complessivamente pari a 59) su quelle obbligatorie (complessivamente pari a 37, dato che comprende anche gli obblighi di acquisto). In termini aggregati, le offerte volontarie hanno rappresentato circa il 61% delle offerte promosse, contro circa il 39% di quelle obbligatorie. All’interno della categoria delle offerte volontarie, 49 sono state totalitarie (pari al 51% del totale di tutte le offerte), mentre dieci sono state parziali (pari al 10%).Analizzando le offerte per tipologia di prodotto finanziario, emerge che le azioni ordinarie sono state oggetto di offerta nel 97% dei casi delle offerte (93 operazioni sulle complessive 96), mentre nel restante 3% hanno riguardato azioni di risparmio e warrant. Si registra poi un trend crescente del numero delle offerte promosse su azioni negoziate su EGM (pari a 21 di cui un’offerta nel 2020 e nel 2021, quattro offerte nel 2022, dieci offerte nel 2023 e cinque offerte nel 2024).Prevalgono le offerte di acquisto finalizzate all’incremento della partecipazione già detenuta dai soci di controllo nella società bersaglio (Opa da completamento) e al conseguente delisting dell’emittente (circa il 70% delle offerte). Rientrano in tali offerte anche le Opa obbligatorie a cui ha fatto seguito il delisting. Risultano residuali, invece, le offerte il cui obiettivo principale è l’acquisizione del controllo (pari a circa il 20%). Queste evidenze mostrano che i cambiamenti di controllo si caratterizzano maggiormente per essere il risultato di transazioni amichevoli, tra gli azionisti di controllo storici e i nuovi acquirenti, piuttosto che come operazioni ostili.Con riferimento al fenomeno del delisting, “una possibile spiegazione potrebbe derivare da una “disaffezione” verso lo status di società quotata da ricondurre all’ampio dibattito in corso in tema di prevalenza dei private markets sui public markets”, si legge nel rapporto, dove si fa notare che, tra le motivazioni dichiarate nei documenti di offerta da parte degli offerenti, sono evidenziati i vantaggi per gli emittenti del conseguimento dello status di società non quotata (semplificazione normativa, minori oneri e maggior flessibilità gestionale e organizzativa, maggior competitività e velocità di esecuzione). In più occasioni emerge poi la circostanza che: i) la capitalizzazione di mercato spesso non riflette i valori fondamentali della società; ii) l’operatività degli investitori si caratterizza su orizzonti di breve periodo (cosiddetto short termism); iii) la liquidità dei titoli quotati registra valori inferiori alle attese degli emittenti (volumi di negoziazione bassi e insufficiente attività di sostegno alla liquidità da parte del liquidity provider/specialista).Focalizzando l’analisi sulle sedi di negoziazione e, in particolare sui premi di negoziazione, emerge che i mercati che registrano una maggiore liquidità presentano premi mediamente più bassi su tutti gli orizzonti temporali considerati. In particolare, i premi maggiori si registrano sull’EGM. Nell’ambito del mercato EXM, il Segmento Euronext STAR Milan offre i premi minori. Infine, si evidenzia come il reinvestimento dei soci dell’emittente nel capitale dell’offerente (o in altra società della catena di controllo di quest’ultimo), sia una pratica diventata sempre più comune nel periodo 2020-2024 (in 23 offerte sul totale di 96, pari al 24%). Il dato appare infatti quattro volte superiore nel periodo analizzato rispetto alle evidenze emerse nel periodo 2007-2019. LEGGI TUTTO

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    Consob, 96 offerte pubbliche negli ultimi 5 anni. Spiccano transazioni amichevoli e reinvestimenti

    (Teleborsa) – Negli ultimi cinque anni in Italia sono state promosse 96 offerte pubbliche, di cui 13 nel 2020 (pari al 14%), 19 nel 2021 (pari al 20%), 24 nel 2022 (pari al 25%), 20 nel 2023 (pari al 21%) e 20 nel 2024 (pari al 21%). Nel periodo considerato nel 92% dei casi il pagamento del corrispettivo è avvenuto in denaro (88 Opa), mentre nel restante 8% il corrispettivo è rappresentato da strumenti finanziari (quattro Ops e quattro Opas) quotati o non quotati su mercati regolamentati italiani (nello specifico tra le Ops, in due casi sono state offerte in cambio azioni e in due casi obbligazioni, mentre tra le Opas gli strumenti offerti in cambio sono stati rappresentati esclusivamente da azioni). In termini di controvalore, le offerte hanno registrato un valore complessivo pari a circa 29 miliardi di euro. È quanto emerge dalla relazione per l’anno 2024 di Consob.Analizzando la natura dell’offerta, i dati mostrano una prevalenza delle offerte volontarie (complessivamente pari a 59) su quelle obbligatorie (complessivamente pari a 37, dato che comprende anche gli obblighi di acquisto). In termini aggregati, le offerte volontarie hanno rappresentato circa il 61% delle offerte promosse, contro circa il 39% di quelle obbligatorie. All’interno della categoria delle offerte volontarie, 49 sono state totalitarie (pari al 51% del totale di tutte le offerte), mentre dieci sono state parziali (pari al 10%).Analizzando le offerte per tipologia di prodotto finanziario, emerge che le azioni ordinarie sono state oggetto di offerta nel 97% dei casi delle offerte (93 operazioni sulle complessive 96), mentre nel restante 3% hanno riguardato azioni di risparmio e warrant. Si registra poi un trend crescente del numero delle offerte promosse su azioni negoziate su EGM (pari a 21 di cui un’offerta nel 2020 e nel 2021, quattro offerte nel 2022, dieci offerte nel 2023 e cinque offerte nel 2024).Prevalgono le offerte di acquisto finalizzate all’incremento della partecipazione già detenuta dai soci di controllo nella società bersaglio (Opa da completamento) e al conseguente delisting dell’emittente (circa il 70% delle offerte). Rientrano in tali offerte anche le Opa obbligatorie a cui ha fatto seguito il delisting. Risultano residuali, invece, le offerte il cui obiettivo principale è l’acquisizione del controllo (pari a circa il 20%). Queste evidenze mostrano che i cambiamenti di controllo si caratterizzano maggiormente per essere il risultato di transazioni amichevoli, tra gli azionisti di controllo storici e i nuovi acquirenti, piuttosto che come operazioni ostili.Con riferimento al fenomeno del delisting, “una possibile spiegazione potrebbe derivare da una “disaffezione” verso lo status di società quotata da ricondurre all’ampio dibattito in corso in tema di prevalenza dei private markets sui public markets”, si legge nel rapporto, dove si fa notare che, tra le motivazioni dichiarate nei documenti di offerta da parte degli offerenti, sono evidenziati i vantaggi per gli emittenti del conseguimento dello status di società non quotata (semplificazione normativa, minori oneri e maggior flessibilità gestionale e organizzativa, maggior competitività e velocità di esecuzione). In più occasioni emerge poi la circostanza che: i) la capitalizzazione di mercato spesso non riflette i valori fondamentali della società; ii) l’operatività degli investitori si caratterizza su orizzonti di breve periodo (cosiddetto short termism); iii) la liquidità dei titoli quotati registra valori inferiori alle attese degli emittenti (volumi di negoziazione bassi e insufficiente attività di sostegno alla liquidità da parte del liquidity provider/specialista).Focalizzando l’analisi sulle sedi di negoziazione e, in particolare sui premi di negoziazione, emerge che i mercati che registrano una maggiore liquidità presentano premi mediamente più bassi su tutti gli orizzonti temporali considerati. In particolare, i premi maggiori si registrano sull’EGM. Nell’ambito del mercato EXM, il Segmento Euronext STAR Milan offre i premi minori. Infine, si evidenzia come il reinvestimento dei soci dell’emittente nel capitale dell’offerente (o in altra società della catena di controllo di quest’ultimo), sia una pratica diventata sempre più comune nel periodo 2020-2024 (in 23 offerte sul totale di 96, pari al 24%). Il dato appare infatti quattro volte superiore nel periodo analizzato rispetto alle evidenze emerse nel periodo 2007-2019. LEGGI TUTTO

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    Consob, nel 2024 balzo delle sanzioni amministrative a 11,6 milioni di euro

    (Teleborsa) – Nel 2024 la Consob ha avviato 57 procedimenti sanzionatori (41 procedimenti sanzionatori nel 2023). Di questi, 47 sono sfociati nella adozione di delibere sanzionatorie, con applicazione di sanzioni pecuniarie nei confronti, complessivamente, di 83 soggetti (67 nel 2023); in sei casi invece i procedimenti sanzionatori, tutti in materia di transaction reporting (Regolamento MiFIR), si sono estinti anticipatamente e senza applicazione di sanzioni, essendosi i soggetti interessati avvalsi della facoltà del pagamento delle sanzioni in misura ridotta (cosiddetta oblazione). Infine, per quattro procedimenti sanzionatori, è stata disposta l’archiviazione. È quanto emerge dalla relazione per l’anno 2024 di Consob.L’ammontare complessivo delle sanzioni amministrative pecuniarie applicate nel 2024 è risultato pari a circa 11,6 milioni di euro (3,5 milioni di euro nel 2023). Le sanzioni interdittive accessorie, nel loro complesso, sono state pari a 260 mesi (176 mesi applicati nel 2023); il controvalore dei beni oggetto di confisca è stato pari a circa 5,8 milioni di euro (432 mila euro nel 2023).Più nel dettaglio, sono stati adottati in totale 19 provvedimenti sanzionatori per le violazioni del MAR, con la conseguente applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie complessivamente pari a 3,6 milioni di euro. Di questi provvedimenti, otto (sette nel 2023) hanno riguardato violazioni concernenti le condotte di insider trading e manipolazione del mercato e 11 (sei nel 2023) sono stati adottati per altre violazioni del MAR, come di seguito illustrato.Con riferimento agli illeciti in materia di abusi di mercato quattro hanno avuto ad oggetto le condotte di comunicazione illecita e abuso di informazioni privilegiate e gli altri quattro hanno riguardato condotte di manipolazione del mercato. Sono state applicate sanzioni amministrative pecuniarie complessivamente pari a circa 3,1 milioni di euro (1,5 milioni di euro nel 2023) nei confronti di 29 soggetti, di cui 24 persone fisiche e cinque persone giuridiche.È stato adottato un provvedimento sanzionatorio (quattro nel 2023) nei confronti di un’impresa di investimento di diritto cipriota, oggetto di numerose segnalazioni trasmesse alla CONSOB da parte di investitori italiani che lamentavano il mancato riscontro alle richieste di rimborso dai medesimi presentate a seguito della chiusura dei relativi conti. Tale condotta è stata sanzionata con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria pari a 240 mila euro.I provvedimenti sanzionatori assunti dalla Commissione, concernenti le violazioni in materia di emittenti, informativa al pubblico e revisione legale sono stati 22 (12 nel 2023). Le sanzioni amministrative pecuniarie applicate sono risultate complessivamente pari a circa 2,4 milioni di euro (1,3 milioni di euro nel 2023). In particolare, in materia di offerta al pubblico sono stati adottati cinque provvedimenti sanzionatori, con applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie pari complessivamente a 920 mila euro e, nei confronti di due persone fisiche, sono state adottate sanzioni interdittive accessorie per complessivi 21 mesi. In materia di offerte pubbliche di acquisto e scambio, è stato adottato un provvedimento sanzionatorio, con applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria di 100 mila euro nei confronti della società e di 100 mila nei confronti del suo rappresentante legale. Per quanto concerne le violazioni in materia di informativa societaria e al pubblico sono stati adottati quattro provvedimenti sanzionatori, con l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie per un importo pari a 260 mila euro, mentre in materia di informazione finanziaria è stato adottato un provvedimento sanzionatorio con l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria complessivamente pari a 40 mila euro. In materia di partecipazioni rilevanti, sono stati adottati quattro provvedimenti sanzionatori nei confronti di una società e di tre persone fisiche, con l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie pari a 75 mila euro. Inoltre, per quanto concerne i doveri in capo ai componenti del collegio sindacale, sono state adottate due delibere sanzionatorie, con applicazione di complessivi 240 mila euro nei confronti di sei membri del collegio sindacale di due emittenti per inottemperanza ai propri doveri di vigilanza e di segnalazione delle irregolarità alla Consob.Nei confronti delle società di revisione contabile e dei responsabili dei lavori di revisione, infine, sono stati complessivamente adottati cinque provvedimenti sanzionatori. Di questi, tre provvedimenti hanno riguardato violazioni concernenti i lavori di revisione contabile e uno ha riguardato violazioni del decreto legislativo n. 231 del 21 novembre 2007 (disciplina antiriciclaggio). È stata altresì adottata una delibera sanzionatoria nei confronti di un revisore legale incaricato della revisione legale sulle relazioni di gestione dei fondi comuni di investimento di diritto italiano; il mancato riscontro, da parte del revisore, a talune richieste dell’Autorità ha ritardato l’esercizio delle funzioni vigilanza attribuite alla Consob. Con i cinque provvedimenti menzionati sono state irrogate sanzioni amministrative pecuniarie complessivamente pari 640 mila euro. LEGGI TUTTO

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    Consob, nel 2024 primo balzo delle segnalazioni di operazioni sospette da entrata in vigore MAR

    (Teleborsa) – Nel corso del 2024 la Consob ha complessivamente ricevuto 593 segnalazioni relative a operatività potenzialmente sospetta di costituire un abuso di mercato, a fronte di 440 segnalazioni ricevute nel corso del 2023. Si tratta del primo significativo incremento su base annua (+34,8%) registrato a partire dall’entrata in vigore del MAR nel luglio 2016: dal 2017 al 2023 il numero annuo di segnalazioni ricevute è, infatti, passato da 352 a 440, con un incremento cumulato pari al 25% (corrispondente a un incremento medio annuo pari a circa 3,2%). È quanto emerge dalla relazione per l’anno 2024 di Consob.Le segnalazioni complessivamente ricevute in base all’obbligo previsto dall’art. 16 del citato Regolamento MAR sono state 559 (94,2% del totale) a fronte delle 427 nel 2023; 34 report (13 nel 2023) sono stati inviati su base volontaria come market observations, ossia come generiche descrizioni di situazioni di mercato ritenute pregiudizievoli del corretto svolgimento delle negoziazioni (questi casi costituiscono il 5,8% del totale).Tra le 593 STOR, quelle inviate dai soggetti italiani obbligati (gestori di sedi di negoziazioni e soggetti che predispongono ovvero eseguono a titolo professionale operazioni sui mercati finanziari) sono state 452 (326 nel 2023) e rappresentano l’81% del totale. Le restanti 107 segnalazioni (101 nel 2023) sono state trasmesse da omologhe autorità estere e principalmente dalla FCA britannica. Si segnala anche una significativa presenza di casi segnalati dalle autorità tedesche, olandesi e francesi, nelle cui giurisdizioni hanno oggi sede numerosi intermediari esteri attivi sui mercati italiani, un tempo basati a Londra. Si evidenzia che 24 STOR (4,3% del totale) sono riconducibili a segnalazioni inviate da succursali italiane di banche estere.La Consob ha trasmesso a omologhe autorità estere 64 segnalazioni (38 nel 2023) che rappresentano il 10,8% del totale. Tali segnalazioni sono state trasmesse da soggetti italiani e riguardano condotte di propri clienti su mercati esteri, riconducibili nella quasi totalità a condotte di potenziale insider trading.Delle 593 segnalazioni totali ricevute, il 68% ha riguardato condotte riconducibili – in prima battuta – all’abuso di informazioni privilegiate (62% nel 2023) e il 29% a ipotesi di manipolazione operativa (35% nel 2023). Il restante 3% (3% anche nel 2023) ha riguardato condotte riconducibili a diverse potenziali fattispecie illecite, compreso il front running. La fattispecie maggiormente segnalata, pari a poco meno di due terzi del totale, rimane quella riguardante casi di possibili condotte di insider trading su strumenti azionari (61% a fronte del 56% nel 2023). LEGGI TUTTO

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    Consob, nel 2024 primo balzo delle segnalazioni di operazioni sospette da entrata in vigore MAR

    (Teleborsa) – Nel corso del 2024 la Consob ha complessivamente ricevuto 593 segnalazioni relative a operatività potenzialmente sospetta di costituire un abuso di mercato, a fronte di 440 segnalazioni ricevute nel corso del 2023. Si tratta del primo significativo incremento su base annua (+34,8%) registrato a partire dall’entrata in vigore del MAR nel luglio 2016: dal 2017 al 2023 il numero annuo di segnalazioni ricevute è, infatti, passato da 352 a 440, con un incremento cumulato pari al 25% (corrispondente a un incremento medio annuo pari a circa 3,2%). È quanto emerge dalla relazione per l’anno 2024 di Consob.Le segnalazioni complessivamente ricevute in base all’obbligo previsto dall’art. 16 del citato Regolamento MAR sono state 559 (94,2% del totale) a fronte delle 427 nel 2023; 34 report (13 nel 2023) sono stati inviati su base volontaria come market observations, ossia come generiche descrizioni di situazioni di mercato ritenute pregiudizievoli del corretto svolgimento delle negoziazioni (questi casi costituiscono il 5,8% del totale).Tra le 593 STOR, quelle inviate dai soggetti italiani obbligati (gestori di sedi di negoziazioni e soggetti che predispongono ovvero eseguono a titolo professionale operazioni sui mercati finanziari) sono state 452 (326 nel 2023) e rappresentano l’81% del totale. Le restanti 107 segnalazioni (101 nel 2023) sono state trasmesse da omologhe autorità estere e principalmente dalla FCA britannica. Si segnala anche una significativa presenza di casi segnalati dalle autorità tedesche, olandesi e francesi, nelle cui giurisdizioni hanno oggi sede numerosi intermediari esteri attivi sui mercati italiani, un tempo basati a Londra. Si evidenzia che 24 STOR (4,3% del totale) sono riconducibili a segnalazioni inviate da succursali italiane di banche estere.La Consob ha trasmesso a omologhe autorità estere 64 segnalazioni (38 nel 2023) che rappresentano il 10,8% del totale. Tali segnalazioni sono state trasmesse da soggetti italiani e riguardano condotte di propri clienti su mercati esteri, riconducibili nella quasi totalità a condotte di potenziale insider trading.Delle 593 segnalazioni totali ricevute, il 68% ha riguardato condotte riconducibili – in prima battuta – all’abuso di informazioni privilegiate (62% nel 2023) e il 29% a ipotesi di manipolazione operativa (35% nel 2023). Il restante 3% (3% anche nel 2023) ha riguardato condotte riconducibili a diverse potenziali fattispecie illecite, compreso il front running. La fattispecie maggiormente segnalata, pari a poco meno di due terzi del totale, rimane quella riguardante casi di possibili condotte di insider trading su strumenti azionari (61% a fronte del 56% nel 2023). LEGGI TUTTO

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    Consob, operatività POC fa aumentare le variazioni di partecipazioni rilevanti

    (Teleborsa) – Nel 2024 la Consob ha ricevuto 654 comunicazioni relative a variazioni di partecipazioni rilevanti detenute in società quotate italiane, in aumento rispetto all’anno precedente (427 nel 2023). L’incremento è in larga parte attribuibile all’operatività posta in essere sulle azioni delle società emittenti prestiti obbligazionari convertibili (POC) in favore di un unico investitore (99 comunicazioni inviate dagli investitori istituzionali coinvolti nelle operazioni di POC).Nell’anno sono pervenute all’Istituto 44 dichiarazioni di intenzioni, che risultano quindi più che raddoppiate rispetto alle 19 dell’anno precedente. Di tali dichiarazioni 27 sono state inviate da investitori esteri e 17 da italiani. Le dichiarazioni sono state rese in quasi la metà dei casi (19) in occasione del superamento della soglia del 10% del capitale dell’emittente.In 15 casi, invece, la dichiarazione ha riguardato il superamento della soglia del 25% del capitale sociale, quasi sempre in emittenti qualificati come PMI, per i quali l’obbligo di OPA sorge al superamento del 30%. In 6 di questi ultimi casi, inoltre, sebbene i dichiaranti avessero superato anche le soglie del 30% o del 50%, non è stata promossa alcuna OPA stante l’assenza dei presupposti dell’offerta obbligatoria o in considerazione dell’applicazione di specifici casi di esenzione; nei rimanenti casi, non è stata superata alcuna soglia rilevante ai fini dell’obbligo di offerta ed è stata dichiarata l’intenzione di non proseguire nell’acquisto di azioni al punto da acquisire il controllo dell’emittente.I patti parasociali rilevanti sono stati oggetto di 139 comunicazioni, riferibili a 64 società quotate (93 comunicazioni riferibili a 48 società quotate nel 2023). In particolare, 34 comunicazioni hanno riguardato la stipula di nuovi patti, 76 la variazione e/o il rinnovo di patti già in essere e 29 lo scioglimento.A gennaio 2024, l’elenco delle società qualificabili come PMI quotate, aggiornato dalla Consob sulla base dei dati della capitalizzazione di mercato negli anni 2021, 2022 e 2023, contava 127 società su un totale di 217 società quotate aventi sede legale in Italia e con azioni ordinarie ammesse a negoziazione su Euronext Milan (EXM, già MTA). L’elenco è stato successivamente aggiornato con l’entrata in vigore, il 27 marzo 2024, della Legge Capitali, che ha innalzato la soglia di capitalizzazione di mercato ai fini della qualifica di PMI da 500 milioni a un miliardo di euro. Di conseguenza è aumentato il numero di società qualificate come PMI che è passato da 127 emittenti (pari al 58,53% delle società aventi sede legale in Italia e quotate su Euronext Milan al 31 dicembre 2023) a 142 emittenti (pari al 67,30% del totale). LEGGI TUTTO