Giugno 2025

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    USA, fiducia consumatori Università del Michigan giugno rivisto al rialzo a 60,7 punti

    (Teleborsa) – Rivisto al rialzo l’indice che misura la fiducia dei consumatoristatunitensi, secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’Università del Michigan, che ha pubblicato la stima definitiva. Nel mese di giugno 2025, l’indice sul consumer sentiment si è attestato a 60,7 punti dai 60,5 della lettura preliminare e dai 52,2 del mese precedente. Rivista al ribasso invece la componente relativa alle aspettative, che si posiziona a 58,1 punti da 47,9 di maggio e dai 58,4 del preliminare, mentre quella sulla condizione attuale è stata ritoccata a 64,8 punti dal preliminare di 63,7 punti e dai 58,9 del mese precedente. LEGGI TUTTO

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    Ambiente, Enea: “Batteri buoni e piante per bonificare i terreni inquinati”

    (Teleborsa) – Bonificare e rendere di nuovo fertili i terreni inquinati da metalli pesanti utilizzando batteri “buoni” e piante autoctone. È uno dei risultati di RETURN, un progetto nazionale finanziato dal PNRR che coinvolge, oltre a ENEA, 26 partner tra università, enti di ricerca, istituzioni pubbliche e private e che ha l’obiettivo di rafforzare la ricerca sui rischi ambientali, naturali e antropici, promuovendo al contempo soluzioni sostenibili per la rigenerazione dell’ambiente.Tra le varie attività, nel contesto dell’area tematica “Degrado ambientale”, ENEA sta sperimentando un processo di bonifica naturale che sfrutta la collaborazione tra piante spontanee e batteri nativi dell’ex sito minerario di Ingurtosu, nel sud-ovest della Sardegna, all’interno del Parco Geominerario storico e ambientale patrocinato dall’UNESCO.Il recupero dei siti minerari è una sfida significativa per ridurre gli impatti ambientali, sociali, economici e sanitari della filiera estrattiva attraverso azioni positive, come la riduzione dell’utilizzo di tecnologie e metodologie ad alto impatto, lo sviluppo di tecnologie alternative e più sostenibili e l’implementazione della circolarità.”Le attività legate all’estrazione mineraria hanno causato un significativo degrado ambientale nell’area di Ingurtosu che è stata per decenni esposta a un forte inquinamento da metalli pesanti come piombo e zinco – sottolinea Chiara Alisi del Laboratorio Tecnologie per la Salvaguardia del Patrimonio Architettonico e Culturale –. In questo contesto, sin dal 2011, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari, avevamo avviato degli studi sui cambiamenti della quantità dei metalli pesanti in relazione alla presenza di piante spontanee e all’attività microbica del suolo, testando anche tecniche di fitorisanamento con microrganismi, e ora stiamo recuperando l’area inquinata sostenendo la crescita di piante di Elicriso, tipiche della zona”.Il cuore del progetto è la bioaugmentation, ovvero l’introduzione nel suolo di 11 ceppi batterici nativi, protagonisti invisibili, isolati direttamente dagli scarti minerari. Si tratta di microrganismi in grado non solo di sopravvivere in ambienti ad alta concentrazione di metalli pesanti ma anche di produrre sostanze che stimolano la crescita delle piante e migliorano la biodiversità microbica e la qualità del suolo, contribuendo alla stabilizzazione del terreno.”I batteri non possono degradare i metalli pesanti, ma possono contribuire ad immobilizzarli e favorire la rigenerazione del terreno. Le piante, infatti, stentano a crescere in un suolo contaminato. Qui entrano in gioco i batteri, che producono sostanze nutritive permettendo alle piante di attecchire – aggiunge Alisi –. I risultati ottenuti ci incoraggiano a sviluppare un modello sostenibile e replicabile, con benefici in termini di riduzione della concentrazione e della pericolosità dei metalli, aumento della vegetazione spontanea e miglioramento della salute del suolo”. LEGGI TUTTO

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    Open Fiber: rete in fibra ottica FTTH nelle province di Padova, Vicenza, Treviso, Padova

    (Teleborsa) – La fibra ottica di Open Fiber è arrivata in diversi comuni delle province di Padova, Vicenza, Treviso, Verona, Belluno e Venezia. La rete ultraveloce oggi disponibile in 48 comuni – Anguillara Veneta, Arzergrande, Bagnoli di Sopra, Borgo Veneto, Bovolenta, Campo San Martino, Cartura, Casalserugo, Cervarese Santa Croce, Gazzo, Loreggia, Ospedaletto Euganeo, Piombino Dese, Polverara, Rovolon, Saccolongo, San Giorgio delle Pertiche, San Pietro Viminario, Sant’Angelo di Piove di Sacco, Tribano, Villa del Conte, Villafranca Padovana, Villanova di Camposampiero, Vo’, Barbarano Mossano, Brendola, Bressanvido, Brogliano, Cartigliano, Castelgomberto, Colceresa, Montecchia di Crosara, Montorso Vicentino, Mussolente, Pojana Maggiore, Sandrigo, Sarego, Schiavon, Zimella, Breda di Piave, Carbonera, Morgano, Isola della Scala, Sanguinetto, Villa Bartolomea, Auronzo di Cadore, Borgo Valbelluna e Fiesso d’Artico – raggiunge oltre 125.550 unità immobiliari attraverso la tecnologia FTTH (Fiber-to-the-home, la fibra ottica stesa fino all’interno degli edifici), unica soluzione in grado di garantire velocità di connessione fino a 2,5 Gigabit al secondo. Si tratta – spiega Open Fiber in una nota – di un investimento strategico per la digitalizzazione del territorio che non grava sul bilancio del Comune. L’infrastruttura tecnologica, infatti, è stata finanziata con fondi regionali e statali nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga (BUL) gestito da Infratel Italia, società del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento della Regione Veneto. La nuova rete è e resterà di proprietà pubblica.”Grazie alla rete FTTH e al progetto di cablaggio di Open Fiber, diversi comuni delle province di Padova, Vicenza, Treviso, Verona, Belluno e Venezia oggi sono dotati di una rete ultra broadband in grado di erogare volumi di traffico dati sempre maggiori, consentendo di fare un uso veloce e abilitante dei collegamenti per lo smart working, lo streaming dei contenuti in HD, gli acquisiti online e l’accesso ai servizi da remoto della Pubblica amministrazione”, afferma Alberto Sperandio, Area Manager di Open Fiber nel Nord Est.Tutti gli utenti residenziali di che attiveranno una connessione ultraveloce attraverso gli operatori partner di Open Fiber entro il 31 gennaio 2026, potranno vincere un buono regalo grazie all’iniziativa “Open Fiber la scelta che ti premia”. LEGGI TUTTO

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    Wall Street apre in leggero rialzo, focus su dati inflazione

    (Teleborsa) – Lieve aumento per la Borsa di New York, che mostra sul Dow Jones un rialzo dello 0,55%; sulla stessa linea, l’S&P-500 procede a piccoli passi, avanzando a 6.163 punti.In moderato rialzo il Nasdaq 100 (+0,33%); sulla stessa linea, leggermente positivo l’S&P 100 (+0,39%).In buona evidenza nell’S&P 500 i comparti beni di consumo secondari (+1,11%), telecomunicazioni (+0,49%) e beni industriali (+0,43%).Apertura positiva favorita dal perdurare della tregua in corso tra Israele e Iran e dall’accordo tra Stati Uniti e Cina su come accelerare le spedizioni di terre rare. Sempre sul fronte commerciale, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha suggerito che il presidente Trump potrebbe estendere la pausa tariffaria reciproca di 90 giorni oltre la scadenza autoimposta all’inizio del mese prossimo.Sul fronte macroeconomico, è stato pubblicato l’indice PCE, uno degli indicatori sull’inflazione più seguiti da parte della Federal Reserve. A maggio l’indice ha registrato un +0,1% su base mensile, in linea con le aspettative e in linea con il tasso del mese precedente, un segnale positivo nonostante le preoccupazioni per l’impatto dei dazi doganali statunitensi.Nei dodici mesi fino a maggio, l’indice dei prezzi per consumi personali del Dipartimento del Commercio è aumentato del 2,3%, leggermente più alto del 2,2% rivisto al rialzo ad aprile ma in linea con le proiezioni degli economisti. Escludendo voci volatili come cibo e carburante, l’indice PCE “core” è salito allo 0,2% su base mensile e al 2,7% su base annua, entrambi leggermente più elevati del previsto. LEGGI TUTTO

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    USA, a maggio spese personali -0,1% e redditi -0,4%

    (Teleborsa) – In aumento i redditi delle famiglieamericane, così come le spese personali. Secondo il Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, i consumi personali (PCE) sono calati dello 0,1% a maggio, rispetto al +0,2% del mese precedente e al +0,1% atteso dagli analisti. I redditi personali hanno registrato un calo dello 0,4%, in questo caso meno del +0,7% del mese precedente e del +0,3% del consensus. Il PCE price index core, una misura dell’inflazione, evidenzia una variazione positiva dello 0,2% su mese (+0,1% il mese precedente e atteso dagli analisti) e del 2,7% su anno, sotto il +2,6% atteso e del mese di aprile.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Borse europee positive, a Milano soffre MPS dopo nuovo piano Mediobanca

    (Teleborsa) – Marginale aumento della Borsa di Milano (appesantita dalle banche), mentre il resto dell’Europa è all’insegna del toro. Il sentiment beneficia dei segnali di allentamento delle tensioni commerciali tra Pechino e Washington che fanno sperare in una de-escalation della guerra sui dazi avviata dagli Stati Uniti. A Piazza Affari il focus è ancora sul settore bancario, dopo che stamattina Mediobanca ha aggiornato il piano al 2028 e il CEO Alberto Nagel ha detto in call che l’operazione con Banca Generali rappresenterebbe “una combinazione molto potente” e “una trasformazione significativa per la banca”, mentre un’integrazione in MPS porterebbe Mediobanca a essere valutata “a multipli inferiori” e a “una significativa erosione dei ricavi”. Sul fronte macroeconomico, l’inflazione è risultata sopra le attese a giugno sia in Francia (+0,9% su anno) che in Spagna (+2,2% su anno). Inoltre, i consumi delle famiglie francesi hanno rallentato al +0,2% su mese a maggio, mentre le vendite al dettaglio di maggio in Spagna hanno segnato un +4,8% su anno. In Italia, a giugno l’indice di fiducia delle imprese è salito per il secondo mese consecutivo, mentre la fiducia dei consumatori è tornata a calare dopo la crescita dello scorso mese. Nella Zona Euro, la fiducia dell’economia è peggiorata inaspettatamente a giugno.L’Euro / Dollaro USA mantiene la posizione sostanzialmente stabile su 1,172. Vendite diffuse sull’oro, che continua la giornata a 3.283,6 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) mostra un timido guadagno e segna un +0,54%.Piccolo passo verso l’alto dello spread, che raggiunge quota +86 punti base, mostrando un aumento di 1 punti base, con il rendimento del BTP a 10 anni pari al 3,41%.Tra i listini europei sostanzialmente tonico Francoforte, che registra una plusvalenza dello 0,68%, guadagno moderato per Londra, che avanza dello 0,57%, e buona performance per Parigi, che cresce dell’1,37%.Lieve aumento per la Borsa di Milano, che mostra sul FTSE MIB un rialzo dello 0,25%; sulla stessa linea, lieve aumento per il FTSE Italia All-Share, che si porta a 41.902 punti. Guadagni frazionali per il FTSE Italia Mid Cap (+0,53%); con analoga direzione, in moderato rialzo il FTSE Italia Star (+0,44%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, svetta Prysmian che segna un importante progresso del 3,98%. Sostenuta Ferrari, con un discreto guadagno del 2,05%. Buoni spunti su Stellantis, che mostra un ampio vantaggio dell’1,77%. Piccoli passi in avanti per Brunello Cucinelli, che segna un incremento marginale dell’1,34%.Le peggiori performance, invece, si registrano su Amplifon, che ottiene -5,14%. Sotto pressione Leonardo, con un forte ribasso del 2,95%. Soffre Banca MPS, che evidenzia una perdita del 2,68%. Contrazione moderata per Telecom Italia, che soffre un calo dello 0,86%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, MARR (+8,94%), Carel Industries (+5,18%), Alerion Clean Power (+4,41%) e The Italian Sea Group (+3,10%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Juventus, che continua la seduta con -5,97%. Sottotono WIIT che mostra una limatura dell’1,03%. Deludente Fincantieri, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia. Fiacca Garofalo Health Care, che mostra un piccolo decremento dello 0,97%. LEGGI TUTTO

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    Via libera UE a proroga sanzioni Russia sino al 31 gennaio 2026

    (Teleborsa) – L’UE ha approvato la proroga di altri sei mesi del pacchetto di sanzioni alla Russia, in scadenza il 31 luglio prossimo, sino al 31 gennaio 2026. Il via libera formale, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, è arrivato dagli ambasciatori dei Ventisette, in seguito all’intesa politica raggiunta ieri dal vertice europeo. I leader europei, riuniti per il vertice a Bruxelles, hanno raggiunto l’intesa di prorogare per altri sei mesi i 17 pacchetti di sanzioni settoriali imposte negli ultimi tre anni a Mosca, che riguardano commercio, finanza, energia, tecnologia e beni a doppio uso civile e militare, industria, trasporti e beni di lusso. Le sanzioni in vigore includono poi il congelamento di oltre 200 milioni di euro di attività della banca centrale russa. Un’intesa arrivata un po’ all’ultimo, a causa delle resistenze dell’Ungheria, che alla fine ha deciso di farsi da parte, come avvenuto lo scorso febbraio, consentendo alla proroga di passare con l’unanimità. Nel corso della riunione si è parlato anche del 18esimo pacchetto di sanzioni, che riguardano il settore energetico, bancario e la flotta ombra russa, rispetto al quale la Slovacchia ha confermato il veto, dichiarando di non poter ancora dare il proprio assenso, in attesa di rassicurazioni sulla sua sicurezza energetica e sull’approvvigionamento di gas. La Commissione proseguirà dunque i contatti bilaterali al fine di risolvere l’impedimento che blocca l’applicazione del 18esimo pacchetto di sanzioni. LEGGI TUTTO

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    Prometeia: Italia resiliente ma PIL II trimestre verso frenata a +0.1%

    (Teleborsa) – L’inasprimento delle tensioni in Medio Oriente aumenta il rischio di frenata per l’economia mondiale: nella peggiore delle ipotesi, l’acuirsi di tensioni tra i paesi della regione potrebbe portare a forti incrementi dei prezzi di petrolio e gas, accompagnati da elevata variabilità dell’inflazione, in un contesto di già alta fragilità. È un capitolo ancora tutto in divenire ma che avrebbe le potenzialità di sconvolgere lo scenario relativamente positivo tratteggiato dall’aggiornamento trimestrale delle previsioni macroeconomiche di Prometeia per l’economia italiana, europea e mondiale. Nello scenario “centrale” di Prometeia, infatti, il prezzo del petrolio Brent raggiunge i 75 dollari a barile nella media del terzo trimestre come effetto temporaneo, il che manterrà allertate le banche centrali sulla dinamica inflazionistica prospettica, e quindi sulle decisioni di politica monetaria, ma non eserciterà pressioni al rialzo significative e persistenti sui prezzi al consumo.Il dazio della questione dazi, ancora apertaLa struttura dei dazi ipotizzata in queste ultime previsioni Prometeia implica una tariffa media sui prodotti europei esportati negli USA più alta di circa 8 punti percentuali rispetto a marzo scorso (circa l’11% contro poco più del 3% implicito nelle ipotesi di marzo), oltre a più alti dazi di 10 punti verso tutti i partner commerciali degli USA. Gli effetti – rileva il rapporto – saranno molto differenziati ma certamente più rilevanti per gli Stati Uniti, molto meno per i paesi europei. Per questi ultimi Prometeia stima effetti negativi sull’attività economica di circa 1 decimo di punto percentuale quest’anno e 2 decimi il prossimo. Tali effetti negativi dovrebbero poi venire contrastati da più alte spese per la difesa. Anche se l’Italia, come importante paese esportatore e per il quale gli Stati Uniti rappresentano uno dei maggiori mercati di sbocco, è certamente più influenzata di altri, nello scenario dell’ultimo report Prometeia l’effetto è quantificabile complessivamente in 4 decimi di punto di minore crescita del Pil e 2 decimi di maggiore inflazione. In questo complicato contesto, un altro elemento di novità è rappresentato dal cambio euro/dollaro, il cui apprezzamento, per ora modesto ma comunque meritevole di attenzione, accentua l’effetto “spiazzamento” delle nostre merci sul mercato statunitense, pur favorendo la discesa dell’inflazione in Europa. Se questa tendenza dovesse proseguire – cosa che al momento sembra essere stata interrotta dall’attacco all’Iran – si amplificherebbe l’impatto negativo dei dazi. Lo scenario presentato – evidenzia Prometeia – risulta tutto sommato gestibile, anche alla luce delle buone condizioni di redditività delle imprese italiane, e comunque non sarebbe tale da annullare la ripresa in corso. Tuttavia, la molteplicità di fattori di rischio allarga a dismisura l’alea che sempre circonda il futuro e ostacola le decisioni economiche, in particolare gli investimenti ma anche i consumi.USA, una minaccia chiamata Treasury bondsNello scenario Prometeia, la politica di bilancio di Trump non fornisce impulsi addizionali alla crescita. Anzi, il peggioramento delle finanze pubbliche previsto, anche nel caso in cui il testo finale sia meno espansivo di quello votato alla Camera, aumenta il rischio associato all’economia USA, con conseguente progressivo ulteriore indebolimento del dollaro e rendimenti a più lunga scadenza previsti rimanere intorno al 4.5%, anche quando verranno ridotti quelli di policy. Un perdurante disallineamento nella dinamica dei tassi di interesse tra Stati Uniti ed Eurozona potrebbe far emergere tensioni: rendimenti decennali così elevati negli USA a fronte del 2.5% sui titoli tedeschi sono coerenti con aspettative di progressivo rafforzamento dell’euro, il che potrebbe contribuire a comprimere ulteriormente la crescita e l’inflazione nell’area euro. Qualora la proposta di bilancio dell’amministrazione Trump – che implica un profilo del debito federale su un sentiero di crescita insostenibile nel lungo termine – venisse approvata dal Congresso in un contesto di inflazione ancora distante dal target, e dunque senza margine per un intervento massiccio della Federal Reserve attraverso acquisti di titoli pubblici, i rendimenti sui titoli governativi statunitensi potrebbero aumentare ulteriormente, generando possibili tensioni di liquidità a livello globale. L’economia statunitense mostra tuttavia una resilienza inattesa per quanto riguarda il mercato del lavoro, in termini di creazione di nuovi posti e aumenti salariali orari, superiori all’inflazione, fattori che potranno contribuire a evitare una frenata brusca dell’economia. Dopo un rimbalzo del Pil atteso nel secondo trimestre, Prometeia conferma il rallentamento guidato dalle voci interne di spesa con una crescita media annua del Pil attorno all’1.5% quest’anno e poco sotto l’1% il prossimo.Italia, è vera resilienza?In questa fase congiunturale, l’Italia sta mostrando un’inaspettata resilienza. La stabilità politica e la gestione prudente dei conti pubblici stanno offrendo un contributo rilevante, favorendo da un lato la discesa dei tassi di interesse sui prestiti — in linea con la normalizzazione della politica monetaria — e dall’altro la stabilità del quadro normativo. La crescita nel primo trimestre ha lievemente sorpreso al rialzo, e le previsioni restano sostenute dalla domanda interna: i consumi risultano in progressiva crescita grazie alla tenuta del mercato del lavoro, mentre gli investimenti sono spinti dalle opere finanziate attraverso il PNRR. In questo contesto, le prospettive per l’economia italiana — pur scontando un rallentamento del commercio internazionale — risultano relativamente meno esposte di altri paesi alle attuali tensioni commerciali globali mentre potranno beneficiare dei preannunciati aumenti di spesa pubblica a livello europeo. L’economia italiana sembra aver imboccato un sentiero di crescita, lento ma costante. Ma quanto duraturo? Pur in mancanza di dati puntuali, già nel corso del 2024, senza le spese addizionali finanziate dal PNRR la crescita del Pil sarebbe stata inferiore di 3 decimi, rispetto al già magro +0,5% registrato complessivamente. Nelle ipotesi Prometeia, tale contributo sarebbe pari a 4 decimi di crescita nel 2025, poco meno nel 2026. Nel 2027, nonostante l’assunto che in parte i lavori previsti vengano terminati con qualche mese di ritardo, si avrebbe un contraccolpo negativo della crescita (-0,3 punti percentuali). In prospettiva, ci si deve chiedere cosa sosterrà la crescita una volta venuto meno l’impulso del PNRR: in altre parole, quali saranno i suoi lasciti e quali le opzioni possibili per le politiche economiche nazionali. Le prospettive a breve sono tutte orientate alla cautela, con i dati disponibili che rispecchiano le “montagne russe” sulle quali si è costretti a viaggiare, dal brusco peggioramento intervenuto a inizio aprile al recupero successivo fino al nuovo shock dell’attacco all’Iran. Basandosi sui modelli Prometeia, la crescita del Pil italiano nel secondo trimestre sarebbe rallentata a +0.1%, con la prospettiva di una prosecuzione frenata dall’incertezza nella seconda parte dell’anno. Il 2025 si chiuderebbe quindi con una crescita media dello 0.6%, in linea con quanto prevedevamo a marzo pur a fronte di un primo trimestre migliore delle attese. Prometeia ritiene tuttavia che, a partire dal 2026, nell’ipotesi che il governo tedesco approvi e implementi il piano di rilancio infrastrutturale attualmente in discussione e che le necessità di potenziare la capacità di difesa in Europa (e non solo) si traducano in un aumento della domanda rivolta alle imprese italiane, il ciclo potrebbe consolidarsi e consentire di mantenere una velocità di crociera della nostra economia nell’intorno del mezzo punto percentuale. LEGGI TUTTO