7 Agosto 2025

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    Dazi, Confeuro: “Trump stucchevole, ora nuovi mercati e tariffe zero per Made in Italy”

    (Teleborsa) – “Con l’entrata in vigore oggi dei dazi statunitensi del 15% sui prodotti agroalimentari europei – e quindi anche italiani – assistiamo all’ennesima prova della politica commerciale stucchevole e aggressiva portata avanti da Donald Trump. Minacciare nuovi aumenti tariffari in un momento di profonda incertezza economica è un comportamento illogico e fuori luogo: servirebbero diplomazia, senso delle istituzioni e correttezza politica, non propaganda e chiusure unilaterali”. È quanto dichiara Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro. “In questo quadro – prosegue Tiso – accogliamo con favore l’apertura del ministro Lollobrigida, che nel Tavolo con i rappresentanti delle Indicazioni Geografiche convocato dal Masaf, ha indicato tra i punti cardine dell’azione del governo la ricerca di nuovi mercati per il nostro Made in Italy. È una linea che Confeuro promuove da tempo: diversificare le destinazioni dell’export è oggi una priorità strategica per proteggere le nostre produzioni agricole di qualità dai capricci geopolitici e commerciali dei grandi blocchi economici. Aprire nuovi mercati – continua Tiso – significa garantire maggiore stabilità ai nostri produttori, in particolare alle piccole e medie imprese agricole che sono le più esposte all’impatto delle barriere tariffarie. È anche una risposta concreta all’instabilità internazionale e alla necessità di rafforzare la nostra produzione agroalimentare. In attesa di capire l’impatto reale di questi nuovi dazi americani – conclude il presidente nazionale Confeuro – dunque, chiediamo al governo Meloni di attivarsi subito a livello diplomatico, negoziando esenzioni per alcune categorie di prodotti e puntando con forza all’obiettivo tariffa zero per l’agroalimentare italiano. Al tempo stesso, è fondamentale aumentare i sostegni e le compensazioni per le imprese più colpite: non possiamo permetterci di lasciare indietro chi ogni giorno porta la qualità del nostro cibo nel mondo”. LEGGI TUTTO

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    Bank of England taglia tassi d’interesse al 4% come previsto

    (Teleborsa) – La Bank of England come ampiamente atteso ha ridotto il costo del denaro di 25 punti base, portando i tassi d’interesse al 4% dal 4,25% precedente. Una decisione che risponde all’esigenza di sollecitare la crescita economica e l’occupazione, a dispetto di un’inflazione ancora troppo elevata. La banca centrale britannica, infatti, mantiene un atteggiamento prudente per i prossimi mesi e non dà certezze su altri interventi entro l’anno.La decisone di agostoIl Comitato di Politica Monetaria della Bank of England, nella riunione conclusasi oggi 6 agosto 2025, ha votato con una maggioranza di 5 a 4 la riduzione del tasso di sconto di 0,25 punti percentuali, al 4% dal 4,25% precedente.La decisione è stata presa per sostenere la crescita e l’occupazione. La crescita del PIL del Regno Unito è rimasta contenuta, in linea con un continuo e graduale indebolimento del mercato del lavoro. Permangono rischi al ribasso per l’attività economica a livello domestico e legati al quadro geopolitico, sebbene l’incertezza sulle politiche commerciali sia leggermente diminuita.Inflazione ancora altaNegli ultimi due anni e mezzo si è registrata una sostanziale disinflazione grazie all’orientamento restrittivo della politica monetaria. Tale progresso ha consentito di ridurre il tasso di sconto nell’ultimo anno, ma il Board rimane concentrato sull’eliminazione di eventuali pressioni inflazionistiche persistenti, per riportare l’inflazione in modo sostenibile al suo obiettivo del 2% nel medio termine.L’inflazione è aumentata al 3,5% nel secondo trimestre del 2025, a causa dell’andamento dei prezzi dell’energia, dei prodotti alimentari e dei prezzi amministrati. La crescita delle retribuzioni rimane elevata, ma si prevede che rallenterà significativamente nel resto dell’anno. Pertanto il Board continua a vigilare sulla misura in cui l’allentamento delle pressioni salariali si rifletterà sull’inflazione dei prezzi al consumo.Approccio lungimirante per il medio termineNonostante l’intervento odierno, La BoE mantiene un approccio “lungimirante” a medio termine nel determinare l’orientamento monetario necessario per raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2% in modo sostenibile.Un approccio graduale e cauto all’ulteriore allentamento delle restrizioni della politica monetaria viene considerato appropriato dai banchieri. La tempistica e il ritmo delle future riduzioni della restrizione della politica dipenderanno dalla misura in cui le pressioni disinflazionistiche continueranno ad allentarsi. La politica monetaria non segue un percorso predefinito e il Comitato continuerà a rispondere all’accumularsi di evidenze. LEGGI TUTTO

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    Juventus sale in Borsa promossa da UBS

    (Teleborsa) – Si muove in rialzo il titolo Juventus con un guadagno dell’1,03%, allineandosi alla performance positiva dell’intero listino milanese.A dare linfa alle azioni contribuisce la promozione giunta dagli analisti di UBS che hanno rivisto al rialzo il giudizio a “neutral” da “sell” e ritoccato all’insù il target price a 3,05 euro dai 2,90 indicati in precedenza.Comparando l’andamento del titolo con il FTSE Italia All-Share, su base settimanale, si nota che la società operante nel settore del calcio professionistico mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +5,77%, rispetto a -0,63% dell’indice azionario italiano).Lo scenario di medio periodo di Juventus ratifica la tendenza negativa della curva. Tuttavia l’analisi del grafico a breve evidenzia un allentamento della fase ribassista propedeutico ad un innalzamento verso la prima area di resistenza vista a 2,974 Euro. Supporto a 2,886. Eventuali elementi positivi sostengono il raggiungimento di un nuovo top visto in area 3,062. LEGGI TUTTO

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    Mercato Aftermarket, ANFIA: lieve flessione nel primo semestre 2025 (-0,7%)

    (Teleborsa) – Il fatturato aftermarket, inteso come fatturato della filiera IAM, ovvero dei produttori di componenti verso il mondo della distribuzione IAM, registra una flessione dello 0,7% nel primo semestre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, che aveva chiuso a +4,2%, rispetto a gennaio-giugno 2023. A un primo trimestre 2025 in ribasso dell’1,6%, ha fatto seguito un secondo trimestre a +0,2%. Questi i dati del Barometro Aftermarket, rilevazione statistica interna al Gruppo Componenti ANFIA che fornisce un trend indicativo dell’andamento del mercato dei ricambi automotive su base mensile, sia a livello consolidato, sia a livello di singole famiglie prodotto.Guardando all’andamento delle singole famiglie prodotto, quattro su cinque presentano una variazione negativa nella prima metà del 2025. La contrazione più marcata è quella dei componenti di carrozzeria e abitacolo (-4,3%), dopo un primo semestre 2024 a +17,4% e una chiusura d’anno a +8,5%, e dei materiali di consumo (-3,6%), che nel primo semestre 2024 avevano chiuso a +3%, concludendo poi l’anno a +0,5%. Seguono i decrementi più contenuti dei componenti elettrici ed elettronici (-2,8%), che avevano riportato un aumento del 3,7% nel primo semestre 2024 e del 6,3% nell’intero anno, e dei componenti motore (-0,6%), dopo il +7,8% di gennaio-giugno 2024 e la chiusura d’anno a +5,6%. Infine, risulta invece in crescita il fatturato dei componenti undercar (+7,5%), che avevano chiuso in rialzo sia il primo semestre 2024 (+1,3%) che l’intero anno (+1,2%).Nel primo semestre 2025, il mercato auto italiano ha totalizzato poco meno di 855mila immatricolazioni, il 3,6% in meno rispetto al primo semestre 2024 e il 21,1% in meno rispetto ai livelli del 2019 pre-pandemia.In tema di alimentazioni, a gennaio-giugno 2025 le immatricolazioni di auto a benzina risultano in calo del 17,2% e quelle delle auto diesel decrescono del 32,2%, rispettivamente con quote di mercato del 26,1% e del 10,2%. Le autovetture mild e full hybrid aumentano del 10%, con una quota del 44,2%. Le immatricolazioni di autovetture ricaricabili (BEV e PHEV) crescono del 40,7% e hanno una quota del 10,5%. Nel dettaglio, le auto elettriche (BEV) registrano un incremento del 28%, con una quota del 5,2%, mentre le ibride plug-in (PHEV) crescono del 56,3%, rappresentando anch’esse il 5,2% delle immatricolazioni da inizio anno. Infine, le auto a gas diminuiscono del 5% con una quota di mercato attorno al 9%. Il mercato delle auto usate, infine, al netto delle minivolture ai concessionari, ha chiuso il primo semestre 2025 in crescita del 3,6% rispetto a gennaio-giugno 2024.”La lieve flessione registrata nel primo semestre 2025, che fa seguito ad un triennio 2022-2024 in forte crescita, è un primo segnale relativamente ad un possibile rallentamento del trend degli ultimi anni – afferma Massimo Pellegrino, coordinatore della Sezione Aftermarket del Gruppo Componenti ANFIA –. Le dinamiche inflazionistiche e un contesto congiunturale caratterizzato da forte instabilità e incertezza possono aver indotto gli automobilisti italiani – che guidano un parco circolante auto sempre più anziano – 12,8 anni di età media a fine 2023 – a contenere o a ritardare – ove possibile, le spese per la manutenzione e la riparazione delle vetture, al di là degli interventi non rimandabili. Per la filiera automotive, aftermarket incluso, alle incognite del processo di elettrificazione della mobilità e alla spinta della digitalizzazione si sono aggiunti in tempi relativamente recenti ulteriori fattori di destabilizzazione come i rischi di una ‘tensione dei dazi’ e la crescente penetrazione dei marchi cinesi sul mercato auto europeo, senza contare le attese relative alla prossima revisione del Regolamento europeo sulla riduzione delle emissioni di CO 2 degli autoveicoli leggeri, la cui adozione dovrebbe essere prevista nel secondo trimestre 2026, ma di cui preoccupa l’assenza di date certe e di un’agenda precisa. Inoltre, c’è da considerare una continua attività di rimodulazione degli stock nei magazzini dell’intera filiera IAM, con l’obiettivo di garantire un buon livello di servizio, ma, contestualmente, migliorare i flussi di cassa. Nel mondo dell’autoriparazione prevale chi sa essere reattivo alle sfide, tenendo alto il livello di preparazione tecnica e di apertura al cambiamento e, soprattutto, il livello del servizio offerto al cliente, fatto di capacità di orientamento in una fase con pochi punti fermi anche per il consumatore finale e di flessibilità e attenzione alle sue esigenze sempre più mutevoli e differenziate”. LEGGI TUTTO

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    Rally di Interpump dopo i conti. Assist da analisti

    (Teleborsa) – Ottima performance per Interpump, che scambia in rialzo del 5,96%, all’indomani dei risultati semestrali annunciati a mercati chiusi.Il titolo trova assist anche dagli analisti. L’ufficio studi di Equita che conferma il giudizio “Hold” ha rivisto al rialzo il target price portandolo a 43 euro, mentre gli esperti di UBS hanno portato il prezzo obiettivo a 39,5 euro. Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello del FTSE MIB. Al momento, quindi, l’appeal degli investitori è rivolto con più decisione al costruttore di pompe ad alta pressione rispetto all’indice di riferimento.Allo stato attuale lo scenario di breve di Interpump rileva una decisa salita con obiettivo individuato a 40,09 Euro. In caso di momentanea correzione fisiologica il target più immediato è visto a quota 38,41. Le attese sono tuttavia per un innalzamento della curva fino al top 41,77. LEGGI TUTTO

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    Ex-Ilva, Ugl Metalmeccanici: preoccupa decisione maggioranza a Taranto

    (Teleborsa) – “Preoccupa la decisione dei capigruppo di maggioranza di centro sinistra del Consiglio Comunale di Taranto che, insieme al Sindaco, hanno recentemente annunciato la loro volonta’ di non proseguire con il progetto di una grande industria siderurgica sul modello dell’attuale ILVA. In alternativa, propongono una “mini-ILVA”, rigettando di fatto le proposte avanzate dal Governo e dalle organizzazioni sindacali, che puntavano invece a una seria decarbonizzazione attraverso l’installazione di impianti innovativi e sostenibili, con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, attuando investimenti importanti di diversi miliardi di euro”. Lo dichiara il Segretario Nazionale UGL Metalmeccanici Antonio Spera.”Questa nuova proposta, presentata dagli enti locali, comporterebbe un drastico ridimensionamento dell’occupazione: si stima una riduzione di almeno il 50% dei lavoratori diretti e oltre il 60% di quelli dell’indotto. Una scelta che, nei fatti, segnerebbe la fine della grande industria a Taranto. Riteniamo inaccettabile e impensabile intraprendere questa strada, che metterebbe a rischio il futuro industriale e occupazionale della citta’. Taranto ha bisogno di una vera riconversione ecologica, non di una soluzione al ribasso che sacrifica migliaia di posti di lavoro” conclude LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva: sindaco Taranto “non firmerò accordo di programma”, stupore dal Mimit

    (Teleborsa) – Nuovo capitolo nella ormai lunghissima “saga” ex Ilva. Il sindaco di Taranto Piero Bitetti, recependo le indicazioni dei capigruppo di maggioranza, ha annunciato “la propria contrarietà alla firma dell’accordo di programma proposto dal governo per l’ex Ilva di Taranto”.I capigruppo di maggioranza “ritengono superfluo – è detto in una nota – convocare nei prossimi giorni il Consiglio comunale in quanto l’accordo così formulato è lacunoso e privo di garanzie per la città”.Al sindaco si chiede di non firmare l’atto d’intesa e viene proposto un nuovo accordo di programma che preveda la totale decarbonizzazione entro 5 anni. Bitetti chiede di adottare un decreto-legge speciale per Taranto.Intanto dal Mimit filtra “stupore per l’ennesima sconvocazione del Consiglio comunale di Taranto, che era previsto stavolta per il giorno 11 agosto, come concordato in sede istituzionale. È da irresponsabili continuare a rinviare ogni decisione, disattendendo gli impegni assunti. Così si lede il principio costituzionale della leale collaborazione tra gli organi dello Stato, mettendo a rischio decine di migliaia di lavoratori”, precisano fonti del Mimit in merito “al comunicato stampa della maggioranza del Comune di Taranto che annuncia la sconvocazione del Consiglio comunale previsto per il giorno 11, che avrebbe dovuto assumere decisioni – come più volte annunciato, anche in sede istituzionale – in merito all’accordo di programma interistituzionale per la piena decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico” dell’ex Ilva. LEGGI TUTTO

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    Appuntamenti macroeconomici del 7 agosto 2025

    (Teleborsa) – Giovedì 07/08/202507:00 Giappone: Leading indicator (atteso 106,2 punti; preced. 104,8 punti)08:00 Germania: Produzione industriale, mensile (atteso -0,6%; preced. 1,2%)08:00 Germania: Bilancia commerciale (atteso 18,3 Mld Euro; preced. 18,4 Mld Euro)08:00 Germania: Produzione industriale, annuale (atteso -0,6%; preced. 1,2%)08:45 Francia: Bilancia commerciale (atteso -7,5 Mld Euro; preced. -7,8 Mld Euro)08:45 Francia: Partite correnti (preced. -3,1 Mld Euro)14:30 USA: Costo unitario lavoro, trimestrale (atteso 1,4%; preced. 6,6%)14:30 USA: Produttività, trimestrale (atteso 1,9%; preced. -1,5%)14:30 USA: Richieste sussidi disoccupazione, settimanale (atteso 221K unità; preced. 218K unità)16:00 USA: Vendite ingrosso, mensile (preced. -0,3%)16:30 USA: Stoccaggi gas, settimanale (preced. 48 Mld piedi cubi)(Foto: Silkstock – stock.adobe.com (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO