12 Agosto 2025

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    Ex Ilva, firmata intesa su decarbonizzazione

    (Teleborsa) – È stata firmata al ministero delle Imprese da tutte le amministrazioni nazionali e locali l’intesa sulla decarbonizzazione degli impianti dell’ex Ilva di Taranto. È quando si apprende da fonti del Mimit.Questa mattina proprio in vista della riunione sull’accordo di programma , il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano hanno avuto un incontro al ministero per cercare “una soluzione condivisa per offrire certezze ai lavoratori e alle imprese dell’indotto e una prospettiva concreta di piena decarbonizzazione e di rilancio produttivo del sito siderurgico di Taranto”.Governo, Regione Puglia ed enti locali si rivedranno dopo il 15 settembre per “valutare la possibile localizzazione degli impianti di preridotto (DRI)” si legge nella bozza di accordo sulla decarbonizzazione della Ex-Ilva di Taranto firmata al Mimit. Nell’accordo si stabilisce che le parti “si impegnano a convocare una nuova riunione del tavolo in data successiva al 15 settembre – termine ultimo per la presentazione di offerte vincolanti – per esaminare le prime evidenze della Procedura e valutare la possibile localizzazione degli impianti di preridotto (DRI) utili per l’approvvigionamento dei forni elettrici presso lo stabilimento ex ILVA di Taranto, a partire dall’impianto già previsto con il FSC (ex PNRR), qualora sia possibile assicurare il necessario approvvigionamento energetico” LEGGI TUTTO

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    Gli Stati Uniti hanno esportato il 30% dell’energia prodotta nel 2024

    (Teleborsa) – Nel 2024, gli Stati Uniti hanno esportato circa il 30% della loro produzione nazionale di energia primaria. Questa percentuale è cresciuta considerevolmente negli ultimi decenni, secondo i dati dell’Energy Information Administration (EIA). Quasi tutte le esportazioni erano combustibili fossili destinati ad altri paesi del Nord America, dell’Europa o dell’Asia.Gli Stati Uniti hanno stabilito diversi record per la produzione e le esportazioni di energia nel 2024. Dei 103 quadrilioni di unità termiche britanniche (quad) di produzione totale di energia primaria negli Stati Uniti, ben 31 quad sono andati ad altri paesi. La produzione di energia non esportata non equivale necessariamente al consumo interno, poiché il consumo interno include anche le importazioni di energia e i prelievi dagli stoccaggi.Nel 2024, gli Stati Uniti hanno esportato il 55% della loro produzione nazionale di petrolio greggio e liquidi di processo per gas naturale (NGPL), direttamente come petrolio greggio o come prodotti petroliferi trasformati come propano, olio combustibile distillato e benzina per motori. Nell’ultimo decennio, la produzione statunitense di petrolio greggio e NGPL, così come le esportazioni di petrolio greggio e prodotti petroliferi, sono cresciute rapidamente, superando la modesta crescita della domanda interna di petrolio e il calo delle importazioni statunitensi.Inoltre, sempre nel 2024, gli Stati Uniti hanno esportato circa il 20% della loro produzione di gas naturale secco. Nell’ultimo decennio, la produzione e le esportazioni di gas naturale statunitensi sono cresciute più rapidamente della domanda interna e delle importazioni. La maggior parte della crescita delle esportazioni nell’ultimo decennio si è concentrata in Europa e in Asia, in parte a causa dell’aumento della capacità di esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) e dell’aumento della domanda europea a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, che ha ridotto le spedizioni di gas naturale dalla Russia all’Europa.Le esportazioni di carbone statunitensi rappresentano una quota maggiore di un mercato in contrazione e, nel 2024, gli Stati Uniti hanno esportato circa il 25% della loro produzione di carbone. Nell’ultimo decennio, la produzione, il consumo e le importazioni di carbone statunitensi sono diminuiti a causa della dismissione di numerose centrali elettriche a carbone nazionali. Le esportazioni di carbone degli Stati Uniti verso i paesi dell’Asia e dell’Africa sono aumentate, mentre quelle verso l’Europa sono diminuite.Nel 2024, il Messico è stata la principale destinazione per le esportazioni statunitensi di petrolio greggio e prodotti petroliferi, nonché di gas naturale. L’India è stata la principale destinazione per le esportazioni di carbone degli Stati Uniti. Con il suo grande deposito e hub commerciale regionale situato a Rotterdam, i Paesi Bassi sono stati una delle prime cinque destinazioni per petrolio, gas naturale e carbone statunitensi nel 2024, ma tali esportazioni potrebbero in seguito essere indirizzate ad altri paesi in Europa e nei dintorni. LEGGI TUTTO

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    EEMS, a settembre assemblea per nominare nuovo CdA dopo dimissioni

    (Teleborsa) – EEMS, società quotata su Euronext Milan e attiva nel mercato energetico, ha chiuso il 2024 con ricavi consolidati per 892.000 euro (1,2 milioni al 31 dicembre 2023), un EBITDA consolidato negativo per 3.087.000 euro (negativo per 3 milioni al 31 dicembre 2023) e un risultato d’esercizio negativo per 3.558.000 euro (negativo per 3 milioni al 31 dicembre 2023). L’esercizio 2024 è stato caratterizzato dall’ingresso della famiglia Carleo, che insieme a Ciro Di Meglio controlla la società OPS Holding.”Il management di EEMS ha avviato nella seconda metà del 2024 un percorso di risanamento e rilancio che ha dato i primi risultati nell’esercizio in corso – ha commentato Luca Carleo, direttore generale di EEMS – con l’aumento del fatturato, la contrazione dei costi e la riduzione dell’indebitamento, e dispiegherà più compiutamente i suoi effetti nel secondo semestre del 2025, nel quale si attende un significativo ulteriore incremento dei ricavi e un miglioramento del risultato reddituale”.Le strategie adottate, si legge in una nota, stanno facendo evolvere l’attività in una multi-utilities pur rimanendo quello dell’energia la linea di business della società. Le risorse e gli investimenti saranno destinati anche allo sviluppo del comparto mobile, al miglioramento dell’ARPU, alla riduzione del churn e all’implementazione di servizi complementari (es. eSIM travel, offerte bundle telefonia + pagamenti).Il Consiglio di Amministrazione ha provveduto ad approvare le linee guida del nuovo piano industriale 2025-2027.A seguito delle dimissioni presentate da quattro consiglieri direttamente in CdA, l’assemblea dei soci dovrà essere convocata per deliberare la nomina di un nuovo organo amministrativo. La scelta è stata dettata dalla volontà di dotare la società di un organo amministrativo tecnico a cui sarà affidato il compito di realizzare le strategie di sviluppo condivise nel piano industriale 2025-2028.Il CdA ha quindi deliberato la modifica al calendario degli eventi societari, prevedendo un’assemblea il giorno 24 settembre 2025, che sarà chiamata a deliberare il nuovo organo amministrativo, e una il giorno 25 settembre 2025 che sarà chiamata ad approvare i bilanci ordinari e consolidati al 31.12. 2024 e la nomina del nuovo revisore. Il CdA per l’approvazione della relazione semestrale al 30 giugno 2025 sarà convocato per il giorno 30 settembre 2025.(Foto: Benjamin Child on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    LMDV Hospitality diventa partner premium dell’AS Monaco per tre stagioni

    (Teleborsa) – La squadra di calcio AS Monaco e LMDV Hospitality, controllata da LMDV Capital e proprietaria del marchio Twiga, hanno siglato una collaborazione fino al 2028. La partnership darà risalto anche ad Acqua Fiuggi, lo storico marchio italiano di acqua minerale acquisito da LMDV Capital. Grazie a questo accordo, LMDV Hospitality, gruppo italiano specializzato nella gestione di strutture di lusso che combinano gastronomia, intrattenimento ed esperienze lifestyle, diventa partner premium dell’AS Monaco per le prossime tre stagioni.Il marchio Twiga, punto di riferimento nell’ospitalità di lusso nel Principato, con diversi ristoranti e club lounge in Europa (Versilia, Baia Beniamino e Porto Cervo), sarà ora presente sulla divisa da allenamento della squadra professionistica, sui campi del Performance Center e nelle aree VIP dello Stade Louis-II.Acqua Fiuggi, storico marchio italiano di acqua minerale premium le cui origini risalgono al XIII secolo e acquisito da LMDV Capital nel 2024, vedrà il suo logo sulle maglie delle squadre amatoriali dell’AS Monaco. Le sue bottiglie saranno inoltre presenti alle conferenze stampa dell’AS Monaco e nelle aree hospitality del Club durante le partite casalinghe.”Monaco è molto più di un luogo: è casa nostra – ha detto Leonardo Maria Del Vecchio, Presidente di LMDV Capital – Con Twiga e Vesta, portiamo avanti la nostra visione di ospitalità: energia, eleganza e qualità senza compromessi. Più che una semplice sponsorizzazione, la partnership con l’AS Monaco è un impegno a lungo termine nei confronti del Principato e della sua comunità”.LMDV Hospitality Group è nato dalla fusione tra Triple Sea Food e Twiga. Triple Sea Food, lanciato nel 2022, comprende i ristoranti Vesta, Casa Fiori Chiari e Trattoria del Ciumbia, tutti inizialmente aperti a Milano e poi estesi ad altre destinazioni come Portofino e Marina di Pietrasanta. Nel febbraio 2025, LMDV ha acquisito il 100% del Gruppo Twiga, che comprende locali come Twiga Montecarlo, Twiga Versilia, Twiga Baia Beniamin e Twiga Porto Cervo. LEGGI TUTTO

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    Gruppo BCC Iccrea, utile semestrale stabile. Nuove erogazioni di credito +14%

    (Teleborsa) – Il Gruppo BCC Iccrea, il maggior gruppo bancario cooperativo italiano, ha chiuso il primo semestre 2025 con un margine di intermediazione di 2.856 milioni di euro (-4,4% sullo stesso periodo del 2024) e un margine di interesse pari a 2.013 milioni di euro (-8,5%). Andamento positivo per le commissioni nette pari a 713 milioni di euro (+4,8% a/a).I costi operativi sono risultati pari a 1.570 milioni di euro (-0,4% a/a); il rapporto cost/income di Gruppo si è attestato al 55,0% (52,7% a fine giugno 2024). Le rettifiche nette per rischio di credito sono risultate pari a 67 milioni di euro (179 milioni di euro a fine giugno 2024), con un costo del credito annualizzato pari a circa 14 bps. L’utile netto di periodo è stato pari a 1.053 milioni di euro, -0,2% rispetto a giugno 2024.I finanziamenti netti a clientela si sono attestati a 97 miliardi di euro (+3,7% rispetto a fine dicembre 2024). Tale andamento è stato sostenuto anche dalle nuove erogazioni di credito avvenute nel corso del semestre, pari a circa 9,3 miliardi di euro (+14% a/a). Nuovi clienti acquisiti: +135.000L’incidenza dei crediti deteriorati si è mantenuta su livelli estremamente confortanti e stabili rispetto a fine 2024, con un NPL ratio lordo al 3,1% (3,1% a fine dicembre 2024) e un NPL ratio netto allo 0,8% (0,8% a fine dicembre 2024). Il coverage ratio del totale dei crediti deteriorati è rimasto particolarmente elevato e pari al 74,3% (73,8% a fine dicembre 2024) pur considerando l’elevata componente di crediti non performing assistiti da garanzie reali e la sempre più contenuta quota di sofferenze in portafoglio (meno di 1/3 del totale portafoglio deteriorati).Le attività finanziarie totali si sono attestate a 56,5 miliardi di euro (56,2 miliardi di euro a fine dicembre 2024). La raccolta diretta ha raggiunto i 139,9 miliardi di euro (+2,0% rispetto a fine dicembre 2024). Il rapporto tra impieghi e raccolta diretta (loan to deposit ratio) si è posizionato al 69,3% (68,2% a fine dicembre 2024).Al 30 giugno 2025, il CET1 ratio è stato pari a 25,2% e il TC ratio pari a 25,7%. Con riferimento alla posizione di liquidità, al 30 giugno 2025, l’indice LCR (Liquidity Coverage Ratio) è stato pari al 288% (281% a fine dicembre 2024), e il NSFR (Net Stable Funding Ratio) al 160% (158% a fine dicembre 2024). Infine, alla stessa data, le riserve di liquidità immediatamente disponibili ammontavano a 42,8 miliardi di euro (42,2 miliardi di euro a fine dicembre 2024). LEGGI TUTTO

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    UE, dazi sui prodotti farmaceutici colpiranno più duramente l’Irlanda. Impatto su aziende varierà

    (Teleborsa) – Il surplus commerciale dell’UE con gli Stati Uniti per i prodotti farmaceutici e i prodotti chimici organici (farmaci in senso lato) è aumentato notevolmente nell’ultimo decennio, raggiungendo gli 80,8 miliardi di euro (lo 0,5% del PIL dell’UE) nel 2024, trainato principalmente da Irlanda e Germania. È quanto emerge da un report di Morningstar DBRS sul tema.Il surplus commerciale nel settore farmaceutico in senso lato ha rappresentato circa il 41% del surplus commerciale totale dell’UE con gli Stati Uniti. Il surplus commerciale bilaterale nel settore farmaceutico in senso lato è quintuplicato tra il 2014 e il 2024. Le esportazioni farmaceutiche dell’UE verso gli Stati Uniti sono aumentate del 269% nell’ultimo decennio, trainate dall’aumento dei prezzi dei farmaci – che suggerisce una specializzazione in prodotti di alta qualità – e, in misura minore, da maggiori volumi di esportazione.Nel 2024, le esportazioni farmaceutiche in senso lato dell’UE verso gli Stati Uniti ammontavano a 136,3 miliardi di euro e i prodotti farmaceutici rappresentavano il principale gruppo di esportazioni dall’UE verso gli Stati Uniti, rappresentando il 19,7% del totale delle merci esportate oltreoceano. Includendo i prodotti chimici organici, la percentuale sale al 25,6%. In termini nominali, le esportazioni di prodotti farmaceutici generici verso gli Stati Uniti sono dominate dall’Irlanda (39,4%), seguita da Germania (22,0%), Belgio (13,9%) e Italia (7,7%). Il ruolo sproporzionato dell’Irlanda, rispetto alle dimensioni della sua economia, è spiegato dalla decisione delle grandi multinazionali statunitensi del settore di produrre e ospitare la propria proprietà intellettuale nel Paese.Il 27 luglio 2025, la Commissione europea e le autorità statunitensi hanno raggiunto un accordo politico sui parametri chiave delle relazioni commerciali e tariffarie UE-USA. Vi è ancora incertezza sui dettagli definitivi dei dazi farmaceutici per le esportazioni UE verso gli Stati Uniti, data la diversa formulazione utilizzata dall’amministrazione Trump e dalla UE in merito.Morningstar DBRS prevede che l’imposizione di dazi statunitensi sui prodotti farmaceutici inciderà sui volumi delle esportazioni UE, sull’attività e sugli investimenti nel settore, nonché sui flussi di entrate fiscali. L’Irlanda sarebbe di gran lunga il Paese più esposto ai dazi farmaceutici, seguita da Belgio, Germania e Finlandia. Danimarca e Slovenia, con limitate esportazioni bilaterali di prodotti farmaceutici verso gli Stati Uniti, subiranno probabilmente gli effetti di ricaduta sui loro ampi settori farmaceutici.Per le grandi aziende farmaceutiche che operano in diverse aree geografiche, modifiche significative ai dazi commerciali che incidono sulle dinamiche commerciali potrebbero rappresentare sfide significative per la gestione della supply chain, con impatti sulla disponibilità di prodotti o materie prime, nonché pressioni sui margini operativi.”Nonostante i maggiori rischi associati ai futuri dazi farmaceutici o ad altre misure non tariffarie, prevediamo che l’impatto sul credito dei Paesi dell’UE rimarrà gestibile e continueremo a valutarne le implicazioni economiche e fiscali nel tempo – ha affermato Javier Rouillet, Senior Vice President, Morningstar DBRS, Global Sovereign Ratings – L’Irlanda è di gran lunga il Paese dell’UE con la maggiore esposizione ai dazi farmaceutici; tuttavia, la dinamica economia irlandese e la solida base di partenza delle sue finanze pubbliche contribuiranno a mitigare l’impatto sul profilo creditizio”.”L’impatto finale sui profili di rischio di credito a lungo termine della maggior parte delle aziende farmaceutiche sarebbe in gran parte determinato da fattori idiosincratici e dalla relativa solidità finanziaria delle aziende”, ha osservato Vikas Munjal, Vicepresidente, Corporate Ratings. LEGGI TUTTO

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    A Wall Street si scatenano gli acquisti con aumento moderato dell’inflazione a luglio

    (Teleborsa) – Seduta in netto rialzo a Wall Street, dopo che la crescita dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è stata più lenta del previsto su base annua a luglio, il che potrebbe rafforzare la tesi di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve in occasione della prossima riunione di politica monetaria a settembre.L’indice dei prezzi al consumo del Bureau of Labor Statistics è aumentato del 2,7% nei dodici mesi fino a luglio, uguale al mese precedente e inferiore alle previsioni degli analisti del 2,8%. Escludendo voci volatili come cibo e carburante, il CPI “core” è aumentato del 3,1% su base annua, rispetto al 2,9% del mese precedente e alle proiezioni del 3,0%.”La Fed sta ottenendo supporto dai dati che indicano che l’effetto dei dazi sul livello dei prezzi sarà per lo più transitorio – ha detto Alexandra Wilson-Elizondo, Global Co-CIO of Multi-Asset Solutions di Goldman Sachs Asset Management – I dazi non hanno ancora determinato aumenti sostanziali dei prezzi, in quanto le aziende continuano a compensare le pressioni sui costi riducendo le scorte e adeguando i prezzi con cautela a causa della sensibilità dei consumatori ai prezzi”.Tra chi ha rilasciato i conti prima della campanella, eToro ha comunicato che il patrimonio amministrato è balzato a 17,5 miliardi di dollari nel secondo trimestre; Venture Global ha aumentato l’outlook sui carichi di GNL di per l’anno; Circle ha detto che l’USDC in circolazione è salito del 90% a 61,3 miliardi di dollari a fine giugno.Sul fronte dell’M&A, Cardinal Health ha annunciato che acquisterà Solaris Health per 1,9 miliardi di dollari, mentre Ecolab ha reso noto che acquisirà la divisione Electronics di Ovivo per 1,8 miliardi di dollari.Guardando ai principali indici di Wall Street, il Dow Jones continua la giornata con un aumento dell’1,08%, a 44.450 punti; sulla stessa linea, giornata di guadagni per l’S&P-500, che continua la giornata a 6.432 punti. Buona la prestazione del Nasdaq 100 (+1,05%); con analoga direzione, in rialzo l’S&P 100 (+0,93%).Apprezzabile rialzo nell’S&P 500 per i comparti telecomunicazioni (+1,91%), finanziario (+1,21%) e beni industriali (+1,03%). In fondo alla classifica, sensibili ribassi si manifestano nel comparto utilities, che riporta una flessione di -0,41%.In cima alla classifica dei colossi americani componenti il Dow Jones, Dow (+4,62%), Intel (+3,43%), Goldman Sachs (+3,35%) e United Health (+3,34%).I più forti ribassi, invece, si verificano su IBM, che continua la seduta con -0,87%. Si muove sotto la parità Johnson & Johnson, evidenziando un decremento dello 0,86%. Contrazione moderata per McDonald’s, che soffre un calo dello 0,78%.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano ON Semiconductor (+7,49%), Microchip Technology (+6,97%), NXP Semiconductors (+6,26%) e Fortinet (+4,95%).Le peggiori performance, invece, si registrano su CoStar, che ottiene -2,72%. In rosso Verisk Analytics, che evidenzia un deciso ribasso del 2,00%. Sottotono Xcel Energy che mostra una limatura dell’1,40%. Deludente Exelon, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia. LEGGI TUTTO

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    Borgosesia, sottoscritte nuove obbligazioni per 2,6 milioni di euro. Totale a 19,5 milioni

    (Teleborsa) – Borgosesia, società quotata su Euronext Milan e attiva nel campo degli investimenti in asset alternativi, ha comunicato che al termine del quinto periodo di sottoscrizione del prestito obbligazionario senior, non garantito, non convertibile e non subordinato – denominato “Borgosesia 2025-2028 TV” – risultano pervenute richieste di sottoscrizione per 2,575 milioni di euro.Al termine del quinto periodo di sottoscrizione il prestito risulta quindi sottoscritto per complessivi 19.450.000 euro. La società si riserva, nei prossimi mesi ed in dipendenza delle attività di investimento programmate, l’apertura di un sesto periodo di sottoscrizione, per la parte rimanente (0,55 milioni), sino al raggiungimento dell’importo massimo di 20 milioni. LEGGI TUTTO