15 Ottobre 2025

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    Morgan Stanley, trimestrale ben sopra le attese con rimbalzo dell’Investment Banking

    (Teleborsa) – Morgan Stanley ha registrato un fatturato netto di 18,2 miliardi di dollari per il terzo trimestre 2025, rispetto ai 15,4 miliardi di dollari dell’anno precedente. L’utile netto di pertinenza è stato di 4,6 miliardi di dollari, pari a 2,80 dollari per azione, rispetto ai 3,2 miliardi di dollari, pari a 1,88 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente. Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati LESG, un utile per azione di 2,10 dollari su ricavi per 16,7 miliardi di dollari. “La nostra Integrated Firm ha registrato un trimestre eccezionale, con ottime performance in ciascuna delle nostre attività a livello globale – ha commentato il CEO Ted Pick – L’esecuzione coerente della nostra strategia ha portato a ricavi record di 18,2 miliardi di dollari, un utile per azione di 2,80 dollari e un ROTCE del 23,5%. Wealth Management ha registrato un margine ante imposte del 30%, generando 81 miliardi di dollari di nuovi asset netti. I risultati di Institutional Securities sono stati trainati dalla nostra attività azionaria e da una ripresa dell’attività di Investment Banking. Il patrimonio totale dei clienti di Wealth and Investment Management ha raggiunto gli 8,9 trilioni di dollari. In tutta la nostra presenza globale, continuiamo a impegnarci a generare una crescita duratura per generare valore a lungo termine per i nostri azionisti”.La divisione Institutional Securities Institutional Securities ha registrato ricavi netti di 8,5 miliardi di dollari, rispetto ai 6,8 miliardi di dollari di un anno fa. L’utile ante imposte è stato di 3,2 miliardi di dollari, rispetto agli 1,9 miliardi di dollari di un anno fa. In particolare, i ricavi netti dell’Investment Banking sono stati in aumento del 44%: i ricavi da consulenza sono aumentati rispetto all’anno precedente grazie all’aumento delle operazioni di M&A completate; i ricavi da sottoscrizione azionaria sono aumentati rispetto all’anno precedente grazie all’aumento delle IPO e delle offerte convertibili, poiché i clienti si sono attivamente impegnati in opportunità di raccolta di capitali in un contesto di mercato più positivo; i ricavi da sottoscrizione obbligazionaria sono aumentati rispetto all’anno precedente grazie all’aumento delle emissioni di prestiti non-investment grade e investment grade, riflettendo un contesto finanziario più favorevole.Sempre all’interno dell’Investment Banking, i ricavi netti azionari sono stati in aumento del 35% (riflettono gli aumenti rispetto all’anno precedente in tutte le linee di business e le regioni, grazie alla solida attività dei clienti, con risultati record nel prime brokerage), mentre quelli del reddito fisso in aumento dell’8% (principalmente grazie al credito, grazie all’aumento dell’attività dei clienti e alla crescita dei prestiti, e alle materie prime, grazie all’aumento delle transazioni strutturate, parzialmente compensati da risultati inferiori nel settore dei cambi).La divisione Wealth Management ha registrato ricavi netti di 8,2 miliardi di dollari, rispetto ai 7,3 miliardi di dollari di un anno fa. L’utile ante imposte di 2,5 miliardi di dollari ha generato un margine ante imposte del 30,3%. La divisione Investment Management ha registrato ricavi netti di 1,7 miliardi di dollari, rispetto agli 1,5 miliardi di dollari dell’anno precedente. L’utile ante imposte è stato di 364 milioni di dollari, rispetto ai 260 milioni di dollari dell’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    Spagna, inflazione settembre rivista al rialzo al +3% su anno

    (Teleborsa) – Rivista al rialzo l’inflazione in Spagna nel mese di settembre 2025. Secondo l’ufficio statistico spagnolo INE, l’indice dei prezzi al consumo ha segnato una decrescita dello 0,3% su mese, rispetto al -0,4% della stima preliminare. Ad agosto i prezzi avevano registrato un dato invariato.Su base annua, si rileva una crescita del 3%, superiore al +2,9% della prima lettura e dopo il +2,7% di agosto.L’inflazione armonizzata registra una variazione positiva del 3% annuale, contro il +2,7% del mese precedente. Su base mensile, il dato segna un +0,2% (rivisto dal +0,1% preliminare) dopo il dato invariato di agosto. LEGGI TUTTO

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    Francia, inflazione settembre confermata a -1% su mese e +1,2% su anno

    (Teleborsa) – Confermata mista l’inflazione in Francia nel mese di settembre 2025. Secondo l’Istituto Statistico Nazionale Francese (INSEE), l’inflazione è risultata in aumento dell’1,2% su base tendenziale, rispetto al +0,9% del mese precedente, uguale a quanto previsto nella stima preliminare.Su base mensile, i prezzi al consumo hanno registrato un calo dell’1%, uguale alla prima lettura e dopo il +0,4% registrato nel mese precedente.Il dato armonizzato, una misura utilizzata dalla BCE, ha registrato una variazione positiva dell’1,1% su base annua, dopo il +0,8% di agosto e uguale alla stima preliminare, mentre su base mensile l’inflazione armonizzata evidenzia una variazione pari a -1,1% (uguale a mese precedente e stima preliminare). LEGGI TUTTO

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    TotalEnergies, produzione in crescita nel 3° trimestre. Migliora il margine di raffinazione

    (Teleborsa) – TotalEnergies, colosso energetico francese, prevede che la produzione di petrolio e gas per il terzo trimestre del 2025 si attesterà a 2,5 Mboe/giorno, con una crescita del 4% su base annua, superiore alle previsioni annuali e trimestrali di oltre il 3% e nonostante la prevista inversione di tendenza (-50.000 boe/giorno) di Ichthys LNG. Lo si legge in un aggiornamento operativo in previsione dei risultati completi del terzo trimestre.Rispetto al secondo trimestre del 2025, i risultati e il flusso di cassa di Exploration & Production dovrebbero superare la crescita della produzione di E&P del 4%, grazie all’impatto positivo dei nuovi barili. Il flusso di cassa di Integrated LNG dovrebbe essere in linea con il secondo trimestre del 2025 in un contesto simile (circa 9 $/Mbtu), mentre i risultati di Integrated LNG saranno influenzati dalla prevista inversione di tendenza di Ichthys LNG.TotalEnergies prevede che i risultati e il flusso di cassa di Integrated Power saranno in linea con il secondo trimestre del 2025 e entro le previsioni annuali. Si prevede che i risultati e il flusso di cassa del Downstream miglioreranno di 400-600 milioni di dollari su base annua, riflettendo il miglioramento del margine di raffinazione in Europa (ERM in crescita a 63 dollari/t rispetto a 15 dollari/t nel terzo trimestre del 2024), nonostante le inversioni di tendenza ad Anversa e Port Arthur.Nonostante un calo del prezzo del petrolio di 10 dollari al barile su base annua, i risultati e il flusso di cassa dei segmenti di business dovrebbero aumentare in un intervallo compreso tra lo 0 e il 5% grazie alla crescita positiva della produzione di idrocarburi e al miglioramento dei risultati del downstream.La società prevede che gli investimenti netti si attesteranno intorno ai 3 miliardi di dollari per il trimestre, beneficiando di circa 500 milioni di dollari di disinvestimenti al netto delle acquisizioni. Infine, prevede un contributo positivo del capitale circolante compreso tra 1 e 2 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    Incentivi auto elettriche: oggi “tutorial”. Al via piattaforma entro fine mese

    (Teleborsa) – Oggi, 15 ottobre, “verrà pubblicato un tutorial con le istruzioni per i cittadini”. È quando hanno annunciato fonti del Mase in merito all’edizione 2025 degli incentivi per le auto elettriche tramite la piattaforma Sogei. “Si è sempre parlato – hanno sottolineato le stesse fonti – di circa 30 giorni dopo l’apertura per i concessionari, che è stata il 23 settembre”. Nessuno slittamento, dunque, secondo il Mase. Per l’attuazione del provvedimento – che aveva visto la luce ad agosto dopo una lunga gestazione – bisognerà, dunque, attendere fino a fine mese.Approvato lo scorso 8 agosto e pubblicato in Gazzetta a settembre, il decreto 2025 del ministero per l’Ambiente e la sicurezza energetica, finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – dopo la sua rimodulazione – mette a disposizione 597 milioni di euro. La norma, che questa volta è riservata a fasce ben precise di cittadinanza, prevede fino a 11 mila euro a fondo perduto per l’acquisto di un’auto elettrica per i cittadini (con un limite a 40mila euro di Isee) e fino a 20mila euro per le microimprese per l’acquisto di veicoli commerciali. L’intervento è riservato a persone fisiche e microimprese con residenza o sede legale nelle aree urbane funzionali (città oltre i 50mila abitanti e area di pendolarismo). Questo criterio aveva comportato un’attesa per l’entrata in vigore perché l’Istat stava rivedendo la mappa delle aree urbane funzionali ferma al 2011 e non era quindi chiaro se attendere le nuove o avvalersi delle vecchie. A meta settembre era poi arrivato l’annuncio dell’avvio della piattaforma per accedere agli incentivi dal 15 ottobre. Per accedere al contributo, sarà necessario rottamare un veicolo termico fino a Euro 5. Chi accede agli incentivi deve risultare primo intestatario della vettura da rottamare da almeno sei mesi. Il decreto 2025 però piace poco a concessionari e consumatori per i troppi paletti. Secondo il Codacons, le aree funzionali urbane in Italia sarebbero 83, comprendendo 1.892 Comuni in totale, con un numero di abitanti inferiore ai 33 milioni di cittadini, pari al 55,8% del totale della popolazione italiana. Il provvedimento viene visto quindi come un toppa marginale al problema sempre più drammatico della transizione del settore e della crisi dell’automotive con il difficile passaggio alla mobilità elettrica. Dall’Ue, nel frattempo, arriva una nuova iniziativa con la proposta dei socialisti europei di un leasing sociale “per aumentare l’accesso all’auto elettrica, assicurando un ingresso equo tra i Paesi membri e le regioni europee e dando al tempo stesso una spinta all’industria dell’auto”. LEGGI TUTTO

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    UE valuta di introdurre l’obbligo di trasferimento tecnologico alle aziende cinesi

    (Teleborsa) – L’Unione Europea sta valutando di obbligare le aziende cinesi che vogliono operare in UE a trasferire la loro tecnologia alle aziende europee, con l’obiettivo di accrescere la competitività dell’industria del Continente. E’ quanto riferisce Bloomberg, secondo cui le nuove misure punterebbero anche ad obbligare le aziende cinesi ad utilizzare una certa quantità di beni o manodopera europea e di imporre come condizione che la loro attività aggiunga valore ai prodotti europei.Queste misure si applicherebbero alle imprese che operano nel settore digitale ed all’industria manifatturiera, ad esempio l’industria dell’auto e delle batterie.Le nuove norme, che includono anche l’opzione di rendere obbligatorie le joint venture fra aziende europee e cinesi, sarebbero attese per il mese di novembre e, pur applicandosi tecnicamente a tutte le aziende extra europee, puntano in realtà a impedire che la potenza manifatturiera cinese prevalga sull’industria europea. Le norme saranno contenute in una proposta di legge denominata Industrial Accelerator Act, che punterà a dare impulso alle industrie europee di prossima generazione. Con questo piano, l’UE sta cercando di imitare la Cina, che da tempo impone rigidi parametri alle aziende straniere che desiderano entrare nel suo mercato. In passato, la Cina ha investito massicciamente in Europa e in altre parti del mondo attraverso la sua iniziativa Belt and Road, assorbendo conoscenze tecniche preziose.”Accogliamo con favore gli investimenti esteri a condizione che siano investimenti nell’economia reale”, ha affermato il ??Commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, riferendosi ad investimenti che creano posti di lavoro, aggiungono valore all’economia o attuino un trasferimento tecnologico, proprio “come hanno fatto le aziende europee quando hanno investito in Cina”.Qualunque opzione – spiega ancora Bloomberg – dovrà esser presa senza minare le relazioni commerciali con Pechino e senza provocare una reazione negativa, in un momento in cui le tensioni fra le due potenze sono già elevate a causa dei dazi e contro-dazi su acciaio e terre rare. Ma un intervento ora è quanto mai necessario a causa del predominio tecnologico cinese, delle sovvenzioni offerte da Pechino alle proprie aziende, che hanno travolto l’industria manifatturiera europea, e delle restrizioni sulle terre rare recentemente annunciate da Pechino. (Foto: Lukasz Kobus – © Unione Europea) LEGGI TUTTO

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    Philip Morris Italia, Antitrust avvia istruttoria per possibile pratica commerciale scorretta

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria nei confronti di Philip Morris Italia per possibile pratica commerciale scorretta nel promuovere prodotti utilizzando espressioni come “senza fumo”, “un futuro senza fumo” e/o “prodotti senza fumo”.Queste espressioni potrebbero risultare poco chiare e omissive per i consumatori perché riferite a prodotti che, pur in assenza di combustione, non sono privi di possibili effetti nocivi per la salute, né sono meno nocivi di altri e possono creare dipendenze, si legge in una nota dell’Antitrust.Ieri i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle sedi della società Philip Morris Italia e della società Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna. LEGGI TUTTO

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    Deutsche Bank, Standard Ethics alza rating ESG con outlook positivo

    (Teleborsa) – Standard Ethics ha elevato il Corporate Standard Ethics Rating (SER) di Deutsche Bank, colosso bancario tedesco, a “E” con Outlook “Positivo” dal precedente “E-“. Si tratta del terzo notch su nove (nella fascia “Very Low”) della scala usata dall’agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Secondo la metodologia di Standard Ethics, la banca ha progredito nel suo percorso di allineamento alle indicazioni internazionali sulla Sostenibilità (Ue, Ocse, Onu). Si registra l’adeguatezza della reportistica extra-finanziaria standard; la pubblicazione di target e policy ESG; l’utilizzo di richiami formali alle principali indicazioni internazionali negli strumenti di governance, incluso il Codice di Condotta; infine, migliorie allo ESG risk management. A livello formale appare consigliabile – circa la nomenclatura utilizzata dalla banca – una adeguata distinzione tra i temi della Responsabilità Sociale di Impresa (CSR) e quelli inerenti la Sostenibilità.Si apprezza l’avvicinamento alla parità di genere all’interno del Supervisory Board, seppure rimane auspicabile il suo raggiungimento.La visione nel medio termine passa quindi ad essere positiva. Gli sforzi per rafforzare il sistema di prevenzione e gestione dei rischi ESG – nonché quelli per collaborare con le autorità – appaiono quelli più proficui, perché taluni eventi negativi – correttamente rendicontati dalla banca stessa – hanno condizionato le valutazioni di Standard Ethics. LEGGI TUTTO