Ottobre 2025

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    Delfin, utile 2024 più che raddoppiato a 1,39 miliardi di euro

    (Teleborsa) – L’Assemblea dei soci di Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, ha approvato il bilancio della società al 31 dicembre 2024, che conferma l’andamento record e la costante crescita di redditività e valore del portafoglio di partecipazioni. Il gruppo Delfin ha riportato ricavi da dividendi per un totale di oltre 1,144 miliardi di euro, in crescita del 29% rispetto all’esercizio precedente, e un utile d’esercizio di 1,393 miliardi, in crescita del 105% sul 2024.Tutte le società in portafoglio contribuiscono al risultato, con un valore degli asset di proprietà superiore oggi ai 55 miliardi di euro e di circa 45 miliardi al 31 dicembre scorso, in crescita dell’31% rispetto al 2023.Delfin, sulla base degli ottimi andamenti delle società partecipate, stima di ricevere nell’anno in corso, entro il 31 dicembre 2025, dividendi e premi per un totale record di 1,2 miliardi di euro.”Desidero esprimere la mia riconoscenza all’Amministratore Delegato Romolo Bardin e all’intero Consiglio di Amministrazione per l’impegno e la dedizione con cui portano avanti il nostro percorso di crescita – ha commentato Francesco Milleri, Presidente di Delfin – L’eredità del nostro fondatore vive non solo nei risultati, ma nel modo in cui li perseguiamo: con senso di responsabilità verso le persone e le imprese che fanno parte del nostro percorso. Gli oltre 200 mila dipendenti di EssilorLuxottica rappresentano ogni giorno la prova che la crescita economica è davvero sostenibile solo quando migliora la qualità della vita e apre la strada a un futuro migliore”.”Allo stesso tempo, nella finanza continuiamo lungo la strada tracciata da Leonardo Del Vecchio, portando modernità in un sistema che deve riuscire a evolvere e ad adattarsi a nuovi scenari competitivi – ha aggiunto – Crediamo in un sistema finanziario aperto e dinamico come elemento fondamentale per valorizzare le eccellenze produttive del paese. Delfin intende continuare a svolgere il proprio ruolo di investitore responsabile, portatore di una visione moderna in cui tecnologia, dimensione e prospettiva internazionale sono i cardini per la crescita futura”. LEGGI TUTTO

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    Borse europee in leggero rialzo con toni più concilianti di Trump sui dazi

    (Teleborsa) – Seduta in leggero rialzo per le Borse europee, dopo il rosso di venerdì, con il cambio di tono della Casa Bianca sulla Cina in materia di dazi registrato nel fine settimana. Intanto, il piano di pace per la Striscia di Gaza ha portato al rilascio di ostaggi israeliani e palestinesi, mentre in Francia è stato presentato il secondo governo di Lecornu.Sempre sul fronte internazionale, a Washington parte il meeting annuale della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, che coinvolgerà i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali del G7 e del G20 e che comporterà domani la pubblicazione del World Economic Outlook dell’FMI.La giornata è priva di spunti macroeconomici significativi e anche l’intera settimana rischia di esserlo se lo shutdown prosegue. Diversi segnali arriveranno dalle trimestrali, in particolare a partire da domani negli USA con i colossi bancari.Lieve calo dell’Euro / Dollaro USA, che scende a quota 1,157. Forte rialzo per l’oro, che segna un guadagno dell’1,95%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua gli scambi, con un aumento dell’1,38%, a 59,71 dollari per barile.Lieve calo dello spread, che scende a +91 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,46%.Tra i mercati del Vecchio Continente giornata moderatamente positiva per Francoforte, che sale di un frazionale +0,37%, nulla di fatto per Londra, che passa di mano sulla parità, e incolore Parigi, che non registra variazioni significative, rispetto alla seduta precedente.Seduta in lieve rialzo per Piazza Affari, con il FTSE MIB, che avanza a 42.182 punti; sulla stessa linea, lieve aumento per il FTSE Italia All-Share, che si porta a 44.837 punti. Senza direzione il FTSE Italia Mid Cap (+0,2%); in frazionale progresso il FTSE Italia Star (+0,25%).In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Buzzi (+3,49%), Stellantis (+3,11%), STMicroelectronics (+2,57%) e Telecom Italia (+2,49%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Ferrari, che continua la seduta con -3,02%. Fiacca DiaSorin, che mostra un piccolo decremento dell’1,37%. Discesa modesta per Mediobanca, che cede un piccolo -0,73%. Pensosa A2A, con un calo frazionale dello 0,58%.Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, Banco di Desio e della Brianza (+5,15%), Ferretti (+4,06%), LU-VE Group (+3,85%) e Technoprobe (+3,01%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Cementir, che continua la seduta con -3,90%. Sotto pressione Fincantieri, con un forte ribasso del 2,40%. Soffre Caltagirone SpA, che evidenzia una perdita del 2,21%. Preda dei venditori Credem, con un decremento dell’1,62%. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, buyback di 101.500 azioni

    (Teleborsa) – Ferrari ha comunicato di avere acquistato su Euronext Milan (EXM), dal 6 al 10 ottobre 2025, un totale di 101.500 azioni ordinarie al prezzo medio unitario di 382,4384 euro, per un controvalore pari a 38.817.498,98 euro.Tali acquisti sono avvenuti nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie di 360 milioni di euro, quale ottava tranche del programma pluriennale di acquisto di azioni proprie di circa 2 miliardi di euro da eseguirsi entro il 2026.Dall’inizio di questa ottava tranche fino al 3 ottobre 2025 il corrispettivo totale investito è stato:• 149.602.206,82 euro per n. 371.924 azioni ordinarie acquistate sul EXM• 33.447.541,72 USD per n. 69.609 azioni ordinarie acquistate sul NYSEAl 10 ottobre 2025 Ferrari deteneva 16.115.828 azioni proprie ordinarie pari all’8,86% del capitale sociale.Dall’1 luglio 2022 al 10 ottobre 2025, la Società ha riacquistato un totale di 5.452.553 azioni proprie sul EXM e NYSE, per un corrispettivo di 1.820.719.899,24 euro.A Piazza Affari, intanto, peggiora la performance del Cavallino rampante di Maranello, con un ribasso del 3,31%, portandosi a 332,8 euro. LEGGI TUTTO

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    Francia, Lecornu Bis: nasce governo di scopo per la legge di bilancio

    (Teleborsa) – Un governo di scopo per l’approvazione della Legge di bilancio ed il rispetto delle tempistiche imposte dalla UE. E’ questa la scelta fatta dal Presidente Francese Emmanuel Macron per risolvere la grave crisi istituzionale (con effetti sull’economia) in cui è caduto il Paese dopo l’ennesimo flop di un esecutivo politico.Nasce così il governo Lecornu Bis, formato da volti noti della società civile affiancati a giovani parlamentari. Una seconda occasione per il Primo Ministro scelto per la seconda volta da Macron, dopo il primo tentativo “lampo” (solo 14 ore di governo) fallito due settimane fa. una scelta motivata “dall’interesse del Paese”, come sottolineato dallo stesso Macron. Lo schieramento che lo supporterà in questo difficile compito è stato annunciato domenica sera, provocando la spaccatura definitiva del partito di destra dei Republicains che fa capo a Bruno Retailleau, che aveva annunciato di non voler far parte di un governo assieme ai socialisti. Ma i dissidenti sono venuti alla luce, a cominciare dal Ministro della Cultura Rachida dati. Per gli incarichi di peso, gli Interni sono stati affidati ad un esperto (non politico, Laurent Munez, dopo il rifiuto dello stesso Retailleu. Per l’Economia è stato confermato l’economista e uomo d’affari macroniano Roland Lescue, mentre ai Conti pubblici è stata nominata Amelie de Montchalin. Confermato agli Esteri Jean-Noel Barrot ed alla Giustizia Gerald Darmanin, mentre Catherine Vautrin assume la guida della Difesa, lasciando il ministero del Lavoro ad un non politico, l’ex presidente delle Ferrovie Jean-Pierre Farandou. Alla guida dell’Agricoltura è stata nominata Annie Genevard, mentre l’Educazione Nazionale è stata affidata a Edouard Geffray, ex direttore generale dell’Insegnamento scolastico.Il compito di questo esecutivo, come detto, sarà far approvare la legge di bilancio 2026, che verrà presentata domani, martedì 14 ottobre 2025, in concomitanza con la dichiarazione di politica generale di Lecornu all’Assemblea Nazionale, rappresentando appunto l’elemento cardine di questo secondo mandato. Il passaggio di consegne fra il primo e secondo governo Lecornu è in calendario per oggi, poi domani ci sarà un Consiglio dei ministri e la richiesta di fiducia all’Assemblea Nazionale. LEGGI TUTTO

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    Johnson & Johnson raccomanda agli azionisti di non aderire all’offerta “mini-tender” di Tutanota

    (Teleborsa) – Johnson & Johnson (JNJ) ha annunciato venerdì di aver ricevuto notifica di un’offerta mini-tender non richiesta da parte di Tutanota, società a responsabilità limitata costituita ai sensi delle leggi dell’isola di Nevis (Saint Kitts e Nevis, Piccole Antille), per l’acquisto di un massimo di 500.000 azioni ordinarie di Johnson & Johnson al prezzo di 145,00 dollari per azione in contanti. Il prezzo di offerta di Tutanota, ha spiegato l’azienda farmaceutica, era ben al di sotto del prezzo di chiusura delle azioni ordinarie di Johnson & Johnson del 26 settembre 2025, l’ultimo giorno di negoziazione completo prima della data dell’offerta. Inoltre, l’offerta è subordinata, tra le altre cose, al fatto che il prezzo di chiusura per azione delle azioni ordinarie di Johnson & Johnson superi i 145,00 dollari l’ultimo giorno di negoziazione prima della scadenza dell’offerta. Ciò significa che, a meno che Tutanota non rinunci a questa condizione, gli azionisti di Johnson & Johnson che cederanno le proprie azioni all’offerta riceveranno un prezzo inferiore a quello di mercato. Tutanota dichiara inoltre nei suoi documenti di offerta che prevede di estendere l’offerta per periodi successivi da 45 a 180 giorni, fino a quando il prezzo di mercato delle azioni non supererà il prezzo di offerta. L’offerta, haaggiunto JNJ, riguarda circa lo 0,0207% delle azioni ordinarie di Johnson & Johnson in circolazione alla data di offerta del 29 settembre 2025. L’offerta è attualmente prevista in scadenza mercoledì 29 ottobre 2025, salvo proroga o risoluzione anticipata.”Johnson & Johnson – ha precisato l’azienda – non è in alcun modo associata a Tutanota o alla sua mini-offerta pubblica di acquisto spontanea e raccomanda agli azionisti di non offrire le proprie azioni in risposta all’offerta di Tutanota, poiché l’offerta è a un prezzo inferiore all’attuale prezzo di mercato delle azioni Johnson & Johnson ed è soggetta a numerose condizioni”.Tutanota ha lanciato molte mini-offerte pubbliche di acquisto simili per azioni di altre società. Le mini-offerte pubbliche di acquisto mirano ad acquisire meno del 5% delle azioni in circolazione di una società, eludendo così molti requisiti di informativa e procedurali della Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense che altrimenti sarebbero applicabili. Di conseguenza, le mini-offerte pubbliche di acquisto non offrono agli investitori lo stesso livello di protezione previsto per le offerte pubbliche di acquisto di maggiori dimensioni ai sensi delle leggi statunitensi sui titoli.La SEC ha avvertito gli investitori che alcuni offerenti che propongono mini-offerte pubbliche a prezzi inferiori a quelli di mercato “sperano di cogliere di sorpresa gli investitori se questi non confrontano il prezzo dell’offerta con il prezzo di mercato corrente”. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Cina replica a Trump: “Usa doppi standard” (ma lui minimizza)

    (Teleborsa) – “le recenti azioni americane hanno gravemente minato il clima dei negoziati bilaterali”: nel primo commento ufficiale dalla minaccia del presidente Donald Trump di imporre dal primo novembre ulteriori dazi del 100% sul made in China insieme alla stretta sulle esportazioni di software critici, il ministero del Commercio di Pechino punta l dito contro la reazione degli Stati Uniti definita un tipico esempio dei suoi “doppi standard”. Dal canto suo, il tycoon minimizza anche, affermando che: “andrà tutto bene”. Uno scambio a distanza che continua da giorni.”Per lungo tempo, gli Usa hanno esagerato il concetto di sicurezza nazionale e abusato delle misure di controllo dell’export, adottando pratiche discriminatorie nei confronti della Cina”, ha rimarcato un portavoce ufficiale a Pechino, per il quale tali misure hanno “gravemente danneggiato i diritti e gli interessi legittimi” delle aziende cinesi dato che la lista di Washington sul controllo delle esportazioni include ben 3.000 voci, mentre quella di Pechino solo 900. L’ira del tycoon è legata all’annuncio di giovedì con cui a sorpresa la Cina ha introdotto su una nuova serie di controlli stringenti sull’export di terre rare e di tecnologie e attrezzature correlate, nonché di altri prodotti come le batterie agli ioni di litio. Azioni “straordinariamente aggressive e ingiustificate”; secondo il tycoon.Il portavoce ha obiettato che, in 20 giorni dall’ultimo round di colloqui Usa-Cina sul commercio a Madrid, Washington ha aggiunto entità cinesi alle liste di controllo e sanzioni, e spinto nuove politiche contro le spedizioni mandarine. Sempre giovedì, gli Usa hanno deciso sanzioni contro entità cinesi coinvolte nel commercio di petrolio iraniano. Mentre le Dogane americane si preparano ad applicare ingenti tasse portuali alle spedizioni cinesi dal 14 ottobre, a cui Pechino ha risposto con tariffe speculari.”Minacciare la Cina con dazi elevati non è il modo giusto di affrontare la questione. La nostra posizione è sempre stata coerente: non vogliamo una guerra commerciale, ma non ne abbiamo paura”, ha aggiunto il portavoce, assicurando che Pechino “adotterà misure risolute corrispondenti” se gli Stati Uniti proseguiranno con le loro azioni”. LEGGI TUTTO

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    Germania, prezzi ingrosso settembre +0,2% su mese e +1,2% su anno

    (Teleborsa) – Salgono i prezzi all’ingrosso in Germania, che registrano a settembre un aumento dell’1,2% su base annua, dopo il +0,7% del mese precedente e il +0,5% di luglio. Lo annuncia l’Ufficio Federale di Statistica tedesco (Destatis). I prezzi all’ingrosso su base mensile salgono dello 0,2% contro il -0,6% registrato ad agosto. Il dato è in linea alle attese degli analisti (+0,2%). LEGGI TUTTO

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    Maersk rescinde contratto da 475 milioni di dollari per nave per eolico offshore

    (Teleborsa) – Il costruttore navale con base a Singapore Seatrium ha dichiarato che la danese Maersk ha rescisso un contratto da 475 milioni di dollari per la costruzione di una nave per l’installazione di turbine eoliche offshore, quasi ultimata, destinata a un progetto al largo della costa di New York.La nave per l’installazione delle turbine eoliche è completata al 98,9% ed è stata costruita per servire l’Empire Wind di Equinor, ha dichiarato Seatrium.Empire Wind è stata coinvolta nell’attacco di Trump all’eolico offshore all’inizio di quest’anno, quando la sua amministrazione ha emesso un ordine di sospensione dei lavori per un mese sul progetto.Seatrium ha affermato di stare valutando varie opzioni per la nave, inclusa quella con il cliente finale Empire Wind. La società con base a Singapore ha inoltre affermato che potrebbe intraprendere un’azione legale per la risoluzione del contratto. LEGGI TUTTO