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Dazi, Ue e Usa vicini all’accordo: si stringe sul 10%

(Teleborsa) – Finito (quasi) il tempo dei rinvii – il nove luglio – Unione europea e Stati Uniti provano a mettere uno stop, quantomeno provvisorio, alla questione dei dazi. Almeno è l’orientamento emerso negli ultimi giorni tanto che il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, oggi vola a Washington per un nuovo round di colloqui che si annuncia cruciale. Ad aspettarlo ci saranno il segretario Usa al Commercio, Howard Lutnick e l’altro caponegoziatore dell’amministrazione americana, Jamieson Greer. “Posso solo dirvi che vogliamo ottenere il massimo possibile, qualcosa che sia equo per entrambe le parti, e che possa aiutare le imprese di entrambi i Paesi ad avere maggiore prevedibilità e chiarezza su come pianificare le proprie operazioni”, ha spiegato Sefcovic.

Ad accelerare le trattative, la controproposta statunitense giunta giovedì scorso, proprio mentre era in corso il Consiglio europeo. E, pur non essendo strutturata in cifre e percentuali, ha dato solidità ad un numero, innanzitutto: il 10% come base dei dazi americani ai prodotti europei sul modello usato da Usa e Gran Bretagna nella loro intesa. Schema che, all’inizio, non piaceva per nulla agli europei. Col tempo però le posizioni si sono smussate, sia nelle cancellerie sia a Palazzo Berlaymont. Il 10%, in questo momento, è ritenuto un compromesso accettabile, se sorretto da adeguate compensazioni.

Secondo quanto riferisce Bloomberg Bruxelles chiederà esenzioni al 10%, ovvero che Washington si impegni a ridurre le aliquote su settori chiave quali la farmaceutica, l’alcol, i semiconduttori e gli aerei commerciali. I negoziatori blu-stellati puntano anche ad esenzioni per ridurre le tariffe del 25% statunitensi su automobili e componenti di automobilistici, nonché la tariffa del 50% su acciaio e alluminio.

Tuttavia, è proprio su tutto quello che c’è attorno al 10% che il castello dell’intesa – di per sè fragile – potrebbe crollare. Gli Usa, aperti ad esenzioni pro-Ue, al momento sembrano intenzionati a chiedere altre concessioni a Bruxelles puntando, ad esempio, i piedi sul Digital Market Act, che secondo secondo Donald Trump colpisce al cuore le Big Tech a stelle e strisce.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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