(Teleborsa) – All’indomani del calo del 15,4% per la delusione sui nuovi target di lungo termine, le banche d’affari abbassano i target price sul titolo . La guidance 2030 è stata inferiore alle attese di consensus (vendite -10%, EBITDA -14%, EPS -15% e FCF cumulato -18%), anche se il CEO Benedetto Vigna ha definito il piano “equally ambitious” come aveva definito quello del 2022-26, poi comunque raggiunto con un anno di anticipo.
, che conferma un prezzo obiettivo di 380 euro, ritiene che i target al 2030 siano un floor ragionevole, mentre pensa che il consensus venga aggiustato al ribasso double digit su tutte le principali metriche. “Riteniamo che l’equity story resti inalterata, ma il riallineamento del consensus eccessivamente ottimista (soprattutto per chi si aspettava un balzo della redditività già dal 2026 col lancio della F80 in sostituzione della Daytona) possa a continuare a pesare sulla performance di breve del titolo”, si legge in una nota.
I principali spunti dalla presentazione sono stati: motivi di fatturato e margini inferiori (evoluzione del mix di prodotto, assunzione di minor contributo dalle personalizzazioni rispetto al 20% degli ultimi trimestri, nonostante 2 nuovi centri Tailor Made a Los Angeles e Tokyo dal 2027, e il nuovo impianto di verniciatura), primo modello elettrico (presentati solo alcuni dettagli tecnici relativi alla componentistica prodotta internamente, non essendo noto il prezzo non è stato chiarito se avrà margini superiori o inferiori alla media), valori residuali (il CEO ha dichiarato “nessuna specifica preoccupazione“).
, che ha tagliato il target price a 450 euro dai precedenti 496, non definisce il nuovo piano una delusione, ma sottolinea che 1) è prudente, con l’azienda che ha definito una guidance che garantisce il valore del marchio anche oltre il 2030. 2) la sola scarsità può mantenere un prezzo elevato, e questo vale anche per i veicoli elettrici e tutte le edizioni limitate. 3) gli obiettivi di FCF sono solidi e gli investimenti in conto capitale diminuiscono più del previsto. La guidance sul ritorno per gli azionisti (dividend payout ratio al 40%, riacquisto di azioni proprie per 3,5 miliardi di euro) è sostanzialmente in linea con le aspettative di BofA.
Ferrari ha ribadito l’importanza del suo squilibrio strategico tra domanda e offerta e, così facendo, ha ridotto le aspettative di crescita dei volumi, in particolare per i veicoli elettrici. Di conseguenza, BofA ha ridotto le stime sulle consegne di Elettrica a 1.200 unità e ha eliminato per ora il secondo veicolo elettrico, riducendo i volumi cumulativi di 3.700 unità tra il 2025 e il 2030. Ha compensato questo calo con un leggero aumento delle vendite di motori a combustione interna (+1.400 unità nel periodo). Sebbene questo sia negativo per le stime, lo considera positivo, poiché garantisce il funzionamento del modello di business basato sulla scarsità, anche per i veicoli elettrici. Di conseguenza, Ferrari si assicurerà che i veicoli elettrici vengano venduti ai ferraristi che ne desiderano uno, senza forzare le vendite per raggiungere un obiettivo prestabilito.
Tra gli altri broker, Kepler Cheuvreux ha abbassato il target price a 410 euro dai precedenti 450, mentre ha tagliato il target price a 415 euro dai precedenti da 470.
Oggi il titolo è in leggera ripresa, attestandosi a 356,5 euro, con un aumento dello 0,71%. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista a quota 360,6 e successiva a 368,3. Supporto a 352,9.
(Foto: Hanson Lu on Unsplash)