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Cambiamenti climatici e PIL, dal 2050 Italia rischia calo fino al 10%

I cambiamenti climatici ci serviranno un conto salatissimo, del quale stiamo già vedendo i primi effetti, ma che potrebbe decisamente peggiorare da qui al prossimo futuro. 

Se l’attuale trend delle emissioni inquinanti dovesse proseguire, l’Italia rischierebbe di avere perdite di alcuni punti percentuali di Pil già nel 2050, per arrivare addirittura al 10% nella seconda metà del secolo, pari circa a 130 miliardi di euro l’anno.

Sono alcuni dei dati, tutt’altro che rassicuranti, contenuti nella Relazione 2019 sullo stato della Green Economy, presentata in apertura degli Stati Generali sul tema che si sono svolti nei giorni scorsi alla Fiera di Rimini. L’iniziativa è stata promossa da Italian Exhibition Group, all’interno della prestigiosa cornice di Ecomondo, uno dei principali eventi sull’economia circolare e le energie green.

Innovazione, business internazionale e contenuti scientifici sono saliti in cattedra dando vita a quella che il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha definito “La grande Expo dell’economia circolare”. Non poteva esserci occasione migliore per fare il punto su un tema attuale ed estremamente delicato.

La crisi climatica – sottolinea una nota stampa degli Stati Generali della Green Economy – non solo finirà per mettere un freno alla crescita, ma aggraverà anche il divario delle condizioni economiche del Sud Italia rispetto al resto del Paese, con un aumento della disuguaglianza regionale stimato del 60% nella seconda metà del secolo.

“I temi della crisi climatica e dell’ambiente – ha osservato Edo Ronchi, del Consiglio Nazionale della Green Economy e Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – sono oggi al centro di un dibattito pubblico e sui media come mai in passato. Lo studio sugli impatti economici della crisi climatica vuole contribuire a meglio definire le ragioni della green economy per un Green New Deal”, tra le priorità programmatiche del nuovo esecutivo.

L’elenco degli effetti negativi dei cambiamenti climatici è preoccupante: eventi atmosferici estremi, ondate di calore, alluvioni, danni all’agricoltura, avanzamento dell’erosione delle spiagge e mancanza di neve in montagna. Sono tutti fattori che hanno gravi ripercussioni sull’economia nazionale, incluso il turismo, un settore strategico per il nostro Paese.

Il dibattito sulla lotta al cambiamento climatico è diventato centrale e vede nell’attivista sedicenne Greta Thunberg il simbolo principale, grazie all’impegno e alla forza comunicativa che hanno coinvolto milioni di giovani in tuto il mondo. Recentemente Greta è stata premiata dall’associazione per la cooperazione dei Paesi del Nord Europa The Nordic Council con la somma di 46mila euro, ma ha deciso di rifiutare il premio per mandare un segnale forte.

La stessa Greta ne dato notizia sul suo profilo Instagram: “Voglio ringraziare il Consiglio Nordico per il premio, è un grande onore per me. Ma il movimento per il clima non ha bisogno di altri premi. Ciò di cui abbiamo bisogno, invece, è che la gente e i nostri politici inizino ad ascoltare la scienza. Per questa ragione ho deciso di non accettare il premio e nemmeno il compenso di 500mila corone svizzere (circa 46mila euro)”.

Ottobre 2019 il più caldo mai registrato –  Nel frattempo, continuano ad arrivare notizie negative sul clima, confermando i cambiamenti in atto. Nel mese di ottobre 2019 le temperature medie in tutto il mondo sono state le più calde mai registrate nel mese. Lo ha comunicato il Copernicus Climate Change Service (C3S), gestito dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) per conto dell’Unione Europea. Le temperature medie a livello globale sono state più alte di 0,69 gradi Celsius rispetto alla media del periodo dal 1981 al 2010, facendo così scattare il record di ottobre più caldo. Inoltre, ottobre 2019 è stato il quinto mese consecutivo con temperature da record o estremamente elevate.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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