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1,4 mln di mascherine al giorno: il boom delle aziende che si riconvertono

Armani, Lamborghini, Fca, Ferrari, Miroglio, Prada, Grafica veneta, Amaro Ramazzotti, i detenuti delle carceri milanesi e persino le suore di Avellino che recuperano vecchie lenzuola per igienizzarle e trasformarle in protezioni. Sono tantissime realtà, non solo aziendali, che in tutta Italia, da nord a sud, hanno deciso di riconvertire la produzione e mettersi a produrre mascherine o camici o calzari o gel igienizzanti in questa fase di emergenza.

50 milioni per la riconversione

Sono operativi dal 26 marzo gli incentivi Invitalia messi in campo dal decreto Cura Italia (qui lo speciale QuiFinanza). 50 milioni stanziati per la riconversione delle aziende alle linee dei prodotti dei dispositivi medici, in particolare respiratori, mascherine e materiale necessario per affrontare l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. E sono diverse le aziende che ne stanno facendo richiesta, sia di altri comparti, come quello della moda, sia di altre linee del biomedicale.

Confindustria Moda ha lanciato alle imprese un appello per fare tutto il possibile: materiali e linee produttive sono spesso simili nel caso di aziende tessili, dunque l’operazione è possibile. Ma anche in altri casi, volere e potere. E anche conveniente, perché significa diversificare il business in un momento in cui il blocco degli ordini pesa tantissimo.

Fino a 1,4 milioni di mascherine al giorno

Entro tre settimane la produzione di mascherine chirurgiche nelle aziende del circuito moda che si sono riconvertite aumenterà dalle attuali 350mila a 1,45 milioni al giorno. Il progetto è nato grazie al protocollo di intesa tra Confindustria Moda e Cna Federmoda.

Nel circuito della riconversione industriale nel settore della cura e igiene personale, in particolare assorbenti, si prevede di passare dall’attuale produzione di 150mila mascherine al giorno a 750mila al giorno entro le prime tre settimane.

Il problema della certificazione

Sembra però che ci sia un ostacolo, e non da poco. Il problema di fondo è che, salvo rari casi, queste mascherine non possono essere consegnate agli ospedali perché per le certificazioni servono mesi.

“Siamo pronti a una riconversione produttiva, ma resta indispensabile chiarire gli aspetti tecnici e normativi” avverte il presidente di Confindustria Moda Claudio Marenzi.


Fonte: https://quifinanza.it/pmi/feed/

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