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    Ratti, la perdita si allarga a 5,5 milioni di euro nel primo semestre

    (Teleborsa) – Ratti, società quotata su Euronext Milan e attiva nella creazione, produzione e distribuzione di tessuti e accessori di alta gamma a livello internazionale, ha chiuso il primo semestre del 2025 con un fatturato pari a 38,6 milioni di euro, in calo di 6 milioni (-13,4%) rispetto allo stesso periodo del 2024.I risultati dei ricavi del primo semestre sono legati al protrarsi di un periodo congiunturale che si conferma complesso per il settore del tessile/abbigliamento, all’interno di un contesto politico e macroeconomico mondiale che non favorisce gli scambi commerciali. Il gruppo ha proseguito nel percorso avviato nel 2024 di chiusure programmate dello stabilimento e di ricorso agli ammortizzatori sociali allo scopo di contenere i costi operativi, che risultano inferiori di euro -2,4 milioni rispetto al pari periodo dell’anno precedente.L’EBITDA del gruppo registra un risultato negativo per -1,6 milioni di euro, in peggioramento di 3,7 milioni rispetto al primo semestre dell’anno precedente. Il risultato netto di periodo è negativo per -5,5 milioni di euro, in peggioramento di 4,8 milioni rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente.La Posizione finanziaria netta passa da -10,6 milioni di euro al 31 dicembre 2024 a -11,4 milioni al 30 giugno 2025. LEGGI TUTTO

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    ASviS Live, “10 Anni dell’Agenda 2030: progressi, ostacoli e prospettive future”

    (Teleborsa) – “10 anni dell’Agenda 2030: progressi, ostacoli e prospettive future” è il titolo dell’ASviS Live organizzato oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) per celebrare il decimo anniversario della sua adozione e il primo anniversario del “Patto sul Futuro” da parte delle Nazioni Unite. L’evento online – realizzato in collaborazione con la Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, UN Global Compact Network Italia e Sustainable Development Solutions Network Italia – ha riunito rappresentanti di istituzioni internazionali, imprese e società civile per analizzare progressi e ritardi dell’Italia rispetto all’Agenda 2030 e valutare lo stato del dibattito globale sui temi del multilateralismo, della finanza per lo sviluppo sostenibile, della lotta al cambiamento climatico e alle disuguaglianze. A cinque anni dalla scadenza per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 il mondo si trova di fronte a un crocevia: i passi avanti realizzati negli ultimi anni sono stati rallentati o in parte compromessi da crisi interconnesse, dalla pandemia ai conflitti fino all’emergenza climatica e alle guerre commerciali globali. “Le sfide che abbiamo di fronte impongono, come previsto dal Patto sul Futuro sottoscritto dall’Italia nel settembre 2024, di adottare una governance anticipante capace di assumere il futuro come criterio guida delle decisioni presenti – ha affermato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS –. L’Italia sta introducendo la Valutazione di Impatto Generazionale delle nuove leggi, come proposto dall’ASviS. Ma non basta: per realizzare il cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno, il futuro va messo al centro dell’educazione e della ricerca, per coinvolgere tutto il Paese nella definizione delle politiche da seguire per realizzare una società che sia più giusta e sostenibile”.In occasione dell’evento sono stati diffusi i dati dell’indagine a cui ha preso parte anche UN Global Compact Network Italia, da cui emerge il forte supporto della popolazione europea per l’Agenda 2030: l’80% dei cittadini europei ritiene che lo sviluppo sostenibile debba essere una priorità per l’UE e i governi nazionali, l’85% che le normative sulla sostenibilità aziendale siano essenziali, il 73% considera la sostenibilità un motore di competitività per le aziende, il 75% ritiene che governi e aziende dovrebbero stanziare maggiori risorse per promuovere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, visto che solo il 37% è convinto che la maggior parte di essi possa essere ancora raggiunta entro il 2030.Interessanti sono anche i risultati del sondaggio sulla popolazione italiana promosso da WeWorld e Manitese insieme a Impresa2030 e all’ASviS sul ruolo delle imprese per la tutela dei diritti umani e ambientali. L’85% dei rispondenti ritiene che le grandi imprese europee e quelle di altri paesi che esportano nel mercato europeo debbano essere obbligate per legge a prevenire i danni causati dalle loro attività a persone, ambiente e clima, anche se questo comporta per loro dei costi in più. L’84% chiede che le grandi aziende siano responsabili dei danni causati dai loro prodotti o servizi lungo tutta la catena del valore e il 79% che le grandi aziende siano obbligate a fare piani per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, solo un terzo pensa che i governi facciano abbastanza per limitare l’impatto negativo delle grandi aziende sui diritti umani e clima, mentre tre italiani su quattro affermano che non può esserci competitività senza tutela dei diritti umani, dell’ambiente e senza contrasto al cambiamento climatico. Per affrontare queste sfide e guardare ai prossimi anni, l’ASviS ha presentato il Future Paper “Una governance anticipante per l’Italia. Disegnare il futuro anche nell’interesse delle future generazioni”, realizzato nell’ambito di Ecosistema Futuro, la piattaforma strategica nazionale promossa dall’ASviS proprio per mettere i “futuri” e il pensiero a lungo termine al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del Paese. Il documento, ispirato dalla riforma dell’articolo 9 della Costituzione italiana che ha introdotto, tra i principi fondamentali, la tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle generazioni future, propone un nuovo approccio capace di valutare oggi gli impatti di leggi e politiche di domani, così da dotare il Paese degli strumenti necessari a governare le grandi trasformazioni del nostro tempo, come l’intelligenza artificiale, la crisi climatica, la transizione demografica.Il Future Paper propone alcuni interventi, in linea con il Patto sul Futuro, da realizzare entro il 2027. Innanzitutto, dotare l’Italia di strutture di strategic foresight, un approccio che utilizza metodi analitici e partecipativi per esplorare scenari futuri e identificare rischi e opportunità; in secondo luogo, tutelare i diritti delle future generazioni attraverso l’introduzione della Valutazione di Impatto Generazionale, attualmente in discussione alla Camera e istituire nuove autorità indipendenti con un mandato esplicito sulla tutela delle future generazioni; grande attenzione anche alla formazione della Pubblica Amministrazione per acquisire adeguate capacità di foresight e di valutazione dell’impatto delle politiche sulle future generazioni. E infine, creare una “Assemblea Nazionale sul Futuro” per coinvolgere la società civile, e specialmente i giovani, nella progettazione del Paese.”La Costituzione – ha commentato Giulia Di Donato, una delle autrici del Future Paper – ci impone di tutelare anche gli interessi delle future generazioni. I giovani devono quindi essere i protagonisti di questo processo, anche grazie alla costituenda Assemblea Nazionale sul Futuro”.”L’Agenda 2030 – ha dichiarato Maurizio Massari, rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite – ha rappresentato, sin dal suo lancio, uno strumento di grande ambizione per accompagnare e orientare le scelte degli Stati nei percorsi di crescita sostenibile. I dieci anni dalla sua adozione coincidono con l’80° anniversario delle Nazioni Unite e con i 70 anni dall’ingresso dell’Italia nell’Organizzazione, in un contesto molto complesso sia dal punto di vista geo-politico che di quello dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il contributo italiano agli SDGs si distingue su temi centrali per l’Agenda 2030 quali l’SDG16 (istituzioni giuste e trasparenti), il nesso tra sicurezza alimentare e cambiamenti climatici e la trasformazione dei sistemi agroalimentari sostenibili. In quest’ambito, nel luglio 2025 l’Italia ha co-ospitato ad Addis Abeba insieme all’Etiopia l'”Unfss+4″, dopo aver organizzato a Roma, nel 2023, il secondo Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari”. “Oggi, 25 settembre, – ha affermato Filippo Bettini, presidente del UN Global Compact Network Italia – è un’occasione preziosa per dare voce alla ricerca Perception of Sustainable Development by Europeans, che abbiamo condotto in 16 Paesi europei. I risultati parlano chiaro: oltre l’80% dei cittadini europei indica lo sviluppo sostenibile come una priorità, e in Italia tre persone su quattro lo riconoscono anche come leva di competitività. Ma la stessa indagine ci ricorda che la transizione potrà compiersi solo se la regolamentazione in materia sarà proporzionata e applicabile da parte delle aziende, conservando il carattere di efficacia rispetto agli scopi, e se anche le PMI avranno gli strumenti necessari per giocare un ruolo da protagoniste. In questo spirito, come UN Global Compact Network Italia, confermiamo il nostro impegno ad essere in prima linea, con responsabilità e con la convinzione che solo attraverso alleanze solide tra Istituzioni, imprese e società civile sarà possibile dare piena attuazione alla visione dell’Agenda 2030″.”Dieci anni dopo l’adozione dell’Agenda 2030 – ha detto Patrizia Lombardi, co-presidente del SDSN Italia – è tempo di guardare con lucidità ai progressi compiuti e alle sfide ancora aperte. Le crisi recenti hanno reso evidente quanto sia urgente educare al futuro, sviluppando competenze, visioni e responsabilità capaci di orientare le scelte individuali e collettive verso la sostenibilità e la giustizia tra generazioni. In questo percorso le università hanno un ruolo decisivo: attraverso ricerca, educazione e valorizzazione della conoscenza possono generare innovazione, formare cittadini consapevoli e contribuire in modo determinante alla trasformazione del Paese. Come SDSN Italia siamo convinti che scienza, saperi condivisi e dialogo tra istituzioni, imprese e società civile siano la leva fondamentale per tradurre l’Agenda 2030 in azioni concrete, oggi, a beneficio delle future generazioni”.Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, ha infine sottolineato l’urgenza di adottare un nuovo approccio. “Se vogliamo affrontare con coerenza le sfide globali e onorare il patto tra generazioni, – ha detto Stefanini – dobbiamo trasformare il futuro da concetto astratto a criterio guida delle decisioni presenti. Solo così potremo coniugare prosperità economica, coesione sociale e tutela dell’ambiente, costruendo un modello di sviluppo equo e sostenibile. È una responsabilità collettiva, che chiama in causa istituzioni, imprese e cittadini, e che richiede visione, coraggio e coerenza”. LEGGI TUTTO

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    Fed, Bowman: quadro “più fragile” del previsto nel mercato del lavoro

    (Teleborsa) – I dati relativi al mercato del lavoro hanno mostrato un quadro “più fragile” del previsto e nel frattempo “siamo nel raggio d’azione del nostro mandato” sull’inflazione. Lo ha detto Michelle Bowman, Vice Chair for Supervision della Federal Reserve, durante un evento, sostenendo che la Fed dovrebbe spostare la sua attenzione sul mercato del lavoro.Bowman è ora più convinta che i dazi rappresentino probabilmente un aggiustamento dei prezzi una tantum piuttosto che un fattore di inflazione persistente. LEGGI TUTTO

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    Frendy Energy, primo semestre in calo con minor idraulicità

    (Teleborsa) – Frendy Energy, società controllata da Edison e attiva in Italia nella produzione di energia elettrica da impianti mini-idro, ha registrato ricavi di vendita pari a 988 mila euro, rispetto a 1.241 mila euro del primo semestre 2024. A livello consolidato, il Margine Operativo Lordo (MOL) si attesta a 332 mila euro, in riduzione rispetto a 671 mila euro del 30 giugno 2024, in conseguenza della produzione elettrica in calo del 19,3% per effetto della minor idraulicità. Il Gruppo chiude il primo semestre con un utile netto consolidato di 62 mila euro, rispetto a 309 mila euro dello stesso periodo dello scorso anno, registrando ammortamenti per 270 mila euro.La buona performance della gestione finanziaria ha fatto registrare proventi finanziari netti per 41 mila euro, in linea con quanto registrato al 30 giugno 2024. L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2025 presenta una liquidità per 4 milioni di euro, in miglioramento di 22 mila euro rispetto al 31 dicembre 2024. Tale esito riflette la solida gestione del capitale circolante del periodo.Per quanto riguarda la prevedibile evoluzione della gestione, l’andamento della gestione caratteristica è correlato sostanzialmente all’andamento meteorologico delle precipitazioni e alla disponibilità di risorsa idrica. Ipotizzando un autunno in cui la disponibilità di risorsa idrica sia in linea con le medie storiche, il Gruppo prevede nel secondo semestre una performance industriale in sostanziale continuità con il primo semestre. LEGGI TUTTO

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    FOPE, l’utile balza a 5,6 milioni di euro nel primo semestre

    (Teleborsa) – FOPE, azienda orafa italiana protagonista nel settore della gioielleria di alta gamma e quotata su Euronext Growth Milan, ha chiuso il primo semestre 2025 con ricavi netti pari a 43 milioni di euro, in crescita del 45% rispetto a 29,6 milioni nel 1H 2024. L’EBITDA si attesta a 10,6 milioni di euro, +187% rispetto a 3,7 milioni nel 1H 2024. Significativo il miglioramento dell’EBITDA margin che si attesta al 24,6% rispetto al 12,5% del 1H 2024. L’Utile Netto di periodo si attesta a 5,6 milioni di euro, rispetto a 1,6 milioni nel 1H 2024, dopo imposte per 2,3 milioni (0,7 milioni nel 1H 2024).La Posizione Finanziaria Netta è cash positive per 3,2 milioni di euro, sostanzialmente invariata rispetto alla posizione cash positive di 3,3 milioni al 31 dicembre 2024.”Siamo soddisfatti del risultato raggiunto nel primo semestre che testimonia il consolidamento del posizionamento distintivo del nostro brand nel panorama del lusso internazionale – ha commentato l’AD Diego Nardin – Tutti i mercati che vedono la nostra presenza hanno contribuito alla crescita dei volumi di vendita: i mercati del sud est asiatico e oriente – sui quali stiamo investendo – così come i mercati europei, americani e l’Italia. Anche il mercato statunitense, attore importante per la nostra crescita, non evidenzia segnali di preoccupazione nonostante l’applicazione dei nuovi dazi”. “Gli interventi di ottimizzazione eseguiti sui processi produttivi, tuttora in corso per incrementare la capacità produttiva, e le consolidate nuove condizioni operative, hanno garantito un’evasione degli ordini in linea con i tempi pianificati – ha aggiunto – I volumi di vendita incrementali e la marginalità primaria sulle vendite hanno generato un’incidenza positiva sui costi operativi di struttura e migliorato la marginalità che abbiamo registrato a livello di EBITDA e utile netto. La politica di copertura finanziaria sui fabbisogni di materia prima ha permesso di neutralizzare l’impatto delle forti oscillazioni che stanno caratterizzando il prezzo dell’oro. Il secondo semestre dell’esercizio in corso si è aperto con segnali incoraggianti: la raccolta ordini mostra un andamento in linea con le previsioni di budget. Prosegue la proficua collaborazione con la nostra rete di concessionari e confermiamo l’aspettativa di una chiusura positiva dell’esercizio in corso”. LEGGI TUTTO

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    Fitch alza rating di CDP, FS, AMCO, SACE e FNM dopo upgrade dell’Italia

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha migliorato i rating di cinque società collegate al governo italiano (government-related entities), a seguito del recente upgrade del debito sovrano italiano. Le prospettive sono stabili, riflettendo quelle del debito sovrano italiano.Le GRE sono Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Ferrovie dello Stato Italiane (FS), AMCO – Asset Management Company (AMCO), SACE e FNM, i cui Local-Currency Issuer Default Ratings sono stati migliorati da “BBB” a “BBB+”. Fitch ha inoltre migliorato gli IDR a breve termine di CDP, FS, AMCO e SACE da “F2” a “F1” e di FNM da “F3” a “F1”. LEGGI TUTTO

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    Scontro Apple-UE sulla concorrenza digitale

    (Teleborsa) – Apple ha chiesto all’Unione Europea di abrogare il Regolamento sui mercati digitali (Dma), la legge entrata in vigore lo scorso anno che mira a porre fine agli abusi di posizione dominante da parte dei giganti della tecnologia, sostenendo che il regolamento ha portato a un degrado dei servizi forniti agli utenti e li ha esposti a rischi da cui erano precedentemente protetti. “Il Dma dovrebbe essere abrogato e al contempo verrà adottato uno strumento legislativo più appropriato allo scopo”, ha affermato Apple in una comunicazione formale alla Commissione Europea.”Non siamo sorpresi dal documento di lobbying di Apple che ci chiede di abrogare il Dma: ha contestato ogni piccola parte del Dma sin dalla sua entrata in vigore. Ciò mina la narrativa delle aziende che vogliono collaborare pienamente con la Commissione”, è stata la risposta della Commissione. “Abbiamo serie preoccupazioni sulla conformità di Apple” e non sorprende che Apple sia stata la prima a ricevere una sanzione ai sensi del Dma”, ha aggiunto il portavoce della Commissione Ue, Thomas Regnier.”La struttura di governance è competenza esclusiva nostra: decidiamo come vogliamo applicare il Digital Market Act (Dma) e chi lo sta applicando. Non sono assolutamente a conoscenza di alcuna idea di modificare la struttura di governance del Dma proprio perché disponiamo di esperti indipendenti molto capaci sia nell’ambito della Dma che del Digital Service Act (Dsa) per far rispettare la legislazione in completa indipendenza”, ha aggiunto Regnier. LEGGI TUTTO

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    TIM, entra in CdA l’ex vicedirettrice generale della Bankitalia Alessandra Perrazzelli

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha preso atto del perfezionamento delle dimissioni della Consigliera Domitilla Benigni, comunicate al mercato lo scorso 15 settembre, procedendo alla nomina per cooptazione, all’unanimità dei presenti, di Alessandra Perrazzelli, già Vicedirettore Generale della Banca d’Italia. Il Consiglio ha quindi integrato il Comitato Nomine e Remunerazione e il Comitato Sostenibilità, nominando in entrambi i comitati Perrazzelli. La consigliera entrante non detiene azioni TIM e si qualifica come amministratore non esecutivo.Il Consiglio ha anche preso atto dei risultati del recesso conseguente alla modifica dello Statuto relativo all’ampliamento dell’oggetto sociale, approvata dall’Assemblea degli Azionisti del 24 giugno 2025. Il 12 settembre 2025 si è concluso il periodo di adesione all’offerta rivolta agli azionisti che non hanno esercitato il diritto di recesso per l’acquisto delle 1.364.581 azioni ordinarie e 151.748 azioni di risparmio oggetto di recesso. Tutte le azioni oggetto di recesso, per un controvalore complessivo pari a circa 443.546 euro, risultano acquistate.Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato all’unanimità dei presenti di escludere il Ministero dell’Economia e delle Finanze dall’elenco delle parti correlate di TIM, in cui era stato precedentemente inserito. La decisione è stata presa in applicazione della recente modifica normativa che ha escluso rapporti di correlazione fra le pubbliche amministrazioni e le società partecipate, anche in modo indiretto, su cui le pubbliche amministrazioni non esercitano poteri di direzione e coordinamento. LEGGI TUTTO