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    Eli Lilly, costruirà nuovo stabilimento da 6,5 miliardi di dollari in Texas

    (Teleborsa) – Eli Lilly intende costruire un nuovo stabilimento produttivo da 6,5 ??miliardi di dollari presso il Generation Park di Houston, in Texas. Lo si apprende da una nota della società.Questo stabilimento di nuova generazione per la produzione di principi attivi farmaceutici (API) per farmaci sintetici, il secondo di quattro nuovi siti statunitensi che Lilly annuncerà quest’anno, si concentrerà sulla produzione della pipeline aziendale di farmaci a piccole molecole in diverse aree terapeutiche, tra cui salute cardiometabolica, oncologia, immunologia e neuroscienze. La società prevede che sarà operativo entro cinque anni.Lilly creerà 615 nuovi posti di lavoro nell’area metropolitana di Houston, tra cui ingegneri, scienziati, personale operativo e tecnici di laboratorio altamente qualificati. L’azienda prevede inoltre di generare 4.000 posti di lavoro nel settore edile durante la costruzione e l’entrata in funzione del sito.Da segnalar che il sito sarà tra quelli che produrranno orforglipron, il primo agonista orale del recettore del GLP-1 a piccole molecole di Lilly, che l’azienda prevede di presentare alle agenzie regolatorie globali per l’obesità entro la fine di quest’anno.”Il nostro nuovo sito di Houston migliorerà la capacità di Lilly di produrre orforglipron su larga scala e, se approvato, contribuirà a realizzare il potenziale del farmaco come trattamento per la salute metabolica per decine di milioni di persone in tutto il mondo che preferiscono la comodità di una pillola che può essere assunta senza restrizioni di cibo e acqua”, ha affermato David A. Ricks, presidente e CEO di Lilly. “Questo significativo investimento negli Stati Uniti e l’internalizzazione delle nostre capacità produttive di API garantiranno un accesso più rapido e sicuro a orforglipron e ad altri farmaci rivoluzionari del futuro”.L’automazione digitale sarà integrata in tutto il sito per semplificare le operazioni e garantire una fornitura affidabile di medicinali sicuri e di alta qualità. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda collaborerà con le università locali e investirà in iniziative formative in tutto il Texas per creare un solido bacino di talenti. LEGGI TUTTO

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    Philogen, ricavi ed EBITDA in miglioramento nel primo semestre

    (Teleborsa) – Philogen, azienda biotecnologica italo-svizzera quotata su Euronext Milan, ha comunicato che i ricavi al 30 giugno 2025 ammontano a 8.721 migliaia di euro, in aumento di circa 7.011 migliaia rispetto al periodo chiuso 30 giugno 2024. L’EBITDA evidenzia un miglioramento di circa il 9,1%, passando da un valore negativo pari a 15.249 migliaia al 30 giugno 2024 a un valore sempre negativo pari a 13.869 migliaia di euro al 30 giugno 2025 come conseguenza dell’aumento dei costi operativi a fronte di una crescita dei ricavi. Il risultato netto è negativo per 14.894 migliaia di euro (risultato netto negativo pari a 15.516 migliaia al 30 giugno 2024).La gestione finanziaria netta per il periodo chiuso al 30 giugno 2025 evidenzia un risultato netto positivo pari a 477 migliaia di euro, in diminuzione di circa 1.061 rispetto al 30 giugno 2024 principalmente dovuto alle poste valutative sui cambi rispetto al periodo precedente. Al 30 giugno 2025 il Gruppo chiude con una posizione finanziaria netta positiva pari a 88.525 migliaia di euro, rispetto a una posizione finanziaria netta, sempre positiva, pari a 102.184 migliaia al 31 dicembre 2024.”L’accordo con RayzeBio rafforza ulteriormente la posizione finanziaria del Gruppo Philogen. Ad oggi, il Gruppo dispone di una liquidità di oltre 350 milioni di euro, sono attese inoltre milestone da contratti di licenza già sottoscritti che garantiscono un’ampia sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo – ha detto l’AD Dario Neri – A ciò si affianca una pipeline diversificata e ricca di prodotti in sviluppo, che vanno dalla fase preclinica fino a studi clinici di Fase I, II e III. L’ambizione del Gruppo è triplice: portare nel breve termine i primi farmaci a registrazione, avanzare i candidati in pipeline e continuare le attività di discovery per generare nuove terapie sempre più efficaci”.”Sul fronte diagnostico, lo studio di Fase I con l’agente 68Ga-OncoCAIX sta generando risultati molto incoraggianti nel tumore renale – ha aggiunto – Sulla base della qualità dei risultati clinici ottenuti (che saranno prossimamente presentati al congresso EANM), il Gruppo sta considerando di procedere direttamente ad uno studio clinico di Fase III. Infine, nei prossimi 24 mesi il Gruppo prevede di iniziare le attività legate alla sperimentazione clinica di Fase I per diversi nuovi farmaci candidati, scoperti dal centro di discovery di Zurigo della propria controllata Philochem, confermando la capacità innovativa e la sostenibilità di lungo termine del proprio modello di business”.In virtù dell’entrata in efficacia, nell’agosto 2025, del contratto con RayzeBio sottoscritto nel giugno 2025, i ricavi adjusted sono pari a 307.422 migliaia di euro e l’EBITDA adjusted è pari a 284.853 euro. LEGGI TUTTO

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    Turismo: per i commercianti il visitatore ideale è local e social

    (Teleborsa) – Il turismo continua a rappresentare una leva strategica per la crescita delle piccole imprese italiane, non solo nei poli a forte vocazione turistica, ma anche nelle comunità locali. In un momento segnato dall’overtourism, anche i commercianti rilevano un “effetto social” sui flussi turistici e riscoprono l’importanza del turismo nazionale e locale. I visitatori più rilevanti per gli esercenti, infatti, provengono dall’Italia (per il 50,7% degli intervistati), o dal territorio (40,6%), mentre i turisti internazionali risultano molto importanti per circa un terzo del campione (35,3%). L’identikit del “turista ideale” è completato da nuove tendenze di consumo: circa a metà degli esercenti guarda con attenzione ai viaggiatori influenzati dai social media (45,6%), e propensi a soggiorni lunghi (45,4%) e a ricercare esperienze autentiche e di qualità (56,8%). A tracciare questo quadro è l’Osservatorio Small Business di SumUp, fintech globale attiva nel settore dei pagamenti digitali con strumenti innovativi, che ha intervistato oltre 2mila commercianti italiani per analizzare percezioni, opportunità e sfide legate al settore. “I dati confermano come il turismo sia un elemento centrale per i piccoli business italiani: oltre il 60% delle attività attira visitatori tutto l’anno o stagionalmente, e più della metà degli esercenti (52,3%), segnala un aumento della clientela grazie ai turisti. Allo stesso tempo, quasi un commerciante su due non ha ancora adattato la propria offerta per accogliere il turismo, segnalando un margine significativo di opportunità – dichiara Umberto Zola, responsabile Online Sales per l’Europa di SumUp –. I viaggiatori cercano esperienze autentiche, condivisibili e radicate nel territorio, privilegiando la qualità rispetto alla quantità. Questo trend rappresenta un’opportunità concreta per i commercianti, che devono attrezzarsi per intercettare queste nuove esigenze, offrendo proposte in linea con le aspettative di un turismo più consapevole e selettivo. Puntare su esperienze curate, su misura e valorizzare le eccellenze locali non è più un’opzione, ma una strategia necessaria per restare competitivi”.Le strategie dei commercianti per attrarre e accogliere turisti – Oltre sei esercenti su dieci operano in aree caratterizzate da presenza turistica stabile o stagionale. Il turismo ha un impatto significativo sulle attività: il 52,3% degli intervistati segnala un aumento della clientela, il 40,7% registra maggiori entrate e il 23,9% evidenzia un incremento della visibilità e del passaparola. Per intercettare e gestire i visitatori, i commercianti adottano diverse strategie: il 24,1% interagisce con i turisti tramite social media e piattaforme di recensioni, il 19,5% collabora con altre attività locali per promuovere la zona e il 18,3% offre servizi multilingue. Altri metodi includono collaborazioni con enti turistici (14,9%) e proposte di esperienze locali, come laboratori, corsi o gite (10,0%). Nonostante queste iniziative, quasi quattro esercenti su dieci (43,6%), non hanno ancora modificato la propria attività per accogliere il turismo, evidenziando un potenziale di sviluppo ancora significativo.Overtourism: un rischio percepito da una minoranza di esercenti – Il fenomeno dell’overtourism sembra avere un impatto limitato sulle piccole imprese italiane: solo 1 commerciante su 10 (9,9%), segnala effetti negativi significativi sulla propria attività. La maggioranza degli intervistati (59,3%) non ha percepito ripercussioni rilevanti, mentre il 16,0% registra effetti positivi dall’aumento dei turisti. Tra coloro che hanno sperimentato difficoltà, le principali sfide sono legate all’aumento della concorrenza o alla pressione sui prezzi (17,0%), al sovraccarico delle infrastrutture come traffico e servizi pubblici (15,5%), e alla diminuzione della qualità dell’esperienza o del prodotto offerto ai visitatori (9,2%). Calamità naturali: le principali sfide per i business – Le calamità naturali rappresentano una delle sfide più rilevanti per i piccoli esercenti italiani. Complessivamente, il 55,6% degli intervistati segnala preoccupazioni legate agli effetti di condizioni meteorologiche estreme o rischi ambientali, come danni alla proprietà (24,1%), interruzioni o chiusure dell’attività(18,7%) e diminuzione del numero di turisti a causa della percezione del rischio (25,3%). Nonostante queste criticità, quasi la metà delle imprese (49,6%) non ha ancora adottato alcuna contromisura per prepararsi o adattarsi, evidenziando un ampio margine di miglioramento. Tra le azioni intraprese dai commercianti più proattivi, emergono modifiche o valutazioni assicurative (23,0%), miglioramenti alle infrastrutture come generatori o protezione dalle inondazioni (12,6%), chiusure stagionali o adeguamenti operativi (10,4%), mentre la predisposizione di piani di emergenza è ancora limitata (5,9%). LEGGI TUTTO

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    Euro digitale, Cipollone: previsto lancio a metà 2029

    (Teleborsa) – L’euro digitale dovrebbe diventare pienamente operativo per la metà del 2029. È questa la previsione di Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della Bce con delega sui sistemi di pagamento, che durante la conferenza “Future of finance” organizzata da Bloomberg ha sostenuto la causa della creazione di una versione digitalizzata della moneta comune.È una data prevista “tenendoci prudenti”, ha detto, data la necessità di effettuare un ingente lavoro di prova delle infrastrutture, prima del suo lancio completo. E “dando per scontato che per la fine del prossimo anno la legislazione sia pronta”, ha precisato Cipollone.Sull’iter legislativo, secondo l’esponente della Bce, l’Ecofin che si è svolto venerdì e sabato a Copenhagen ha segnato un netto passo avanti da parte dei governi. La procedura legislativa avanza con più fatica al Parlamento europeo. I governi dovrebbero raggiungere una intesa entro fine anno. Ipotizzando che il Parlamento completi il suo dibattito per il primo trimestre del prossimo anno, la previsione che lo stesso Cipollone aveva fatto in precedenza di un accordo per la legge europea sull’euro digitale per il secondo trimestre sarebbe ancora valida, anche se tirata. “Se non sarà il secondo sarà il terzo trimestre”, ha detto.In ogni caso, a ottobre il Consiglio direttivo della Bce dovrebbe comunque approvare il proseguimento del piano. Anche perchè “finora non abbiamo registrato nessuna contrarietà” da parte di legislatori e governi, ha sostenuto Cipollone.L’istituzione monetaria di Francoforte, che su questo progetto si muove affiancata dalla Commissione Ue, non è l’unica a portare avanti l’ipotesi di una valuta digitale di banca centrale (Cbdc), ma sembra tra quelle ad aver più fretta. Diametralmente opposta la situazione negli Stati Uniti: qui infatti l’amministrazione Trump ha esplicitamente vietato alla Federal Reserve e alle altre agenzie federali di sviluppare Cbdc, additandole, in un ordine esecutivo dello scorso gennaio, come “una minaccia alla stabilità finanziaria, al diritto alla riservatezza dei cittadini e alla stessa sovranità Usa”. Gli Usa puntano piuttosto sulle stablecoin, una tipologia di criptoasset che cercano di offrire stabilità nel valore agganciandosi a un attivo sottostante, nel caso degli Usa il dollaro o titoli di Stato in dollari.Quanto ad alcune previsioni che mettono in guardia dai costi rilevanti del piano, secondo Cipollone sono “esagerate”. Invece “è probabile che costi come previsto dalla Commissione europea, tra 2,8 e 5,4 miliardi”. LEGGI TUTTO

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    Simone acquista la maggioranza della casa editrice francese Editions Memo

    (Teleborsa) – Simone, società attiva nel campo dell’editoria quotata su Euronext Growth Milan, ha annunciato l’acquisizione della maggioranza del capitale della prestigiosa casa editrice francese Éditions Mémo, realtà editoriale indipendente con sede a Nantes, nota a livello internazionale per la qualità e l’innovazione delle sue pubblicazioni per l’infanzia.L’azienda francese ha conseguito nell’ultimo anno un fatturato di circa 730 mila euro e un Ebitda normalizzato sostanzialmente in pareggio, ma con prospettive di crescita grazie alle sinergie all’interno del gruppo.Nello specifico, Simone ha sottoscritto un primo contratto preliminare con i due soci persone fisiche, Christine Morault e Yves Mestrallet, e un altro contratto preliminare con Harmonia Mundi Livre per l’acquisto rispettivamente di circa il 29,40% e il 25,04% del capitale sociale di Éditions Mémo.Simone non ha comunicato i dettagli finanziari dell’operazione, che non risulta significativa ai sensi del Regolamento Emittenti in relazione al controvalore.”L’acquisizione di Éditions Mémo ci permette di unire la solidità e l’esperienza del Gruppo Simone con la creatività e l’eccellenza di una realtà editoriale riconosciuta per la sua originalità e la sua cura grafica – ha dichiarato il presidente Luca Misso – Siamo convinti che questa sinergia aprirà nuove opportunità di sviluppo, rafforzando il dialogo culturale tra Italia e Francia e promuovendo la diffusione del libro come strumento di crescita e di conoscenza”. LEGGI TUTTO

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    Tecno, Lombardi: Spagna mercato chiave con recenti sviluppi normativi

    (Teleborsa) – Il nuovo quadro normativo sulla sostenibilità della Spagna rappresenta “una grande opportunità” per i fornitori di tecnologie ambientali, strumenti digitali e soluzioni di misurazione e reporting avanzato. Lo afferma Tecno, gruppo quotato su Euronext Growth Milan e tra i principali player nel settore SustainTech, che è già presente in Spagna con la filiale spagnola della controllata Energika.Il Real Decreto 214/2025, entrato in vigore il 12 giugno 2025 e i nuovi strumenti normativi e strategici adottati dal governo spagnolo, stanno dando forma a un vero e proprio ecosistema regolatorio per la sostenibilità: obblighi stringenti su calcolo della Carbon Footprint di Organizzazione (CFO), piani di decarbonizzazione quinquennali con obiettivi quantificati, monitoraggio digitale e trasparenza pubblica spingono le imprese verso una trasformazione profonda. Secondo le stime ufficiali del MITECO (Ministerio para la Transición Ecológica y el Reto Demográfico), i nuovi obblighi riguardano circa 6.000 aziende private spagnole attive in molteplici settori.Tra i comparti più attivi in questa transizione spicca quello estrattivo e degli inerti, al centro di una profonda trasformazione digitale. In questo scenario, in cui la digitalizzazione diventa la via più efficiente per ridurre il carico amministrativo e abbattere i costi di compliance, Tecno si trova in una posizione favorevole grazie alla partnership strategica con Finanzauto, storico distributore di Caterpillar in Spagna.Il posizionamento in Spagna di Tecno si inserisce nella più ampia strategia di espansione internazionale annunciata al mercato: la crescita nei mercati esteri avviene attraverso partnership solide, integrazione tecnologica e valorizzazione della sostenibilità, in linea con l’approccio data-driven del Gruppo.”La Spagna rappresenta per noi uno dei mercati chiave per ampiezza del perimetro regolatorio, maturità industriale e visione ambientale – ha commentato Giovanni Lombardi, Fondatore e Presidente di Tecno – I recenti sviluppi normativi confermano che la sostenibilità, per le imprese, non è più solo un tema reputazionale, ma un requisito operativo e competitivo. Grazie alla partnership con un attore storico come Finanzauto, abbiamo la possibilità di entrare in questo contesto con un’offerta concreta, riconosciuta sul campo e in linea con le esigenze di digitalizzazione e decarbonizzazione di settori ad alta intensità energetica”. “È un esempio chiaro di come intendiamo crescere all’estero: unendo tecnologie proprietarie e alleanze strategiche con partner solidi e radicati nel territorio – ha aggiunto – Continueremo a cogliere le opportunità che emergono dai grandi processi di trasformazione normativa in Europa, offrendo soluzioni digitali scalabili e capaci di generare valore industriale ed economico per i nostri clienti e ritorno per i nostri azionisti”. LEGGI TUTTO

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    MEF, il 26 settembre in asta BTP, CCTeu e BTP Green per 8,75 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Il ministero dell’economia e delle finanze (MEF) ha annunciato l’emissione di fino a 8,75 miliardi di euro di BTP, CCTeu e BTP Green. I titoli vanno in asta venerdì 26 settembre. La data di regolamento è mercoledì 1 ottobre 2025.In particolare, saranno offerti da 3,5 a 4 miliardi di euro di BTP 5 Anni con scadenza 01/02/2031 e cedola annuale al 2,85%, da 1,5 a 2 miliardi di euro di BTP 10 Anni con scadenza 01/10/2035 e cedola annuale al 3,60%, da 1 a 1,5 miliardi di euro di CCTeu con scadenza 15/04/2034, da 1 a 1,25 miliardi di euro di BTP Green con scadenza 30/04/2035 e cedola annuale al 4,00%. LEGGI TUTTO

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    Lindbergh, utile semestrale sale a 1,1 milioni di euro. Ricavi +51%

    (Teleborsa) – Lindbergh, gruppo quotato su Euronext Growth Milan e attivo nell’offerta di servizi, prodotti e soluzioni di logistica, ha chiuso il primo semestre del 2025 con ricavi consolidati pari a 15,84 milioni di euro, in crescita del 51% rispetto a 10,18 milioni al 30 giugno 2024. L’EBITDA è pari a 2,80 milioni di euro (+36%), pari al 17,7% di EBITDA margin, rispetto a 2,05 milioni, pari al 19,6% di EBITDA margin al 30 giugno 2024. Il risultato netto è pari a 1,1 milioni di euro (+36%).L’Indebitamento Finanziario Netto è passivo (debito) per 5,2 milioni di euro , rispetto a 3,4 milioni (debito) al 31 dicembre 2024. L’Indebitamento Bancario Netto è passivo (debito) per 970 mila euro, rispetto a 518 mila euro (cash positive) al 31 dicembre 2024.”L’accelerazione del nostro percorso di crescita è ben evidente e stiamo lavorando per far sì che diventi davvero strutturale – ha commentato l’AD Michele Corradi – Le opportunità di mercato non mancano e noi stiamo acquisendo sempre più consapevolezza delle nostre potenzialità. L’uscita dal mercato francese ci permette, come previsto, di concentrare tutti i nostri sforzi e il nostro impegno quotidiano sulle nostre tre Business Unit: in tema di energy allocation non abbiamo sbagliato”. “Avremo modo nei prossimi mesi di comprendere ancora meglio le dinamiche e gli andamenti stagionali delle società della Business Unit HVAC e di accelerare sull’implementazione dei nostri progetti per iniziare a trasformare tante piccole realtà artigianali in un vero e proprio gruppo industriale – ha aggiunto – Fondamentale sarà anche la pianificazione finanziaria degli investimenti e l’attenzione alle dinamiche del cash flow per far sì che il nostro sviluppo abbia basi solide e rischi ben ponderati”. LEGGI TUTTO