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    Generali, acquistate oltre 1,5 milioni di azioni proprie

    (Teleborsa) – Assicurazioni Generali ha comunicato di avere acquistato, nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie, dal 15 al 19 settembre 2025, complessivamente 1.546.853 azioni proprie al prezzo medio ponderato di 32,81 euro, per un controvalore pari a 50.752.948,19 euro.A seguito degli acquisti effettuati, al 19 settembre la Società e le sue controllate detengono 39.730.982 azioni proprie, pari al 2,56% del capitale sociale.A Piazza Affari, oggi, seduta positiva per la Compagnia assicurativa, che avanza bene e porta a casa un +2%. LEGGI TUTTO

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    OPAS MPS su Mediobanca, nell’ultimo giorno di riapertura dei termini adesioni all’86,3%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) volontaria totalitaria promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulle azioni ordinarie di Mediobanca, risulta che oggi 22 settembre 2025 – quinto ed ultimo giorno di riapertura dei termini – sono state presentate 128.874.081 richieste di adesione.Pertanto, la percentuale delle azioni apportate durante la riapertura dei termini e delle azioni apportate durante il periodo di offerta sulle azioni oggetto di offerta è pari al 86,3308% (o del 84,6468% sulle massime 829.458.551 azioni oggetto di offerta emesse a favore dei beneficiari dei piani di incentivazione).La riapertura dei termini si è svolta nelle giornate del 16, 17, 18, 19 e 22 settembre. LEGGI TUTTO

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    Inwit, Paolo Favaro cooptato nel CdA

    (Teleborsa) – Il CdA di Inwit ha nominato per cooptazione Paolo Favaro amministratore non esecutivo e indipendente, in sostituzione del dimissionario Christian Hillabrant. La delibera è stata approvata dal Collegio Sindacale.Il Consiglio ha verificato in capo a Favaro i requisiti di onorabilità e di indipendenza prescritti dalla normativa vigente e dal Codice di Corporate Governance di Borsa Italiana e ha provveduto a nominarlo componente del Comitato Strategie.Favaro, che resterà in carica fino alla prossima assemblea ai sensi di legge, non detiene azioni della società. LEGGI TUTTO

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    Misitano & Stracuzzi, Intermonte conferma “Outperform” dopo la semestrale

    (Teleborsa) – Confermiamo le nostre stime aggiornate nel nostro report del 2 settembre che sono in linea con le previsioni aziendali: un fatturato previsto in crescita dell’11% a 80,8 milioni di euro e un EBITDA in calo a 6,2 milioni di euro, il che implica un margine sulle vendite del 7,7%. Pur tenendo conto di una certa incertezza anche per il 2026, prevediamo un ritorno alla crescita a partire dal 2027. Lo affermano gli analisti di Intermonte che confermano il giudizio “Outperform” sul titolo Misitano & Stracuzzi dopo la semestrale annunciata la scorsa settimana.(Foto: Scott Graham su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Ferrari raggiunge l’8,80% del capitale sociale con il buyback

    (Teleborsa) – Ferrari ha comunicato di avere acquistato su Euronext Milan (EXM) e sul New York Stock Exchange (NYSE), dal 15 al 19 settembre 2025, un totale di 66.210 azioni ordinarie al prezzo medio unitario di 405,7636 euro, per un controvalore pari a 26.865.609,96 euro.Tali acquisti sono avvenuti nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie di 360 milioni di euro, quale ottava tranche del programma pluriennale di acquisto di azioni proprie di circa 2 miliardi di euro da eseguirsi entro il 2026.Dall’inizio di questa ottava tranche fino al 19 settembre 2025 il corrispettivo totale investito è stato:• 79.620.691,85 euro per n. 194.360 azioni ordinarie acquistate sul EXM• 29.456.498,03 USD per n. 61.276 azioni ordinarie acquistate sul NYSEAl 19 settembre 2025 Ferrari deteneva 15.961.611 azioni proprie ordinarie pari all’8,80% del capitale sociale.Dall’1 luglio 2022 al 19 settembre 2025, la Società ha riacquistato un totale di 5.266.656 azioni proprie sul EXM e NYSE, per un corrispettivo di 1.747.350.689,10 euro.A Milano, performance infelice per il Cavallino rampante di Maranello, che chiude la giornata del 22 settembre con una variazione percentuale negativa dello 0,37% rispetto alla seduta precedente. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, USA: la nuova tassa per i visti H-1B varrà solo per le nuove emissioni

    (Teleborsa) – “Chi possiede già un visto H-1B e si trova attualmente fuori dagli Usa non sarà soggetto alla tassa per rientrare. La tassa si applica solo ai nuovi visti, non ai rinnovi e non ai titolari esistenti”. È quanto ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt su X chiarendo la nuova tassa da 100mila dollari sulle emissioni di visti per lavoratori altamente qualificati H-1B, entrata in vigore ieri, varrà solo per le nuove emissioni, e non per quanti sono già titolari del visto. La misura – che interesserà i lavoratori usati prevalentemente della Silicon Valley – rischia di avere un impatto significativo sulle aziende statunitensi.Le nuove misure puntano – secondo l’amministrazione – a far sì che chi arriva nel paese abbia un talento vero. “O la persona è molto preziosa per l’azienda e l’America, oppure se ne andrà. Basta con l’assurdità di permettere di entrare con visti che sono stati dati via gratuitamente”, ha detto il segretario al commercio Howard Lutcnick.La tassa da 100mila dollari sui visti H-1B, da pagare ogni anno, è stata istituita per smantellare un sistema da tempo nel mirino del presidente e usato, a suo avviso, per evitare di assumere lavoratori americani facendo arrivare personale a basso costo dall’estero. Al momento per registrarsi alla lotteria per ottenere un visto H-1B si pagano 215 dollari, ai quali si aggiungono altri 780 dollari per le aziende che sponsorizzano il richiedente. Lo scorso anno sono state approvate 400mila richieste per i visti H-1B, di cui l’India è la maggiore beneficiaria. La stretta rischia quindi di esacerbare ulteriormente i rapporti già tesi fra Washington e New Delhi dopo i maxi-dazi imposti da Trump per gli acquisti di petrolio russo. Per il ministero degli Affari Esteri indiano la nuova tassa annuale avrà “conseguenze umanitarie”. Sulla scia dell’entrata in vigore della nuova tassa oggi, intanto, i titoli del settore informatico indiano hanno perso il 3,6 per cento. L’indice tecnologico è risultato il peggiore della giornata, trascinando l’indice principale Nifty 50 a -0,3 per cento. Tutti e dieci i titoli del comparto hanno chiuso in calo, con Tech Mahindra in flessione del 5,8 per cento.I visti per i lavoratori altamente specializzati hanno diviso l’amministrazione fin dall’inizio: molti – fra in quali Trump, Lutnick e l’alleata del presidente Laura Loomer – volevano una stretta, mentre altri li hanno difesi a spada tratta perché essenziali per il successo tecnologico dell’America. Ad appoggiarli a gran voce è stato Elon Musk, la cui uscita ha indebolito il fronte dei sostenitori spianando la strada alla nuova tassa. Amazon è il colosso che fa più affidamento sui visti H-1B: alla fine di giugno aveva 10mila lavoratori che li usavano. Ne hanno oltre 5mila Meta e Microsoft mentre Google e Apple ne hanno più di 4mila. LEGGI TUTTO

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    Federalimentare: “Expo 2015: 10 anni dopo. Nutrizione, Innovazione, Sostenibilità”

    (Teleborsa) – Si è svolto a Milano l’evento di Federalimentare, “Expo 2015: 10 anni dopo. Nutrizione, Innovazione, Sostenibilità”. A Palazzo Visconti rappresentanti del mondo accademico, scientifico, associativo e istituzionale si sono confrontati sull’eredità di Expo 2015 e sulle tematiche fondamentali che accompagnarono l’Esposizione Universale milanese quali: alimentazione, sostenibilità, salute e nutrizione. A distanza di 10 anni è emerso come Expo 2015 non sia stato un evento espositivo ma un progetto globale che ha dato il via all’innovazione nel settore alimentare, gettando le basi per il suo progresso e il suo sviluppo fin dalla scelta del tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Quel messaggio – sottolinea Federalimentare in una nota – è stato rivoluzionario: ha ispirato e promosso nuove metodologie di studio nel campo delle scienze, delle tecnologie, nei settori sociali, economici e produttivi introducendo nelle agende politiche degli Stati l’alimentazione e la nutrizione come elementi imprescindibili per il progresso umano.Lo sviluppo sostenibile del cibo a livello globale è ormai una priorità. La FAO, l’ONU e le conclusioni dell’ultimo G7 sull’Agricoltura tenutosi ad Ortigia in Sicilia hanno ribadito questa necessità: soddisfare la domanda crescente di cibo proveniente dai Paesi in via di sviluppo e dal Sud del Mondo integrando fra loro la dimensioni ambientale, sociale ed economica. Il compito di intercettare il bisogno crescente di cibo sicuro e per tutti è riservato all’industria alimentare, alle Istituzioni, al mondo della ricerca, delle tecnologie, a quello scientifico fino al coinvolgimento degli stakeholder. È nella loro interconnessione virtuosa e nello sviluppo positivo di obiettivi comuni che si potrà sostenere il Pianeta e il benessere sostenibile per le future generazioni.”Expo 2015 – ha detto Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare – è stato un progetto globale sulla sicurezza alimentare, sulla sostenibilità, sull’energia e sulla salute. Oggi quel progetto è diventato un punto cardine dell’agenda sia dell’Unione Europea che delle Nazioni Unite. Chiunque abbia vissuto a Milano in quegli anni dice ora: c’è una Milano prima dell’EXPO e una Milano dopo l’EXPO. Infatti, l’evento non esaurì la propria propulsione in quei sei mesi del 2015, ma portò una svolta duratura in termini di indotto economico, infrastrutture e turismo. Allo stesso modo, quell’esperienza ha costituito una svolta importantissima anche per il settore agroalimentare. Per questo, l’incontro di oggi non vuole essere una celebrazione di quanto fatto allora, ma si propone di analizzarne le ricadute, evidenziando come quel seme gettato dieci anni fa qui a Milano abbia germogliato a beneficio di tutti, in Italia, ma anche fuori dai nostri confini”.”L’obiettivo di Expo – ha osservato Letizia Moratti, europarlamentare – era quello di dare alla città un progetto duraturo nel tempo che legasse il tema della nutrizione alla cultura e all’innovazione. Il tema scelto per Expo, ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’, è oggi più attuale che mai. I cambiamenti climatici, le disuguaglianze e lo spreco di cibo lo rendono un filo conduttore tra la visione di allora e le sfide presenti. Expo ha posto le basi per progetti che uniscono salute, alimentazione e ambiente. Oggi porto avanti quell’impegno sia a livello nazionale che europeo, promuovendo politiche che tutelino le persone e il pianeta. Nutrire il pianeta significa garantire sostenibilità, equità e benessere. È una responsabilità globale che richiede azioni concrete. L’eredità di Expo è duplice: da un lato un impatto di tipo materiale, sotto il profilo turistico e infrastrutturale, dall’altro un impulso a livello culturale con riferimento ai progetti nel campo dell’educazione alimentare, della tutela ambientale e della salute”.”All’Istituto Mario Negri – ha affermato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri – abbiamo ragionato partendo dal presupposto che, come i farmaci, anche il cibo che mangiamo contiene componenti chimici. Quindi, ci siamo posti una domanda: perché non partire dalla nostra esperienza di anni di studio sul cibo per osservare i diversi effetti che ha sulla salute delle persone? Da qui sei anni fa è nato IIPH -Italian Institute for Planetary Health, una società consortile tra Istituto Mario Negri e Università Cattolica del Sacro Cuore, che adotta questo approccio e ha prodotto già dei risultati interessanti. L’idea di essere partiti da Expo 2015, che ha posto l’accento sull’importanza della nutrizione, e di non aver disperso quell’esperienza, è stata per noi una fonte preziosa. La nostra cultura, infatti, impatta moltissimo sull’alimentazione, sui nostri piatti, grazie anche alla dieta Mediterranea, per cui per vivere bene e in modo sano occorre incrociare molteplici fattori tra cui nutrizione, società ed economia”.”Expo è stato un evento che ha inciso in maniera significativa sulla nostra consapevolezza, portando i temi legati all’agroalimentare a livello globale. È stato un anno straordinario, che – ha sottolineato Angelo Riccaboni, professore ordinario di Economia Aziendale all’Università di Siena – ha segnato l’avvio di un percorso capace di unire sostenibilità e cibo. L’unico settore in cui il nostro Paese è riconosciuto come una vera e propria superpotenza è proprio quello alimentare. Oggi è più che mai necessaria una visione olistica, che integri dimensioni sociale finanziaria e ambientale. Il limite del Green Deal europeo è stata un’eccessiva regolamentazione, ma per le imprese italiane la sostenibilità rappresenta un vantaggio competitivo e una concreta convenienza. Le sfide che ci attendono impongono di sostenere in particolare le piccole e medie imprese, puntando sulla bellezza unita a sostenibilità ed economicità. Essere sostenibili significa infatti ridurre i rischi legati ai cambiamenti climatici, ma anche attrarre la finanza, sempre più attenta a questi aspetti. In questo contesto, parole chiave come investimenti, innovazione e competitività assumono un valore decisivo per il futuro”.”Sono passati dieci anni dall’Expo di Milano, ma – ha dichiarato Michele Carruba, direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università Statale di Milano – il percorso è iniziato quasi vent’anni fa. L’Expo non è stata solo una fiera, ma un’operazione culturale che ha aiutato a riflettere sul rapporto tra nutrizione, salute, economia e sviluppo. Allora la priorità era la fame, oggi invece muoiono più persone per eccesso di cibo che per difetto. L’OMS indica l’obesità come il problema più urgente del nostro tempo. Grazie all’Expo la cultura alimentare è cresciuta, ma rischiamo di perdere tradizioni fondamentali, come la dieta mediterranea. Se non interveniamo, per la prima volta nella storia una generazione potrebbe vivere meno della precedente. Dobbiamo rimboccarci le maniche e riprendere i principi emersi con l’Expo, adattandoli alle sfide attuali”.”All’Italia, dieci anni dopo l’Expo 2015, – ha affermato Luigi Galimberti, presidente ToSeed Partners Agrifood Investment – è rimasto molto. Quell’evento ha lasciato un’impronta profonda nella vita di tutti noi. Personalmente fui colpito dalla portata e dalla forza del messaggio e in quel momento iniziai a chiedermi se fosse possibile costruire un modello di agricoltura capace di produrre di più, consumando meno. Da lì è cominciato un percorso che oggi, con i risultati ottenuti, posso dire mi abbia dato ragione. In quegli anni si parlava molto di cibo, sostenibilità e della sfida di nutrire la popolazione mondiale del 2050. Credo che, come è successo a me, anche molti altri siano stati ispirati da quell’Expo a immaginare e costruire un’agricoltura veramente sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Metsera in rally dopo mossa Pfizer

    (Teleborsa) – Protagonista oggi a Wall Street il titolo Metsera che mostra un rialzo del 62,82% dopo che Pfizer ha annunciato di essere vicina a una potenziale acquisizione da 7,3 miliardi di dollari della startup produttrice di farmaci contro l’obesità, mentre il colosso farmaceutico sta cercando di rafforzare la propria pipeline dopo il recente fallimento della sua pillola dimagrante. Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello del Nasdaq 100. Al momento, quindi, l’appeal degli investitori è rivolto con più decisione a Metsera rispetto all’indice di riferimento.Quadro tecnico in evidente deterioramento con supporti a controllo stimati in area 52,84 USD. Al rialzo, invece, un livello polarizzante maggiori flussi in uscita è visto a quota 55,06. Il peggioramento di Metsera è evidenziato dall’incrocio al ribasso della media mobile a 5 giorni con la media mobile a 34 giorni. A brevissimo sono concrete le possibilità di nuove discese per target a 51,44. LEGGI TUTTO