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    Borsa, il lusso si veste di rosso su caute prospettive vendite

    (Teleborsa) – Ancora una giornata difficile per il comparto del lusso a Piazza Affari e sugli altri Listini europei, di rifesso alle prospettive incerte del settore, che rischia d venire fortemente condizionato dai dazi USAe dall’incertezza che ne consegue, che sta impattando sul sentiment dei consumatori, soprattutto in Paesi come la Cina. E’ quanto emerso in occasione del grande evento che si sta tenendo a Parigi, organizzato da Morgan Stanley, che delinea un quadro grigio per il settore della moda e del lusso.E così, mentre a Parigi mostrano un andamento fortemente negativo le big del lusso, come LVMH, Kering e L’Oreal, con perdite superiori al 2%, non va meglio a Londra per Burberry, che perde il 2,7%. Gli analisti di Equita hanno tagliato il Target Price di LVMH a 600 euro dai 620 euro precedenti, pur confermando un giudizio Hold.A Milano i titoli del lusso sono fra i peggiori, con Moncler che viaggia in fondo al paniere del FTSE MIB con una discesa del 3,6%. Non va meglio per Brunello Cucinelli, che scivola del 2,28%. Giù Salvatore Ferragamo, che perde il 2,9%, dopo che gli analisti di Barclays hanno confermato sulle azioni della casa di moda un giudizio Underweight, tagliando il target price da 5,7 a 5,4 euro, e sul settore del lusso nel suo complesso un giudizio neutrale. La banca britannica prevede un deterioramento delle vendite ne secondo trimestre dell’anno ed ha tagliato le stime delle vendite per l’anno fiscale 2025 del 4%.(Foto: by Kris Atomic on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Dazi, Giorgetti: possibile accordo ragionevole Usa-Ue

    (Teleborsa) – Sui dazi “l’interesse comune è trovare un’intesa. Una ritirata totale delle posizioni americane mi pare improbabile ma in relazione agli annunci di partenza credo che alla fine si troverà soluzione ragionevole”. Lo ha detto il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, intervistato al Festival dell’Economia di Trento, in collegamento dal G7 in Canada. Secondo Giorgetti “sarà molto difficile che l’accordo finale sia molto diverso da quello fatto con gli inglesi”. L’economia italiana ha delle peculiarità, abbiamo imprenditori piccoli e medi con una capacità di resilienza pazzesca, sono convinto che un ammontare dei dazi limitato sia gestibile da parte loro”, dice ancora il Ministro che avverte: “Ci sono alcuni settori, come il farmaceutico, che invece, in termini di competitività rispetto ad altre locazioni, potrebbero pagare un prezzo significativo: Per questi settori bisogna essere “molto vigili” e avere “un negoziato importante”.”Mi sembra che prima di tutto dobbiamo chiarirci le idee sul concetto di difesa, poi parliamo di numeri e l’Italia farà la sua parte, considerando che è molto difficile politicamente aumentare le spese militari e tagliare la spesa sociale. Dobbiamo trovare un sistema alternativo, magari con la partecipazione dei privati, per evitare un tragico trade-off”.Giorgetti ha sottolineato che “il problema dell’Europa oggi – in Canada per il G7 finanze – è che ha altri soggetti che sono pronti e reattivi a rispondere mentre noi abbiamo dei sistemi di governance che implicano percorsi molto complicati. Basta pensare che adesso in Europa siamo allo stop di clock, dobbiamo totalmente eliminare la normativa regolatoria che abbiamo approvato negli ultimi 3 anni: questa è la dimostrazione che dobbiamo essere più flessibili nell’approccio.Vertici come Ecofin e G7 finanze “sono tutti utili”, soprattutto in “una fase storica di cambiamento degli equilibri globali”: dice il Ministro evidenziando quanto “partecipare a questi vertici importanti e partecipare da protagonista, con uno standing che all’Italia viene riconosciuto in questo momento, sia estremamente produttivo per gli interessi nazionali. Non voglio fare un discorso di vanto per il governo: è una realtà oggettiva che tutti coloro che partecipano al dibattito internazionale, anche i privati, i soggetti del commercio, chi gira il mondo, hanno tutti percepito. Di questo possiamo andare assolutamente fieri”. LEGGI TUTTO

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    Gas, scorte USA crescono più delle attese di 120 BCF

    (Teleborsa) – Aumentano più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 16 maggio 2025 sono risultati in crescita di 120 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela superiore al consensus (+118 BCF) ed alla variazione della settimana prima (+110 BCF).Le scorte totali si sono dunque portate a 2.375 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 12,3% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.708) e in crescita del 3,% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 2.285 BCF. LEGGI TUTTO

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    Immobiliare USA, vendite case esistenti ancora in contrazione

    (Teleborsa) – Segnali di debolezza giungono ancora dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato ad aprile un decremento dello 0,5%. È quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il -5,9% riportato a marzo.Sono state vendute 4 milioni di abitazioni rispetto ai 4,02 milioni di marzo, inferiori ai 4,15 milioni di unità previsti dagli analisti. Su base annua, le vendite sono scese del 2%. LEGGI TUTTO

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    USA, PMI manifatturiero e servizi migliorano e fanno meglio delle attese

    (Teleborsa) – Accelera in USA l’attività manifatturiera e quella dei servizi. Nel mese di maggio, la stima flash sull’indice PMI Manifatturiero elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 52,3 punti, in aumento dai 50,2 punti di aprile e ben oltre i 49,9 punti attesi dagli analisti. L’indicatore si conferma inaspettatamente al di sopra la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In rafforzamento anche l’indice del settore terziario. Sempre in aprile, la stima flash sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 52,3 punti, che si confronta con i 50,8 di aprile e con i 51 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 52,1 punti dai 50,6 precedenti.(Foto: Pete Linforth / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Wall Street consolida dopo vendite vigilia

    (Teleborsa) – Wall Street avvia gli scambi poco mossa dopo il forte calo di ieri, sulla scia della costosa riforma fiscale annunciata da Trump e della conseguente impennata dei rendimenti dei Treasury. Ansie che non si sono esaurite e che ancora assillano i mercati, quanto mai preoccupati per la crescita del debito USA, dopo che Moody’s ha tolto la Tripla A. Trump ha definito la sua legge fiscale, votata dal Congresso, “una grande e bellissima legge”, ma costerà 3.800 miliardi di dollari in più ai già enormi 36.200 miliardi di dollari di debito USA.Per tutta risposta i rendimenti dei Treasury a più lunga scadenza hanno toccato ieri nuovi massimi (5,15%) e si confermano oggi elevati al 5,116%, mentre il benchmark decennale oggi è salito al 4,599%.Sul frorte macro, il dato sull’indice CFNAI di Chicago ha segnalato un indebolimento a -0,25 punti. Le richieste settimanali di sussidio, invece, sono scese di duemila unità a 227.000, risutando anche inferiori al consensus (230.000).A New York non si registra una variazione significativa sul Dow Jones che si attesta sui valori della vigilia a 41.875 punti; l’S&P-500 continua la seduta a 5.854 punti, sui livelli della vigilia (+0,17%). Leggermente positivo il Nasdaq 100 (+0,65%); sulla stessa linea, in frazionale progresso l’S&P 100 (+0,43%). LEGGI TUTTO

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    BCE conferma flessibilità. Minutes: “Rischio inflazione ben al di sotto del 2%”

    (Teleborsa) – L’inflazione nell’Area Euro, nel 2025, potrebbe cadere al di sotto di quanto previsto a marzo, agli attuali tassi di cambio e prezzi dell’energia. E’ quanto emerge dai verbali dell’ultima riunione della BCE del 16-17 aprile, pubblicati oggi. Un passaggio fondamentale, che segnala che “i rischi per la stabilità dei prezzi potrebbero ora essere orientati al ribasso, soprattutto nel breve termine” e che “vi è ora il rischio che l’inflazione possa scendere ben al di sotto del 2% almeno per il resto dell’anno in corso”. Le aspettative di inflazione indicano che l’inflazione potrebbe diminuire più rapidamente di quanto precedentemente ipotizzato a marzo, attestandosi al di sotto del 2% nel 2025 ed a circa l’1,2% all’inizio del 2026, prima di tornare all’1,6% entro la metà del 2026. “In un orizzonte temporale più lungo – si legge nelle Minutes – le condizioni finanziarie più restrittive, tra cui l’apprezzamento dell’euro, il forte calo dei prezzi del petrolio e del gas e la più debole attività economica sono considerati nuovi importanti fattori che frenano l’inflazione”.Dalle Minutes della BCE emerge che, nel corso della riunione “i membri hanno ampiamente concordato” sul fatto che i dati più recenti indicano che “il processo disinflazionistico è ben avviato” ed hanno quindi espresso “maggiore fiducia nel ritorno dell’inflazione all’obiettivo, in linea con le proiezioni di marzo”. Tuttavia, queste ultime “non avevano incorporato i più recenti annunci di politica monetaria degli Stati Uniti, che avevano aumentato i rischi al ribasso per la crescita e l’inflazione nel breve termine”.”Nel medio termine, il quadro dell’inflazione è rimasto più contrastato, poiché gli effetti della spesa fiscale, dei dazi di e dell’interruzione delle catene del valore potrebbero puntare in direzioni diverse” e quindi “gli effetti inflazionistici dei dazi potrebbero superare la pressione disinflazionistica derivante dalla riduzione della domanda estera nel medio termine, soprattutto se l’Unione Europea reagisse imponendo dazi su prodotti non facilmente sostituibili, come i beni intermedi”.In questo contesto, tutti i membri hanno concordato con la proposta del signor Lane di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse chiave della BCE. “Alcuni membri avevano segnalato indicato che, prima dell’annuncio dei dazi statunitensi del 2 aprile, avevano ritenuto appropriata una pausa nei tagli dei tassi”, ma gli eventi più recenti hanno “convinto questi membri che il taglio dei tassi di interesse durante l’attuale riunione fornisse una certa assicurazione contro esiti negativi ed evitasse di contribuire ad ulteriore incertezza in periodi di volatilità dei mercati finanziari”. Pochi altri membri hanno avrebbero optato invece per un taglio dei tassi di 50 punti base, attribuendo “maggiore importanza al cambiamento nell’equilibrio dei rischi” su crescita ed inflazione.”Guardando al futuro, i membri hanno sottolineato che, data l’elevata incertezza, il mantenimento di un approccio basato sui dati e la piena facoltatività in ogni riunione fosse più che mai giustificato”.Passando agli aspetti comunicativi, i membri hanno osservato che era giunto il momento di eliminare la frase “la nostra politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva” dalla dichiarazione di politica monetaria, poiché il riferimento a un orientamento restrittivo, dimostratosi utile in fasi passate, “non era più necessario” e la sua eliminazione “ha evitato la percezione che il livello neutrale dei tassi di interesse rappresentasse il punto finale del ciclo in corso, il che non è necessariamente vero”. LEGGI TUTTO

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    UE, Urso incontra Ribera: focus su siderurgia, chimica, rinnovabili e auto

    (Teleborsa) – Siderurgia, chimica, energie rinnovabili e settore automotive sono stati al centro dell’incontro tenutosi a Palazzo Piacentini tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, nonché commissaria per la transizione giusta, pulita e competitiva, Teresa Ribera Rodriguez.Ampio spazio – fa sapere il Mimit in una nota – è stato dedicato al dossier ex Ilva. Urso ha ribadito l’impegno del Governo verso la piena decarbonizzazione del sito di Taranto e l’obiettivo di fare dell’Italia il primo produttore europeo di acciaio green. Il ministro ha, inoltre, sottolineato a Ribera l’importanza delle proposte congiunte con Francia e Spagna per un Piano europeo dell’acciaio e dei metalli, ricordando anche l’iniziativa avviata con la Polonia per una revisione tempestiva e sostanziale del meccanismo CBAM per tutelare in modo efficace la produzione green euopea. In tale contesto, ha evidenziato la necessità di stimolare la domanda di acciaio a basse emissioni e favorire la circolarità dei rottami metallici.Sul fronte della chimica, Urso ha evidenziato l’urgenza di un approccio equilibrato che non penalizzi la chimica tradizionale, ma ne accompagni l’evoluzione verso la chimica verde e la biochimica. “Questa transizione – ha dichiarato il ministro – non può essere subita. Deve essere guidata con coraggio, con scelte rapide e strumenti concreti per dare all’Europa un’industria forte, autonoma e competitiva. Solo così potremo affrontare le trasformazioni in atto garantendo nel contempo ambiente e impresa, salute e lavoro, quindi crescita e occupazione”-In quest’ottica, Urso ha richiamato anche la visione strategica di Transizione 5.0, evidenziando la possibilità di valutare, in accordo con la Commissione, modalità e tempistiche più efficaci per l’utilizzo delle risorse disponibili.Per quanto riguarda l’energia, è stata ribadita l’urgenza di definire un quadro regolatorio chiaro e stabile, che consenta a Stati e imprese di pianificare investimenti di lungo periodo.Analizzate le potenzialità dell’industria italiana sul fronte delle energie rinnovabili e approfondito il caso di 3Sun a Catania, realtà leader nella produzione di pannelli solari, su cui oggi pesa la concorrenza sleale internazionale. Un esempio emblematico di come, in assenza di azioni coordinate a livello europeo, la transizione possa indebolire anziché rafforzare l’industria continentale. “Le condizioni geopolitiche ed economiche stanno cambiando profondamente – ha affermato Urso – ed è necessario costruire una vera autonomia strategica europea nella produzione di energia da fonti rinnovabili”.Infine, sul comparto automotive, Urso ha ribadito che la transizione ecologica potrà dirsi compiuta solo se l’Europa saprà sviluppare al proprio interno una solida capacità produttiva di batterie elettriche, sottolineando il ruolo strategico delle Gigafactory che vanno sostenute in modo efficace. “Senza questa garanzia – ha avvertito il ministro – aumenteremmo la dipendenza da attori esterni, perdendo il controllo strategico di una filiera chiave”.Urso ha infine rilanciato la proposta di modifica del regolamento UE sulla CO2, per includere tutte le tecnologie pulite disponibili, promuovere la piena neutralità tecnologica e introdurre una flessibilità quinquennale, volta a evitare sanzioni e a sostenere l’adattamento industriale. LEGGI TUTTO