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    Ambiente, Pichetto: “Da decisioni su altoforno possibili ricadute su Ex Ilva”

    (Teleborsa) – “L’impegno profuso da questo Governo per salvaguardare la produzione dello stabilimento di Taranto ed i livelli occupazionali sono di tutta evidenza, a partire dal rafforzamento patrimoniale della gestione dell’impianto siderurgico, nella consapevolezza che senza siderurgia non c’è prospettiva di sviluppo per il nostro Paese. Ed è necessario rammentare alcuni passaggi rilevanti che hanno caratterizzato l’azione del Governo con il finanziamento disposto da Invitalia ad Acciaierie d’Italia nel 2023 per 680 milioni e con l’attivazione dell’amministrazione straordinaria dello scorso 20 febbraio 2024, e poi estesa anche alla holding. Ed è fondamentale ribadire quanto il Governo condivida pienamente il principio per cui la salvaguardia della produzione dello stabilimento di Taranto deve andare di pari passo con le azioni da intraprendere per la tutela dell’ambiente e del territorio, nonché della salute dei cittadini, oltre che il mantenimento dei livelli occupazionali”. È quanto ha affermato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo al question time al Senato ad una interrogazione del senatore Francesco Boccia (Pd) sulle autorizzazioni ambientali agli impianti siderurgici Ex Ilva. “Si è avviato il procedimento di rinnovo dell’AIA, – ha proseguito Pichetto Fratin – prima che si concludessero tutte le procedure di vendita degli asset, e quindi per mettere in condizioni i futuri proprietari di esercire l’impianto con le migliori garanzie di sostenibilità ambientale. Con specifico riferimento ai quesiti posti dall’Interrogante, vado per punti. Prescrizioni AIA: si rappresenta che il relativo procedimento di riesame è attualmente in corso. Pertanto, le risposte ai quesiti formulati per gli specifici aspetti richiesti in materia ambientale, potranno essere fornite successivamente alla emanazione del provvedimento di AIA. Per quanto riguarda il rinnovo dell’autorizzazione con possibili impegni, è necessario precisare che le AIA hanno come obiettivo il continuo miglioramento delle prestazioni ambientali connesse all’esercizio delle installazioni. Con riferimento, infine, alle ultime due richieste, preme precisare che: Presidente, mi scusi se prenderò qualche secondo in più rispetto a quanto consentito. Per quanto di competenza del Ministero che rappresento, a seguito dell’incidente, in conformità a quanto previsto nella fattispecie, dall’articolo 29-undecies, comma 2, del D.lgs. 152/2006, l’Autorità di controllo sta effettuando le verifiche di competenza ad esito delle quali potranno essere adottate eventuali azioni necessarie, al fine di limitare le conseguenze ambientali e prevenire il ripetersi di eventi analoghi”. “Inoltre, – ha aggiunto Pichetto Fratin – da quanto appreso dal MIMIT, appare che a seguito dell’incidente del 7 maggio la procura di Taranto ha sequestrato l’altoforno 1. La società ha quindi formulato più istanze con la richiesta di alcuni interventi finalizzati a consentire ‘la rimessa in marcia dell’altoforno compatibilmente con le esigenze di sicurezza e probatorie’ per salvaguardare l’integrità dell’altoforno e la capacità produttiva dell’impianto. Dal canto suo la procura, sentita l’ARPA Puglia, ha accolto solo in parte queste istanze che di conseguenza non sono state ritenute sufficienti dalla società per garantire la messa in sicurezza e la riattivazione dell’impianto.Il Governo ha pertanto preso atto che da queste decisioni potrebbero esserci delle ricadute non solo occupazionali ma anche e soprattutto economiche in virtù del fatto che gli interessati potrebbero rivedere le loro posizioni e quindi anche l’offerta di acquisto dell’intero impianto ILVA”. LEGGI TUTTO

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    OPS su Banco BPM, adesioni allo 0,015% al 15 maggio

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da UniCredit sulle azioni ordinarie di Banco BPM, risulta che oggi 15 maggio 2025 sono state presentate 17.308 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 237.674, pari al 0,015686% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 28 aprile 2025 e terminerà il 23 giugno 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Banco BPM acquistate sul mercato nei giorni 20 e 23 giugno 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Snam, Passa: diversificazione di mercati e strumenti per rispondere a obiettivi di sostenibilità

    (Teleborsa) – “In un contesto globale che continua ad essere volatile, è fondamentale dotarsi di una struttura finanziaria solida, capace anche di garantire flessibilità. Per questo Snam intende rafforzare la propria struttura finanziaria attraverso una sempre maggiore diversificazione di mercati, fonti e strumenti di finanziamento, avendo sempre uno sguardo costante verso un’economia decarbonizzata”. Lo ha dichiarato il CFO di Snam, Luca Passa, al convegno AGICI “The Role of Utilities and their Networks in Achieving a Net-Zero Economy” in occasione dell’evento NetZero Milan 2025.”In Snam, stiamo affrontando la sfida di conciliare sicurezza e transizione energetica, investendo in infrastrutture gas resilienti e tecnologicamente pronte anche per le molecole verdi, come idrogeno e biometano, che avranno un ruolo centrale nel nuovo mix energetico – ha aggiunto – Dopo aver raggiungo in anticipo l’obiettivo precedente, puntiamo adesso a raggiungere il 90% di finanza sostenibile entro il 2029, grazie anche all’aggiornamento del nostro Sustainable Finance Framework”. “Attraverso l’utilizzo di green bond, sustainability-linked bond e bond ibridi abbiamo la possibilità di finanziare progetti strategici, come nel caso dell’acquisizione in OGE, il principale operatore indipendente del gas in Germania, mantenendo al contempo equilibrio finanziario e visione di lungo termine che guardi anche all’innovazione, come dimostrato anche dagli oltre 400 milioni di euro di investimento previsti entro il 2029 nel nuovo Innovation Plan”, ha sottolineato Passa.”Impegni concreti che confermano l’approccio solido di Snam, attestato anche dall’upgrade ad “A-” ricevuto da S&P, che riflette l’attenzione dell’azienda alla trasparenza e a un’allocazione chiara del capitale, assicurando il pieno allineamento con la sua ambiziosa e credibile strategia di transizione”, ha concluso il CFO di Snam. LEGGI TUTTO

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    Alkemy in perdita per 0,8 milioni di euro nel primo trimestre. Fatturato -1,2%

    (Teleborsa) – Alkemy , società operante nella digital transformation e quotata su Euronext STAR Milan, ha comunicato che i ricavi per il primo trimestre del 2025 sono pari a 28 milioni di euro, in calo rispetto a 28,4 milioni registrati nel primo trimestre 2024. Tale risultato è la conseguenza della performance negativa registrata dalle società estere del Gruppo, parzialmente controbilanciata dall’andamento registrato dalle controllate italiane.L’EBITDA Adjusted si attesta a 1,5 milioni di euro, in calo del 33,2% rispetto al dato di 2,3 milioni del primo trimestre dell’esercizio precedente, prevalentemente per effetto dei maggiori costi operativi registrati. L’EBITDA Adjusted margin è pari al 5,5%, in calo di 2,7 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2024 (8,2%). Il Risultato di Periodo è negativo e pari a -0,8 milioni di euro, in calo rispetto al risultato positivo pari a 0,2 milioni registrato nel primo trimestre 2024.La Posizione Finanziaria Netta (PFN) del Gruppo al 31 marzo 2025 è negativa per -26,1 milioni di euro, in lieve peggioramento rispetto alla PFN negativa per -25,8 milioni al 31 dicembre 2024. La variazione pari a -0,3 milioni è prevalentemente riconducibile all’incremento dei debiti verso banche e altri finanziatori (0,5 milioni) e alla diminuzione dei debiti per leasing correlata al pagamento dei canoni del primo trimestre dell’esercizio (0,4 milioni).Alkemy ritiene che l’evoluzione della gestione dei prossimi mesi del corrente esercizio prospetti una moderata ripresa dei ricavi per il Gruppo, soprattutto a partire dal secondo semestre. Parimenti, in termini di marginalità, l’aspettativa è di una parziale ripresa a partire dal terzo trimestre dell’anno, dovuta sia alle azioni di razionalizzazione dei costi eseguite nei primi mesi del 2025, sia ai positivi sviluppi delle attività commerciali già svolte e tuttora in corso che presagiscono ad un miglioramento dei risultati complessivi, con una maggiore profittabilità. LEGGI TUTTO

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    Terna, Beccali: sistema elettrico italiano è robusto, fatti investimenti significativi

    (Teleborsa) – “Non vediamo impatti diretti dai dazi statunitensi, con la quota di procurement negli Stati Uniti che è trascurabile. Ci aspettiamo come conseguenza dei dazi alcune carenze nella supply chain del settore, ma siamo in grado di gestirlo. Sul procurement siamo infatti sulla buona strada, in quanto ci siamo già assicurati quasi tutti i materiali per l’anno”. Lo ha affermato Francesco Beccali, Chief Financial Officer del Gruppo Terna, nella conference call di presentazione dei risultati del primo trimestre 2025.A una domanda sul blackout su larga scala in Spagna e Portogallo del 28 aprile, ha risposto: “Vorrei sottolineare che, nonostante l’impatto del blackout, la nostra rete ha mantenuto la stabilità, grazie alla robustezza del sistema e ai protocolli per queste situazioni. Il sistema europeo, dove si inserisce quello italiano, è molto complesso e non si può escludere qualunque rischio. Il sistema italiano ha comunque visto grandi investimenti per aumentare la resilienza e siamo pronti a gestire situazioni di emergenza. Sono stati fatti significativi investimenti nella sicurezza del sistema, anche grazie alla regolazione introdotta dopo il blackout in Italia del 2003, che richiede di presentare un piano di sicurezza periodicamente. Dall’ultimo che abbiamo presentato, a maggio 2024, abbiamo anche annunciato un innalzamento degli investimenti con il piano industriale di marzo”. LEGGI TUTTO

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    NIQ a Linkontro: il 2025 nella Grande distribuzione si apre in positivo, guardando al Next Normal

    (Teleborsa) – NielsenIQ celebra la 40esima edizione de Linkontro, l’evento di riferimento in Italia nel mondo del Largo Consumo, registrando per il 2025 la presenza di 644 manager e oltre 275 aziende tra industria e grande distribuzione accolti dalla prestigiosa location del Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula (CA). Un momento di incontro per industria e grande distribuzione di uno dei settori portanti dell’economia italiana con il Largo Consumo che, nel 2024, ha raggiunto la quota di 137,5 miliardi di euro di spesa ad opera delle famiglie italiane (+1,9% rispetto al 2023). Il Largo consumo confezionato (LCC) raggiunge invece un valore di mercato pari a 98,2 miliardi di euro (+1,9% rispetto al 2023). I primi 4 mesi del 2025 maturano oltre 45 miliardi di euro di fatturato a totale negozio, dei quali più di 32 miliardi di euro nel Largo Consumo Confezionato (LCC). A supporto del trend di crescita, gli altri principali indicatori: il +4,4% a valore nel totale negozio (+1,9% nel 2024), e un +2,6% nei volumi del largo consumo confezionato (+1,5% nel 2024). Tra le performance emerge quella del sud Italia con un trend di crescita dei volumi doppio rispetto alla media nazionale, in particolare +5,6% a valore e +5,0% a volume. Un rilancio dunque che arriva dopo le diverse sfide che il settore è stato chiamato ad affrontare nel periodo 2019 – 2023, tra tutte, la pressione inflattiva che ha causato la riduzione dei volumi, anche se inferiore rispetto alle attese, nel corso del biennio 2022-2023 (rispettivamente del -0,3% e del -1,7%).”Stiamo rilevando dei segnali positivi provenienti dal mercato con performance promettenti che caratterizzano tutto il settore della grande distribuzione e del largo consumo confezionato. La ripresa dei volumi e la conquista di quote di spesa – commenta Enzo Frasio, amministratore delegato di NIQ Italia – indicano che il carrello delle famiglie, in Italia, rimane una voce prioritaria nel budget mensile. Nonostante il calo del potere d’acquisto delle famiglie a cui abbiamo assistito negli ultimi cinque anni, i consumatori tricolore nel 2025 sono disposti arinunciare ad altre spese mensili, come le uscite fuori casa, l’acquisto di altre categorie del non alimentare. Stiamo entrando nell’era del Next Normal, dove l’espansione nel Largo Consumo potrà essere supportata da una maggiorecollaborazione nella filiera, miglioramento dell’efficienza e conoscenza ancora più approfondita dei clienti. Questa combinazione di fattori offrirà l’opportunità di crescita e ulteriori accelerazioni del settore”. Nella memoria dei consumatori rimane però impresso l’effetto inflattivo che ha imposto un costo maggiore della spesa del 22% nel periodo 2025 versus 2019. Nonostante l’andamento dei prezzi appaia ora sotto controllo, il 29% degli Italiani – secondo le rilevazioni di NIQ – continua a indicare l’incremento dei costi dei beni alimentari tra le principali preoccupazioni per il futuro e il 23% teme la recessione (versus 13% della media europea). Un timore che continua a orientare le scelte effettuate tra gli scaffali dei punti di vendita, visto che persiste la ricerca di convenienza.Il fenomeno inflattivo sotto controllo, non per tutte le merceologieIl fenomeno inflattivo si ridimensiona e sembra attualmente sotto controllo. Nei primi quattro mesi del 2025, l’indice di inflazione nel Largo Consumo Confezionato (LCC) viene rilevato intorno al +1% a Totale Italia Omnichannel per raggiungere quota +0,8% ad aprile 2025. Un andamento che però non coinvolge tutte le categorie di prodotti: caffè, cioccolato, burro e salmone fresco registrano una crescita maggiore nel loro prezzo a parità di quantità acquistate. La nuova spesa degli Italiani nella prima parte del 2025 trainata dal Fresco (+5,5%)Stando alle rilevazioni di NIQ, a trainare la performance, nei primi 4 mesi del 2025, del Largo Consumo è il reparto del Fresco, con la frutta e la verdura che segnano un +7,9% a valore (+4,4% nel 2024). Anche per le carni – con la macelleria e la polleria – il saldo è positivo: +5,6% a valore. I prodotti del food confezionato si attestano a +4,1%.Segnali di frenata, invece, provengono dagli articoli per animali +1,4% (a fronte di un +3,1% nell’intero 2024) e anche la cura della casa -0,8% nei primi mesi di quest’anno. Non stupisce tuttavia l’incremento per il fresco considerando la forte attenzione verso un’alimentazione sanadichiarata e agita da tutte le tipologie di famiglie italiane che si orientano maggiormente alla ricerca del benessere, iniziando proprio dalla composizione del carrello. Più nello specifico, tra le categorie in forte crescita si trovano il mango con un +114,3% nel trend a volume; ma ancora l’avocado con un +47% e i semi, +32,2%. Nelle scelte di acquisto degli italiani si ritrova anche la ricerca di servizio, con prodotti facili da preparare che semplificano il consumo – è il caso delle basi per la pizza (60,3%) e dei piatti pronti vegetali (+15,6%) e anche dei surgelati vegetali (+11,9%). Gli andamenti del Largo Consumo per canaleLa crescita delle vendite non premia tutte le tipologie distributive, che trasversalmente stanno conoscendo un aumento della frequenza di acquisto e un calo dello scontrino medio come rilevato nell’80% dei gruppi distributivi, offrendo opportunità per incrementare la fedeltà. Si evidenzia un buon andamento per i superstore (+3,4% a volume da gennaio ad aprile 2025 versus +1,3% nel 2024) e i discount +3,8% a volume e +3,9% a valore nel 2025 – complice la ricerca del risparmio. Gli specialisti drug sembrano rallentare la crescita, registrando un seppur interessante +4,5% a volume e un +3,4% a valore. Emerge l’e-commerce che, con una quota pari al 7,1% nel 2025, assume una dimensione sempre più significativa,registrando nel Largo Consumo Confezionato (LCC)in totale un +4,4% a valore, venendo scelto per comodità e convenienza. Analizzando ancora più dettagliatamente questo canale, i pure players – ovvero gli attori che nascono con canali di vendita solamente online e che rappresentano il 50% delle vendite del canale – crescono a valore del +5,5% e molto bene anche gli specializzati (19,5% della quota di mercato) che crescono a valore del 10,5%.Nel 2025 (gennaio- aprile) crescita congiunta di IDM e MDD di oltre 1 miliardoInsieme, l’Industria di Marca (IDM) e la Marca Del Distributore (MDD) complessivamente maturano oltre 1 miliardo di crescita anno su anno, ciò che le differenzia sono le diverse leve che guidano lo sviluppo. Anche nel corso del 2025, la crescita dell’industria di marca è principalmente trainata dall’aumento dei prezzi, aprendol’anno con un fatturato pari a +608 milioni di euro, contribuendo alla crescita del fatturato LCC per il 57%. Invece, per quanto riguarda l’MDD (+450 milioni di euro, pesando per il 43% della crescita), è l’aumento dell’assortimento di prodotto a marchio del distributore sugli scaffali a determinare la crescita per l’anno corrente. Anche i target che determinano la crescita sono differenti: se da una parte la MDD si rivolge sempre di più agli 8 milioni di famiglie con figli a carico (+0,5 pt di quota) e di media età (+1,6 pt in quelle con reddito medio più basso), l’IDM è in crescita sia nelle famiglie mature ad alto reddito (+ 0,2 pt) sia in quelle a basso (+0,6 pt). Secondo i dati del Consumer Panel di NIQ, la strategia di crescita vincente per i principali brand del Mass Market, il 59% dei quali in crescita a volume nel corso dell’ultimo anno, sembra risiedere nella capacità di raggiungere un numero sempre più elevato di clienti, con maggiori probabilità di successo se si riesce anche a migliorare la fedeltà.Anche la MDD sta cercando di espandere la sua quota, lavorando principalmente attraverso lo sviluppo degli assortimenti: cresce nel 65% delle categorie, in parte per aumento del solo numero di famiglie acquirenti (in due casi su tre) e in parte in tutte quelle dove, oltre ad incrementare il numero di acquirenti, riesce anche a crescere in fedeltà.”La crescita del comparto, registrata negli ultimi mesi, – conclude Romolo De Camillis, retailer director di NielsenIQ – testimonia la capacità dell’industria e della distribuzione di soddisfare sempre meglio i bisogni delle famiglie italiane. Nel quadro attuale e guardando al prossimo futuro emergono ulteriori opportunità di crescita. Per coglierle appieno sarà importante continuare a migliorare i livelli di efficienza delle promozioni (circa un terzo delle attività non genera volumi incrementali) e degli assortimenti. Infine, lavorando insieme su specifici target di clientela, e cavalcando affinità tra brand ed insegne, si riuscirà ad intercettare un numero sempre più elevato di famiglie coprendo meglio i loro bisogni di consumo”. LEGGI TUTTO

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    Borse europee in rialzo. Spread sotto i 100 punti base

    (Teleborsa) – Segno verde per la maggior parte delle Borse europee in chiusura, con Francoforte che mette a segno la performance migliore. Poco mossa Piazza Affari, con gli investitori che si sono trovati a valutare un gran numero di trimestrali. I dati macroeconomici di oggi in Europa non hanno offerto particolari spunti, con il PIL trimestrale del Regno Unito che è stato migliore delle attese; in linea invece quello dell’Eurozona, dove è salita la produzione industriale.Nessuna variazione significativa per l’Euro / Dollaro USA, che scambia sui valori della vigilia a 1,118. Seduta positiva per l’oro, che sta portando a casa un guadagno dell’1,16%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) crolla del 2,83%, scendendo fino a 61,36 dollari per barile.Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +97 punti base, mostrando un piccolo calo di 1 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,56%.Nello scenario borsistico europeo Francoforte avanza dello 0,72%, composta Londra, che cresce di un modesto +0,57%, e performance modesta per Parigi, che mostra un moderato rialzo dello 0,21%.Sostanzialmente stabile Piazza Affari, che archivia la sessione sui livelli della vigilia con il FTSE MIB che si ferma a 40.419 punti; sulla stessa linea, resta piatto il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 42.840 punti. Senza direzione il FTSE Italia Mid Cap (+0,04%); sulla stessa linea, pressoché invariato il FTSE Italia Star (+0,03%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, effervescente Leonardo, con un progresso del 4,02%. Si muove in territorio positivo Hera, mostrando un incremento del 2,24%. Denaro su Italgas, che registra un rialzo del 2,18%. Bilancio decisamente positivo per Telecom Italia, che vanta un progresso dell’1,86%.I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Iveco, che ha archiviato la seduta a -2,71%. Scivola Pirelli, con un netto svantaggio del 2,61%. In rosso Prysmian, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,92%. Spicca la prestazione negativa di Banca MPS, che scende dell’1,79%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, RCS (+7,34%), Ascopiave (+3,09%), Sanlorenzo (+2,92%) e Juventus (+2,17%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su WIIT, che ha terminato le contrattazioni a -5,40%. In apnea GVS, che arretra del 4,58%. Alerion Clean Power scende del 3,37%. Calo deciso per D’Amico, che segna un -3,24%. LEGGI TUTTO

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    TIM, Moody’s alza il rating a Ba2 con outlook stabile

    (Teleborsa) – Moody’s ha alzato a “Ba2” da “Ba3″ il rating di TIM, il principale operatore di telecomunicazioni in Italia. L’outlook è stato modificato da positivo a stabile.”L’upgrade a Ba2 riflette la continua ripresa degli utili della società e il miglioramento degli indicatori di credito. Prevediamo che la società genererà un free cash flow positivo nel 2025-26, che, insieme al rimborso del debito, favorirà un’ulteriore riduzione dell’indebitamento”, afferma Ernesto Bisagno, Vice Presidente di Moody’s Ratings – Senior Credit Officer e lead analyst per Telecom Italia.In merito al rafforzamento del profilo finanziario di Telecom Italia, viene citata una combinazione di una forte crescita degli utili, con l’EBITDA rettificatoin aumento del 7,4% a 4,3 miliardi di euro nel 2024, e una generazione di free cash flow migliore del previsto, grazie a minori oneri finanziari, minori costi di separazione e minore fabbisogno di capitale circolante.Moody’s prevede una crescita costante dell’EBITDA, con percentuali a una sola cifra media ogni anno nel biennio 2025-26. Questa crescita dell’EBITDA sarà trainata da (1) una forte crescita nel business Enterprise, grazie ai servizi integrati end-to-end di connettività, cloud, sicurezza e IoT rivolti a grandi aziende e pubbliche amministrazioni; (2) un miglioramento dei KPI nel segmento consumer, con ARPU più elevati nel segmento fisso e una riduzione del tasso di abbandono dei clienti; e (3) la costante crescita del fatturato in Brasile.Inoltre, prevede che il free cash flow rettificato di Telecom Italia, al netto delle distribuzioni agli azionisti, si attesti in media a circa 375 milioni di euro all’anno nel periodo 2025-26, escludendo i proventi derivanti dalla cessione di Sparkle e i relativi dividendi straordinari. Questa previsione è supportata dalla costante crescita degli utili e da una riduzione degli investimenti. Inoltre, prevede flussi di cassa significativi legati alla monetizzazione della controversia relativa al pagamento allo Stato nel 1998 per i diritti di licenza e alla cessione della divisione cavi sottomarini Sparkle per 700 milioni di euro. Metà del ricavato dovrebbe essere distribuito agli azionisti, mentre la parte rimanente sosterrà la riduzione dell’indebitamento.Di conseguenza, prevede che la leva finanziaria rettificata di TIM scenderà verso 2,6x entro il 2026, grazie al rimborso del debito in scadenza nel periodo 2025-26, che lascerebbe l’azienda ben posizionata nella categoria di rating Ba2. LEGGI TUTTO