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    Ambiente: da ENEA e Utilitalia un software per misurare l’economia circolare nelle aziende

    (Teleborsa) – ENEA ha sviluppato il software TE3C, su incarico di Utilitalia, che consente alle aziende di misurare risparmi di energia ed emissioni di CO2 evitate utilizzando materiali secondari (scarti, sottoprodotti o materiali provenienti da riciclo) al posto delle materie prime vergini.”L’utilizzo di materiali secondari al posto di quelli primari può ridurre consumi di energia ed emissioni climalteranti associati al loro ciclo di vita, con vantaggi di sostenibilità lungo la filiera produttiva. Grazie a questo nuovo strumento consultabile gratuitamente online, ora le imprese potranno calcolare i benefici in termini di Titoli di Efficienza Energetica Circolare (TEEC) e di Crediti di Carbonio Circolare (3C) derivanti dall’impiego di materiali secondari al posto di primari, da qui il nome TE3C dato al software”, spiega Silvio Viglia, ricercatore del Laboratorio ENEA Strumenti per la sostenibilità e circolarità di sistemi produttivi e territoriali e tra gli sviluppatori del software e della metodologia, insieme al collega Roberto Carletti e a Laura Cutaia della Divisione Economia Circolare.Un aspetto innovativo di questo sistema è infatti la possibilità per le aziende di ottenere un attestato che riporta i Titoli di Efficienza Energetica Circolare e Crediti di Carbonio Circolare maturati a fronte dell’impiego, o della produzione, di materiale secondario al posto del primario corrispondente. “L’emissione degli attestati TEEC e 3C avviene solo a valle della verifica dei dati utilizzati e dei documenti della compravendita del materiale secondario, valorizzando l’impegno della filiera secondaria per produrre materiali di qualità. E, in futuro, questi titoli e crediti potrebbero essere riconosciuti sui rispettivi mercati, dando una ‘spinta’ sia alle imprese che scelgono di utilizzare materiali secondari sia alla filiera di produzione di materiali secondari di qualità”, prosegue Viglia.Cuore del software è il database per il calcolo dei TEEC e dei 3C, che include 8 principali tipologie di materiali (plastica/gomma, inerti, metalli non ferrosi e ferrosi, carta/cartone, vetro, tessili e legno) e riporta dati ricavati da studi scientifici e forniti da aziende associate a Utilitalia riguardo l’intensità energetica e l’impronta di carbonio di 34 materiali specifici (nella ‘forma’ primaria e da riciclaggio).Oltre all’attestazione dei risparmi conseguiti, il software permette anche azioni di contributo cooperativo, ossia gli utenti registrati hanno l’opportunità di alimentare il database del sistema con nuovi dati sui materiali, sia primari che secondari. “Dopo la registrazione al sito attraverso la compilazione di una scheda anagrafica, gli utenti (ad es. enti di ricerca, università, consorzi o aziende) – sottolinea Viglia – potranno abilitarsi come utilizzatori e come fornitori di dati, ampliando così il database. Le informazioni verranno validate dai nostri esperti prima della pubblicazione”.Gli effettivi risparmi in termini di energia ed emissioni evitate si basano sulla valutazione “dalla culla al mercato”, cioè dell’intero ciclo di vita (LCA) dei materiali secondari rispetto ai corrispondenti materiali primari sostituiti. “In base alla metodologia LCA che abbiamo adottato, la ‘culla’ dei materiali vergini è rappresentata dal punto di estrazione, mentre nel caso delle materie secondarie l’origine è il punto di generazione del residuo”, spiega Viglia.Lo studio ha riguardato oltre 40 filiere di riciclo: nel caso del cartone il risparmio di energia equivale a 0,25 tep/t (tonnellate di petrolio equivalente per tonnellata di materia prima secondaria utilizzata), per il vetro 0,58, per il PET (il polimero della plastica della bottiglie di acqua minerale) 1,11 e per l’acciaio 2,86. Per quanto riguarda l’alluminio il risparmio è massimo: per una tonnellata di materiale riciclato si risparmiano circa 4 tep e si evitano 15 tonnellate di emissioni di CO2 in atmosfera. LEGGI TUTTO

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    Piazza Affari guida le perdite in UE: pesano prese profitto

    (Teleborsa) – Giornata negativa per Piazza Affari e le altre principali Borse europee, che proseguono sui minimi di seduta, cedendo a realizzi dopo una settimana nel complesso positiva. Piazza Affari ne risente maggiormente avendo corso di più durante l’ottava, grazie ad alcuni spunti positivi squisitamente interni, come il rally del comparto industria-difesa (Leonardo ed Iveco) e di Nexi. Restano sullo sfondo e preoccupazioni per la guerra commerciale e per i suoi impatti sull’economia, in una giornata povera di spunti sul fronte macroeconomico.L’Euro / Dollaro USA continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a -0,04%. Prevale la cautela sull’oro, che continua la seduta con un leggero calo dello 0,33%. Giornata negativa per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua gli scambi a 67,78 dollari per barile, in calo dello 0,43%. LEGGI TUTTO

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    FS: piena collaborazione con Agcm

    (Teleborsa) – “Le società del Gruppo FS Italiane hanno pienamente collaborato con l’AGCM per la buona riuscita delle operazioni ispettive e avranno modo di rappresentare la correttezza delle proprie condotte nel corso del procedimento, già in occasione dell’audizione prevista dall’avvio dell’istruttoria che avverrà nei prossimi 60 giorni”. È quanto fa sapere il Gruppo FS in una nota commentando l’istruttoria avviata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana e della controllante Ferrovie dello Stato Italiane per accertare un presunto abuso di posizione dominante ai danni del nuovo operatore entrante SNCF Voyages Italia. LEGGI TUTTO

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    Investimenti in infrastrutture, BCG: patrimonio gestito record di 1.300 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Dopo un periodo di incertezza, il settore degli investimenti privati nelle infrastrutture sta mostrando segni di ripresa, con nuovi trend che stanno ridefinendo le strategie degli investitori. Secondo il rapporto “Infrastructure Strategy 2025: How Investors Can Gain Advantage as the Asset Class Matures”, pubblicato da Boston Consulting Group (BCG), il mercato mostra segnali di stabilizzazione, con asset gestiti che hanno raggiunto il massimo storico di 1.300 miliardi di dollari a giugno 2024. Tuttavia, la raccolta fondi rimane inferiore ai livelli del 2022, segno di una persistente cautela da parte degli investitori.”In un quadro macroeconomico complesso e in evoluzione, l’asset class infrastrutturale dimostra resilienza e forte attrattività – ha dichiarato Elisa Crotti, Managing Director e Partner di BCG –. L’attesa è che, in un mercato altamente competitivo, si mantenga una allocazione importante sulle infrastrutture da parte degli investitori privati, con un ruolo cruciale nella modernizzazione delle infrastrutture strategiche e nel soddisfare la crescente domanda di connessione ed energia, supportata da reti intelligenti fisiche e virtuali”.Stando all’analisi è infatti in atto un cambiamento nelle strategie d’investimento, con una crescente allocazione di capitali verso settori ad alto potenziale di crescita come le infrastrutture digitali e la transizione energetica. In particolare, gli investimenti nei data center, spinti dalla crescente domanda di intelligenza artificiale e cloud computing, sono aumentati in modo esponenziale: da 11 miliardi di dollari del 2020 a 50 miliardi nel 2024. Nonostante un generale rallentamento nelle operazioni in molte classi di asset infrastrutturali, gli investitori rimangono fiduciosi sulle opportunità a lungo termine in ambiti chiave come energia, trasporti e logistica.Una fotografia del compartoIl report evidenzia dati significativi sullo stato attuale degli investimenti infrastrutturali. Nel 2024, i fondi infrastrutturali hanno raggiunto quota 87 miliardi di dollari, segnando una crescita del 14% rispetto all’anno precedente. Nonostante questo incremento, il totale resta ancora ben al di sotto del picco registrato nel 2022, con un divario del 43% rispetto a quel livello. Anche il volume e il valore delle operazioni di investimento hanno subito una flessione. Nel corso del 2024, le transazioni nel settore hanno registrato un calo dell’8, dopo un precedente declino del 19% nel 2023. Tuttavia, segnali di ripresa emergono dalle grandi operazioni legate al digitale e alla transizione energetica, suggerendo una possibile inversione di tendenza. Inoltre, il valore medio delle operazioni resta inferiore ai livelli del 2023, con un divario del 40% rispetto al picco del 2021. Per quanto riguarda le tendenze settoriali, gli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle soluzioni di accumulo con batterie continuano ad attrarre capitali, affiancandosi alle tradizionali infrastrutture energetiche. In parallelo, l’aumento della domanda di intelligenza artificiale ha reso i data center uno degli asset infrastrutturali a più rapida crescita nel panorama attuale. Nuove strategie per attrarre investitoriPer rispondere alle sfide di un mercato in continua evoluzione, i fondi di private equity stanno affinando le proprie strategie per attrarre investitori e ottimizzare i rendimenti. Una delle tendenze principali riguarda il consolidamento del settore, con un numero crescente di fusioni e acquisizioni tra gestori di fondi. Alcuni operatori stanno diventando degli “one-stop-shop” per gli investimenti infrastrutturali nell’intera asset class, puntando quindi a diventare piattaforme d’investimento più ampie e integrate, mentre altri preferiscono rafforzare la propria specializzazione in specifiche aree geografiche o settoriali. Parallelamente, i fondi stanno diversificando le loro offerte, proponendo prodotti con profili di rischio e rendimento differenziati per rispondere alle esigenze di una platea sempre più variegata di investitori. In questo scenario, la gestione attiva degli asset sta diventando un elemento chiave: attraverso l’adozione di nuove tecnologie e strategie operative più efficienti, i gestori puntano a massimizzare i rendimenti e a migliorare la redditività delle loro partecipazioni. Infine, stanno emergendo nuove strutture di investimento, come i veicoli di continuazione, i co-investimenti e i fondi settoriali specializzati, che offrono agli investitori soluzioni più flessibili e mirate. Questi strumenti permettono di adattare le strategie finanziarie alle dinamiche del mercato, garantendo una maggiore stabilità anche in contesti di elevata volatilità.Le prospettive per il futuroNonostante le incertezze di breve periodo, BCG prevede che gli investimenti infrastrutturali continueranno a crescere, soprattutto nei settori guidati dall’intelligenza artificiale e dalla trasformazione digitale. Sempre più governi stanno coinvolgendo il capitale privato per colmare il gap di finanziamenti nel settore, creando opportunità di co-investimento. LEGGI TUTTO

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    Antitrust: avviata istruttoria nei confronti di Rfi e Fs per presunto abuso di posizione dominante

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. e della controllante Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. per accertare un presunto abuso di posizione dominante, in violazione dell’articolo 102 TFUE. Lo fa sapere l’Antitrust in una nota.Secondo l’Autorità, risulterebbe rallentato, e in alcuni casi ostacolato, l’accesso all’infrastruttura ferroviaria nazionale e, di conseguenza, l’ingresso nel mercato del trasporto passeggeri Alta Velocità da parte del nuovo operatore entrante SNCF Voyages Italia S.r.l. La strategia escludente ipotizzata dall’Antitrust nel provvedimento di avvio sarebbe stata attuata tramite varie condotte di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. per quanto riguarda l’assegnazione della capacità di infrastruttura.Ieri i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto accertamenti ispettivi presso le sedi di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., di Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. e anche presso le sedi di Trenitalia S.p.A. e Italo – Nuovo Trasporto Viaggiatori S.p.A., ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria. LEGGI TUTTO

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    Confcommercio: spariti quasi 118mila negozi in 12 anni

    (Teleborsa) – In 12 anni, tra il 2012 e il 2024, hanno chiuso i battenti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante. In crescita, invece, le attività di alloggio e ristorazione, +18.500. È la fotografia scattata dall’analisi “Demografia d’impresa nelle città italiane”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne. Nei centri storici chiudono più negozi che nelle periferie, sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno. Nei Comuni presi in considerazione dall’analisi sono spariti, negli ultimi 12 anni, quasi 31mila esercizi al dettaglio in sede fissa, riduzione che si accompagna a quella degli sportelli bancari che tra il 2015 e il 2023 sono passati da 8.026 a 5.173 (-35,5%).Tra i settori merceologici, nei centri storici si riducono le attività tradizionali (carburanti -42,1%, libri e giocattoli -36,5%, mobili e ferramenta -34,8%, abbigliamento -26%) e aumentano i servizi (farmacie +12,3%, computer e telefonia +10,5%) e le attività di alloggio (+67,5%) al cui interno si registra un vero e proprio boom degli affitti brevi (+170%), dovuto alla forte accelerazione nell’ultimo anno, mentre gli alberghi tradizionali calano del 9,7%. A livello territoriale, le regioni del Nord evidenziano le maggiori perdite di negozi al dettaglio, mentre al Centro-Sud si registra una maggiore tenuta: dei 122 comuni presi in esame dall’analisi, ai primi 5 posti si collocano Ancona (-34,7%), Gorizia (-34,2%), Pesaro (-32,4%), Varese (-31,7%) e Alessandria (-31,1%); nelle ultime 5 posizioni i Comuni che registrano la migliore tenuta sono Crotone (-6,9%), Frascati (-8,3%), Olbia (-8,6%), Andria (-10,3%), Palermo (-11,2%).La desertificazione commerciale “continua, dunque, a rappresentare un elemento di depauperamento economico e sociale dei centri urbani che, tenendo conto anche della contestuale riduzione del numero di sportelli bancari, rischia di trasformarsi in un vero e proprio declino delle città”. È un fenomeno che “va contrastato con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività” e in questa direzione va il progetto Cities di Confcommercio che ha elaborato diverse proposte per la rigenerazione delle città. LEGGI TUTTO

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    Francia, fiducia imprese manifatturiere in calo e sotto attese

    (Teleborsa) – Risulta in calo la fiducia delle imprese manifatturiere francesi nel mese di marzo 2025. Il relativo indice, calcolato dall’Ufficio Statistico Nazionale francese (INSEE), si attesta a 96 punti, dai 97 punti di dicembre e rispetto ai 97 punti attesi dagli analisti.(Foto: Anthony Choren su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Dotstay, ricavi in crescita a doppia cifra e perdita ridotta nel 2024

    (Teleborsa) – Dotstay archivia l’esercizio 2024 con un risultato netto negativo a -854 migliaia di Euro rispetto a -1,2 milioni di Euro al 31 dicembre 2023. I ricavi totali si attestano a 1,2 milioni di Euro, in crescita del 66% rispetto a 747 migliaia di Euro al 31 dicembre 2023. L’ EBITDA è pari a -600 migliaia di Euro, rispetto a -915 migliaia di Euro al 31 dicembre 2023, mentre l’EBIT a -841 migliaia di Euro, rispetto a -1,1 milioni di Euro al 31 dicembre 2023. Posizione Finanziaria Netta positiva (cassa) per 1 milione di Euro rispetto alla posizione positiva (cassa) di 699 migliaia di Euro al 31 dicembre 2023. LEGGI TUTTO