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    Stati Uniti, richieste sussidi disoccupazione in crescita a 223 mila unità

    (Teleborsa) – Salgono le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 15 marzo 2025, i “claims” sono risultati pari a 223 mila unità, in aumento di 2 mila unità rispetto ai 221 mila della settimana precedente (dato rviisto da 220 mila). Le attese degli analisti erano per una salita fino a 223 mila unità.La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 227.000 unità, in aumento di 750 unità rispetto al dato della settimana precedente di 226.250 (dato rivisto da 226.000). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente.Infine, nella settimana all’8 marzo, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.892.000, in crescita di 33.000 unità rispetto alle 1.859.000 unità della settimana precedente e rispetto alle 1.890.000 attese. LEGGI TUTTO

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    USA, deficit partite correnti cala a sorpresa nel 4° trimestre

    (Teleborsa) – Cala il deficit delle partite correnti americano nel 4° trimestre del 2024. Il disavanzo si porta a 303,9 miliardi di dollari rispetto ai 310,3 miliardi precedenti (-310,9 miliardi la prima lettura). Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio statunitense, risulta superiore alle attese del mercato che erano per un aumento del deficit fino a 330 miliardi di dollari.(Foto: Julien Gaud / Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, indice Philly Fed si deteriora a marzo ma è sopra attese

    (Teleborsa) – Peggiora ma meno dlele attese l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). A marzo, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto Fed di Philadelphia (Philly Fed) si è portato a +12,5 punti dai +18,1 di febbraio. Il dato è anche migliore delle attese degli analisti, che indicavano un livello di +8,8 punti.Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a +8,7 punti da +21,9 punti, quello sulle condizioni di business a +5,6 punti da +27,8 e quello sulla spesa per investimenti (capex) a +13,4 da +14, mentre l’indice sull’occupazione si è portato a +19,7 da +5,3 punti e quello sui prezzi è salito a +48,3 da +40,5 punti. LEGGI TUTTO

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    Regno Unito, banca centrale lascia invariati tassi al 4,5%

    (Teleborsa) – Tassi di interesse fermi al 4,5% nel Regno Unito. Lo ha deciso oggi la Bank of England (BoE) centrando le aspettative degli analisti, dopo il taglio di un quarto di punto di febbraio. La decisione, ha spiegato il Monetary Policy Committee della banca centrale, presieduto dal governatore Andrew Bailey, riflette il rimbalzo recente dell’inflazione britannica, ben al di sopra della soglia target del 2%.Secondo quanto si apprende dal comunicato che annuncia la mossa della banca sui tassi, la decisione è stata assunta dal direttorio con una ampia maggioranza: 8 favorevoli a fronte di 1 componente che avrebbe preferito un nuovo taglio. LEGGI TUTTO

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    Borse ripiegano su timori dazi. Focus su banche centrali

    (Teleborsa) – Giornata difficile per Piazza Affari, che scambia in ribasso, assieme agli altri Eurolistini, dopo un avvio cauto. A pesare sui listini del Vecchio Continente sono le parole del Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, che ha affermato che i dazi statunitensi potrebbero colpire la crescita della regione. Intanto il focus degli investitori si concentra sulle banche centrali dopo che ieri la Federal Reserve ha lasciato i tassi invariati. Stessa decisione presa anche dalla banca centrale cinesi, mentre la banca nazionale svizzera ha tagliato il costo del denaro allo 0,25%. Attesa oggi anche la decisione della Bank of England.Lieve calo dell’Euro / Dollaro USA, che scende a quota 1,085. L’Oro continua la seduta poco sotto la parità, con un calo dello 0,49%. Prevale la cautela sul mercato petrolifero, con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che continua la seduta con un leggero calo dello 0,04%.Sulla parità lo spread, che rimane a quota +109 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,82%.Tra i listini europei in apnea Francoforte, che arretra dell’1,57%, deludente Londra, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia, e soffre Parigi, che evidenzia una perdita dell’1,16%. Pioggia di vendite sul listino milanese, che scambia con una pesante flessione dell’1,61%, troncando così la scia rialzista sostenuta da quattro guadagni consecutivi, iniziata venerdì scorso; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share crolla dell’1,61%, scendendo fino a 41.326 punti.In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Nexi (+2,21%), DiaSorin (+1,11%) e Snam (+0,98%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Leonardo, che continua la seduta con -3,98%.Preda dei venditori Iveco, con un decremento del 3,29%.Si concentrano le vendite su Stellantis, che soffre un calo del 3,15%.Vendite su Banco BPM, che registra un ribasso del 2,91%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Moltiply Group (+3,59%), El.En (+2,94%), Comer Industries (+1,06%) e D’Amico (+0,55%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Industrie De Nora, che continua la seduta con -9,20%.Tonfo di Webuild, che mostra una caduta del 5,01%. LEGGI TUTTO

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    Unioncamere: corrono le imprese straniere

    (Teleborsa) – In un’Italia che negli ultimi dieci anni ha visto contrarsi il proprio tessuto imprenditoriale, le imprese a guida straniera vanno contro corrente e rafforzano le proprie radici. Oltre un terzo di queste, infatti, ha superato il traguardo dei 10 anni di attività, sostenendo la crescita di un movimento che alla fine del 2024 conta circa 670mila realtà: 140mila in più rispetto alla fine del 2014, pari ad una crescita percentuale superiore al 27% nel decennio. È quanto emerge dai dati Unioncamere-InfoCamere, aggiornati al 31 dicembre 2024, elaborati sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di commercio. Alla forte dinamica delle imprese a guida straniera ha fatto eco, nel periodo considerato, una riduzione del 5,6% delle imprese autoctone, passate dai 5,5 milioni del 2014 ai 5,2 milioni attuali. I numeri raccontano una storia di integrazione economica di successo con oltre 246mila imprese straniere che hanno dimostrato capacità di inserirsi nei territori, costruendo rapporti duraturi con le comunità locali e accreditandosi sul mercato.Il commercio – secondo i dati – si conferma il settore prediletto, con 92.604 imprese straniere ultradecennali (37,5% del totale). Le costruzioni seguono con 54.240 imprese (22%), mentre ristorazione e alloggio rappresentano l’8,3% del totale con 20.393 attività. Significativa anche la presenza nel manifatturiero (17.086 imprese) e nei servizi alle imprese (11.673). Particolarmente rilevante il contributo all’artigianato italiano: quasi il 30% delle imprese straniere di lunga data opera in questo comparto, evidenziando un forte radicamento nelle tradizioni produttive locali.La Lombardia guida la classifica delle regioni con 44.069 imprese straniere di lungo corso (17,9%), seguita da Lazio (27.834) e Toscana (23.102). Completano la top five Campania (21.097) ed Emilia-Romagna (20.523), delineando una presenza distribuita che abbraccia Nord, Centro e Sud del Paese.Un dato che colpisce è la significativa presenza femminile: oltre 54.500 imprese straniere longeve sono guidate da donne (22,1%), confermando il ruolo cruciale dell’imprenditoria femminile straniera nell’economia italiana.Prendendo in esame le sole imprese individuali ultradecennali, l’analisi delle origini del titolare rivela una geografia variegata: Marocco (15,6%), Romania (10,5%) e Cina (9,3%) guidano la classifica dei paesi di provenienza, seguiti da Albania (7,1%), Bangladesh (5,7%), Svizzera (5,2%) e Senegal (4,8%). Questi dati evidenziano come le imprese straniere non rappresentino più un fenomeno transitorio, ma un elemento strutturale e dinamico della nostra economia. La loro capacità di consolidarsi e prosperare anche in periodi di contrazione generale dimostra un contributo fondamentale alla diversificazione e alla resilienza del sistema imprenditoriale italiano. LEGGI TUTTO

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    Nexi corre in Borsa, in pole nel FTSE MIB

    (Teleborsa) – Seduta vivace oggi per Nexi, protagonista di un allungo verso l’alto, con un progresso dell’1,95%, ma sotto i massimi intraday.A fare da assist al titolo sono le indiscrezioni stampa, riportate dal Corriere della Sera, secondo cui il fondo di investimento statunitense Tpg avrebbe presentato al gruppo dei pagamenti un’offerta da circa 850 milioni per la divisione Digital Banking Solutions. Comparando l’andamento del titolo con il FTSE MIB, su base settimanale, si nota che il gruppo attivo nel settore dei pagamenti digitali mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +4,42%, rispetto a +1,87% del principale indice della Borsa di Milano).L’esame di breve periodo di Nexi classifica un rafforzamento della fase rialzista con immediata resistenza vista a 5,485 Euro e primo supporto individuato a 5,259. Tecnicamente ci si attende un ulteriore spunto rialzista della curva verso nuovi top stimati in area 5,711. LEGGI TUTTO

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    Eurozona, frena la produzione nelle costruzioni a gennaio

    (Teleborsa) – Frena il mercato delle costruzioni nella Zona Euro a gennaio. Secondo l’Eurostat, la produzione nel settore delle costruzioni è risultata in aumento dello 0,2% su base mensile, dopo il +0,4% registrato a dicembre.Nell’Europa dei 27, il settore ha riportato un decremento della produzione dello 0,2%, contro il +0,7% registrato il mese precedente. Rispetto ad un anno prima, la produzione registra una salita dello 0,4% nell’Eurozona e dello 0,7% nell’UE allargata. LEGGI TUTTO