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    Imprese, Mercer: snodo delle competenze rischio per la crescita

    (Teleborsa) – Il rischio maggiore per la crescita delle imprese è l’aggiornamento e la riqualificazione delle skill (41%) per stare al passo con le richieste dei clienti e con l’evoluzione dei modelli di business e delle tecnologie trasformative. È quanto emerge dallo studio Executive Outlook 2025 di Mercer, business di Marsh McLennan, condotto su 400 manager a livello globale, tra cui 175 CEO, 101 CFO e 124 C-1 (membri del senior management in riporto diretto ai C-level). Tale fattore – coerente anche con la carenza di talenti rievidenziata dopo tempo dall’Executive Opinion Survey del WEF 2024 – supera di gran lunga gli altri rischi. Al secondo posto, a pari merito (25%) sono stati indicati l’incapacità di sfruttare appieno il potenziale della tecnologia (in primis l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale) e l’impatto dell’economia della longevità, considerando che nel 2025 il numero di lavoratori a livello globale che andranno in pensione supererà quello complessivo degli ultimi dieci anni.Come guidare, quindi, al meglio le organizzazioni per il loro sviluppo?Si assiste prima di tutto a un ritorno ai fondamentali di business: l’84% degli executive chiederà di concentrarsi sull’efficienza e in questa dinamica l’utilizzo dell’IA e l’automazione dei processi per migliorare la produttività dei dipendenti è l’attività che si prevede avrà il maggiore impatto sulla razionalizzazione dei costi. Nel rafforzamento e ottimizzazione del core business, tra i percorsi da esplorare e prendere in considerazione sono state indicate al primo posto (64%) joint venture e partnership e il 55% (rispetto al 33% di tre anni fa) ha dichiarato di voler incrementare le attività di fusione e acquisizione.”Il mercato del lavoro è sempre più povero non solo di lavoratori, ma anche di competenze. Colmare lo skill gap collegato alle trasformazioni di alcune filiere produttive e al divario di innovazione in cui si trova l’Europa e l’Italia, in particolare, è tra i principali punti chiave per il rilancio della competitività. La sfida sul capitale umano è ingente, ma non può che passare da una profonda revisione dei sistemi professionali e dei modelli di competenze in relazione alla produttività e dei relativi processi di valutazione, miglioramento e riconoscimento. Servono poi investimenti per programmi di formazione continua e di sviluppo di skill digitali, che affrontino insieme anche la riduzione della popolazione in età da lavoro con nuove strategie di gestione intergenerazionale, di talent attraction & management più inclusive e di total reward che premino l’adozione di nuove tecnologie – ha commentato Marco Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia –. Tante transizioni convergenti, compresa quella energetica, un un quadro economico complesso rappresentano un motore trasformativo così dirompente da portare a valutare anche operazioni straordinarie. La tendenza sembra indicare la necessità di rafforzarsi per poter affrontare in modo più solido sia i cambiamenti di business che di risorse umane in corso e perduranti anche nel prossimo futuro. Con un’accortezza necessaria; solo le transizioni alimentate e basate sulle competenze e sul wellbeing delle persone avranno successo”.Tra i fattori di rischio quelli demografici (tra allungamento della vita personale e lavorativa, people scarcity e mismatch, in Italia ormai al 50%) richiedono alle imprese un’evoluzione fondamentale nel modo di affrontare i pensionamenti e il ruolo delle generazioni senior nelle dinamiche e nel benessere della workforce.Otto intervistati su 10 ritengono che la leadership potrebbe fare di più; solo il 35% delle organizzazioni proporrà opzioni di pensionamento graduale, considerando la positiva influenza della permanenza di un lavoratore – con relative competenze e know how – e non dell’età, sui risultati finanziari dell’azienda.In parallelo si apre il tema della gestione multigenerazionale della workforce con bisogni ed esigenze differenziati cui rispondere, da un lato tramite la leva dei benefit, dall’altra con quella dell’equità.La pay transparency sarà un banco di prova per le aziende europee, ma a livello globale la maggior parte dei manager afferma che, mentre le loro organizzazioni sono sulla strada della trasparenza retributiva, hanno dubbi sulla capacità delle imprese di affrontare efficacemente le incongruenze retributive che potrebbero essere messe in luce (65%).COMPETENZE E TALENTI PER L’AGILITÀ ORGANIZZATIVATali cambiamenti, insieme alla disruption dell’Intelligenza Artificiale, spingono inoltre verso modelli operativi più agili; l’agilità stessa della forza lavoro è una delle tre priorità aziendali e il 79% degli executive ha bisogno di maggiore agilità anche nei processi di selezione dei talenti per indirizzarli verso le priorità aziendali (importante cambiamento rispetto al 2022, quando il 63% affermava che il proprio modello di workforce era sufficientemente agile da consentire la rotazione dei talenti da un’area all’altra). Al tempo stesso il 76% afferma che l’incertezza dell’impatto della GenAI sulla forza lavoro ha reso più difficile la gestione dei talenti a lungo termine. “Nell’accelerazione della sfida imposta dall’AI, solo l’adozione di un approccio al talento e al reward basato sulle competenze consente sia la flessibilità necessaria, sia la mobilità e la valorizzazione dei medesimi favorendo la cultura dell’apprendimento continuo – continua Morelli –. In questo contesto si inserisce, quindi, la necessità di riqualificazione e aggiornamento come rischio strategico da affrontare per la crescita del business, per un corretto match dei talenti e relative skill con le priorità aziendali”.LA SFIDA DEI LEADER; EQUILIBRIO TRA BREVE E LUNGO TERMINE In un anno in cui più che mai, la performance complessiva dipenderà dalla capacità delle aziende di cambiare rapidamente rotta man mano che le condizioni di mercato evolvono, un tema è la leadership non sempre allineata. L’81% degli executive ritiene che i leader fatichino a bilanciare la pianificazione strategica di lungo termine con le esigenze operative di breve periodo. “Alcune capacità e tratti di leadership aiutano meglio a destreggiarsi in contesti così volatili e discontinui come quelli degli ultimi anni. Una leadership che si prepara all’incertezza è una leadership che riduce il rischio di disruption rendendo più resilienti la propria organizzazione e la forza lavoro. I leader più efficaci saranno quelli più abili nel concentrarsi sulle aree di maggiore impatto, pur mantenendo la visione necessaria per adeguarsi all’emergere di nuovi rischi e al cambiamento delle priorità – prosegue Morelli –. È importante migliorare anche le loro competenze nell’esecuzione della strategia, nella gestione delle performance e nel people management perché le organizzazioni siano guidate da leader decisi e in sintonia non solo tra loro, ma con l’intera forza lavoro. Senza questa sinergia, dove al centro permanga la responsabilità per una redditività di lungo periodo, le aziende faticheranno a raggiungere i livelli organizzativi necessari per realizzare gli obiettivi di crescita”. Comunicare una visione chiara è, inoltre, l’abilità più citata (71%) per una leadership efficace, in stretta relazione anche con un altro rischio strategico da fronteggiare, la possibile mancanza di benessere delle persone.L’AI NEI PROCESSI DI BUSINESS Se l’integrazione dell’AI nei sistemi e nei processi rappresenta la principale priorità di business per i manager nel 2025 (54%) i CFO, in particolare, ne riconoscono il potenziale per aumentare la produttività e come catalizzatore di crescita e innovazione: il 64% afferma che una workforce formata con l’IA è l’azione che probabilmente aumenterà maggiormente il valore complessivo della loro organizzazione rispetto al 45% dei CEO. Del resto le aziende che utilizzano l’IA iniziano a vederne i benefici e, con investimenti costanti, potrebbero accelerare la crescita ancora più rapidamente. Oltre a ricavi e redditività, la priorità per le imprese a forte crescita è proprio aumentare sistemi e processi integrati con l’IA (73%), migliorando l’agilità e la produttività della forza lavoro. L’obiettivo è di risparmiare tempo e costi, permettendo così al personale di dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto. In un mondo in cui l’IA è sempre più collegata alle performance, tuttavia il 69% dei responsabili delle risorse umane intervistati nel Global Talent Trends Pulse Survey ha affermato di non utilizzare attualmente l’IA generativa in alcuna forma. “L’investimento in strumenti e adozione dell’AI era tra le iniziative people di maggior impatto già nel 2024 per oltre la metà dei C-Level italiani. Il tempo però sta per scadere – conclude Morelli –; se le aziende non agiscono ora, potrebbero faticare a tenere il passo con gli early adopters, man mano che le lacune in termini di conoscenze e competenze si amplieranno, mettendo a rischio non solo la sostenibilità della propria organizzazione, ma anche l’occupabilità e il benessere delle proprie persone”. Da segnalare, infine, che se la sostenibilità come fonte di vantaggio competitivo compare tra le prime tre priorità, solo il 12% degli ad considera la transizione climatica come un importante fattore di preoccupazione per il business. L’82% dei manager afferma anzi che il proprio CEO e il proprio CFO potrebbero allinearsi maggiormente sulle strategie per bilanciare gli obiettivi di produttività e sostenibilità.(Foto: Glenn Carstens-Peters su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Bioera, Borsa dispone revoca da Euonext Milan dal 23 aprile

    (Teleborsa) – Borsa Italiana ha comunicato che le azioni ordinarie Bioera, società quotata su Euonext Milan e attiva nella produzione e distribuzione di prodotti biologici e naturali, sono revocate da Piazza Affari dal 23 aprile 2025.Il 5 dicembre 2024 Borsa Italiana aveva disposto la sospensione a tempo indeterminato delle azioni, a seguito del comunicato stampa diffuso nella serata del 4 dicembre 2024, mediante il quale la società rendeva noto al mercato che “nel procedimento di omologa dell’accordo di ristrutturazione dei debiti depositato dalla società in data 22 luglio 2024, il Tribunale di Milano ha dichiarato con sentenza la liquidazione giudiziale della società”.Il 2 aprile 2025 Borsa Italiana ha comunicato al liquidatore l’avvio della procedura di revoca dalla quotazione delle azioni. Il 18 aprile 2025, in risposta alla comunicazione inviata da Borsa Italiana, il liquidatore ha confermato che “quale curatore della procedura di liquidazione giudiziale di Bioera e sentito l’organo amministrativo della società, significo che non vi sono motivi ostativi alla procedura di revoca dalla quotazione”. LEGGI TUTTO

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    Premia Finance, Banca Finnat taglia target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Banca Finnat ha abbassato a 0,86 euro per azione (dai precedenti 1,51 euro) il target price su Premia Finance, società di mediazione creditizia quotata su Euronext Growth Milan, confermando la raccomandazione “Buy” sul titolo.Gli analisti ricordano che, nel mese di ottobre 2024, Premia Finance ha annunciato l’acquisizione del 51% del capitale sociale di Credito Familiare Società di Mediazione Creditizia, società attiva nel settore della mediazione creditizia e nelle attività strumentali e connesse.Premia Finance ha chiuso il 2024 con ricavi di vendita in crescita del 12,68%, a 6 milioni di euro (6,7 milioni di euro le stime iniziali) dai 5,3 milioni di euro dell’esercizio precedente. Il margine operativo lordo (Ebitda) ha registrato un incremento del 5,23%, a 293 mila euro (482 mila euro le attese per fine 2024) da 278 mila euro al 31.12.2023 mentre il risultato operativo netto (Ebit) è diminuito del 3,80%, da 63 mila euro a 60 mila euro (247 mila euro le nostre stime). L’utile netto si è attestato a 8 mila euro (126 mila euro quanto atteso al 31.12.2024) rispetto alla perdita netta per 19 mila euro a fine 2023.Tenuto conto dei risultati del 2024, che rilevano una crescita del business più lenta rispetto alle attese, Banca Finnat ha rivisto le precedenti stime per il periodo 2025-2028. Prevede ora una crescita dei ricavi da 6,7 milioni di euro a consuntivo 2025 (7,9 milioni di euro le precedenti stime) a 8,6 milioni di euro al 2027 (10,3 milioni di euro le precedenti stime) e 9,4 milioni di euro a fine periodo previsionale; un margine operativo lordo (Ebitda) da 381 mila euro a fine 2025 (558 mila euro le precedenti stime) a 604 mila euro al 2027 (980 mila euro le precedenti stime) e 672 mila euro a fine 2028 ed un risultato operativo netto (Ebit) da 121 mila euro nel 2025 (318 mila euro le precedenti stime), a 347 mila euro nel 2027 (733 mila euro atteso in precedenza) e 415 mila euro a fine periodo previsionale. LEGGI TUTTO

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    Italgas, depositate tre liste per rinnovo CdA da CDP, Inarcassa e Assogestioni

    (Teleborsa) – Italgas ha comunicato che sono state depositate tre liste di candidati al Consiglio di Amministrazione e tre liste di candidati al Collegio Sindacale, in vista dell’assemblea del 13 maggio 2025 in unica convocazione, che rinnoverà gli organi socialiGli azionisti CDP Reti e Snam, titolari complessivamente del 39,42% del capitale di Italgas, hanno depositato congiuntamente 1 lista dei candidati alla carica di membri del Consiglio di Amministrazione: Paolo Ciocca, Presidente; Paolo Gallo; Qinjing Shen; Cecilia Andreoli; Fabio Barchiesi; Costanza Bianchini; Erika Furlani; Alessandra Bucci; Aldo Mancino. L’azionista CDP Reti, titolare del 25,96% del capitale di Italgas, ha inoltre depositato 1 lista dei candidati alla carica di membri del Collegio Sindacale: per la carica di Sindaco Effettivo Eliana Quintili e Maurizio Di Marcotullio, per la carica di Sindaco Supplente Stefano Podda.L’azionista Inarcassa Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti (Inarcassa), titolare dell’1,372% del capitale di Italgas, ha depositato 1 lista dei candidati alla carica di membri del Consiglio di Amministrazione e 1 lista dei candidati alla carica di membri del Collegio Sindacale. La lista per il CdA è composta da: Gianmarco Montanari e Alessandra Faella. La lista per il Collegio Sindacale da: per la carica di Sindaco Effettivo Giulia Pusterla, per la carica di Sindaco Supplente Maurizio De Filippo.Alcuni investitori istituzionali, titolari complessivamente dell’1,11726% del capitale sociale, hanno depositato 1 lista congiunta dei candidati alla carica di membri del Consiglio di Amministrazione e 1 lista congiunta dei candidati alla carica di membri del Collegio Sindacale. La lista per il CdA è composta da: Alessandra Ferrari, Maria Beatrice Francesca Gerosa e Luciano Carbone. La lista per il Collegio Sindacale da: per la carica di Sindaco Effettivo Francesco Fallacara, per la carica di Sindaco Supplente Maria Federica Izzo. LEGGI TUTTO

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    FMI rivede al ribasso crescita Italia: PIL 2025 e 2026, i numeri

    (Teleborsa) – Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia, assieme a quelle sull’economia globale e dell’area euro, e ancor più degli Stati Uniti, a riflesso dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump e delle rappresaglie adottate da altri paesi. Ora per lo Stivale, il Fmi pronostica una espansione del Pil limitata allo 0,4% quest’anno, a cui dovrebbe seguire un più 0,8% nel 2026. Il FMI prevede anche che la crescita economica dell’Italia resti inferiore all’1% almeno da qui al 2030. I dati sono contenuti nel Word Economic Outlook pubblicato in occasione delle assemblee primaverili a Washington. Come detto, il FMI ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica globale, principalmente a seguito di dazi commerciali imposti dall’amministrazione Usa e delle rappresaglie decise da altri Paesi. Ora per quest’anno indica una espansione del Pil globale del 2,8%, cui dovrebbe seguire un più 3% nel 2026. I dati segnano un taglio di 0,5 punti percentuali per quest’anno e di 0,3 punti percentuali per il prossimo, rispetto alle stime che l’istituzione internazionale aveva aggiornato lo scorso gennaio. Nell’editoriale del rapporto, il Fmi afferma che dazi e contromisure rappresentano di per sé “un grande shock per l’economia”. Inoltre “l’imprevedibilità con cui queste misure si sono dipanate ha a sua volta avuto un impatto negativo sull’attività economica e sulle prospettive e, al tempo stesso, rende più difficile del consueto fare previsioni”. Per gli Stati Uniti, il Fmi ha effettuato tagli alle previsioni di crescita di portata maggiore di quelle globali, con cui ora indica una espansione dell’1,4% quest’anno (-0,9 punti) e dell’1,5% il prossimo (-0,4 punti). Per l’eurozona il taglio è stato più limitato e pari a 0,2 punti percentuali per entrambi gli anni, con una espansione ora stimata allo 0,8% sul 2025 e all’1,2% sul 2026. Per la Germania, il Fmi prevede crescita economica a zero quest’anno e un più 0,99% il prossimo, rispettivamente tagliate di 0,3 e 0,2 punti percentuali. Per la Francia è attesa una crescita dello 0,6% quest’anno e dell’1% il prossimo, tagliate rispettivamente di 0,2 e 0,1 punti percentuali. Per l’Italia, il Fmi prevede 0,4% di crescita quest’anno e 0,8% il prossimo, con tagli di 0,3 e 0,1 punti percentuali. La Spagna si conferma il tra le grandi economie dell’area euro quella che mantiene tassi di espansione più vigorosi, 2,5% quest’anno e 1,8% il prossimo, nel primo caso rivista rialzo di 0,2 punti percentuali mentre il dato 2026 è stato confermato. Il Fmi ha poi nettamente tagliato le previsioni di crescita economica della Cina, al 4,5% quest’anno e al 4,6% il prossimo, rispettivamente 0,6 e 0,5 punti percentuali in meno. Per il Giappone prevede 0,6% di crescita quest’anno e il prossimo, sul 2025 un taglio di 0,5 punti percentuali sul 2026 di 0,2 punti percentuali. L’India resta l’economia del G20 con i maggiori tassi di crescita, 6,2% quest’anno e 6,3% il prossimo, rispettivamente tagliate di 0,3 e 0,2 punti percentuali; per la Russia il Fmi prevede 1,5% di crescita quest’anno e 0,9% il prossimo, nel primo caso la stima è alzata di 0,1 punti, per il 2026 è tagliata di 0,3 punti.Al Fondo monetario inetrnazionale “non prevediamo recessione economica ma stimiamo che i rischi di recessione siano saliti dal 25% dello scorso ottobre al 40% al momento attuale”.Secondo il capo economista del Fondo monetario internazionale “è molto importante preservare l’indipendenza delle banche centrali”. Così Pierre Olivier Gourinchas, durante una conferenza stampa ha risposto a una domanda selle critiche rivolte dal presidente Usa, Donald Trump, al capo della Federal Reserve, Jerome Powell. In questa fase è molto importante “assicurare che le aspettative di inflazione restino ancorate”. E per questo “un aspetto cruciale deriva dalla credibilità delle banche centrali. Le banche centrali devono restare credibili e parte di questa credibilità – ha detto durante la presentazione del World Economic Outlook – è costruita attorno alla loro indipendenza. Sotto questa prospettiva è molto importante preservarla”(Foto: © Andrej Kaprinay, Ing./123RF) LEGGI TUTTO

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    Le Borse europee migliorano nel pomeriggio. Su Milano pesano i dividendi

    (Teleborsa) – Le Borse europee migliorano nel pomeriggio, Piazza Affari compresa (anche se su Milano pesa lo stacco dei dividendi). A spingere gli acquisti è l’andamento positivo di Wall Street, dove l’attenzione degli investitori si è spostata dagli attacchi del presidente statunitense Donald Trump al presidente della Fed Jerome Powell ai risultati societari. Sul fronte degli interventi da parte dei banchieri centrali, Peter Kazimir, membro del comitato esecutivo della BCE, ha dichiarato che l’obiettivo di inflazione al 2% potrebbe essere raggiunto nei prossimi mesi, ma che almeno fino a giugno le prospettive economiche resteranno molto incerte e che la BCE dovrà navigare a vista.Per quanto riguarda i dati macroeconomici, la fiducia dei consumatori della zona euro è scesa di 2,2 punti ad aprile rispetto a marzo, secondo i dati della Commissione europea, con il morale dei consumatori sceso a -16,7 questo mese da -14,5 a marzo, segnando il minimo in 18 mesi.Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha tagliato le sue stime sul PIL italiano nel 2025 e 2026 rispetto allo scorso gennaio, con un netto cambiamento per l’economia a livello globale dettato dalla guerra commerciale scatenata da Donald Trump, prevedendo per quest’anno un progresso del PIL dello 0,4% dal +0,7% della precedente previsione, mentre per il 2026 a +0,8% da +0,9%.Seduta in frazionale ribasso per l’Euro / Dollaro USA, che lascia, per ora, sul parterre lo 0,25%. L’Oro mostra un timido guadagno, con un progresso dello 0,34%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua la sessione in rialzo e avanza a 63,33 dollari per barile.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +115 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,55%.Tra i listini europei piatta Francoforte, che tiene la parità, performance modesta per Londra, che mostra un moderato rialzo dello 0,44%, e senza spunti Parigi, che non evidenzia significative variazioni sui prezzi.Il listino milanese continua la seduta poco sotto la parità, con il FTSE MIB che lima lo 0,52%; sulla stessa linea, depressa il FTSE Italia All-Share, che scambia sotto i livelli della vigilia a 37.927 punti. In lieve ribasso il FTSE Italia Mid Cap (-0,35%); sulla stessa linea, in frazionale calo il FTSE Italia Star (-0,5%).In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Telecom Italia (+1,49%), Italgas (+1,37%), Unipol (+1,35%) e Terna (+1,35%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Buzzi, che ottiene -1,96%. Giornata fiacca per Saipem, che segna un calo dell’1,45%. Piccola perdita per Amplifon, che scambia con un -1,42%. Tentenna Interpump, che cede l’1,35%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Ferragamo (+6,26%), Banco di Desio e della Brianza (+2,89%), BFF Bank (+2,87%) e Juventus (+2,19%).Le peggiori performance, invece, si registrano su WIIT, che ottiene -4,20%. Si concentrano le vendite su MFE A, che soffre un calo del 3,71%. Vendite su MFE B, che registra un ribasso del 3,50%. Seduta negativa per Anima Holding, che mostra una perdita del 2,96%. LEGGI TUTTO

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    Traffico aereo, Enac: nel I trimestre si consolida trend di crescita, +8% di passeggeri

    (Teleborsa) – Con oltre 43 milioni di passeggeri dal 1 gennaio al 31 marzo 2025, l’8% in più rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, continua il trend di crescita del traffico aereo registrato dall’Enac, con il superamento dei volumi pre-Covid (2019) pari al +15%. È quanto emerge dal “Report Mensile – Dati di traffico Marzo 2025” pubblicato sul sito Enac.PASSEGGERI – È pari a 43.213.643 il numero dei passeggeri transitati nei quarantacinque aeroporti italiani aperti al traffico commerciale, con un incremento del +8% rispetto al 2024. Il traffico nazionale, con 14,5 milioni, ha registrato un aumento del +6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il traffico internazionale ha registrato una crescita maggiore, pari al +9%, con 28,7 milioni di passeggeri.CARGO – Sono 208mila le tonnellate movimentate nel primo trimestre 2025 nel comparto cargo, dato sostanzialmente invariato rispetto al 2024. Il traffico risulta trainato principalmente dalla componente internazionale Extra-UE, con un forte aumento sulle rotte con l’Asia.MOVIMENTI AEREI – Sono 347mila i movimenti aerei complessivi nei primi tre mesi del 2025, con +5% rispetto al 2024 e +3% sul 2019 (Benchmark pre-Covid). In aumento anche la quota media di passeggeri trasportati per volo, che passa dai 121 del primo trimestre del 2024 ai 125 del 2025 (circa +3,3%). LEGGI TUTTO

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    Italia, Scope: con dazi impatto fino a un punto percentuale di PIL nel 2025-27

    (Teleborsa) – L’Italia è uno dei Paesi più vulnerabili in Europa alle potenziali conseguenze di una guerra commerciale prolungata, dati i suoi stretti rapporti commerciali con gli Stati Uniti, e i dazi con le eventuali contromisure potrebbero ridurre la crescita del paese, tra quest’anno e il 2027, fino a un massimo di un punto percentuale. Lo afferma Scope Ratings in una ricerca sul tema.Viene ricordato che l’economia italiana è cresciuta dello 0,7% nel 2023 e nel 2024, al di sotto del suo potenziale a medio termine dell’1% e della media dell’area dell’euro (0,9% nel 2024). L’economia si è dimostrata relativamente resiliente dalla fine della pandemia di Covid, beneficiando della sua ampia e diversificata base industriale e del suo settore delle esportazioni. L’output economico è quasi del 5% superiore ai livelli pre-pandemici, in un confronto favorevole con altre grandi economie dell’UE come Francia (+4%) e Germania (+0%), sebbene più debole rispetto a Spagna (+7%), Portogallo (+9%) o Stati Uniti (+12%).Scope evidenzia anche la crescente importanza degli Stati Uniti come mercato di esportazione per i produttori italiani negli ultimi cinque anni, che ha portato a un sostanziale surplus commerciale di merci, stimato in circa 39 miliardi di euro. Solo Germania e Irlanda presentano surplus di merci maggiori con gli Stati Uniti tra i Paesi dell’area euro. L’agenzia di rating tedesca stima che uno scenario che preveda dazi statunitensi del 20% sulle importazioni di beni dall’UE e del 125% sulle importazioni di beni dalla Cina, oltre a misure di ritorsione da parte della Cina e, potenzialmente, dell’UE, potrebbe ridurre la crescita economica dell’Italia di circa 0,5-1 punto percentuale del PIL reale nel periodo 2025-27. La guerra commerciale porterebbe a un rallentamento della produzione industriale, delle esportazioni e degli investimenti, in un contesto di maggiore incertezza economica.Le esportazioni di beni dell’Italia verso gli Stati Uniti ammontavano a 65 miliardi di euro nel 2024 (il 10,4% delle esportazioni totali, il 3% del PIL), con il 7% della produzione manifatturiera italiana destinata al mercato statunitense. Tra i settori chiave ci sono farmaceutico, mezzi di trasporto, automobilistico, macchinari e beni di lusso. L’Italia ha inoltre esportato in media circa 10 miliardi di euro di servizi verso gli Stati Uniti tra il 2021 e il 2023 e ha investito in media 5 miliardi di euro in investimenti diretti esteri (IDE) nello stesso periodo.”Il pieno impatto economico dei dazi sull’Italia rimane tuttavia incerto, dato l’evoluzione del regime commerciale tra Stati Uniti e UE e l’elasticità eterogenea delle esportazioni, che tende a essere inferiore per i prodotti farmaceutici brevettati ma superiore per automobili, abbigliamento, bevande e alimenti, ad eccezione delle categorie di lusso di fascia alta si legge nella ricerca firmata da Eiko Sievert e Alessandra Poli – La capacità dell’Italia di mitigare gli effetti negativi dei dazi statunitensi dipenderà anche dalla sua capacità di diversificare e accedere a mercati alternativi di esportazione e importazione”.Date le tensioni commerciali globali, l’impiego efficiente dei fondi per la ripresa dell’UE da parte dell’Italia diventa “ancora più importante per sostenere la crescita economica interna”, sottolinea Scope Ratings. Dei 194,4 miliardi di euro assegnati all’Italia nell’ambito del meccanismo, il Paese ha finora ricevuto 122,1 miliardi di euro, pari al 63% delle risorse totali. Tuttavia, spendere una somma così ingente si è rivelato impegnativo, con una spesa stimata di 58,6 miliardi di euro nell’ottobre dello scorso anno, circa il 30% dello stanziamento totale secondo Confindustria.Una spesa annuale inferiore alle aspettative dei fondi stanziati ha inoltre ridotto il potenziale stimolo per l’economia. Nel 2021 il governo ha previsto un impatto cumulativo di 2,4 punti percentuali di crescita aggiuntiva del PIL reale per il periodo 2021-2024, stima poi rivista a 1 punto percentuale nel 2024. La maggior parte dello stimolo economico è ora prevista per il 2025-26, con un impatto cumulativo stimato di 2,7 punti percentuali di crescita aggiuntiva del PIL reale. Tuttavia, ciò implica una spesa eccezionalmente elevata, pari a 57,1 miliardi di euro nel 2025 e 49,5 miliardi di euro nel 2026, il che è “improbabile”.”Prevediamo che entro la fine del 2026 la maggior parte dei 194,4 miliardi di euro sarà destinata a progetti che saranno poi implementati negli anni successivi”, si legge nel report. E ancora: “La capacità del piano di ripresa di stimolare la crescita del PIL italiano sarà distribuita su un periodo più lungo di quanto inizialmente previsto”.Infine, il potenziale di crescita dell’Italia di circa l’1% nel medio termine dovrebbe essere sostenuto anche dall’attuazione delle riforme strutturali previste entro il 2026 relative, tra le altre, al sistema giudiziario, al diritto della concorrenza, alla pubblica amministrazione e alle riforme degli appalti. LEGGI TUTTO