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    Trump, accordo con Giappone: dazi al 15% e 550 miliardi di investimenti negli USA

    (Teleborsa) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato un accordo “imponente” con il Giappone, che include dazi “reciproci” del 15% sulle esportazioni del paese verso gli Stati Uniti, con la conseguente riduzione a tale livello anche delle accise sulle auto.”Abbiamo appena concluso un accordo imponente con il Giappone, forse il più grande mai stipulato – ha scritto sul suo social Truth – Il Giappone investirà, su mia indicazione, 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, che ne riceveranno il 90% dei profitti. Questo accordo creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro: non c’è mai stato niente di simile”. “Forse, cosa ancora più importante, il Giappone aprirà il proprio Paese al commercio, inclusi automobili e camion, riso e alcuni altri prodotti agricoli, tra gli altri – ha aggiunto – Il Giappone pagherà agli Stati Uniti dazi reciproci del 15%. Questo è un momento molto emozionante per gli Stati Uniti d’America, soprattutto per il fatto che continueremo ad avere un ottimo rapporto con il Giappone”.Il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba ha dichiarato che i dazi sulle auto a Tokyo saranno ridotti al 15%, dall’attuale 25% applicato a livello globale, secondo quanto riportato da Reuters. Le esportazioni di auto verso gli Stati Uniti sono un pilastro dell’economia giapponese, rappresentando il 28,3% di tutte le spedizioni nel 2024, secondo i dati doganali.Poco dopo l’annuncio, il principale negoziatore commerciale giapponese, Ryosei Akazawa, ha dichiarato “#MissioneCompiuta” in un post su X, esprimendo “un sentito ringraziamento a tutti i soggetti coinvolti”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit, Orcel: guardiamo al futuro con fiducia, 30 miliardi ad azionisti nel 2025-2027

    (Teleborsa) – “UniCredit ha conseguito risultati finanziari eccellenti, con un secondo trimestre da record che contribuisce al miglior primo semestre nella storia della banca. Abbiamo riportato un utile netto trimestrale di 3,3 miliardi di euro e un robusto RoTE del 24,1%, con i ricavi core che sono aumentati anno su anno a 5,9 miliardi. Siamo protetti per il futuro poiché il nostro basso costo del rischio, l’elevata qualità degli attivi e un livello di overlay senza eguali ci difendono contro potenziali recessioni macroeconomiche”. Lo ha affermato Andrea Orcel, Amministratore Delegato di UniCredit, commentando i risultati del secondo trimestre 2025.”Abbiamo chiuso il trimestre con un rapporto CET1 pro-forma di 16,2% (pro-forma per il Danish Compromise) – ha aggiunto – Questa eccezionale performance nel primo semestre, insieme a ulteriori leve per una crescita futura, ci ha permesso di alzare le nostre guidance per il 2025 e le ambizioni per il 2027, prevedendo almeno 30 miliardi di distribuzioni totali agli azionisti di cui almeno 15 miliardi in dividendi in contanti dal 2025 al 2027. Guardiamo al futuro con fiducia”.”Conseguire questi risultati nell’attuale ambiente macroeconomico rende questo un traguardo ancora più significativo per il team, del quale sono immensamente orgoglioso, e il quale continua a superare le aspettative anche quando non dovrebbe essere possibile farlo – ha detto Orcel – UniCredit si trova decisamente nella fase di accelerazione di UniCredit Unlocked, che sta producendo risultati superiori al piano e al contempo rafforzando e proteggendo la nostra banca per il futuro”. LEGGI TUTTO

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    UniCredit alza guidance dopo secondo trimestre con utile record a 3,3 miliardi di euro

    (Teleborsa) – UniCredit ha chiuso il secondo trimestre del 2025 con utile netto contabile pari a 3,3 miliardi di euro, in rialzo del 20,7% trim/trim e in rialzo del 24,8% a/a. I ricavi netti sono stati pari a 6 miliardi o 6,4 miliardi e in rialzo dello 0,5% a/a escludendo il risultato negativo di 335 milioni nei proventi da attività di negoziazione, principalmente dovuto ai costi di copertura connessi al consolidamento a patrimonio netto di Commerzbank solo in parte compensati dagli impatti postivi nei proventi da attività di negoziazione da altri investimenti strategici. I ricavi core2 si sono attestati a 5,9 miliardi nel 2trim25, in rialzo del 1,3% anno su anno.Il margine d’interesse (NII) ha registrato un calo dello 0,3% rispetto al trimestre precedente attestandosi a 3,5 miliardi, dimostrando resilienza dato il calo dell’Euribor nel trimestre, principalmente grazie a una gestione disciplinata del pass-through, che ha chiuso il trimestre con una media di circa il 31%. Il NII è diminuito del 2,8% rispetto all’anno precedente.Il Gruppo ha confermato il suo costo del rischio (CoR) strutturalmente basso a 10 punti base nel 2trim25, corrispondente a 109 milioni di perdite su crediti (LLPs). Il Gruppo continua a vantare un portafoglio di crediti di alta qualità e solide linee di difesa, grazie a 1,7 miliardi di overlay sul portafoglio performing.Le commissioni nel secondo trimestre sono diminuite del 1,0% su base annua, ma sono aumentate del 1,1% al netto degli impatti non ricorrenti dovuti alla rinegoziazione di contratti nei pagamenti che hanno influenzato il 2trim24, costi di cartolarizzazione e un timing differente dei piani d’incentivo rispetto all’anno precedente.Il Gruppo continua a eccellere nella generazione di capitale, che ha raggiunto 825 punti base di capitale generato organicamente nel 2trim25, per un totale di 2,4 miliardi, a sostegno dei 2,5 miliardi di accantonamento per distribuzioni agli azionisti nel 2trim5, ovvero il 100% dell’utile netto rettificato per gli impatti una tantum non distribuibili (accantonamento per distribuzione agli azionisti pari a 5,2 miliardi nel 1sem25). Il CET1 ratio si è attestato ad un forte 16% con RWAs che ammontano a 287,7 miliardi, in aumento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente.L’acconto sul dividendo in contanti, che sarà definito dal Consiglio di Amministrazione di UniCredit che approverà i risultati del 3Q25, attualmente programmato il 27 ottobre 2025, dopo il completamento dei requisiti necessari, è previsto intorno a 2,1 miliardi, con la data ex-dividendo fissata per il 24 novembre 2025, la data di registrazione il 25 novembre 2025 e la data di pagamento il 26 novembre 2025.La guidance sui ricavi netti FY25 è stata aggiornata a oltre 23,5 miliardi, mentre la guidance sul costo del rischio è confermata a circa 15 punti base. La guidance sul margine d’interesse per il FY25 è stata migliorata a una diminuzione in punti percentuali mid-single digit rispetto al FY24 e la guidance sulle commissioni (incluso il risultato netto delle assicurazioni) è stata confermata con un aumento in punti percentuali mid-single digit rispetto al FY24. La guidance sui costi è stata migliorata a pari o inferiore di 9,6 miliardi. Questo porta a un miglioramento nella guidance dell’utile netto FY25 a circa 10,5 miliardi. La guidance RoTE per il FY25 è stata migliorata a circa il 20%, con una crescita più forte di EPS e DPS rispetto al FY24. In linea con l’impegno di UniCredit nella creazione di valore per gli azionisti, la nostra guidance per le distribuzioni FY25 è stata innalzata a almeno 9,5 miliardi, di cui almeno 4,75 miliardi in dividendi in contanti.A seguito degli eccellenti risultati ottenuti e dalle solide fondamenta costruite per aumentare strutturalmente i nostri principali indicatori finanziari, UniCredit ha aggiornato le ambizioni per il 2027 a un utile netto di almeno 11 miliardi, RoTE al di sopra del 20%, e una distribuzione totale agli azionisti di almeno 30 miliardi tra FY25 e FY27 con una continua forte crescita di EPS e DPS. LEGGI TUTTO

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    Borsa New York procede a cavallo della parità

    (Teleborsa) – Wall Street prosegue gli scambi a cavallo della parità, ritracciando dai nuovi record raggiunti la vigilia, appesantita dai titoli tecnologici. Il mercato sta digerendo alcune trimestrali non all’altezza delle aspettative, mentre si guarda alla possibile estensione della scadenza dei negoziati sui dazi con la Cina.Alla Borsa di New York, il Dow Jones mostra un rialzo dello 0,28%, mentre si muove intorno alla parità l’S&P-500, che continua la giornata a 6.309 punti. In lieve ribasso il Nasdaq 100 (-0,42%); sui livelli della vigilia l’S&P 100 (-0,16%).In luce sul listino nordamericano S&P 500 i comparti sanitario (+1,58%), utilities (+0,98%) e materiali (+0,93%). In fondo alla classifica, i maggiori ribassi si manifestano nei comparti informatica (-0,84%) e telecomunicazioni (-0,42%). LEGGI TUTTO

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    OPS BPER su Pop Sondrio, adesioni al 64,8% con riapertura termini

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) volontaria totalitaria promossa da BPER Banca su azioni ordinarie Banca Popolare di Sondrio, risulta che oggi 21 luglio 2025 – secondo giorno riapertura dei termini – sono state presentate 4.836.226 richieste di adesione. Complessivamente, Le azioni apportate durante la riapertura dei termini sono 29.011.263 e la percentuale delle azioni apportate durante la riapertura dei termini e delle azioni apportate durante il Periodo di Offerta è pari al 64,767943%. La riapertura dei termini si svolge il 21, 22, 23, 24 e 25 luglio. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Banca Popolare di Sondrio acquistate sul mercato nei giorni 24 e 25 luglio 2025 non potranno essere apportate in adesione. LEGGI TUTTO

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    OPA Bialetti, adesioni oltre il 30%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da NUO su Bialetti, società quotata su Euronext Milan e specializzata nella produzione di caffettiere, piccoli elettrodomestici e strumenti di cottura, risulta che oggi 21 luglio 2025 sono state presentate 312.108 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 9.918.620, pari al 30,047% delle azioni oggetto dell’offerta. L’offerta è iniziata il 7 luglio 2025 e terminerà il 25 luglio 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Bialetti acquistate sul mercato nei giorni 24 e 25 luglio 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    OPS di Unicredit su Banco BPM (sospesa), adesioni allo 0,52%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da UniCredit sulle azioni ordinarie di Banco BPM, oggi sospesa dalla Consob per altri 30 giorni, risulta che oggi 21 luglio 2025 sono state presentate 497.207 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 7.915.666, pari allo 0,522423% delle azioni oggetto dell’offerta. L’offerta è iniziata il 28 aprile 2025 e sarebbe terminata il 23 luglio 2025, ma CONSOB ha di nuovo sospeso l’OPS per un periodo di 30 giorni. LEGGI TUTTO

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    Dl ex Ilva: presentato Odg su impegni governo per impianto green a Taranto

    (Teleborsa) – Il piano di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico dell’ex Ilva e i primi significativi impegni che il Governo intende assumere per realizzare a Taranto il più grande impianto green d’Europa, guidando la transizione ambientale e tutelando al contempo i lavoratori e l’impresa. Questi i temi al centro dell’ordine del giorno al decreto-legge ex Ilva – approvato dalla IX Commissione Permanente del Senato – presentato dal relatore Salvo Pogliese, d’intesa con il Mimit.L’iniziativa era stata preannunciata nei giorni scorsi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione degli incontri avuti con gli enti locali pugliesi sul piano di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto e, stamattina, nel confronto con il presidente della Regione Liguria e il sindaco di Genova riguardo alle ricadute positive sullo sviluppo del sito di Cornigliano. L’ordine del giorno sarà successivamente presentato in modo organico alla Camera dei Deputati il prossimo 4 agosto, in occasione della votazione finale sulla conversione del decreto-legge, una volta integrato – come preannunciato dallo stesso Urso – con le indicazioni che giungeranno dai gruppi parlamentari nel dibattito nei due rami del Parlamento, dagli enti locali interessati dagli stabilimenti e dai sindacati, che in questi giorni si stanno riunendo in assemblea con i lavoratori proprio al fine di realizzare un documento unitario.La proposta del Governo prevede la realizzazione di tre forni elettrici a Taranto con la progressiva sostituzione degli altiforni per una produzione di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio, nonché di un forno elettrico a Genova per la produzione di ulteriori 2 milioni di tonnellate. Tra i fattori abilitanti sono contemplati: la contestuale realizzazione di impianti DRI, la cui localizzazione dovrebbe avvenire preferibilmente a Taranto così da assicurare un processo produttivo più efficiente; il posizionamento di una nave rigassificatrice quale soluzione temporanea nelle more del potenziamento del vicino gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline), o del potenziamento di ulteriori infrastrutture di energie rinnovabili, incluse quelle relative all’utilizzo di idrogeno verde (IPCEI Hy2Infra).Il Governo valuterà anche di concerto con le organizzazioni sindacali le ricadute occupazionali ed i meccanismi di salvaguardia applicabili. Si tratta di una platea di 10.300 lavoratori diretti di AdI in AS, molti dei quali in cassa integrazione da anni, e di 1.700 di Ilva in AS. Oggi, anche a causa del sequestro probatorio senza facoltà d’uso di AFO 1, la cassa integrazione riguarda 3.926 dipendenti, di cui 3.538 a Taranto. Il Governo – fa sapere il relatore – ha preso in carico la crisi occupazionale e sta già lavorando a un “tavolo Taranto” per l’individuazione e la selezione di investimenti produttivi che si possano insediare a Taranto nella fase di riconversione dello stabilimento siderurgico, nelle aree non più necessarie a quest’ultimo e nelle aree contigue, per costituire un volano di sviluppo e di occupazione nei settori della cantieristica, della nautica, dei sistemi ferroviari, dell’eolico off shore e di quanto altro attinente allo sviluppo siderurgico. Gli investimenti fruiranno di un iter autorizzatorio accelerato in forza della specifica disposizione contenuto proprio nel DL 92/2025 in fase di conversione che estende a tali investimenti l’articolo 13 del DL asset.Il Governo – si legge nell’odg – si impegna: a continuare il negoziato con la Regione Puglia e con gli enti locali per l’approvazione dell’accordo di programma interistituzionale finalizzato alla piena decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto; ad approfondire le interlocuzioni già avviate con gli enti locali e le autorità competenti per creare le condizioni infrastrutturali per dotare gli impianti siderurgici di Genova di un forno elettrico anche al fine di renderli più sostenibili dal punto di vista industriale ed economico; ad attivarsi e a vigilare affinché l’AIA recentemente rilasciata, avente a oggetto un ciclo produttivo a carbone, sia tempestivamente riesaminata alla luce della programmata installazione di forni elettrici e del loro ridotto potenziale emissivo; a sostenere il processo di realizzazione degli impianti di produzione del preridotto (DRI) nella misura necessaria all’alimentazione dei forni elettrici, con il coinvolgimento di partner industriali privati nonché attraverso l’ulteriore stanziamento di risorse pubbliche; a varare un Piano nazionale della siderurgia che tenga conto delle esigenze strategiche del Paese, in coerenza con la direttrice della decarbonizzazione, al fine di far diventare l’Italia il primo paese europeo per quantità e qualità di acciaio green prodotto; a proseguire nel lavoro del “Tavolo Taranto”per l’individuazione di investimenti produttivi nelle aree non utilizzate dello stabilimento e nelle aree contigue in modo da consentire, nei limiti del possibile, in via prioritaria o incentivata, l’assorbimento delle maestranze Ilva; a valutare le ulteriori misure di politiche attive e passive del lavoro che dovessero rendersi necessarie in ragione dell’impatto derivante dal rapporto produzione/lavoratori dalla transizione green verso i forni elettrici, in coerenza con quanto proposto nel redigendo accordo di programma interistituzionale; a valutare l’opportunità di destinare risorse aggiuntive al CIS Taranto per il completamento degli interventi oggetto della programmazione o per l’ampliamento del novero degli interventi infrastrutturali da finanziare; a valutare l’opportunità di potenziare, anche finanziariamente, la fondazione “Istituto di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile”di Taranto, anche al fine di favorire l’integrazione con i laboratori di ricerca di Acciaierie d’Italia in A.S. e la nascita di un polo tecnologico che possa operare in diversi ambiti industriali a supporto dello sviluppo produttivo sostenibile del territorio tarantino; a valutare l’opportunità di modificare la normativa per l’erogazione degli indennizzi in favore dei proprietari degli immobili nel quartiere di Tamburi al fine di semplificare e snellire le procedure di ammissione ed erogazione del contributo, e ove necessario a rifinanziare il Fondo. 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