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    Neet: Regione Lombardia e Fondazione Cariplo siglano accordo da 40 milioni di euro

    (Teleborsa) – Un patto concreto per i giovani. Regione Lombardia e Fondazione Cariplo hanno firmato oggi un accordo da 40 milioni di euro, finanziato al 50% da parte di ciascun ente, per contrastare il fenomeno dei Neet (acronimo di “Not in Education, Employment or Training”). L’iniziativa è sostenuta con ulteriori 10 milioni da parte di Intesa Sanpaolo, come già annunciato dal CEO Carlo Messina lo scorso febbraio. Per la prima volta in Italia un ente pubblico e uno privato uniscono le forze, le energie e le risorse per intercettare, accompagnare e rilanciare il percorso di vita e di crescita professionale di migliaia di giovani lombardi, oggi a rischio di esclusione sociale e economica. Sono ragazzi e ragazze che non studiano, non lavorano e non sono coinvolti in percorsi formativi. In Italia sono oltre un milione, in Lombardia circa 150mila.L’intesa è stata siglata da Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia e Giovanni Azzone, presidente Fondazione Cariplo. Obiettivo della collaborazione non è solo prevenire l’esclusione sociale, ma anche riattivare chi si trova già nella condizione di Neet, attraverso la realizzazione di interventi congiunti: nelle scuole, per intercettare precocemente i segnali di abbandono; nei territori, per costruire percorsi personalizzati di reinserimento nel mercato del lavoro, con azioni concrete volte ad aumentare le opportunità occupazionali. L’iniziativa prevede l’attivazione di percorsi personalizzati di orientamento, formazione e inserimento lavorativo, con particolare attenzione ai territori più fragili; la creazione di reti territoriali di presa in carico, che coinvolgeranno scuole, enti di formazione, imprese e servizi sociali; e l’introduzione di metodologie educative e formative innovative, attraverso laboratori esperienziali, attività pratiche e percorsi di mentoring individuale, per rafforzare le competenze, la motivazione e l’autonomia dei giovani coinvolti.Regione e Fondazione, per contrastare il fenomeno dei Neet e favorirne l’inclusione e la riattivazione, intendono inoltre promuovere nuove reti multi-attore e rafforzare quelle che già operano a fianco dei giovani, sostenendole nel tempo e aiutandole a lavorare meglio insieme. Al centro c’è l’idea che nessuno possa risolvere il problema da solo, ma che sia necessario fare sistema, mettere in comune conoscenze, competenze, strumenti e visioni. Per coordinare tutto questo nascerà un tavolo permanente: una cabina di regia condivisa, che avrà il compito di guidare, monitorare e aggiornare le azioni, valutandone l’impatto reale.In Italia, alla fine del 2024, oltre 1,3 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni si trovano in condizione di Neet, ovvero non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione. Di questi, 150mila vivono in Lombardia. L’Unione Europea monitora il fenomeno dal 2010, considerandolo un indicatore chiave del benessere e delle prospettive offerte ai giovani. Il tema si intreccia con un contesto demografico sempre più fragile: secondo Istat, nel 2070 in Lombardia ci saranno 800mila persone in meno, mentre le imprese avranno bisogno di 710mila nuovi lavoratori entro il 2028. Paradossalmente, proprio mentre cresce la domanda di competenze, un’intera generazione rischia di restare esclusa. Il costo economico dei Neet per l’Italia è stimato da Eurofound in oltre 24 miliardi di euro all’anno.ZERONEETL’accordo tra Fondazione Cariplo e Regione Lombardia si inserisce all’interno della più ampia sfida ZeroNeet, un programma nato per contrastare in modo strutturale il fenomeno dei giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi. L’iniziativa si fonda su due pilastri essenziali: da una parte, la costruzione di alleanze pubblico-private, capaci di mettere in campo risorse, competenze e responsabilità condivise; dall’altra, un’azione multilivello, che agisca sia laddove il problema è già evidente, sia in chiave preventiva e conoscitiva, per anticipare i rischi di esclusione. L’obiettivo è attivare 20mila giovani NEET e contribuire al superamento del 9% di incidenza NEET entro il 2030, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea. Fondazione Cariplo porta con sé un’esperienza significativa maturata negli ultimi anni con progetti come Neetwork, il Bando Doposcuola (QuBì), Green Jobs e numerosi programmi dedicati all’orientamento e al sostegno allo studio (Azionamenti, Tutoring Online Program). Da questi interventi è emersa con forza la necessità di azioni personalizzate, integrate e capaci di coinvolgere i giovani più fragili. ZeroNeet si articola lungo tre direzioni principali. La prima riguarda la prevenzione della dispersione scolastica, attraverso interventi mirati nelle scuole più esposte. La seconda interviene nel contrasto diretto alla condizione di NEET, promuovendo percorsi formativi professionalizzanti nei settori in cui il fabbisogno di manodopera è più forte e facilitando la costruzione di reti territoriali che sappiano intercettare e accompagnare i giovani più invisibili. Infine, il terzo asse è dedicato alla produzione e condivisione di conoscenza, per analizzare i dati, comprendere il fenomeno e orientare politiche più mirate e replicabili.Le realizzazioni partiranno in Lombardia e nelle province piemontesi di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola con la prospettiva di essere scalata successivamente a livello nazionale.IL BANDOIl bando “ZeroNeet – Reti di opportunità per l’inserimento occupazionale e le competenze” ha come obiettivo il finanziamento di progettualità rivolte al contrasto del fenomeno NEET e si rivolge ai giovani tra i 15 e i 29 anni compiuti, in particolare a quelli più distanti dal mercato del lavoro, come gli inattivi e persone con fragilità multidimensionali. Un aspetto fondamentale dell’iniziativa consiste nella promozione di reti territoriali stabili, che coinvolgono diversi stakeholder attivi a livello locale, con l’obiettivo di una presa in carico personalizzata rispetto alle esigenze dei giovani NEET tramite interventi integrati e coordinati. Il contributo massimo previsto per ciascun progetto può variare da 400mila euro a 600mila euro, in funzione dell’estensione del territorio interessato. Oltre ad azioni di intercettazione i progetti dovranno prevedere interventi di riattivazione e inserimento lavorativo, tra cui attività laboratoriali, percorsi formativo e tirocini extracurriculari. Prima dell’avvio della progettualità alle reti territoriali sarà garantito da Fondazione Cariplo un servizio di accompagnamento e sostegno metodologico finalizzato alla definizione delle progettazioni definitive.”Questo piano straordinario – spiega Tironi – nasce da una convinzione profonda e una mission che dal primo giorno del mio insediamento come assessore ho ben chiara: ogni giovane che oggi non studia, non lavora e non si forma, è una risorsa che rischiamo di perdere. E questo non possiamo permettercelo. L’accordo tra Regione Lombardia e Fondazione Cariplo rappresenta una risposta concreta, coraggiosa e strutturale. Non è solo un investimento ma un impegno condiviso per stare accanto ai giovani che rischiano di restare ai margini. Vogliamo prevenire l’abbandono scolastico, riattivare chi è in difficoltà, rafforzare le reti territoriali e costruire insieme percorsi di crescita reali, sostenibili e su misura. L’obiettivo è restituire ai giovani lombardi non solo formazione e lavoro, ma una prospettiva di vita dignitosa, in cui possano riconoscersi e costruire il proprio futuro. Per questo faccio un grande appello agli enti del terzo settore e ai nostri enti accreditati affinché ci sia una vera e larga condivisione per accogliere più ragazzi possibili. Il nostro obiettivo è accompagnare ogni giovane verso una strada che senta davvero sua e verso una piena realizzazione personale e professionale, facendo in modo che nessuno si senta abbandonato. Perché il futuro della Lombardia si gioca su quanto sapremo valorizzare il talento, le energie e i sogni delle nuove generazioni Non possiamo permettere – conclude – che un’intera generazione resti ai margini: dobbiamo costruire ponti e non lasciare indietro nessuno”.”L’accordo con Regione Lombardia – chiarisce Azzone – mette al centro un tema importante di cui forse ancora non abbiamo piena consapevolezza: ci sono 1,3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano in Italia, 150.000 nella nostra regione. La collaborazione amplia quella avviata a febbraio con Intesa Sanpaolo. Abbiamo di fronte un grave problema già oggi, immaginiamolo in prospettiva. Questi ragazzi – continua – hanno un enorme potenziale, necessario per il nostro Paese. Hanno l’energia che serve alle nostre comunità, alle nostre aziende. Hanno desideri e voglia di dare il loro contributo, ma per diversi motivi oggi si trovano in una condizione inerme. Sono i nostri figli, il nostro futuro. Dobbiamo siglare alleanze tra istituzioni e aziende per costruire il futuro di questi giovani, delle loro famiglie e del nostro Paese. E dobbiamo fare un patto coi ragazzi, prendere la responsabilità nei loro confronti e ingaggiarli”.”Sosteniamo con convinzione questo progetto di Fondazione Cariplo, a cui si aggiunge oggi Regione Lombardia. Serve restituire fiducia a chi è uscito dal mondo della formazione e del lavoro in modo che possa costruirsi un futuro e che sappia di essere una risorsa preziosa per la crescita del Paese”, aggiunge Paolo Bonassi, Chief Social Impact Officer Intesa Sanpaolo. LEGGI TUTTO

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    Dotstay, nessuna variazione nel portafoglio immobiliare negli ultimi tre mesi

    (Teleborsa) – Dotstay, società quotata su EGM PRO e attiva nel settore immobiliare come operatore di relocation e property management per locazioni di medio-lungo termine, ha terminato il secondo trimestre del 2025 con 69 immobili totali (+0 rispetto al 31 marzo 2025 e +4 rispetto al 30 giugno 2024). Gli immobili in gestione immobiliare sono 6 (vs 6 tre mesi prima e 14 un anno prima), mentre gli immobili in locazione diretta sono 63 (vs 63 tre mesi prima e 51 un anno prima).”Il nostro portafoglio immobiliare a oggi si conferma in linea con la strategia già annunciata al mercato che punta a incrementare gli immobili in locazione diretta – ha commentato l’AD Alessandro Adamo – Questo rappresenta nel medio e lungo termine una possibilità concreta per migliorare gli indici. In generale siamo soddisfatti dell’andamento di questo trimestre e della prima parte del 2025, che consideriamo un periodo di cambiamento in cui stiamo rinforzando le basi per la nostra attività B2B che riteniamo sia la strada migliore da battere per Dotstay nell’attuale contesto di mercato”. LEGGI TUTTO

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    Fed, Kugler: tassi fermi per un certo periodo, pressione al rialzo inflazione da dazi

    (Teleborsa) – “Data la stabilità del nostro mandato in ambito occupazionale, con il tasso di disoccupazione ancora a livelli storicamente bassi, elevate aspettative di inflazione a breve termine e un’inflazione dei beni in aumento a causa della pressione al rialzo dei dazi, ritengo opportuno mantenere il nostro tasso di riferimento al livello attuale per un certo periodo. Questa politica monetaria ancora restrittiva è importante per mantenere ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine”. Lo ha affermato Adriana Kugler, che fa parte del Board of Governors della Federal Reserve, all’Housing Partnership Network Symposium presso Washington DC.Kugler vede una pressione al rialzo sull’inflazione derivante dalle politiche commerciali e prevede “ulteriori aumenti dei prezzi nel corso dell’anno. Pur monitorando gli sviluppi delle politiche in molti settori, continuo a considerare gli sviluppi commerciali come i principali fattori trainanti delle prospettive economiche degli Stati Uniti”.Ha fatto notare che “sia l’inflazione generale che quella di fondo non hanno mostrato progressi negli ultimi sei mesi. Mentre l’inflazione di fondo dei servizi è diminuita rispetto alla fine dello scorso anno, l’inflazione di fondo dei beni ha recentemente spinto al rialzo l’inflazione”.”Ritengo che un’inflazione di fondo dei beni più stabile rifletta già in parte la trasmissione dell’aumento dei dazi, come dimostrato da una ricerca condotta dalla Fed – ha detto Kugler – Inoltre, i dati CPI e PPI pubblicati negli ultimi due giorni mostrano che gli aumenti dei prezzi dei beni di fondo sono stati più generalizzati nel mese di giugno. Sebbene molti analisti si aspettassero un aumento più rapido e netto dell’inflazione complessiva, ci sono molte ragioni per ritenere che gli effetti più ampi dei dazi siano ancora in corso. In primo luogo, le imprese hanno accumulato scorte in vista degli aumenti tariffari previsti, il che consente loro di continuare a vendere beni a prezzi pre-tariffari. In secondo luogo, dati i numerosi cambiamenti nelle politiche tariffarie in atto, le imprese potrebbero non aver ancora trasferito i dazi più elevati sui prezzi di vendita, in attesa di maggiore chiarezza. In terzo luogo, le imprese, soprattutto quelle più grandi, potrebbero anche essere in attesa di conquistare quote di mercato da altre che aumentano i prezzi prima. In quarto luogo, l’attuale contesto di aspettative di inflazione a breve termine ancora elevate rende più facile per i lavoratori cercare salari più alti e per le imprese applicare prezzi più elevati, il che potrebbe aumentare la persistenza degli aumenti dei prezzi in futuro. In quinto luogo, le aliquote tariffarie potrebbero aumentare ulteriormente, come si è visto nelle nuove tariffe reciproche proposte per diversi paesi e nei nuovi dazi sul rame introdotti la scorsa settimana, esercitando un’ulteriore pressione al rialzo sui prezzi”. LEGGI TUTTO

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    Finance For Food, dal 18 luglio ufficiale il cambio nome in Diadema Capital

    (Teleborsa) – Finance for Food (FFF), società di consulenza quotata su Euronext Growth Milan che offre servizi di advisory con una specializzazione nella filiera agroalimentare e delle energie rinnovabili, ha reso noto che è stato iscritto in data odierna presso il Registro delle Imprese di Milano il testo aggiornato dello Statuto sociale contenente la nuova denominazione sociale “Diadema Capital S.p.A. Società Benefit”, deliberata dall’assemblea straordinaria degli azionisti in data 27 giugno 2025.Borsa Italiana ha comunicato che, a partire dal 18 luglio 2025, saranno modificati la denominazione, la Euronext designation e la sigla alfabetica delle azioni ordinarie negoziate su Euronext Growth Milan. Il ticker passerà da “FFF” a “DIAD” LEGGI TUTTO

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    Credem, Fitch conferma rating BBB con outlook positivo

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha confermato il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) di Credem a “BBB”, con Outlook positivo, e il Viability Rating (VR) a “bbb”.I rating di Credem riflettono principalmente la qualità dell’attivo superiore alla media e il modello di business diversificato, quest’ultimo considerato da Fitch un chiaro vantaggio strategico e competitivo in Italia. Inoltre, i rating riflettono anche la prudente politica di credito e di gestione del capitale e la stabile struttura dei depositi.L’Outlook riflette quello sul rating sovrano italiano (BBB/Positivo) e sul rating “bbb” attribuito al contesto operativo italiano, e rispecchia anche il miglioramento delle prospettive commerciali e finanziarie per le banche italiane. LEGGI TUTTO

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    Sesa, calano gli investimenti e cresce il buyback. Fabbroni: per l’M&A ci sono 35 milioni

    (Teleborsa) – Sesa, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nell’innovazione tecnologica e nei servizi informatici e digitali per le imprese, prevede investimenti di circa 80 milioni di euro all’anno nel nuovo piano industriale 2026-27, inferiori rispetto ai 130 milioni di euro nel 2024-25, con un focus sulla crescita organica dopo gli investimenti effettuati negli ultimi 3-5 anni. Le attività di M&A, che pesano per 35 milioni di euro sul totale degli investimenti, saranno principalmente concentrate nel settore SSI e all’estero, con una riduzione degli investimenti legati alle operazioni di M&A rispetto al passato.”L’M&A siamo convinti di continuare a farlo, anche se in misura minore rispetto al passato – ha spiegato in conferenza stampa il CEO Alessandro Fabbroni – Abbiamo fatto una crescita veramente importante negli ultimi quattro anni in termini di ricavi e di occupazione, quindi siamo molto focalizzati adesso nel fare anche un po’ engineering e portare a fattor comune tutte le competenze che sono entrate nel periodo. Abbiamo un target di 80 milioni di euro di investimento, di cui circa 35 milioni legati a M&A, che è un ridimensionamento rispetto a quanto fatto finora”.Ribadendo che “l’obiettivo del piano è quello certamente della crescita organica e di focalizzazione sul business core”, il CEO ha detto che “un ambito di potenziale applicazione dell’M&A è l’estero, dove evidentemente abbiamo delle opportunità di sviluppo del nostro perimetro operativo, soprattutto in ambito software e system integration”.Il nuovo piano prevede ricavi in crescita nell’intervallo +5%/+7,5% nell’esercizio 2026 e del +5%/+7,5% nell’esercizio 2026, mentre la crescita dell’EBITDA è attesa, rispettivamente, nell’intervallo +5,0%/+10,0% e +5,0%/+10,0%. La crescita dei ricavi per settore prevede per il Business Services una crescita double digit, per il Software & System Integration (SSI) e Green VAS una crescita mid to high single digit, mentre per l’IT VAS una crescita low single digit.Guardando alle priorità strategiche, gli investimenti annuali di circa 80 milioni di euro saranno destinati a Cyber Security (allineata al regolamento NIS2), AI & Data Science, applicazioni verticali proprietarie e piattaforme digitali. Prevista anche un’espansione dei centri di competenza, con circa 1.000 specialisti e 50 progetti Data/AI previsti per l’anno fiscale 2026.”Per noi l’AI e in generale i digitale enabler sono dei wave importanti perché catalizzano gli investimenti – ha detto Fabbroni – Sono driver per evolvere come organizzazione per sviluppare delle piattaforme e delle soluzioni che poi mettiamo a disposizione dei clienti, quindi per andare a mercato”. In sostanza, l’AI non fa paura ma anzi è “un elemento tecnologico che noi lavoriamo per poter mettere a disposizione di tutto il mercato”. È vero che AI e automazione “sono sempre più pervasivi”, ma Sesa li intende “progressivamente adottare in tutte le nostre piattaforme digitali e verticalità per il mercato”. Guardando alla divisione Digital Green VAS, che ha novembre ha visto l’importante acquisizione di GreenSun, il CEO ha detto che ha “chiuso con 344 milioni di euro, in crescita del 43% sull’anno e addirittura dell’80% del secondo semestre, peraltro una crescita influenzata dall’operazione importante di M&A grazie alla quale siamo diventati leader di questo settore. Nel quarto trimestre siamo cresciuti anche organicamente con delle crescite del 13% dei ricavi e quasi del 10% sull’EBITDA. È un settore dove – soprattutto nella prima parte dell’esercizio – abbiamo sofferto per una contrazione dei prezzi di mercato, ma questa contrazione che ci ha penalizzato nelle vendite rende ora l’energia da fonte rinnovabile particolarmente attrattiva e quindi c’è un forte interesse delle corporate per installare nuovi impianti”.Parlando dell’esercizio appena concluso (ricavi a +4,6% nell’esercizio al 30 aprile, +7,6% nel secondo semestre), Fabbroni ha riconosciuto che “avevamo abituato il mercato a una crescita double digit, ma è stato un anno che mette le basi per la prossima crescita. Stiamo gettando le basi per ripartire nel prossimo biennio, proseguendo un percorso di crescita che è stato sempre estremante continuo, parliamo infatti di crescita sostenibile”. Tra l’altro, ha fatto notare, “entriamo nel nuovo esercizio con un semestre positivo e con le prospettive di proseguire la crescita con questo trend”.”Gli utili sono stati in flessione in particolare nella prima parte dell’anno, con oneri finanziari che si stanno riassorbendo, quindi c’è margine per accrescere l’utile nel prossimo esercizio – ha detto il CEO – Inoltre, abbiamo confermato il dividendo a 1 euro, ma sottoporremo alla prossima assemblea un incremento del piano di buyback: abbiamo deciso di quasi triplicare il piano di buyback da 10 a 25 milioni di euro nel prossimo anno, come messaggio della fiducia nel valore che stiamo generando”. LEGGI TUTTO

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    Piano Mattei, SACE: le imprese italiane in business mission in Costa d’Avorio

    (Teleborsa) – Due giorni all’insegna del Made in Italy in Costa d’Avorio. SACE, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Costa d’Avorio e con ICE – Agenzia, ha accompagnato nella capitale ivoriana Abidjan una delegazione di imprese italiane specializzate in agribusiness e in gestione idrica: un’opportunità concreta per rafforzare il partenariato tra l’Italia e la Costa d’Avorio, esplorando nuove collaborazioni, investimenti e progetti. L’evento si colloca nel quadro del Piano Mattei per l’Africa, tra le iniziative per rafforzare la produzione agricola e un utilizzo efficace delle risorse idriche del Paese attraverso la promozione di investimenti nel settore agribusiness, in particolare quelli collegati alle filiere di cereali, riso e mais, ritenute prioritarie dalle autorità locali per raggiungere la piena sovranità alimentare.Dopo il successo dell’edizione 2024, questa nuova iniziativa ha visto come protagoniste imprese di diverse Regioni italiane dalla Sicilia all’Emilia Romagna, dalla Toscana al Veneto. La prima giornata è stata interamente dedicata alla presentazione dei progetti in corso nel Paese e all’introduzione della delegazione italiana. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di interloquire con primarie controparti ivoriane quali il Ministero dell’Agricoltura, il Ministero delle Risorse Idriche, il Ministero delle Risorse Animali e della Pesca, il Ministero delle Finanze, l’Agenzia Pubblica per lo Sviluppo della Filiera del Riso (ADERIZ), Agenzia Pubblica per la gestione e utilizzo delle risorse idriche (ONEP). La seconda giornata è stata dedicata invece a incontri B2B mirati che hanno favorito un confronto diretto e operativo. Tale organizzazione è stata resa possibile anche grazie al supporto degli uffici del Primo Ministro ivoriano e dell’Ambasciata della Costa d’Avorio in Italia.”L’Africa è un mercato dal grande potenziale per le nostre imprese, che stanno rafforzando il loro posizionamento in settori prioritari in cui il Made in Italy può contribuire allo sviluppo del Continente, in linea con lo scopo del Piano Mattei. In particolare, la Costa d’Avorio è un Paese tra i più dinamici e politicamente stabili dell’Africa Occidentale e questa iniziativa apre nuove connessioni e opportunità tra aziende italiane e africane, coinvolgendole in progetti strategici, collaborazioni e investimenti che rafforzano il partenariato e favoriscono la crescita condivisa” ha dichiarato Massimo Schirò, Head of Africa, Turkey, Middle East & Europe di SACE.SACE è presente in Africa con uffici a Rabat, Cairo e Johannesburg, attraverso i quali accompagna le imprese italiane in tutto il continente. Con questa iniziativa, che fa seguito all’operazione del 2023 di Push Strategy da 200 milioni di euro a favore del governo ivoriano, volta a supportare l’implementazione del Piano Nazionale di Sviluppo e stimolare le relazioni commerciali tra le imprese italiane e le controparti locali, SACE fa da apripista alle imprese italiane in Africa, supportando la diversificazione dell’export italiano verso nuovi mercati, in linea con gli obiettivi del Piano Mattei e del Piano per l’Export. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte industria invariate anche a maggio

    (Teleborsa) – Sono ferme anche a maggio 2025 le scorte dell’industria statunitense. Secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato per le scorte una variazione nulla a 2.656,7 miliardi di dollari su base mensile, in linea con le stime di consensus e dopo il dato invariato registrato anche ad aprile.Su base annua si è registrato un incremento dell’1,7%.(Foto: Photo by Adrian Sulyok on Unsplash) LEGGI TUTTO