More stories

  • in

    OPS MPS su Mediobanca, 928 adesioni nel primo giorno

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulle azioni ordinarie di Mediobanca, risulta che oggi 14 luglio 2025 sono state presentate 928 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 928, pari allo 0,0001% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 14 luglio 2025 e terminerà l’8 settembre 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 5 e 8 settembre 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

  • in

    OPS di Unicredit su Banco BPM, adesioni ferme allo 0,14%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da UniCredit sulle azioni ordinarie di Banco BPM, risulta che oggi 14 luglio 2025 sono state presentate 36.863 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 2.174.817, pari allo 0,143535% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 28 aprile 2025 e terminerà il 23 luglio 2025. CONSOB aveva sospeso l’OPS per un periodo di 30 giorni. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Banco BPM acquistate sul mercato nei giorni 22 e 23 luglio 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

  • in

    BCE, Cipollone: sovranità monetaria si sta erodendo, euro digitale la proteggerebbe

    (Teleborsa) – “La ragione principale dell’emissione di un euro digitale è preservare i vantaggi del contante nell’era digitale. Per fare ciò, dobbiamo integrare il contante fisico con una forma digitale di contante. L’impossibilità di utilizzare il contante fisico nelle transazioni online o per i pagamenti digitali presso i punti vendita ci priva di un’opzione di pagamento fondamentale, riducendo la resilienza, la concorrenza, la sovranità e, in ultima analisi, la libertà dei consumatori di scegliere come pagare”. Lo ha detto Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.”Ciò aumenta i rischi che i consumatori, i commercianti e i responsabili politici europei affrontano – ha aggiunto – Per un numero crescente di transazioni, gli europei non hanno accesso alla moneta della banca centrale, la moneta garantita dallo Stato e avente corso legale, che sostiene la nostra unione monetaria perché accettata ovunque nell’area euro”.Secondo Cipollone, “la nostra sovranità monetaria si sta erodendo” e “la possibilità per le persone di pagare in tutta l’area euro con moneta sovrana, ovvero il contante, e la frequente scelta di farlo, è un pilastro fondamentale della sovranità monetaria. Una forma digitale di denaro contante proteggerebbe la nostra sovranità e garantirebbe che la nostra unione monetaria sia anche un’unione monetaria digitale”.”Ciò che è particolarmente preoccupante in Europa è che il divario lasciato dal calo dell’uso del contante viene colmato da soluzioni di pagamento non europee – ha sottolineato il funzionario della BCE – Per i pagamenti con carta, solo sette dei 20 paesi dell’area euro dispongono di un sistema nazionale di carte. Questi sistemi non possono essere utilizzati in altri paesi dell’area euro e stanno anche perdendo quote di mercato a livello nazionale. Per l’e-commerce, le soluzioni di proprietà europea sono diffuse solo in tre paesi dell’area euro”.Cipollone ipotizzato che alcune banche riescano a collaborare per fornire rapidamente una soluzione di pagamento privata paneuropea. “Avrebbe ancora senso avere l’euro digitale? La risposta è sì – ha detto – In primo luogo, l’euro digitale contribuirebbe a preservare il denaro come bene pubblico facilmente accessibile a tutti e universalmente accettato in tutta l’area euro. Al contrario, il denaro privato appartiene allo spazio competitivo, quindi non possiamo garantirne l’accettazione da parte di tutti gli esercenti. In secondo luogo, l’euro digitale aumenterebbe la resilienza. Avremmo una soluzione di riserva affidabile in tempi di crisi, complementare al contante. Un aspetto particolarmente importante è che l’euro digitale funzionerebbe anche offline, offrendo un metodo di pagamento sicuro anche senza connessione internet. Inoltre, come nel caso del contante, saremmo certi che tutte le componenti dell’euro digitale rimarrebbero in mani europee. In terzo luogo, l’euro digitale impedirebbe la concentrazione del mercato. La disponibilità di moneta a corso legale e la sua ampia adozione metterebbero gli esercenti in una posizione più forte per negoziare le commissioni. Inoltre, l’euro digitale creerebbe standard aperti con un’ampia rete di accettazione, facilitando l’espansione delle soluzioni da parte dei fornitori di servizi di pagamento”. LEGGI TUTTO

  • in

    Trattato del Quirinale: Urso a Parigi il 24 luglio per il “Forum di Consultazione sulla politica industriale”

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sarà a Parigi il 24 luglio dove interverrà al terzo Forum di Consultazione tra Italia e Francia sulla politica industriale, in attuazione del Trattato del Quirinale. In tale occasione, – fa sapere il Mimit in una nota – Urso incontrerà congiuntamente i ministri dell’Economia e dell’Industria francesi, Eric Lombard e Marc Ferracci, per approfondire i principali temi trattati dai gruppi di lavoro istituiti tra le due amministrazioni, incluso uno scambio sull’Alliance for the Future of Energy-Intensive Industries. “Questi incontri – spiega la nota – saranno finalizzati a delineare un percorso comune per rafforzare la competitività degli Stati membri e dell’Unione Europea nel suo insieme, in un momento cruciale in cui risulta necessario definire una strategia industriale condivisa, in grado di affrontare le grandi transizioni in atto”.Il Forum – che avrà luogo presso il ministero francese dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità Industriale e Digitale – rappresenta un appuntamento di confronto a livello ministeriale previsto dal Trattato firmato a novembre 2021. “Dopo il primo incontro a Roma in occasione della firma del Trattato e la seconda edizione, sempre nella capitale italiana a marzo 2023, l’incontro di Parigi – sottolinea il Mimit – conferma l’impegno condiviso per un dialogo strutturato e costante su priorità industriali comuni. Obiettivo del Forum è, infatti, rafforzare la cooperazione franco-italiana su temi economici e industriali strategici, compresa la cooperazione in ambito spaziale, allineando le rispettive priorità e promuovendo iniziative comuni a livello europeo. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy – conclude la nota – è protagonista nell’attuazione del pilastro industriale del Trattato, attraverso una cooperazione continua con il Ministero francese dell’Economia e della Sovranità Industriale, a favore di una politica industriale europea più integrata, resiliente e competitiva”. LEGGI TUTTO

  • in

    Milano sopra la parità grazie alle banche al centro del risiko, l’Europa fa peggio

    (Teleborsa) – Seduta in leggero rialzo per Piazza Affari, sostenuta dalle banche al centro del consolidamento del settore italiano (BPER e Pop Sondrio dopo dopo la conclusione dell’OPAS con adesioni per oltre il 58% del capitale, sopra la soglia per l’efficacia dell’operazione; Banco BPM dopo che la Commissione europea ha detto che le prescrizioni che il governo italiano ha posto a UniCredit con il Golden power potrebbero violare il diritto UE), mentre hanno chiuso in calo le principali Borse europee (ad eccezione di Londra), dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che i dazi sulle importazioni dall’Unione Europea saranno del 30% e saranno applicati a partire dal primo di agosto, in assenza di una intesa che soddisfi entrambe le parti. Nelle prossime seduta arriveranno importanti spunti da oltreoceano, con l’avvio della stagione delle trimestrali (si inizia con i grandi gruppi finanziari JPMorgan, Wells Fargo, Citigroup e Blackrock) e la pubblicazione di dati macroeconomici significativi (l’inflazione americana è in calendario domani).L’Euro / Dollaro USA mantiene la posizione sostanzialmente stabile su 1,169. L’Oro continua la seduta poco sotto la parità, con un calo dello 0,27%. Giornata negativa per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua gli scambi a 67,56 dollari per barile, in calo dell’1,30%.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +86 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,52%.Tra i listini europei deludente Francoforte, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia, composta Londra, che cresce di un modesto +0,64%, e fiacca Parigi, che mostra un piccolo decremento dello 0,27%.Lieve aumento per la Borsa Milanese, con il FTSE MIB che sale dello 0,27% a 40.186 punti; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share procede a piccoli passi, avanzando a 42.713 punti. Leggermente negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,37%); sulla stessa tendenza, in lieve ribasso il FTSE Italia Star (-0,25%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, brilla BPER, con un forte incremento (+6,54%). Ottima performance per Banca Popolare di Sondrio, che registra un progresso del 6,18%. Exploit di Banco BPM, che mostra un rialzo del 5,19%. Si muove in territorio positivo Leonardo, mostrando un incremento del 2,75%.I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Stellantis, che ha archiviato la seduta a -1,77%. Discesa modesta per STMicroelectronics, che cede un piccolo -1,48%. Pensosa Moncler, con un calo frazionale dell’1,37%. Tentenna Nexi, con un modesto ribasso dell’1,36%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, NewPrinces (+4,42%), Moltiply Group (+2,98%), Fincantieri (+2,06%) e MARR (+1,74%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su D’Amico, che ha archiviato la seduta a -4,98%. Si concentrano le vendite su Ferragamo, che soffre un calo del 2,74%. Vendite su Intercos, che registra un ribasso del 2,68%. Seduta negativa per Ferretti, che mostra una perdita del 2,48%. LEGGI TUTTO

  • in

    Volvo Cars, svalutazione di 1 miliardi di euro per precedenti ritardi e nuovi dazi

    (Teleborsa) – Volvo Cars, casa automobilistica svedese di proprietà del gruppo cinese Geely, sta adeguando le ipotesi finanziarie per le piattaforme EX90 ed ES90, a causa di precedenti ritardi nel lancio e di nuovi dazi all’importazione in diversi mercati. In particolare, la società registrerà una svalutazione non monetaria una tantum di 11,4 miliardi di corone svedesi nel secondo trimestre del 2025 (oltre 1 miliardo di euro).La Volvo EX90 avrà una redditività ridotta durante il ciclo di vita, nonostante un importante aggiornamento della qualità del software e un aumento pianificato dei volumi. Ciò è dovuto ai significativi ritardi nel lancio in passato e ai conseguenti costi di sviluppo aggiuntivi. Nel frattempo, a causa dei dazi all’importazione, l’azienda non è attualmente in grado di vendere la Volvo ES90 in modo redditizio negli Stati Uniti, mentre i margini della ES90 sono sotto pressione anche in Europa per lo stesso motivo.”Alla luce di sviluppi di mercato come i dazi sulle importazioni negli Stati Uniti, i ritardi nello sviluppo e nel lancio della EX90 e le priorità di investimento strategiche, abbiamo rivalutato le ipotesi di volume per queste due vetture. Ciò ha comportato una redditività del ciclo di vita inferiore a quella pianificata”, ha dichiarato Fredrik Hansson, CFO di Volvo Cars.Si stima che 4,0 miliardi di corone svedesi di tale onere incideranno sul costo delle vendite, mentre la maggior parte dell’importo rimanente inciderà sulla voce R&S nella rendicontazione finanziaria. L’impatto sull’utile netto del gruppo sarà di 9 miliardi di corone svedesi e sarà riportato nei risultati del secondo trimestre di Volvo Cars, la cui pubblicazione è prevista per il 17 luglio 2025. LEGGI TUTTO

  • in

    Cinema, Borgonzoni: “Revocati 66 milioni di credito d’imposta”

    (Teleborsa) – “La direzione generale Cinema e Audiovisivo del ministero della Cultura ha firmato la revoca di 66 milioni di euro di credito d’imposta precedentemente concessi a produzioni cinematografiche al termine di un lungo e scrupoloso lavoro di verifica e controllo”. Lo rende noto la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, sottolineando che “non sono state approvate e risultano quindi respinte richieste di credito d’imposta per ulteriori 22 milioni di euro”. “L’obiettivo prioritario – ha spiegato – è sostenere le imprese realmente meritevoli, nel rispetto dei principi di trasparenza, legalità e corretta gestione delle risorse”.”Il documento a firma di Nicola Borrelli – prosegue Borgonzoni – è frutto di una attività di vigilanza che si inserisce in una più ampia e articolata azione ispettiva avviata su diverse centinaia di opere audiovisive, svolta in collaborazione con la Guardia di Finanza e finalizzata ad accertare la correttezza nell’utilizzo delle risorse pubbliche destinate al sostegno dell’industria cinematografica e audiovisiva nazionale”. “Le verifiche, condotte su domande formalmente regolari, sono state condotte mediante l’acquisizione e l’approfondita analisi di ulteriori documenti e attraverso controlli incrociati, che hanno permesso di accertare la non spettanza del beneficio – evidenzia la sottosegretaria –. A seguito di tali accertamenti, oltre alla revoca dei 66 milioni già concessi, non sono state approvate e risultano quindi respinte richieste di credito d’imposta per ulteriori 22 milioni di euro”. “Si tratta – si legge ancora nella nota – di una delle azioni della Dgca del MiC, che si inserisce nel quadro più generale delle varie modifiche messe in atto per tutelare uno strumento che nel tempo ha dimostrato di poter essere esposto ad abusi e utilizzi impropri di risorse pubbliche. L’obiettivo prioritario è quello di garantire che gli strumenti a disposizione continuino a sostenere le imprese realmente meritevoli, nel rispetto dei principi di trasparenza, legalità e corretta gestione delle risorse pubbliche. Un lungo lavoro durato anni e intensificatosi negli ultimi mesi. Le attività ispettive – conclude Borgonzoni – proseguiranno con un potenziamento del sistema di controlli e grazie anche alle nuove unità di personale in arrivo, per assicurare un utilizzo equo, efficiente e conforme dei fondi pubblici, contribuendo così a rafforzare la competitività e l’integrità del comparto audiovisivo italiano, su cui stiamo lavorando io e il ministro Giuli”. LEGGI TUTTO

  • in

    Eurotech, Emera sale al 24,725% dopo l’aumento di capitale

    (Teleborsa) – Emera, il maggior azionista, ha una partecipazione di 24,725% in Eurotech, società quotata su Euronext STAR Milan che progetta, sviluppa e fornisce Edge Computer e soluzioni per l’Internet of Things (IoT). È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale all’8 luglio 2025. In precedenza, al 22 giugno 2023, la quota era del 18,126%.La comunicazione è stata effettuata a seguito del deposito, presso il registro delle imprese, dell’attestazione dell’aumento di capitale di Eurotech con esclusione del diritto di opzione, riservato a Emera e da questa sottoscritto in data 23 giugno 2025. LEGGI TUTTO