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    Fed, Hammack: non c’è necessità imminente di tagliare, vicini a tasso neutrale

    (Teleborsa) – L’economia statunitense è “davvero sana”, mentre l’inflazione – sebbene abbia compiuto progressi verso l’obiettivo – è “ancora troppo alta” e quindi rimane “importante mantenere una politica monetaria restrittiva”. Lo ha dichiarato Beth Hammack, presidente della Federal Reserve Bank of Cleveland, in un’intervista a Fox Business.Hammack ha affermato di affrontare ogni riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) “con una mentalità aperta” e ha osservato che i funzionari della Fed sono impegnati in “un grande dibattito” sulla direzione dell’economia. Inoltre, ha riconosciuto che “non sappiamo se l’economia avrà un boom entro la fine dell’anno”.Riguardo a potenziali cambiamenti di politica monetaria, Hammack ha detto di non “vedere un’imminente necessità di tagliare i tassi” e ritiene che la Fed sia “abbastanza vicina al livello del tasso neutrale”. LEGGI TUTTO

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    Lega del Filo d’Oro, nell’ultimo anno assistite 1.271 persone sordocieche: è il numero più alto mai registrato

    (Teleborsa) – Il 2024, sessantesimo anno di attività della Lega del Filo d’Oro, ha segnato un ulteriore passo avanti nel percorso di sviluppo e consolidamento della Fondazione, che continua a rafforzare la propria presenza e il proprio impatto a livello nazionale. Un anno che si conferma di crescita, registrando il numero più alto di utentiassistiti e di giornate di ricovero erogate nella storia della Fondazione e in cui sono aumentate le attività realizzate e i programmi di ricerca avviati, a testimonianza di un impegno costante che guarda con determinazione al futuro. Sono state 1.271, (+3% rispetto al 2023), le persone con sordocecità e pluridisabilità psicosensoriale che, insieme alle loro famiglie, hanno ricevuto uno o più servizi nelle varie modalità. Le giornate di ricovero (a tempo pieno e degenza diurna) erogate dai 5 Centri Residenziali sono state 72.152, con un incremento del 3,4% nel raffronto con l’anno precedente, commisurato ai posti letto disponibili e alle modalità di saturazione previste. Quale risultato del progressivo ampliamento della presenza territoriale della Lega del Filo d’Oro, i Servizi e le Sedi Territoriali sono stati punto di riferimento per 1.000 persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale, con una crescita del 18% rispetto al 2023. Oltre al potenziamento dei servizi offerti, in sinergia con gli Enti e i servizi del territorio, ha contribuito al risultato l’apertura della Sede Territoriale e Centro Studi “Sabina Santilli” a San Benedetto dei Marsi (AQ), primo punto di riferimento in Abruzzo, che ha portato la Fondazione a essere presente in 11 regioni italiane. La Fondazione prosegue il suo percorso di espansione territoriale con nuovi progetti in arrivo in Calabria, dove è stata attivata il mese scorso una nuova Sede Territoriale a Rende (CS) e in Sardegna, oltre a un futuro Centro Residenziale sul territorio nazionale.Il quadro emerge dal Bilancio Sociale 2024 che la Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Ente Filantropico ha presentato questa mattina presso l’Università degli Studi di Milano, alla presenza di Rossano Bartoli, Presidente Fondazione Lega del Filo d’Oro; Carlo Fiorio, Prorettore alle Politiche di sostenibilità di bilancio – Università degli Studi di Milano; Alessandro Missale, Direttore Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi, Università degli Studi di Milano; Clodia Vurro, Responsabile scientifico del progetto, Università degli Studi di Milano; Barbara Duca, Direttore Amministrazione Finanza e Controllo Fondazione Lega del Filo d’Oro; Roberto Costantini, Direttore Generale Fondazione Lega del Filo d’Oro e Dea Palmitessa, Area Manager Area Public Sector Centro Nord, UniCredit S.p.A., con la moderazione di Stefano Arduini, Direttore Vita.”Il 2024 per noi è stato un anno particolarmente significativo: il 20 dicembre, infatti, la Lega del Filo d’Oro ha compiuto sessant’anni. Abbiamo scelto di celebrare questo traguardo con lo sguardo rivolto alle sfide che ancora ci attendono, a cominciare dall’apertura di nuovi Centri e Sedi in regioni in cui non siamo presenti e dall’attuazione della riforma della disabilità, ma con la solida consapevolezza della forza delle nostre radici e della vicinanza di tanti sostenitori – ha dichiarato Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro – La presentazione del Bilancio Sociale rappresenta un momento importante non solo per restituire con trasparenza il lavoro svolto, ma anche per fermarci a riflettere sul senso del nostro agire. Per noi, il verbo ‘misurare’ non richiama adempimenti burocratici che vincolano il fare, ma è l’elemento che sta alla base di un agire costantemente proiettato verso il futuro. È un modo per non essere costretti a rincorrere le cose, ma anche per sapere quanto e come è possibile alzare via via l’asticella, per crescere in maniera sostenibile. Insieme abbiamo scritto una grande storia, ma davanti – insieme – abbiamo un grande futuro da costruire”. LEGGI TUTTO

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    Nagel (Mediobanca): MPS ha storia travagliata, distruggerebbe valore con dis-sinergie

    (Teleborsa) – “Siccome l’offerta di Banca Monte dei Paschi di Siena è in azioni, dobbiamo guardare alle principali aree di rischio della banca, e l’ultima parte della sua storia è stata problematica”. Lo ha affermato Alberto Nagel, CEO di Mediobanca, nella conference call che ha seguito l’approvazione del comunicato dell’emittente sull’OPS della banca senese, che è partita oggi.Quello di MPS è “una storia travagliata”, ha detto Nagel, sottolineando che ci sono stati “aumenti di capitale di circa 25 miliardi di euro negli ultimi 20 anni, con un quota di mercato erosa di circa 1/3 nell’ultimo decennio sia su prestiti che su depositi, e un modello di business diluito”. Inoltre, “le recenti performance sono state guidate dal margine di interesse (2x negli ultimi 3 anni, trainato dagli elevati tassi di interesse) e dai benefici fiscali”, mentre “rimangono rischi significativi, tra cui la qualità degli attivi, la bassa densità di RWA e la vulnerabilità ai rischi macro e legali (a circa il 35% del CET1).In merito al modello di business, Nagel ha detto che si tratta di “una banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata con basso potenziale di crescita che diluisce il marchio, la reputazione e il franchising di Mediobanca, senza portare a nessun miglioramento nell’offerta ai clienti Mediobanca”. Inoltre, “l’entità combinata distrugge valore attraverso dis-sinergie: impatto negativo di circa 460 milioni di euro (fino a 665 milioni di euro in caso di mancata fusione)” e “non c’è alcun beneficio sulle DTA con un’accettazione inferiore al 50% – e sappiamo che la soglia minima è stata posta al 35% – mentre c’è un deficit MREL in caso di mancata fusione”.Nagel ha sottolineato che la governance sarebbe “piuttosto complessa, attraverso una struttura piramidale con gli stessi azionisti che hanno una presenza significativa in tre istituti finanziari sistemici”. “Una cosa ancora più importante è che il corrispettivo è inadeguato dal punto di vista finanziario – ha evidenziato – Con una diluizione superiore al 10% degli utili ricorrenti e lo stesso impatto anche sul dividendo per azione”. Al rapporto di cambio proposto (2,533x), gli azionisti di Mediobanca “sarebbero esposti a oltre il 60% dei rischi e delle disinergie derivanti dalla combinazione (ipotizzando un’accettazione del 100%)”, ha detto Nagel, ribadendo che “l’offerta non è attraente e il corrispettivo è finanziariamente inadeguato”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, crescono a maggio gli ordinativi di macchinari nel settore privato

    (Teleborsa) – Aumentano gli ordini di macchinari del settore privato in Giappone a maggio. È quanto emerso dall’ultimo report dell’Istituto di Ricerca Economica e Sociale del Giappone (ESRI). Il totale degli ordinativi al settore privato segna un incremento su base mensile del 19,8% dopo il -4% riportato ad aprile. Calano dello 0,6% gli ordini core, cioè al netto delle componenti più volatili, dopo il -9,1% precedente e contro il -1,4% del consensus. Al dato complessivo degli ordini, che risulta in aumento del 3,8% dopo il -2,3% precedente, ha contribuito l’incremento di quelli governativi (+25,2%) rispetto al calo di quelli esteri (-6,4%). LEGGI TUTTO

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    Dazi: Ue vuole trattare con Trump, no rappresaglie (per ora)

    (Teleborsa) – Niente pugno di ferro: l’Unione europea sceglie (ancora) la via strada del dialogo con gli Stati Uniti e congela le rappresaglie commerciali, nonostante la minaccia arrivata da Donald Trump di dazi generalizzati al 30% sui prodotti europei a partire dal primo agosto.”Estenderemo la sospensione delle contromisure fino all’inizio di agosto”, ha annunciato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, prima ancora della riunione degli ambasciatori dei 27 in cui era atteso un punto sullo stato delle trattative con l’amministrazione Usa, con un importante giro di tavolo sull’annuncio del tycoon. Per ora vince, insomma, il fronte della prudenza.La sospensione delle contromisure Ue in risposta ai dazi Usa su acciaio e alluminio, disposta per 90 giorni ad aprile, sarebbe infatti scaduta alla mezzanotte di lunedì. Ora il congelamento durerà almeno altre due settimane, per “usare al meglio il tempo disponibile per una soluzione negoziata”, ha spiegato von der Leyen. Ovviamente, qualora non si riuscisse a trovare un punto di caduta, Bruxelles non starebbe a guardare. “Siamo sempre stati chiari sul fatto che preferiamo una soluzione negoziata. Questo rimane vero”, ha detto von der Leyen sottolineando che si lavora ad un piano b. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – continueremo a prepararci per le contromisure. Siamo pienamente pronti”. Due, in particolare, le misure al vaglio : un primo pacchetto da quasi 21 miliardi di euro, che colpisce prodotti americani in risposta ai dazi su acciaio e alluminio, e un secondo da 72 miliardi contro i dazi “universali” in via di finalizzazione: un passaggio politico al riguardo è però atteso già oggi al Consiglio Esteri ‘Trade’ a Bruxelles. LEGGI TUTTO

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    Unicredit: uso illegittimo del Golden Power, campagne aggressive e spesso fuorvianti

    (Teleborsa) – UniCredit “valuta positivamente la decisione del TAR in accoglimento del proprio ricorso”. Questa “è una prova inequivocabile che il modo in cui il Golden Power è stato utilizzato è illegittimo, tanto da richiedere l’emissione di un nuovo decreto, poiché quello adottato il 18 aprile è stato annullato dalla Corte”. E’ quanto riferisce una nota di Unicredit in merito all’offerta pubblica di scambio sulla totalità delle azioni ordinarie di Banco BPM. “Alla luce delle varie dichiarazioni e interpretazioni, in alcuni casi fuorvianti, diffuse in relazione alla sentenza del TAR”, UniCredit “ritiene necessario e responsabile fornire chiarimenti inequivocabili a tali osservazioni, presentando i fatti così come delineati nella sentenza stessa”. La stessa sentenza, peraltro, “di per sé dimostra la fondatezza dei rilievi di UniCredit in merito alle incertezze derivanti dalle prescrizioni del Golden Power e dalla loro applicazione nel caso di specie, richiedendo al TAR quasi 100 pagine per fare chiarezza al riguardo. La fondatezza del ricorso di UniCredit è stata chiaramente sottolineata dal TAR”.Di quattro prescrizioni, sottolinea Unicredit nella nota, “due sono state annullate: la predefinizione di un rapporto tra impieghi e depositi e il mantenimento sine die del livello del project financing. Una terza prescrizione, relativa ad Anima, è stata chiarita e implicitamente modificata nella misura in cui il TAR ha accolto e formalizzato la diversa interpretazione della prescrizione proposta dal MEF pochi giorni prima della prima udienza del Tribunale e poi presentata formalmente al Tribunale nell’ambito delle difese svolte”. Pertanto, “non sussiste più un obbligo, e si fa piuttosto riferimento a una indicazione programmatica a mantenere i titoli italiani in Anima, nel rispetto dei doveri fiduciari nei confronti dei clienti cui tali asset appartengono”.UniCredit “non commenterà le specifiche dichiarazioni rilasciate da BPM sia sulla vicenda che sull’Offerta di UniCredit, né sull’uso anomalo da parte di BPM di ogni iniziativa disponibile per ostacolare l’offerta, indipendentemente dal suo merito”.Tuttavia, UniCredit sottolinea nella nota che “la decisione finale riguardo al merito e all’attrattività di qualsiasi offerta dovrebbe sempre spettare agli azionisti”. Purtroppo, “quegli azionisti sono stati esposti non solo all’uso illegittimo del Golden Power insistentemente invocato da BPM, ma anche a comunicazioni e campagne ingiustificatamente aggressive e spesso fuorvianti, volte a screditare sia l’Offerta che l’offerente”. In questo contesto “di profonda incertezza, gli azionisti di BPM potrebbero essere stati privati di un’opzione, i cui termini erano stati equamente stabiliti e, come chiaramente evidenziato da UniCredit al momento del lancio dell’Offerta, avrebbero potuto essere già stati migliorati se ci fosse stato un ordinato processo di OPS”. UniCredit “valuterà ora tutte le iniziative opportune in maniera tempestiva”.Su asset Russia TAR non ha piena giurisdizione In merito alla cessazione delle attività o alla cessione degli asset di UniCredit in Russia (prescrizione che non include i pagamenti, come specificato dal MEF), “il TAR ha dichiarato di non avere piena giurisdizione in materia”, si legge nella nota di Piazza Gae Aulenti. “Come affermato dal TAR, la competenza a valutare la questione è appannaggio della BCE e UniCredit sta già ottemperando alle richieste della BCE”. LEGGI TUTTO

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    Armi all’Ucraina e sanzioni alla Russia: Trump pronto alla svolta contro Putin

    (Teleborsa) – “Lo so. Vedrete cosa succederà”. È quanto ha affermato Donald Trump commentando, con i giornalisti, l’attacco di droni russi contro un ospedale per la maternità a Kharkiv, in Ucraina. Dichiarazioni che seguono l’annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti di “un’importante dichiarazione sulla Russia” prevista per lunedì prossimo. Affermazioni che fanno pensare a una svolta di Trump contro Vladimir Putin, dopo aver tentato inutilmente per quasi sei mesi di convincerlo a trattare la pace con Kiev.Nel frattempo Trump ha annunciato alla Nbc di aver raggiunto un accordo con la Nato in base al quale affinché gli Stati Uniti invieranno armi all’Ucraina tramite l’Alleanza la Nato pagherà tali armi “al cento per cento”. “Invieremo armi alla Nato, e la Nato pagherà tali armi al cento per cento – ha dichiarato il presidente Usa –. Invieremo i Patriots alla Nato, e poi la Nato li distribuirà”.Secondo la Reuters, Trump invierà armi a Kiev, per la prima volta dal suo ritorno in carica, utilizzando un potere presidenziale frequentemente utilizzato dal suo predecessore, Joe Biden. Il team del presidente sceglierà gli armamenti da spedire in Ucraina dalle scorte statunitensi in base alla Presidential Drawdown Authority. Il pacchetto potrebbe valere circa 300 milioni di dollari e, oltre ai Patriot, potrebbe includere razzi offensivi a medio raggio. Finora, l’amministrazione Trump aveva inviato forniture belliche a Kiev solo in base alle precedenti autorizzazioni date da Biden. La Presidential Drawdown Authority consente al presidente di attingere dalle scorte di armi per aiutare gli alleati in caso di emergenza.Per esercitare pressione sulla Russia Trump è pronto a usare anche sanzioni secondarie. Entro fine mese verrà votato un disegno di legge bipartisan, sponsorizzato dal senatore repubblicano Lindsey Graham e dal collega democratico Richard Blumenthal, che prevede dazi del 500% sulle merci importate da Paesi che continuano ad acquistare petrolio, gas, uranio e altre merci russe, colpendo nazioni come Cina e India, che rappresentano circa il 70% del commercio energetico russo e finanziano gran parte del suo sforzo bellico. Un provvedimento molto temuto da Mosca perché rischia di minare l’appoggio dei suoi principali alleati. Trump ha preteso una modifica per firmare la legge, ossia riservare solo al presidente, e non al Congresso, la decisione se usarla o meno, restando così l’unico arbitro della partita. LEGGI TUTTO

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    Ue, incontro Meloni-Dombrovskis: focus su patto di stabilità e spese difesa

    (Teleborsa) – Le prospettive dell’economia europea e globale, l’importanza di promuovere la competitività delle imprese e il connesso processo di semplificazione della normativa comunitaria. Questi i temi al centro del confronto, avvenuto ogi a Palazzo Chigi, tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il commissario europeo all’Economia, alla produttività, all’attuazione e alla semplificazione, Valdis Dombrovskis.”Particolare attenzione – fa sapere Palazzo Chigi in una nota – è stata riservata all’interazione tra l’attuazione del patto di stabilità e crescita e le spese per la sicurezza”. Un’esigenza, quella di allentare il patto di stabilità per finanziare le maggiori spese in difesa concordate con gli alleati, senza penalizzare i paesi già in deficit, rappresentata a più riprese dal governo e che vede il negoziato in salita.”Ottimo incontro con Giorgia Meloni dopo la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina 2025. Abbiamo discusso degli sviluppi economici, dell’importanza di aumentare la competitività e dell’aumento della spesa per la difesa. Grato all’Italia, e personalmente al Primo Ministro Meloni, per il suo fermo sostegno all’Ucraina” ha commentato su X Dombrovskis. LEGGI TUTTO