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    Trump minaccia nuovi dazi a chi tassa hi-tech Usa

    (Teleborsa) – Donald Trump alza ancora i toni con l’Ue – senza però citarla direttamente – minacciando dazi punitivi e restrizioni nella fornitura di chip a fronte di tasse e regolamenti sul digitale che colpirebbero a suo dire solo le Big Tech Usa. La Commissione europea ha replicato con fermezza, rivendicando il “diritto sovrano dell’Ue e dei suoi Stati membri a regolamentare le attività economiche sul proprio territorio”, ha detto la portavoce Paula Pinho.Non c’è dubbio però che le parole del tycoon sono un nuovo fattore di incertezza sulle relazioni commerciali transatlantiche, a neppure una settimana dall’accordo quadro tra Bruxelles e Washington sui dazi, raggiunto dopo settimane di negoziati e in scia all’intesa politica di fine luglio.Nel dettaglio, il Presidente Usa si è scagliato sul social Truth contro chi attacca le “nostre incredibili aziende tecnologiche americane”. Tasse digitali, legislazione sui servizi digitali e le normative sui mercati digitali, ha detto, sarebbero “tutte progettate per danneggiare o discriminare la tecnologia americana- “. Al contempo “scandalosamente”, Bruxelles darebbe “il via libera alle più grandi aziende tecnologiche cinesi”. Se tali “azioni discriminatorie” non saranno rimosse “in qualità di presidente degli Stati Uniti, imporrò dazi aggiuntivi sostanziali sulle esportazioni di quel Paese verso gli Stati Uniti e istituirò restrizioni all’esportazione sulla nostra tecnologia e sui nostri chip altamente protetti”. LEGGI TUTTO

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    BoE, Mann: mantenimento più persistente del tasso di riferimento è appropriato

    (Teleborsa) – “Un mantenimento più persistente del tasso di interesse di riferimento è appropriato in questo momento, per mantenere l’orientamento restrittivo (ma non ancora più restrittivo) della politica monetaria necessario per contrastare la persistenza dell’inflazione”. Lo ha affermato Catherine Mann, che fa parte del comitato di politica monetaria della Bank of England (BoE), a un evento del Banco de Mexico.”Tuttavia, sono pronta a un’azione politica decisa, sotto forma di tagli più ampi e rapidi del tasso di riferimento, qualora i rischi al ribasso per la domanda interna dovessero materializzarsi – ha aggiunto – È necessaria una strategia politica attiva per comunicare chiaramente il percorso attuale e futuro della politica monetaria, il che migliorerà il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, in particolare in un contesto di volatilità dell’inflazione e dei mercati finanziari”.Mann ha ricordato che “l’inflazione è al di sopra dell’obiettivo da quattro anni (esclusi tre mesi al 2% o meno nel 2024)” e che “nella previsione di base si prevede che rimarrà al di sopra dell’obiettivo per altri otto trimestri”. “Le ricerche più recenti sul nesso aspettative-salari-prezzi mi portano a concludere che la persistenza dell’inflazione è maggiore del giudizio incorporato nella previsione di base: la persistenza dell’inflazione è il mio caso centrale”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    UE, vigili del fuoco professionisti salgono a 390.600 nel 2024

    (Teleborsa) – Nel 2024, i paesi dell’Unione europea contavano complessivamente 390.600 vigili del fuoco professionisti, pari allo 0,19% dell’occupazione totale nell’UE. Rispetto al 2023, il numero di vigili del fuoco è aumentato di 28.200 unità. Lo rende noto l’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat).Tra i 20 paesi dell’UE con dati disponibili, la Croazia ha registrato la quota più alta di vigili del fuoco sull’occupazione totale (0,45%). Segue la Grecia con lo 0,41%, seguita dalla Repubblica Ceca con lo 0,34%.Le quote più basse sono state registrate nei Paesi Bassi (0,07%), in Danimarca (0,08%) e in Svezia (0,10%).In tutta l’UE, il 75,2% di tutti i vigili del fuoco professionisti aveva un’età compresa tra 15 e 49 anni. Si tratta di una forza lavoro notevolmente più giovane rispetto all’occupazione totale nell’UE, dove solo il 64,8% dei lavoratori rientra in questa fascia d’età.Nel 2023, i governi dell’UE hanno speso 40,6 miliardi di euro per i “servizi di protezione antincendio”, con un aumento dell’8,5% della spesa pubblica per questa funzione rispetto al 2022 (37,4 miliardi di euro).L’aumento della spesa per i servizi di protezione antincendio in termini assoluti è tuttavia in linea con gli aumenti di altre funzioni, tanto che i servizi di protezione antincendio hanno rappresentato costantemente lo 0,5% della spesa pubblica totale dal 2017.Nel 2023, la Romania ha registrato la quota più elevata di spesa per i servizi di protezione antincendio, pari allo 0,9% della spesa pubblica totale, seguita da Estonia e Grecia con lo 0,7% ciascuna. Al contrario, la Danimarca ha registrato la quota più bassa di spesa per i servizi di protezione antincendio (0,1%), seguita da Malta (0,2%), Portogallo e Austria (entrambi 0,3%). LEGGI TUTTO

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    Stellantis paga 190,6 milioni di dollari di multe in USA per norme su risparmio carburante

    (Teleborsa) – Stellantis, colosso italo-francese dell’automotive e società madre della statunitense Chrysler, ha pagato quest’anno 190,6 milioni di dollari di sanzioni per non aver rispettato i requisiti di risparmio di carburante negli Stati Uniti. È quanto emerge dal rapporto annuale della National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA).In particolare – scrive Reuters, a cui l’azienda ha confermato le cifre – Stellantis ha pagato 112,3 milioni di dollari a giugno e 78,3 milioni di dollari a marzo per le carenze dei modelli degli anni 2019 e 2020. In totale, Stellantis ha pagato 773,5 milioni di dollari dal 2018. LEGGI TUTTO

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    de Cos (BIS): banche centrali necessitano di indipendenza e solido quadro giuridico

    (Teleborsa) – “Le basi che consentono alle banche centrali di mantenere la stabilità dei prezzi e, in particolare, di preservare la fiducia nella moneta. Queste basi si fondano su tre pilastri istituzionali fondamentali: un chiaro mandato di stabilità dei prezzi, indipendenza e responsabilità”. Lo ha detto Pablo Hernández de Cos nel suo primo discorso come General Manager della Bank for International Settlements (BIS).Le parole di de Cos, ex governatore della Banca di Spagna, arrivano dopo che Donald Trump ha ripetutamente criticato il presidente della Fed Jerome Powell e ha annunciato il licenziamento di Lisa Cook, che fa parte del Board of Governors della Federal Reserve.”L’indipendenza consente alle banche centrali di prendere decisioni di politica monetaria basate su considerazioni economiche nell’interesse pubblico a lungo termine, libere da interferenze politiche a breve termine – ha detto de Cos – Questo le aiuta ad agire in modo rapido e credibile in risposta ai rischi per la stabilità dei prezzi. Inoltre, protegge le banche centrali dalle pressioni a utilizzare la politica monetaria per finanziare i deficit di bilancio pubblico”.”Le banche centrali necessitano di indipendenza istituzionale, funzionale, personale e finanziaria, tutte supportate da un solido quadro giuridico”, ha aggiunto.Secondo il numero uno della BIS, “un chiaro mandato di stabilità dei prezzi, l’indipendenza e la responsabilità sono l’ancora, lo scafo e l’albero maestro della nave della politica monetaria”. LEGGI TUTTO

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    Francia, Scope: le conseguenze del voto di fiducia sono credit negative

    (Teleborsa) – Il voto di fiducia indetto dal Primo Ministro francese François Bayrou l’8 settembre, in vista del dibattito parlamentare sul bilancio 2026, avviene in un contesto di forte opposizione politica alla proposta di bilancio pluriennale del governo presentata a luglio. I partiti di sinistra, tra cui il Partito Socialista, e il Rassemblement National di estrema destra – che detengono complessivamente 298 seggi, superiori ai 289 che costituiscono la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale – hanno dichiarato che voteranno contro il governo. Lo ricorda Scope Ratings in un report sul tema, affermando che “il crollo del governo – che sarebbe il secondo in meno di un anno – è l’esito più probabile nell’attuale contesto parlamentare”.Le conseguenze sarebbero “credit negative”, date le scelte che lascerebbe al Presidente Emmanuel Macron. O Macron nomina un nuovo Primo Ministro – il quinto in quattro anni – incaricato di formare un nuovo governo o indirà altre elezioni legislative anticipate – le seconde in due anni. L’approvazione del bilancio del prossimo anno con l’attuale parlamento richiederà di diluire il piano di risparmio del governo Bayrou di 44 miliardi di euro, pari a circa l’1,5% del PIL.L’impasse politica compromette la prevista riduzione del deficit di bilancio al 5,4% nel 2025 e al 4,6% nel 2026, dal 5,8% del PIL del 2024. Scope stima che il deficit scenda solo al 5,6% del PIL nel 2025 e al 5,3% nel 2026. L’agenzia di rating tedesca è inoltre più conservativa del governo riguardo alle prospettive di consolidamento fiscale a lungo termine, in particolare a causa dei tassi di rifinanziamento più elevati della Francia. In particolare, prevede che la spesa per interessi netti salirà a circa il 4% delle entrate pubbliche nel 2025, dal 3,6% del 2024, in linea con quella del Belgio (3,8%), ma comunque inferiore a quella della Spagna (5,2%) e del Regno Unito (6,6%). Analogamente, i rendimenti dei titoli di Stato decennali francesi sono aumentati moderatamente ma costantemente al 3,5%, convergendo con quelli di Spagna e Italia.Alla luce di queste proiezioni fiscali più deboli, Scope prevede che il rapporto debito/PIL della Francia continuerà ad aumentare fino a circa il 122% entro il 2030, dal 113% del 2024, superando l’obiettivo del governo del 117% nel 2029.”L’incertezza politica in vista delle elezioni comunali di marzo 2026 e delle elezioni presidenziali di aprile-maggio 2027 rimane una sfida chiave per il credito – si legge nel report firmato da Thomas Gillet e Brian Marly – Le prospettive di bilancio a medio termine della Francia rimangono quindi limitate da un panorama politico frammentato, da una maggiore polarizzazione politica e da un calendario elettorale che ostacola il compromesso politico sulle riforme economiche e di bilancio”.(Foto: Anthony DELANOIX su Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Nucleare, Pichetto: su questa sfida dobbiamo andare fino in fondo

    (Teleborsa) – Sul nucleare “oggi c’è una legge delega che ora va in Parlamento, con i tempi che vorrà darsi. Qualche mese se vorrà fare audizioni, consultazioni”. Poi “dal momento dell’approvazione di quella legge delega” nei “12 mesi mesi successivi dobbiamo costruire tutto il quadro giuridico” con “le procedure di autorizzazione che dovranno dire come e dove si fa quali sono le caratteristiche tecniche di fondo” e “accompagnare il nostro sistema di formazione”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto PichettoFratin, intervenendo a un dibattito al Meeting di Rimini. Un quadro giuridico, ha aggiunto, “che risponde all’obiettivo” di “mettere questo Paese tra 5-6 anni nella condizione di non dover rispondere ‘non abbiamo la regolamentazione dobbiamo fermarci’. Fermarsi 5-6 anni vuol dire diventare da un Paese ricco, un Paese povero”. “Su questa sfida dobbiamo andare fino in fondo”, ha puntualizzato il Ministro. Qualcuno già contesta il costo” ha aggiunto “ma il conto dovrà essere fatto al momento opportuno, quindi sul costo del kwh che arriverà nel contatore, non adesso. È assurdo oggi andare a contestare un costo che ancora non c’è”.Con il nucleare, ha concluso “dobbiamo mettere il nostro Paese nella condizione di essere e restare nella squadra di testa nel mondo”. LEGGI TUTTO