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    PNRR: a Palazzo Chigi la Cabina di regia per la verifica degli obiettivi dell’ottava rata

    (Teleborsa) – Si è svolta oggi a Palazzo Chigi la Cabina di regia PNRR, convocata e presieduta dal ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, alla presenza dei ministri e dei sottosegretari responsabili, oltre che dell’ANCI, dell’UPI e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, per la verifica dello stato di avanzamento dei 40 obiettivi connessi alla richiesta di pagamento dell’ottava rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per un importo pari a 12,8 miliardi di euro.La Cabina di regia, al termine di una puntuale verifica, ha preso atto dello stato di attuazione delle 12 milestone e dei 28 target previsti nell’ottava rata, tra i quali figurano riforme e investimenti strategici per la crescita della Nazione che coinvolgono tredici Amministrazioni titolari. Tra gli interventi più significativi: la digitalizzazione della Guardia di Finanza, con innovativi sistemi informativi per contrastare la criminalità economica, l’erogazione in ambito scolastico di oltre mille corsi linguistici e metodologici ai docenti, l’attivazione in più di 8mila scuole di progetti per aggiornare l’offerta scolastica e orientare gli studenti verso le competenze STEM, la realizzazione, in ambito culturale, di progetti di valorizzazione culturale e turistica attraverso il sostegno a circa 2mila piccole e medie imprese, oltre alla riqualificazione di circa 50 parchi e giardini storici. Inoltre, con l’ottava rata, è stata verificata l’attuazione delle misure connesse alla dotazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario a 1.400 km di infrastrutture ferroviarie, alla copertura di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione per identificare i rischi idrogeologici sul 90% della superficie delle regioni meridionali, agli interventi per la tutela degli habitat marini e per l’osservazione delle coste, all’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica, al finanziamento in campo universitario di 5.000 Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), all’assunzione di circa 2.300 nuovi ricercatori, all’assegnazione di oltre 550 borse di ricerca e all’erogazione di finanziamenti di progetti di ricerca su malattie rare e altamente invalidanti. Di particolare rilevanza, tra le riforme strategiche conseguite, la riduzione dei ritardi di pagamento delle Amministrazioni centrali e locali, delle Regioni, delle Province autonome e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale. LEGGI TUTTO

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    Amplifon, buyback per oltre 12 milioni di euro

    (Teleborsa) – Amplifon, nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, tra il 16 e il 20 giugno 2025, complessivamente 588.761 azioni ordinarie, pari allo 0,26% del capitale sociale, al prezzo medio unitario di 20,684 euro per azione, per un controvalore pari a 12.178.101,67 euro.Al 20 giugno, Amplifon ha in portafoglio 3.384.891 azioni proprie, pari allo 1,495% dell’attuale capitale sociale.A Piazza Affari, oggi, risultato positivo per la Società leader nelle soluzioni uditive, che lievita del 2,10%. LEGGI TUTTO

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    Titoli di Stato, MEF: in asta venerdì fino a 8,5 miliardi di BTP e CCT

    (Teleborsa) – Venerdì, 27 giugno, andranno in asta complessivamente fino a 8,5 miliardi di euro di BTP a 5 e 10 anni e di CCT indicizzati a 7 anni. Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). In particolare, andranno in asta da 1,25 a 1,50 miliardi di euro di BTP a 5 anni con cedola 2,70%; da 1,25 a 1,50 euro di BTP a 5 anni con cedola 2,95%; da 3 a 3,5 miliardi di euro di BTP a 10 anni con cedola 3,60% e da 1,5 a 2 miliardi di euro di CCTeu a 7 anni con un tasso cedolare semestrale dell’1,674%. Per tutte le emissioni il regolamento è previsto per il 1° luglio prossimo. LEGGI TUTTO

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    MO, Trump bacchetta Israele per violazione del cessate fuoco: “Ora tregua è in vigore”

    (Teleborsa) – Il fragile cessate il fuoco tra Israele e l’Iran è durato poche ore ma la tregua è ufficialmente ancora in vigore. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che sia Israele sia l’Iran hanno violato il cessate il fuoco da lui annunciato poche ore prima e che non era soddisfatto di nessuno dei due Paesi ma in particolar modo di Israele. Parlando ai giornalisti prima di partire per il vertice della Nato all’Aja , Trump ha affermato che Israele ha “sganciato” missili subito dopo aver accettato l’accordo. Ma nel pomeriggio ha assicurato che “Israele non attaccherà l’Iran. Tutti gli aerei – ha detto Trump su Truth – torneranno a casa, mentre faranno un saluto amichevole all’Iran. Nessuno sarà ferito, il cessate il fuoco è in vigore!”. Secondo quanto dichiarato da Israele questa mattina due missili balistici, entrambi intercettati, sono stati lanciati dall’Iran verso Israele dopo che era entrato in vigore un cessate il fuoco. Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato di aver dato istruzioni all’Idf di “rispondere con forza alla violazione del cessate il fuoco da parte dell’Iran con attacchi intensi contro obiettivi del regime nel cuore di Teheran”. Ma l’Iran nega di aver violato la tregua e accusa Israele di aver violato il cessate il fuoco, attaccando il Paese tre volte dopo le 09:00 ora locale. “Israele. Non sganciate quelle bombe. Se lo fate, è una violazione grave. Riportate a casa i vostri piloti, subito! – ha scritto Trump su Truth –. Ora Israele sta per colpire l’Iran a causa di un razzo che non è atterrato da nessuna parte. Devo far calmare Israele adesso Vedrò se riesco a fermarlo”. Nel pomeriggio l’aeronautica militare israeliana ha condotto un attacco contro un radar iraniano a nord di Teheran. L’attacco è stata una risposta al lancio di due missili balistici da parte dell’Iran contro Israele, avvenuto questa mattina dopo l’inizio del cessate il fuoco. Dopo la sfuriata su Truth, Trump e primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno avuto una chiamata, durante la quale, a quanto pare, hanno concordato che un obiettivo “simbolico” sarebbe stato colpito in risposta alla violazione del cessate il fuoco da parte dell’Iran.Secondo quanto riferisce l’ufficio del primo ministro israeliano, “alle 3,00 Israele ha attaccato con forza nel cuore di Teheran, colpendo obiettivi del regime ed eliminando centinaia di membri del Basij e delle forze di sicurezza iraniane. Poco prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco, l’Iran ha lanciato una raffica di missili, uno dei quali ha causato la morte di quattro cittadini israeliani a Bèer Sheva. Alle ore 7,00 è entrato in vigore il cessate il fuoco. Alle 7,06 l’Iran ha lanciato un missile verso Israele e alle 10,25 altri due missili. I missili sono stati intercettati o sono caduti in aree aperte, senza causare vittime né danni. In risposta alle violazioni iraniane, l’Aeronautica israeliana ha distrutto un sistema radar nei pressi di Teheran. A seguito della conversazione tra il presidente Trump e il primo ministro Netanyahu, Israele ha evitato ulteriori attacchi. Durante la conversazione telefonica il presidente Trump ha espresso grande apprezzamento per Israele, che ha raggiunto tutti gli obiettivi della guerra. Ha inoltre espresso fiducia nella stabilità del cessate il fuoco”.Dopo le dure critiche di Trump, che ha accusato sia Israele che l’Iran di aver violato il cessate il fuoco, Netanyahu – a quanto si apprende – ha tenuto una conference call urgente con il ristretto gruppo di ministri e consiglieri che guidano le decisioni sulle guerre in corso. LEGGI TUTTO

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    Piazza Affari in rally insieme al resto d’Europa

    (Teleborsa) – Seduta tonica per la borsa di Milano, così come per le altre borse europee, per effetto della tregua tra Israele e Iran annunciata dal presidente USA, Donald Trump. Anche sul mercato USA si registrano scambi al rialzo per l’S&P-500. Il governatore della banca centrale americana, Jerome Powell, ha detto che la Federal Reserve non ha fretta di tagliare i tassi e può permettersi di attendere una maggiore chiarezza sull’impatto dei dazi. La scadenza della sospensione delle tariffe commerciali è prevista a luglio, quando scadrà la pausa di 90 giorni concessa dal Tycoon sui dazi reciproci.Sul versante macroeconomico, migliorano le condizioni economiche in Germania a giugno secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’IFO Institute, che incorpora le aspettative sui mesi a venire. L’indice IFO si è attestato al livello più alto degli ultimi dodici mesi.Leggera crescita dell’Euro / Dollaro USA, che sale a quota 1,162. L’Oro crolla a 3.316,6 dollari l’oncia, lasciando sul tavolo l’1,55%. Prevalgono le vendite sul petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua la giornata a 65,16 dollari per barile, in forte calo del 4,90%.Lo Spread tra il rendimento del BTP e quello del Bund tedesco si riduce, attestandosi a +92 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,39%.Tra i listini europei incandescente Francoforte, che vanta un incisivo incremento dell’1,60%, incolore Londra, che non registra variazioni significative, rispetto alla seduta precedente, e buoni spunti su Parigi, che mostra un ampio vantaggio dell’1,04%. Pioggia di acquisti sul listino milanese, che porta a casa un guadagno dell’1,63% sul FTSE MIB; sulla stessa linea, chiude in corsa il FTSE Italia All-Share, che termina gli scambi a 41.899 punti.Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, in primo piano Banca MPS che mostra un forte aumento del 7,03%, dopo aver visto Bank of America alzare il giudizio a Buy e spinta dalle indiscrezioni di un prima via libera della BCE all’OPS su Mediobanca (+4,21%). Tra le altre banche, svetta Unicredit che segna un importante progresso del 3,98%.I più forti ribassi, invece, si sono verificati su ENI, che ha archiviato la seduta a -2,54%.Vendite su Tenaris, che registra un ribasso del 2,44%.Seduta negativa per Saipem, che mostra una perdita del 2,09%.Sotto pressione Campari, che accusa un calo dell’1,87%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, RCS (+4,97%), Cementir (+4,84%), Sesa (+4,67%) e OVS (+4,18%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Moltiply Group, che ha archiviato la seduta a -2,28%.Scivola D’Amico, con un netto svantaggio dell’1,63%. LEGGI TUTTO

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    Italgrob e AFDB: “Filiera Ho.Re.Ca. con oltre 107 miliardi di fatturato e 1,5 milioni di addetti”

    (Teleborsa) – Nel 2024, la filiera Ho.Re.Ca. ha registrato 107,1 miliardi di fatturato (+23% rispetto al 2019) e 53,8 miliardi di Valore Aggiunto, occupando 1,5 milioni di addetti in 382mila imprese e svolgendo al contempo investimenti per 2,7 miliardi di euro. È quanto emerge dal Rapporto strategico 2025 “Nutrire il Paese, connettere le persone. L’Horeca come ecosistema”, presentato alla Camera dei Deputati da Italgrob (Federazione Italiana Distributori Horeca) e AFDB (Associazione per la formazione e lo sviluppo della Distribuzione Horeca) e curato da The European House – Ambrosetti (TEHA Group). La ricerca ha inteso valorizzare l’ecosistema che sostiene i consumi alimentari fuori casa in Italia e comprendere l’evoluzione dello scenario di riferimento per il settore Ho.Re.Ca.Il peso della Distribuzione Ho.Re.Ca. Come emerge dallo studio, la Distribuzione Ho.Re.Ca. nel 2024 ha generato 15,3 miliardi di euro di fatturato e 2,7 miliardi di euro di Valore Aggiunto, occupando 57mila addetti tra diretti e indiretti, categoria che include i lavoratori stagionali, gli agenti in Partita Iva e i servizi logistici. L’universo della Distribuzione Ho.Re.Ca. conta circa 3.400 imprese attive e ha effettuato investimenti per 107 milioni di euro. Nel 2024, i distributori di sole bevande incidono per circa un quarto del fatturato totale registrato dalla Distribuzione Ho.Re.Ca. (26,8%), mentre la quota principale rimane quella gestita dai grossisti specializzati food (47,4%).L’importanza dei consumi fuori casaI consumi alimentari, in casa e fuori casa, appaiono stagnanti da più di un decennio. Tuttavia, i consumi sono una variabile chiave per il sistema Paese: rilanciare i consumi fuori casa è sinonimo di crescita e di sviluppo sociale. I consumi alimentari e non rappresentano quasi il 60% del PIL italiano nel 2024. La spesa per consumi alimentari dimostra, inoltre, forte eterogeneità rispetto alle Regioni italiane: al Sud Italia la spesa alimentare “out of home” vale circa il 60% rispetto al Nord Italia.Filiera agroalimentare, asset strategicoLa filiera agroalimentare estesa, all’interno della quale l’Ho.Re.Ca. svolge un ruolo chiave nel sostegno ai consumi alimentari fuori casa, portando sulla tavola degli italiani i prodotti agroalimentari, è un asset strategico per la competitività del Paese, tra le più rappresentative del Made in Italy e in crescita negli ultimi anni nonostante il contesto macroeconomico: senza di essa il 20% del PIL non potrebbe essere generato: 263 miliardi di euro di fatturato, di cui 186 miliardi del Food & Beverage e 77 miliardi del comparto agricolo.Italgrob e le sfide futureSecondo gli associati di Italgrob, interpellati nella ricerca per monitorare e analizzare il sentiment degli operatori della Distribuzione Ho.Re.Ca. sullo scenario dei consumi fuori casa in Italia e sulle evoluzioni per il comparto, la riduzione del potere d’acquisto (92%) sarà per le aziende di settore il fattore più sfidante nel prossimo futuro. Per acquisire un vantaggio competitivo rilevante nel lungo periodo, le realtà operanti nella filiera estesa dell’Ho.Re.Ca. dovranno investire nell’immediato futuro tenendo in considerazione aspetti come l’inverno demografico (le persone sole sopra i 65 anni dedicano all’Ho.Re.Ca. appena il 2,4% della propria spesa media mensile, rispetto all’8,3% dei giovani tra i 18 e i 34 anni); la polarizzazione dei consumi; la sostenibilità; l’Intelligenza Artificiale.L'”Agenda per la Distribuzione Ho.Re.Ca.”TEHA ha identificato alcune linee guida di indirizzo per le Istituzioni e i decisori politici, sintetizzate nell'”Agenda per la Distribuzione Ho.Re.Ca.”, basata su tre azioni: ottenere un riconoscimento istituzionale per gli operatori, tramite una normativa condivisa o l’istituzione di un “elenco speciale” dei distributori; favorire la transizione sostenibile del settore rafforzandone la competitività, tramite, ad esempio, l’introduzione di un sistema di restituzione controllata per gli imballaggi in plastica; potenziare, infine, la digitalizzazione del settore intervenendo su formazione e competenze.”La frase contenuta nel Rapporto Italgrob, ‘Nutrire il Paese, connettere le persone’ è evocativa – ha detto Francesco Battistoni, segretario di Presidenza della Camera dei Deputati –. Sintetizza perfettamente la solidità del sistema Italia e dei suoi settori strategici che, in un momento nel quale le grosse crisi internazionali stanno creando profonde incertezze, riescono a mantenere intatte e forti le loro catene del valore. Una solidità che nasce dalle imprese, dalla loro capacità di innovarsi e di essere al passo con le sfide legate alla competitività. In questo panorama certamente i consumi fuori casa, di cui il settore Horeca è leader, hanno la capacità di generare quel valore incentivante che porta sulla tavola degli italiani i prodotti della filiera agroalimentare nazionale, valorizzandone gli elementi di qualità, peculiarità e valori distintivi. Grazie al settore Horeca, l’Italia può contare su una filiera di riferimento che contribuisce a promuovere il nostro Made in Italy e l’italianità nel mondo”.”La filiera agroalimentare è fondamentale, non solo per la straordinaria biodiversità del nostro Paese e per il valore che rappresenta per la nostra economia – ha dichiarato Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, coordinamento della politica economica e di programmazione degli investimenti pubblici –. Ogni servizio che questo settore eroga consente di contrastare il depopolamento di alcune realtà e favorire un presidio sul territorio a garanzia della sicurezza. Si tratta di un lavoro essenziale di valorizzazione dell’ecosistema sociale. Occorre, infatti, guardare in maniera olistica al contributo che ogni filiera può offrire. Il Governo sta lavorando sugli investimenti per rilanciare le infrastrutture, sbloccare i cantieri, favorire la mobilità nelle città e province e garantire l’internazionalizzazione delle nostre imprese. In tal senso intendiamo proseguire questa interlocuzione per discutere insieme delle strategie volte a rendere sostenibili i processi di transizione in corso”.”Il Governo – ha rilevato Giorgio Salvitti, Commissione Finanze del Senato della Repubblica, delegato dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida – è particolarmente attento a questo settore, che incide in maniera significativa sul Pil del nostro Paese. Non a caso, abbiamo investito risorse consistenti nella Legge Finanziaria. Inoltre, abbiamo creato un elenco speciale di chi opera in questo settore, nell’ottica di definire insieme le linee guida di un comparto che abbraccia più articolazioni dello Stato: non solo l’agroalimentare, ma anche il turismo e la logistica. È necessario, quindi, garantire un sostegno economico a tutta la filiera date le sfide attuali e il nuovo riassetto a livello globale. Condividiamo gli stessi obiettivi, ovvero, far crescere l’Italia e puntare sulla qualità dei nostri prodotti”.”In Italia, per anni è mancata una vera politica industriale, poiché – ha dichiarato Gianluca Cantalamessa, membro della Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione agroalimentare del Senato della Repubblica – si è diffusa l’idea che sia lo Stato a dover generare ricchezza a causa di un pregiudizio radicato nei confronti delle imprese. Al contrario, noi crediamo che lo Stato debba supportare l’iniziativa imprenditoriale. Stiamo cercando, in tal senso, di adottare misure che guardino al medio e lungo periodo. L’Italia deve iniziare a pensare al 2070 e al 2080. ‘Nutrire il Paese’ significa molto più che semplicemente sfamarlo: vuol dire valorizzare l’intera filiera agroalimentare, creare luoghi di socialità, presidiare il territorio, rafforzare l’identità nazionale. È, in definitiva, una vera e propria missione. Quando parliamo del settore Ho.Re.Ca., non ci riferiamo soltanto a un comparto economico, ma a un ambito sociale fondamentale per il benessere e la coesione del Paese”.”I dati emersi dal Rapporto Strategico 2025 – ha detto Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob – confermano l’importanza dell’intera filiera Ho.Re.Ca. come motore economico e sociale per il nostro Paese. La Distribuzione Ho.Re.Ca. rappresenta un pilastro su cui si regge il sistema dei consumi fuori casa. Gli investimenti sostenuti nel 2024 dimostrano l’impegno del comparto verso l’innovazione, la sostenibilità e la modernizzazione del servizio. Per rilanciare la crescita e favorire le imprese occorrono norme chiare, misure di sostegno, incentivi fiscali e un quadro regolatorio che accompagni la transizione digitale e ambientale. Il settore è pronto a fare la sua parte: ora serve un’Agenda condivisa per valorizzare un ecosistema che contribuisca ogni giorno alla competitività del Made in Italy e al benessere sociale”.”Il Rapporto Strategico 2025 – ha detto Febo Leondini, presidente di AFDB – ha tre grandi pregi: il primo è quello di costituire per la prima volta una base conoscitiva uniforme di tutto il mondo dei consumi fuori casa; il secondo riguarda il fatto che per la prima volta viene affrontato il tema dello Shared Value, quindi del valore condiviso di tutto l’ecosistema del fuori casa; il terzo è che mettendo insieme questo rapporto con quello che TEHA fa da anni, abbiamo uno spaccato completo dei consumi alimentari italiani”.”Il Rapporto – ha affermato Dino Di Marino, direttore generale Italgrob – è la fotografia realistica della capacità della filiera Ho.Re.Ca. di contribuire alla crescita e allo sviluppo del Sistema Paese. I consumi fuori casa sono una realtà consolidata, un potente collante che sul territorio incrocia le esigenze delle persone, le attività imprenditoriali, le produzioni agroalimentari, in un ecosistema innovativo e sostenibile. Italgrob è da sempre attenta a queste dinamiche, nella consapevolezza che occorra impegnarsi a 360 gradi per sostenere in maniera concreta il settore della distribuzione Ho.Re.Ca., anche attraverso una costante sensibilizzazione verso le istituzioni”.”Tramite l’attivazione di catene di fornitura e subfornitura, la filiera estesa dell’Horeca – ha sottolineato Benedetta Brioschi, Partner e Responsabile Scenario Food&Retail e Sustainability, The European House – Ambrosetti – sostiene la generazione di 125,2 miliardi di euro di Valore Aggiunto in Italia, pari al 5,7% del PIL italiano nel 2024. In questo contesto, la Distribuzione Horeca svolga una funzione strategica chiave come anello di congiunzione tra l’industria alimentare e il canale Horeca. Una Distribuzione Horeca moderna, sostenibile e innovativa, sostiene non solo il consumo di prodotti di qualità, ma anche l’intera filiera agroalimentare estesa, tra i pilastri del Made in Italy. Investire nell’Horeca significa rispondere alle richieste dei consumatori: nel 2023, l’incidenza del canale Horeca sulla spesa media familiare per consumi ha raggiunto l’incidenza più alta degli ultimi 10 anni, assestandosi al 5,7% del totale dei consumi e superando il dato del 2019 pre-Covid”. LEGGI TUTTO

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    Welfare in crisi: italiani sfiduciati, imprese sempre più protagoniste

    (Teleborsa) – Per oltre 6 italiani su 10, la futura pensione sarà insufficiente, al punto di dover fare affidamento su altre fonti di reddito (per il 63%), o da non poter smettere di lavorare (17%); mentre i più giovani (il 15% degli under 35) pensano che per loro il loro momento di andare in pensione non arriverà mai. Una sfiducia che trova eco in uno Stato sempre meno di prossimità, in cui se da una parte la sanità pubblica è al primo posto tra i servizi che gli italiani si aspettano, dall’altra questa è la più disattesa (solo 1 italiano su 4 la sente garantita).È questa la fotografia scattata dall’Osservatorio “Change Lab, Italia 2030″, realizzato per il quinto anno consecutivo da Groupama Assicurazioni – prima filiale del Gruppo francese Groupama e tra i più importanti player del settore assicurativo in Italia – in collaborazione con l’istituto di ricerca BVA Doxa per indagare i principali trend che entro il 2030 cambieranno le abitudini di vita delle persone. Quest’anno l’Osservatorio ha analizzato lo stato dell’arte del Welfare attraverso il percepito degli italiani, con un focus specifico sulle piccole e medie imprese (PMI), i cui dipendenti sono stati coinvolti nella survey.Guardando al quadro generale, – continua il report – quasi la metà (44%) degli italiani boccia i servizi statali: a fronte di un’aspettativa di un sistema sanitario accessibile, efficiente e rapido (69%), pensioni adeguate (47%) e servizi di welfare di prossimità (36%), emergono forti attriti tra desideri e realtà. Pagelle nere, dunque, per il settore pubblico, a cui fanno da contraltare ottime prospettive per il welfare privato: circa 4 italiani su 10 godono di una copertura sanitaria (41%) e di pensioni integrative (38%), come parte dell’offerta fornita dal proprio datore di lavoro. Il risultato? Grande soddisfazione nei lavoratori dipendenti che hanno un pacchetto welfare aziendale (46%) tanto che 8 su 10 (82%) lo ritengono un fattore importante nella scelta di un nuovo lavoro.Anche guardando ai prossimi 10 anni, lo scenario non si discosta dalla fotografia attuale: solo il 9% degli italiani si dice fiducioso che lo Stato riuscirà a garantire tutti i servizi essenziali. La maggior parte dei nostri connazionali, invece, ritiene che solo una parte dei servizi sarà garantita (55%) e che sarà necessaria una collaborazione con il settore privato (27%), o che lo Stato non avrà le risorse necessarie e pertanto saranno le aziende a colmare le lacune tramite welfare aziendale (30%), o ancora che si dovrà fare affidamento su risorse individuali (25%).”L’indagine realizzata conferma come, in un contesto socioeconomico come quello attuale, in cui si abbassa il valore delle pensioni, aumenta l’invecchiamento della popolazione e cala la copertura del sistema sanitario nazionale, le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo sociale, a ‘sostituirsi’ allo Stato, colmando alcune lacune del sistema di welfare pubblico e offrendo ai propri dipendenti un supporto concreto in ambiti cruciali come la salute e la previdenza. In questo scenario, il welfare aziendale si configura, per i dipendenti, come la risposta ai bisogni a cui lo Stato non riesce a far fronte e, per le aziende, come una leva strategica per attrarre e fidelizzare i talenti, attraverso uno strumento in grado di rispondere alle necessità emergenti dei lavoratori. In qualità di assicuratori, il nostro impegno è quello di accompagnare questa evoluzione sociale, facilitando la transizione verso un sistema integrato che sappia rispondere con efficacia alle nuove esigenze di tutela e benessere dei cittadini italiani”, commenta Pierre Cordier, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Groupama Assicurazioni.”Il ‘welfare del futuro’ delineato da questa ricerca invita, in un’ottica di lungo periodo, alla fiducia e all’ottimismo. Le preoccupazioni emerse sono reali, ma rappresentano anche la mappa di ciò che possiamo migliorare. Immaginiamo Stato, imprese e cittadini non come corridori isolati su tapis roulant separati, ma come compagni di squadra che si passano il testimone lungo un percorso comune. Ognuno ha un ruolo: il settore pubblico crea il quadro di base, le aziende innovano e supportano, le persone partecipano attivamente alle scelte di benessere. Insieme possiamo trasformare la paura di “non farcela” in energia per costruire nuove soluzioni. È un’economia dell’ottimismo in azione, in cui investire nel capitale sociale – nelle relazioni di fiducia, nella solidarietà, nella salute condivisa – produce dividendi preziosi: lavoratori più sereni, comunità più felici, crescita più sostenibile”, dichiara Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico.I dati dell’Osservatorio Groupama-Doxa mostrano un quadro preoccupante circa la fiducia degli italiani nei confronti del welfare statale. Secondo i nostri connazionali, lo Stato dovrebbe garantire: una sanità accessibile, efficiente e rapida (69%), pensioni adeguate a uno stile di vita dignitoso (47%), servizi di welfare di prossimità (36%), istruzione di qualità (34%), burocrazia snella (28%).Servizi essenziali che però nel percepito degli italiani sono assenti: 2/3 (67%) considerano l’attuale sistema sanitario pubblico inadeguato, mentre meno di 1 lavoratore su 10 (8%) ritiene l’importo della pensione sufficiente a mantenere l’attuale tenore di vita. Ancora più allarmante è che il 44% degli italiani ritiene che nessuno dei servizi essenziali sia oggi garantito dallo Stato. Tra le principali ragioni di sfiducia nel sistema pensionistico statale ci sono: l’incapacità del sistema di garantire una copertura sufficiente (55%), la crisi demografica con il progressivo invecchiamento della popolazione e la bassa natalità (45%), e l’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione e dalle tensioni internazionali in atto (34%).Numeri che portano il 18% dei lavoratori a pensare, una volta in pensione, di trasferirsi all’estero per avere agevolazioni che garantiscano un miglior tenore di vita. Tra i desideri da soddisfare durante il “buen retiro”: occuparsi dei bisogni della propria famiglia e dei propri cari (28%), viaggiare e vedere il mondo (23%), vivere in campagna (15%) e dedicarsi ai propri hobby (14%).In questo scenario, a ridisegnare i confini del welfare del futuro sono proprio i lavoratori, che restituiscono un’immagine chiara di cosa si aspettano. Secondo i lavoratori dipendenti delle Piccole e Medie Imprese intervistati, nei prossimi anni assisteremo a una progressiva integrazione tra welfare statale e aziendale (38%), con quest’ultimo destinato ad acquisire maggiore rilevanza (30%). Per il 20% degli intervistati si profila addirittura un futuro “azienda-centrico”, dove lo Stato avrà un ruolo marginale e le imprese diventeranno i principali fornitori di servizi e benefit per i propri dipendenti.Oltre 8 lavoratori dipendenti su 10 (82%) considerano importante l’offerta di un valido pacchetto welfare ai fini della scelta di un cambio di lavoro e sono proprio loro a delineare cosa debba offrire il “pacchetto welfare” ideale: assicurazione sanitaria integrativa per sé e per la famiglia (57%) e piano pensionistico complementare (56%) guidano la classifica dei benefit più desiderati, seguiti dai servizi di supporto familiare (33%) e dalle convenzioni per assicurare il benessere psicofisico (25%). Per oltre 3 su 10 (31%), inoltre, il pacchetto welfare aziendale del futuro sarà “à la carte”, con le aziende che offriranno un paniere di benefit tra cui scegliere, personalizzando l’offerta in base ai loro specifici bisogni.L’indagine, infine, offre un focus sul mondo assicurativo, sempre sotto la lente dei lavoratori di Piccole e Medie Imprese: una polizza integrativa per salute e/o previdenza incluso tra i benefit dall’azienda è “molto apprezzata” da 1 italiano su 2 (48%), a cui si aggiunge un ulteriore 41% che la ritiene “abbastanza utile” per avere una maggiore serenità. Il 21% degli intervistati l’ha attivata tramite l’azienda, il 10% ne ha una privata, mentre un altro 10% le ha entrambe. Per quanto riguarda la previdenza complementare, il 18% ha una forma di integrazione privata, il 10% tramite l’azienda e un altro 10% le ha entrambe. Numeri che mettono a fuoco anche un’Italia a due velocità: il 46% dei lavoratori che hanno un pacchetto welfare ne è soddisfatto, di contro, il 24% non possiede ancora forme di welfare.”I dati del nostro Osservatorio mostrano con chiarezza quanto sia determinante l’impegno delle aziende italiane per il supporto ai bisogni delle persone. Oggi l’Istat ci dice che in Italia le PMI sono circa 4,9 milioni e costituiscono oltre il 96% delle imprese italiane. È soprattutto a questo bacino che ci rivolgiamo: circa 21 milioni di lavoratori impiegati in micro, piccole e medie imprese che, ad oggi, non beneficiano ancora di misure di welfare adeguate. Crediamo fermamente che sia qui che si gioca una partita cruciale per il futuro del benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Per questo l’approccio di Groupama Assicurazioni è di lavorare insieme al cliente azienda per identificare le soluzioni assicurative e di welfare più idonee per i propri dipendenti. Lo facciamo, tra l’altro, attraverso il prodotto Groupama Benessere Impresa per la gestione dei piani sanitari e con la soluzione Programma Open per la previdenza complementare. Si tratta di una situazione win-win: il nostro Osservatorio sulle PMI rivela che le aziende con un welfare competitivo non solo fidelizzano e tutelano dipendenti e famiglie, ma attraggono anche nuovi talenti. Non a caso, l’82% dei lavoratori indica un welfare più vantaggioso come fattore decisivo per un cambio di lavoro, talvolta anche rispetto a un guadagno maggiore”, conclude l’AD di Groupama Assicurazioni, Pierre Cordier. LEGGI TUTTO

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    Commercialisti: pubblicato focus sul Piano di ristrutturazione soggetto a omologazione

    (Teleborsa) – “Il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione alla luce delle novità introdotte dal correttivo” è il titolo di un documento pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione nazionale dei commercialisti. Non previsto nella versione originaria del Codice della crisi, il PRO è stato introdotto dal d.lgs. n. 83 del 17 giugno 2022, che ha recepito la Direttiva Insolvency, e successivamente è stato modificato dal d.lgs. n. 136/2024 (decreto correttivo del Codice della crisi).Come strumento di regolazione della crisi esso si colloca nell’ambito di un contesto normativo radicalmente innovato in cui la liquidazione giudiziale è considerata come rimedio estremo e, per contro, è agevolata la ristrutturazione dell’impresa e la conservazione della continuità aziendale.Il documento, nell’esaminare la disciplina del PRO contenuta nel Codice della crisi, si sofferma innanzitutto sui presupposti soggettivi e oggettivi, per poi analizzare le modalità di presentazione della domanda di accesso e approfondire i compiti del commissario giudiziale e del professionista indipendente. La parte finale del documento prova a fare chiarezza su una questione ampiamente dibattuta e ancora aperta, ossia se il PRO possa avere quale finalità anche quella specificatamente liquidatoria. LEGGI TUTTO