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    Commercialisti, a Napoli focus su sanità e legalità

    (Teleborsa) – Un confronto su uno dei temi centrali per il futuro della sanità privata: “I sistemi di controllo interno in sanità. Il modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001 per gli enti privati del settore sanitario”, sarà al centro del focus che si terrà giovedì 26 giugno, dalle ore 9:00, nella sede dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Napoli (Palazzo Calabritto, Piazza dei Martiri 30). L’iniziativa, promossa dall’ODCEC Napoli e dalla sua Commissione Sanità, vedrà la partecipazione di autorevoli rappresentanti delle istituzioni, della magistratura e del mondo professionale, in un momento di riflessione sul ruolo sempre più strategico della compliance nel settore sanitario, anche alla luce delle crescenti esigenze di trasparenza, etica e responsabilità.Ad aprire i lavori saranno i saluti istituzionali di Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato alla Salute; Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili; Eraldo Turi, presidente Odcec di Napoli; e Vincenzo Moretta, presidente della Fondazione ODCEC Napoli.L’introduzione ai lavori sarà affidata a Eliana Quintili e Fabrizio Escheri, consiglieri nazionali delegati alla Compliance e ai modelli organizzativi delle imprese, insieme a Giuseppe Puttini, consigliere dell’Odcec Napoli e delegato della Commissione 231 per la responsabilità sociale, etica e amministrativa degli enti.Le relazioni tecniche entreranno nel cuore delle tematiche trattate: Giorgio Gentili, presidente della Commissione Nazionale 231 sanità, illustrerà il funzionamento e l’applicazione del Modello 231 negli enti privati del comparto; Ciro Santoriello, procuratore aggiunto presso la Procura di Cuneo, offrirà il punto di vista della magistratura; Carlo Parenti, componente della Commissione Nazionale 231 sanità, affronterà il tema dei requisiti per l’accreditamento; Luigi Maria Rocca, presidente Commissione 231 ODCEC Napoli, analizzerà invece le nuove responsabilità dell’Organismo di Vigilanza nelle società sottoposte a misure cautelari.Al dibattito interverranno anche Ettore Cinque, assessore al Bilancio e al finanziamento del Servizio Sanitario Regionale della Campania, Sergio Crispino, presidente AIOP Campania, e Fabio Rossi (presidente Commissione Sanità dell’Odcec di Napoli.A moderare i lavori sarà Fabio Cecere, consigliere segretario dell’Odcec di Napoli, delegato della Commissione Sanità e componente della Commissione Sanità Nazionale 231, che approfondirà il tema dell’informatizzazione dei processi contabili e gestionali in ambito sanitario.Un appuntamento per chi opera nella sanità privata e per tutti i professionisti coinvolti nella gestione, nel controllo e nella vigilanza degli enti, in un contesto normativo sempre più esigente e orientato alla trasparenza. LEGGI TUTTO

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    Immobiliare USA, prezzi case in frenata ad aprile

    (Teleborsa) – Prezzi in frenata nell’immobiliare statunitense nel mese di aprile. L’indice FHFA elaborato dalla Federal Housing Finance Agency, che misura i prezzi delle abitazioni statunitensi, ha registrato un decremento mensile dello 0,4%, dopo la variazione nulla registrata nel mese precedente (rivisto da un preliminare -0,1%). Le stime degli analisti erano per un incremento dello 0,1%.Su base annua l’indice, calcolato sui prezzi dichiarati degli immobili all’accensione del mutuo presso Fannie Mae e Freddie Mac, è salito del 3% dal +3,9% del mese precedente.Quotazioni in frenata anche secondo quanto rilevato dall’indice S&P Case-Shiller, che misura l’andamento dei prezzi nelle principali venti aree metropolitane degli Stati Uniti: l’indicatore ha evidenziato un incremento su base annua del 3,4%, in frenata rispetto al +4,1% del mese precedente e al +4% atteso dal consensus.Su base mensile si registra un calo dello 0,3%, rispetto al -0,2% di marzo. L’indice destagionalizzato ha riportato una salita dello 0,8% su base mensile, rispetto al -1,1% del mese precedente. LEGGI TUTTO

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    Private equity, AIFI: primi cinque mesi record in Italia con 189 operazioni concluse

    (Teleborsa) – A livello globale, il private equity sta mostrando segnali di rallentamento, con i numeri che evidenziano, in particolare, come perdurino le difficoltà soprattutto nella fase di disinvestimento delle partecipazioni, anche a causa delle incertezze macroeconomiche e geopolitiche. Lo afferma AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), dopo che il suo Consiglio Direttivo ha analizzato i dati di andamento del mercato nella prima parte del 2025. Tale tensione, viene aggiunto, può portare ad una difficoltà nell’afflusso dei capitali verso le imprese a sostegno dei loro progetti di sviluppo. Guardando al mercato italiano, AIFI nota che l’attività dei fondi sull’economia reale è in costante crescita. Questo è dimostrato anche dai dati dell’Osservatorio Pem di LIUC – Università Cattaneo che nel mese di maggio ha registrato 48 nuovi deal; lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio ne aveva mappati 30 e 42 sono stati quelli segnalati a maggio del 2023. Dopo i primi cinque mesi dell’anno, l’Italia si trova di fronte al miglior risultato di sempre nella più che ventennale storia dell’Osservatorio Pem, con complessive 189 operazioni concluse (erano 158 nei primi cinque mesi del 2024) .Per proseguire in questa fase di crescita, secondo AIFI, serve spingere ulteriormente nel reinvestimento in nuovi fondi e attuare misure che invitino in questo senso come lavorare alla semplificazione della disciplina del golden power. Senza questa attività si rischia il rallentamento delle operazioni di investimento e delle cessioni di partecipazioni e che ha come effetto collaterale la crescita esponenziale delle notifiche e della burocrazia.Occorre poi limitare la sovra regolamentazione, considerando che il settore gode già di un inquadramento normativo specifico. È importante quindi che la normativa italiana ed europea rifletta le caratteristiche e le peculiarità delle asset class del private capital alla luce di una rinnovata attività di monitoraggio e analisi da parte degli organismi che vigilano sulla stabilità finanziaria del mercato. “Il mercato degli operatori di private capital richiede la flessibilità necessaria per intervenire in modo efficace a sostegno del mondo produttivo in questo momento di grande incertezza. È auspicabile evitare regolamentazioni che rallentano lo svolgimento delle operazioni”; dichiara Innocenzo Cipolletta, presidente di AIFI. LEGGI TUTTO

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    USA, deficit partite correnti 1° trimestre aumenta oltre attese

    (Teleborsa) – Aumenta il deficit delle partite correnti americano nel 1° trimestre del 2025. Il disavanzo si porta a 450,2 miliardi di dollari rispetto ai 312 miliardi precedenti (-303,9 miliardi la prima lettura). Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio statunitense, risulta peggiore delle attese del mercato che erano per un aumento del deficit fino a 448 miliardi di dollari.(Foto: PublicDomainPictures / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Fed, Powell: ben posizionati per attendere di saperne di più prima di modifiche ai tassi

    (Teleborsa) – “I cambiamenti delle policy continuano a evolversi e i loro effetti sull’economia rimangono incerti. Gli effetti dei dazi dipenderanno, tra le altre cose, dal loro livello finale. Le aspettative su tale livello, e quindi sui relativi effetti economici, hanno raggiunto un picco ad aprile e da allora sono diminuite. Ciononostante, è probabile che gli aumenti dei dazi quest’anno facciano aumentare i prezzi e pesino sull’attività economica”. Lo ha affermato il presidente della Fed, Jerome Powell, nella sua audizione semestrale alla Commissione Servizi Finanziari della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.”Gli effetti sull’inflazione potrebbero essere di breve durata, riflettendo una variazione una tantum del livello dei prezzi – ha spiegato – È anche possibile che gli effetti inflazionistici siano invece più persistenti. Evitare tale risultato dipenderà dall’entità degli effetti dei dazi, dal tempo necessario affinché si trasmettano completamente ai prezzi e, in ultima analisi, dal mantenimento di aspettative di inflazione a lungo termine ben ancorate”.Secondo Powell, “l’obbligo del FOMC è di mantenere ben ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine e di evitare che un aumento una tantum del livello dei prezzi diventi un problema di inflazione persistente. Nell’adempiere a tale obbligo, bilanceremo i nostri mandati di massima occupazione e stabilità dei prezzi, tenendo presente che, senza stabilità dei prezzi, non possiamo raggiungere i lunghi periodi di solide condizioni del mercato del lavoro che vanno a beneficio di tutti gli americani”.”Per il momento, siamo ben posizionati per attendere di saperne di più sul probabile andamento dell’economia prima di considerare eventuali modifiche alla nostra posizione politica”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    OPA BBVA su Sabadell, ok da governo spagnolo ma per 3 anni avranno entità giuridiche distinte

    (Teleborsa) – Il Consiglio dei Ministri spagnolo ha concordato di autorizzare la fusione di BBVA e Banco Sabadell a condizione che, per tre anni, le due banche mantengano personalità giuridica, patrimonio e autonomia gestionale distinte. Ha inoltre concordato di confermare gli impegni stabiliti dalla Commissione Nazionale per i Mercati e la Concorrenza.Ogni entità deve mantenere l’autonomia nella gestione delle proprie attività, al fine di preservare i criteri di interesse generale, diversi da quelli relativi alla tutela della concorrenza, che sono alla base della decisione del Consiglio dei Ministri. Tali criteri sono: garanzia di un adeguato mantenimento degli obiettivi della regolamentazione settoriale legati al sostegno della crescita e dell’attività imprenditoriale; tutela dei lavoratori; coesione territoriale; obiettivi di politica sociale relativi all’assistenza sociale delle fondazioni, alla tutela finanziaria dei consumatori e all’edilizia residenziale a prezzi accessibili; promozione della ricerca e dello sviluppo tecnologico.L’autonomia nella gestione delle proprie attività deve concretizzarsi, quantomeno, nel mantenimento di un’autonomia gestionale e decisionale in relazione alle decisioni che incidono sulle politiche di: finanziamento e credito, in particolare per le PMI; risorse umane; rete di filiali e servizi bancari; assistenza sociale attraverso le rispettive fondazioni. “L’esistenza di molteplici interessi pubblici interessati e la portata dell’operazione stessa rendono opportuno evitare l’imposizione di condizioni parziali che mirano a tutelare ciascuno di essi isolatamente, i cui risultati sarebbero difficili da prevedere – si legge nella nota del governo spagnolo – Pertanto, si è optato per un approccio finale che richiede la tutela di ciascuno dei diversi interessi da garantire, individuati attraverso l’introduzione di un’unica condizione che favorisca una transizione ordinata, contribuendo a preservare questi beni immateriali e, quindi, l’interesse pubblico interessato”. Per valutare l’efficacia della condizione concordata dal Consiglio dei Ministri, tra sei e due mesi prima della scadenza del periodo più breve previsto dalla condizione concordata (tre anni), BBVA e Banco Sabadell dovranno presentare ciascuna una Relazione sullo Stato di avanzamento alla Segreteria di Stato per l’Economia e il Supporto alle Imprese, che descriva dettagliatamente il modello di gestione autonoma implementato e il suo contributo al mantenimento dei suddetti criteri di interesse pubblico.Dopo tre anni, il Consiglio dei Ministri valuterà l’efficacia della condizione stabilita e potrà prorogarne la durata per altri due anni. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo: con la Divisione IMI CIB rafforza ruolo ponte tra società quotate e investitori Ue

    (Teleborsa) – Si è conclusa l’edizione 2025 dell’Italian Stock Market Opportunities Conference, promossa dalla Divisione IMI Corporate &Investment Banking di Intesa Sanpaolo, guidata da Mauro Micillo. L’iniziativa, nata nel 2008 a Milano, è cresciuta negli anni fino a diventare un appuntamento di riferimento per la comunità finanziaria europea, articolandosi quest’anno in quattro tappe: Milano, Parigi, Lugano e Madrid. L’obiettivo – spiega Intesa Sanpaolo in una nota – è offrire alle società Mid & Small cap italiane la possibilità di presentare direttamente a investitori istituzionali internazionali i propri risultati, le strategie di sviluppo e le prospettive future. L’edizione 2025 ha visto la partecipazione di 31 aziende italiane quotate, protagoniste di oltre 270 incontri one-to-one e di gruppo con110 investitori istituzionali equity, confermando l’interesse crescente per le eccellenze imprenditoriali italiane anche nel segmento delle imprese a media e piccola capitalizzazione.”Con l’Italian Stock Market Opportunities Conference – ha dichiarato Andrea Mayr, responsabile Client Coverage & Advisory della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo – continuiamo a sostenere l’internazionalizzazione delle aziende italiane, creando occasioni concrete di dialogo con il mondo degli investitori istituzionali. La crescente partecipazione e l’ampliamento delle piazze finanziarie coinvoltetestimoniano l’interesse e la fiducia verso il nostro tessuto imprenditoriale, fatto di aziende solide, innovative e con una forte vocazione alla crescita. L’evento rientra fra le iniziative della Divisione IMI CIB volte ad accelerare l’incontro tra capitali internazionali e imprese italiane e, in collaborazione con la Divisione Banca dei Territori, a proporre un’offerta completa alle aziende, dalla consulenza finanziaria alcredito bancario e privato, all’accesso nei mercati pubblici dei capitali”.Il progetto è stato realizzato grazie alla sinergia tra le strutture Equity Research e Corporate Broking Research di Intesa Sanpaolo e l’area Equity Sales della Divisione IMI CIB, che hanno accompagnato le società partecipanti nel corso delle quattro tappe.L’Italian Stock Market Opportunities Conference si inserisce nel più ampio impegno di Intesa Sanpaolo, delineato nel Piano d’Impresa 2022-2025, volto a sostenere il mondo corporate e a potenziare le attività di consulenza a supporto della crescita e dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. LEGGI TUTTO

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    Qualità della vita: Lussemburgo al top, Francoforte sale. Roma economica per vino e caffè

    (Teleborsa) – Lussemburgo, Copenaghen, Amsterdam, Vienna e Helsinki sono le prime 5 città chiave per l’economia globale per qualità della vita. È quanto emerge dalla nona edizione di Mapping the World’s Prices, il report a cura di Deutsche Bank che analizza prezzi, salari, affitti e qualità della vita in 69 città chiave per l’economia globale. Zurigo e Ginevra sono uscite dalle prime cinque, poiché il costo della vita è il più elevato al mondo. I centri finanziari globali Tokyo (26°), Parigi (44°), Hong Kong (48°), Londra e New York (a pari merito al 50° posto) hanno un punteggio inferiore in termini di vivibilità, ostacolato da alloggi costosi, lunghi spostamenti e alti livelli di inquinamento. Francoforte sta salendo e ora è al settimo posto.L’edizione 2025 offre una fotografia aggiornata in un contesto di inflazione elevata e forti oscillazioni valutarie, con classifiche comparative su tutto, dal costo di un iPhone a quello di un cappuccino, fino a stipendi medi, costo degli abiti e spese per la casa.Guardando agli stipendi (al netto delle tasse), Ginevra, Zurigo, San Francisco, Lussemburgo e Boston sono in testa alla classifica. Londra (17°), Parigi (22°) e Tokyo (38°) sono inferiori rispetto alle medie. Considerando gli stipendi al netto di tasse e affitto, Ginevra, Zurigo, San Francisco e Lussemburgo continuano a essere tra le prime 4, ma Francoforte balza tra le prime 5 grazie ad affitti più bassi rispetto a molti dei suoi pari. Parigi (27°), Hong Kong (36°), Tokyo (37°), Londra (38°) e New York (41°) sono in difficoltà a causa dell’affitto medio molto elevato rispetto allo stipendio netto medio.Analizzando l’acquisto di un appartamento in città (al metro quadro), i prezzi a Hong Kong sono scesi di circa il 20% in 5 anni, ma rimangono in testa alla classifica, seguiti da Zurigo, Singapore, Seul e Ginevra. Londra (6°) e New York (7°) sono appena fuori dalla top 5. Pechino (9°) mette in luce gli elevati prezzi degli immobili in Cina. Parigi (12°), Tokyo (21°) e Francoforte (25°) sono “più economiche”. La città che ha registrato la maggiore crescita negli ultimi 5 anni è Dubai, salita di 15 posizioni fino al 37° posto.Dal punto di vista delle bollette, nonostante gli affitti siano bassi, la crisi energetica in Germania si nota subito, con Monaco (in cima alla classifica), Francoforte e Berlino tutte e tre in cima alla classifica. Anche Varsavia, Vienna e Praga si trovano nella top 10, a dimostrazione del fatto che le città dell’Europa centrale e orientale stanno pagando i costi della mancanza di gas russo a basso costo. 18 delle 20 città più costose sono europee.Guardando ai trasporti pubblici, Londra è più costosa del 30% rispetto a 5 anni fa e si classifica in cima alla classifica per un abbonamento mensile. Sydney, New York, Auckland e Melbourne sono tra le prime 5. Parigi (12°), Tokyo (22°), Francoforte (31°) e Hong Kong (33°) sono più in basso nella classifica, mentre il Lussemburgo è la città più economica, poiché la maggior parte dei trasporti pubblici è ora gratuita.Turchia, Brasile, Egitto, Svezia e India non sono luoghi adatti a perdere e sostituire il proprio iPhone. Seul è la più economica, poiché la concorrenza con Samsung la rende ancora più economica rispetto alle città statunitensi. Guardando ai prezzi degli alimentari, Ginevra, San Francisco, Zurigo, New York e Boston sono le prime 5, con tutte e 5 le città statunitensi nella top 10. Parigi (12°), Londra (25°), Tokyo (28°) e Francoforte (35°) hanno prezzi relativamente ragionevoli.Guardando agli indicatori più curiosi, dal report di Deutsche Bank emerge che Singapore, Giacarta, Seul, New York e Oslo sono le più costose per il vino. È interessante notare che alcune città definite “incantevoli” rientrano nella classifica dei posti più economici, ovvero Roma, Johannesburg, Città del Capo, Budapest e Lisbona. Lisbona e Città del Capo sono anche tra le prime 5 città con il clima migliore, il che “contribuirà a far scendere il vino”, scherzano gli analisti. Analizzando invece i prezzi del cappuccino, si notà che è più costoso a Zurigo, Copenaghen, New York, San Francisco e Ginevra. Le città italiane “si distinguono per essere posti molto economici dove trovare sia caffè che vino”, viene sottolineato.(Foto: Cedric Letsch on Unsplash) LEGGI TUTTO