More stories

  • in

    S&P, nel 2025 emissioni cartolarizzazioni per 135 miliardi in Europa

    (Teleborsa) – Le emissioni di cartolarizzazioni in Europa dovrebbero rimanere elevate, attestandosi a 135 miliardi di euro nel 2025, grazie a una base sempre più ampia di originator e sponsor, a prospettive migliori per la maggior parte delle aree di prestito sottostanti e a un maggiore coinvolgimento del mercato da parte delle banche originator, spinte da esigenze di finanziamento e di trasferimento del rischio.Lo scrive S&P Global Ratings nell’outlook per il 2025 sul segmento della finanza strutturata europea, pubblicato oggi, “European Structured Finance Outlook 2025: Up In The Air”, secondo cui i rating della finanza strutturata hanno per lo più resistito agli effetti dei tassi di interesse più elevati, rimanendo ampiamente stabili nell’ultimo anno, soprattutto a livelli di grado di investimento.La fine dei programmi di finanziamento a termine a basso costo delle banche centrali sosterrà probabilmente una crescita continua dell’offerta di cartolarizzazioni di origine bancaria nel 2025, soprattutto nel Regno Unito, dove molti prestiti scadono verso la fine dell’anno. Detto questo, la ripresa della crescita dei depositi ridurrà il fabbisogno di finanziamenti wholesale delle banche.L’inflazione è quasi tornata ai livelli target, i tassi di interesse di politica monetaria sono in calo e i redditi reali sono in aumento. Tuttavia, potrebbero persistere pressioni sulla performance del collaterale nelle cartolarizzazioni legate al credito al consumo, specialmente per i mutuatari con profili di credito deteriorati e nei settori in cui gli aumenti dei tassi stanno ancora influenzando i contratti di prestito.Per le transazioni corporate, le prospettive di credito stanno migliorando grazie all’allentamento delle condizioni di finanziamento e prevediamo che il tasso di default delle imprese con rating di grado speculativo inizierà a diminuire nel 2025. Il settore immobiliare commerciale continua a dover affrontare rischi di rifinanziamento, anche se i valori delle proprietà sembrano aver raggiunto il picco minimo.I rating della finanza strutturata hanno per lo più resistito agli effetti dell’aumento dei tassi di interesse, rimanendo sostanzialmente stabili nell’ultimo anno, soprattutto per quanto riguarda la categoria investment-grade.Il 2025 potrebbe rappresentare un anno particolarmente rilevante per gli sviluppi normativi nei mercati europei delle cartolarizzazioni. Tra i temi da monitorare vi sono le proposte legislative derivanti dalla recente consultazione della Commissione Europea sul quadro normativo UE per le cartolarizzazioni e l’implementazione dell’aggiornamento di Basilea III (Basel 3.1) nell’Unione Europea. LEGGI TUTTO

  • in

    Tlc europee, Labriola (Tim): “Meno regole e più consolidamento per la competitività digitale”

    (Teleborsa) – “A livello europeo è necessario agire per restituire competitività al settore delle telecomunicazioni, che è un pilastro della transizione digitale, permettendo il consolidamento necessario, con meno regole e uguali per tutti”. A sottolinearlo è l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, parlando al Tech Leadership Forum del Financial Times, che stamattina ha riunito a Bruxelles i protagonisti del mondo delle telecomunicazioni europee. “Prima di tutto, quando parliamo di competitività dobbiamo definire cosa vogliamo: se vogliamo un’Europa digitale la strada non è questa”, ha spiegato Labriola. “In Italia la spesa media per la connettività mobile equivale a 4 caffè al mese. Servono regole che ci permettano di competere ad armi pari nel digitale e di fare profitti, altrimenti le tlc non avranno più le risorse necessarie per fare gli investimenti che servono e questo si tradurrà in un servizio peggiore per i consumatori”. L’ad di Tim ha anche rimarcato come “l’unica strada possibile sia quella di una minor regolamentazione e di permettere il consolidamento del mercato, perché la scala è importante. Solo così potremmo chiudere il gap con chi è più avanti di noi. Non è più accettabile che servano due anni di analisi di mercato per avere delle nuove regole, non possiamo cercare di guardare al futuro con lo specchietto retrovisore. L’innovazione è veloce, non possiamo essere lenti”, ha continuato Labriola. “WhatsApp è un servizio di telecomunicazioni, ma non ha gli stessi obblighi che abbiamo noi, ad esempio sui call center o sulle intercettazioni. Dobbiamo decidere quale sia il nostro obiettivo, dove vogliamo andare, e sapere che la strada per raggiungerlo può cambiare ogni giorno”. Labriola ha infine portato come esempio positivo ciò che sta avvenendo nel Regno Unito: “hanno inserito una correlazione fra i prezzi che i clienti pagano e l’inflazione, hanno iniziato a regolare i rapporti con gli Over-the-top e stanno permettendo un consolidamento di mercato con la fusione fra due grandi gruppi in cambio di investimenti”. LEGGI TUTTO

  • in

    Sciopero trasporti, Tar Lazio boccia ordinanza Salvini: domani nessuna riduzione di 4 ore

    (Teleborsa) – Il Tar del Lazio ha deciso di accogliere la richiesta dell’Unione Sindacale di Base (Usb) di sospendere l’ordinanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, firmata dal ministro Salvini, il 10 dicembre 2024 con la quale è stata ordinata la riduzione a quattro ore dello sciopero generale proclamato per domani 13 dicembre dalla confederazione Usb, per una durata di 24 ore, nei settore dei trasporti. Con decreto monocratico, il tribunale amministrativo ha sottolineato “che non emergono, dalla gravata ordinanza, quelle ragioni che, in assenza della segnalazione della predetta Commissione (di garanzia, ndr), possano sorreggere la disposta precettazione”.In particolare, secondo il Tar del Lazio “i richiamati disagi discendenti dallo sciopero appaiono riconducibili all’effetto fisiologico proprio di tale forma di astensione dal lavoro, né emergono le motivazioni in base alle quali i disagi eccederebbero tale carattere, tenuto conto della vincolante presenza di fasce orarie di garanzia di pieno servizio”. Prima della decisione del Tar, il ministro Salvini aveva aperto ad un confronto con i sindacati per rivedere le norme sullo sciopero. “È chiaro che la normativa sullo sciopero va rivista insieme, insieme ai sindacati, perché penso che siano loro ad accorgersi in primis che se c’è uno sciopero al giorno, il primo a rimetterci è lo sciopero stesso. Non penso sia utile andare avanti di scontro in scontro, di precettazione in precettazione”, aveva dichiarato. “Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l’ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio”, ha dichiarato Salvini dopo la decisione.”Domani lo sciopero sarà di 24 ore. Uno sciopero legittimo sin dall’inizio”, ha dichiarato invece Francesco Staccioli, dell’esecutivo confederale di USB. “Oggi il pronunciamento del Tar che sospende l’ordinanza e fissa l’udienza di merito sull’ordinanza di Salvini, riteniamo che sia semplicemente un atto dovuto per la giustizia di questo paese – ha aggiunto –. Noi stessi avevamo detto al ministro che quest’atto non aveva alcuna giustificazione. Mancava perfino l’avallo della Commissione di garanzia”. La decisione, ha concluso Staccioli, “sicuramente rende questo sciopero fruibile e sgrava i lavoratori da una sanzione illegittima”, precisa. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, stoccaggi gas ultima settimana in calo più delle attese

    (Teleborsa) – Scendono gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 6 dicembre 2024 sono risultati in diminuzione di 190 BCF (billion cubic feet). Le stime degli analisti erano per un calo di 175 BCF.La settimana prima si era registrato un decremento di 30 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 3.747 miliardi di piedi cubici, risultando in aumento dell’1,8% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 3.680) e in crescita del 4,6% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 3.582 BCF. LEGGI TUTTO

  • in

    BCE, Lagarde: discussioni su 50 punti base, non abbiamo parlato di tasso neutrale e TPI

    (Teleborsa) – “Ci sono state discussioni sulla possibilità di attuare un taglio da 50 punti base, ma alla fine c’è stata la decisione unanime che 25 punti base rappresentavano la giusta decisione”. Lo ha affermato la presidente della Banca centrale europea (BCE), Christine Lagarde, durante la conferenza stampa che ha seguito il nuovo taglio da 25 punti base da parte di Francoforte. La riunione del Consiglio direttivo ha portato la BCE a riconoscere che non è ancora “missione compiuta”, ma l’inflazione è “davvero sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo del 2% nel medio termine”, ha spiegato.Lagarde ha sottolineato che ora “per sei volte di fila le proiezioni ci suggeriscono che torneremo all’obiettivo di inflazione del 2%”, mentre “i rischi per l’inflazione sono chiari nello statement, sono più bilaterali di prima”. “Non penso a cosa prezza il mercato (per i prossimi tagli dei tassi, ndr), anche perché la situazione evolve quando escono nuovi dati – ha detto in risposta a una domanda sul tema – Continueremo a decidere a essere dipendenti dai dati, a decidere riunione per riunione, e a non aver un percorso preimpostato, ma sarà presa una decisione sui tre criteri che continuo a ripetere”. “Molto sarà chiarito nei prossimi mesi e non nelle prossime settimane – ha aggiunto – Quello di cui abbiamo però discusso negli ultimi due giorni è il grande livello di incertezza, che deriva dalla situazione politica di alcuni stati membri, ma anche dall’incertezza delle politiche che potrebbero derivare dalle elezioni statunitensi”.Alla domanda su come la BCE potrebbe reagire a potenziali restrizioni commerciali in una presidenza Trump, Lagarde ha detto che a breve termine probabilmente si tratterebbe di un’inflazione netta, ma poi dipende dalla quantità delle misure, dalla risposta, e “l’effetto complessivo è incerto con complesse parti in movimento”.La BCE non ha discusso del tasso neutrale negli ultimi due giorni e non ha discusso del TPI (Transmission Protection Instrument), ha detto in due diverse domande su questi temi. “La questione del tasso neutrale sarà discussa di più quando saremo più vicini – ha aggiunto, quando pressata sul tema – La convinzione è che sia un po’ più alto di quanto era in passato, e ne dibatteremo, ma è prematuro parlarne ora”.Il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) “sta arrivando alla fine della sua vita attiva, con la fine dei rinvestimenti, ed è stato davvero efficace per fronteggiare la pandemia, è stato uno straordinario tool per la sua flessibilità, con eccezionalità di non essere legato al capital key”. Lagarde ha affermato che l’ultima volta che la BCE ha utilizzato la flessibilità offerta dal programma per orientare gli acquisti verso i paesi che stavano attraversando difficoltà di mercato è stato a luglio 2023.Quando le è stato chiesto di approfondire sulla instabilità politica di alcune nazioni dell’eurozona, ha risposto: “Non commento su un particolare stato membro, ma mi riferisco all’incertezza della mancanza di presentazione del budget da parte di alcuni paesi, e sono almeno quattro; questo rende le previsioni fiscali più complicate. Inoltre, c’è incertezza sull’evoluzione politica in diversi stati membri. Non abbiamo nulla a che fare con questi, ma c’è un’incertezza autoinflitta. Ci sono elezioni che arriveranno nel primo trimestre del 2025 e spero che altre decisioni verranno spese prima di quella data”. LEGGI TUTTO

  • in

    Leonteq, FINMA confisca 9,3 milioni di franchi per violazioni nella distribuzione prodotti

    (Teleborsa) – Il gruppo finanziario svizzero Leonteq, specializzato nei certificati d’investimento, ha “violato in modo grave i suoi obblighi in materia di gestione del rischio e di irreprensibilità in relazione con la distribuzione dei suoi prodotti finanziari da parte di alcuni distributori all’estero”. È quanto ha constatato l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) nel quadro di un procedimento di enforcement.A seguito di segnalazioni esterne, comunicati stampa e comunicazioni della stessa Leonteq, nel 2023 la FINMA aveva avviato un procedimento.Il gruppo finanziario vende prodotti d’investimento strutturati di emissione propria o emessi dai suoi partner. La distribuzione dei prodotti propri avviene innanzitutto indirettamente attraverso distributori esterni. Dall’inchiesta della FINMA è emerso che Leonteq ha monitorato in misura insufficiente la sua catena di distribuzione. Inoltre, in alcuni casi il gruppo finanziario ha collaborato con distributori dubbi e non regolamentati.La FINMA ha ora ordinato misure per il ripristino della situazione conforme. In conformità alla decisione della FINMA, il gruppo finanziario può collaborare solo con distributori esteri che sottostanno a una regolamentazione comparabile a quella svizzera. La FINMA nominerà un incaricato della verifica per controllare la corretta attuazione delle misure. Inoltre, la FINMA ordina la confisca degli utili pari a 9,3 milioni di franchi (l’utile è stato conseguito con due distributori non regolamentati violando gravemente il diritto in materia di vigilanza).Negli scorsi anni Leonteq aveva già adottato di propria iniziativa ampie misure procedurali e organizzative; fra le altre cose ha ampliato la sua compliance e i controlli sulla distribuzione e interrotto la collaborazione con distributori sospetti.”Le carenze nella nostra gestione del rischio di fronte alla rapida crescita non avrebbero dovuto verificarsi – ha affermato Lukas Ruflin, CEO di Leonteq – Ci rammarichiamo delle carenze identificate e continueremo a rafforzare ulteriormente il nostro sistema di controllo interno”.Tenendo conto della restituzione degli utili pari a CHF 9,3 milioni, Leonteq rivede le sue guidance e ora prevede che l’utile prima delle imposte per l’intero anno 2024 si attesterà su una cifra “single digit” in milioni.(Foto: Marco Pregnolato su Unsplash) LEGGI TUTTO

  • in

    USA, a novembre prezzi alla produzione in aumento oltre attese

    (Teleborsa) – Salgono più delle attese a novembre i prezzi alla produzione. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione hanno registrato una salita dello 0,4% su base mensile, dopo il +0,3% del mese precedente e contro il +0,2% stimato dagli analisti. Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento del 3%, superiore al consensus (+2,6%) e al +2,6% del mese precedente.I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano una salita dello 0,2% su base mensile (+0,3% il mese precedente e +0,2% atteso), mentre su anno registrano un +3,4% come il mese precedente (+3,2% atteso). LEGGI TUTTO

  • in

    Lavoro, INPS: nel 2023 in Italia 26,6 milioni di lavoratori (+1,2% rispetto al 2022)

    (Teleborsa) – Nel 2023 il numero totale di lavoratori in Italia ha raggiunto i 26,6 milioni, segnando un incremento dell’1,2% rispetto al 2022 e un incremento ancora più significativo (del 4,2%) rispetto al 2019, l’anno pre-pandemia. Sono alcuni dei dati contenuti nell’Osservatorio su lavoratori dipendenti e indipendenti pubblicato dall’INPS. L’Osservatorio integra i dati di tutti gli assicurati presso le diverse gestioni previdenziali INPS, coprendo circa il 95% degli occupati regolari in Italia. Le uniche eccezioni riguardano i professionisti iscritti alle Casse previdenziali degli ordini e alcune categorie di lavoro autonomo occasionale esentate dalla contribuzione.Rispetto al 2022 si è registrato quindi un incremento di circa 316.000 unità. Il numero medio di settimane lavorate nel 2023 si attesta a 43,2 settimane, leggermente superiore rispetto al 2019 (42,9 settimane). In crescita del 2,9% anche il reddito medio annuo da lavoro che supera così i 25.000 euro.A livello territoriale, il 29,2% (7,8 milioni) dei lavoratori si trova nel Nord Ovest, il 22,7% (6 milioni) nel Nord Est, il 21,2% (più di 5,6 milioni) al Centro, il 18,5% (circa 5 milioni) al Sud e l’8,4% (2,2 milioni) sulle Isole.Nel 2023, 737.496 lavoratori (il 2,8% del totale) sono pensionati che continuano a lavorare. Tra questi, l’incidenza è massima tra i lavoratori iscritti alla gestione separata.”Questi dati evidenziano la resilienza del mercato del lavoro italiano e la continua crescita del numero di lavoratori, che si traduce in maggiore stabilità economica e opportunità professionali”, sottolinea l’Inps in una nota. LEGGI TUTTO