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    Europa, emissioni green bond record nel 2024. In calo social e sustainability linked

    (Teleborsa) – L’emissione di obbligazioni e prestiti ESG ha totalizzato 689 miliardi di euro nel 2024 in Europa, con un aumento del 12,6% rispetto al 2023 (612 miliardi di euro), secondo i dati dell’Associazione per i mercati finanziari in Europa (AFME). Ciò è stato determinato principalmente dall’emissione di obbligazioni ESG (387 miliardi di euro), che tuttavia si è attestata al di sotto del record del 2021 di 406 miliardi di euro. Le obbligazioni e i prestiti ESG includono obbligazioni con etichetta ESG (basate sui proventi), sustainability-linked bond, transition bond, green loan e sustainability-linked loan.I sustainability linked e green Loan hanno generato 278 miliardi di euro di proventi nel 2024, segnando un aumento del 26% rispetto all’anno precedente. Anche le obbligazioni ESG hanno registrato una crescita annuale delle emissioni del 6%, accumulando 387 miliardi di euro di proventi nel 2024. Le obbligazioni legate alla sostenibilità e di transizione hanno accumulato 23 miliardi di euro nel 2024, registrando un calo del 17% rispetto al 2023.La crescita del 6% nell’emissione di obbligazioni ESG va di pari passo con una crescita più ampia dell’offerta di titoli a reddito fisso europei nel 2024, sottolinea AFME, poiché l’emissione totale di obbligazioni (ESG e non ESG) è cresciuta dell’8% nel 2024.Nel 2024, gli emittenti francesi hanno guidato l’origination totale di prestiti e obbligazioni con 126 miliardi di euro, seguiti dagli emittenti tedeschi con 119 miliardi di euro. In particolare, l’Italia è stata il maggiore contributore alle obbligazioni legate alla sostenibilità e di transizione, originando il 40,5% del totale.I green bondNel 2024, l’emissione di obbligazioni green ha raggiunto un massimo storico di 300 miliardi di euro di emissioni, segnando un aumento dell’8,3% anno su anno e continuando il trend di crescita osservato dal 2016.Nel 2024, l’emissione di obbligazioni sociali e di obbligazioni legate alla sostenibilità e di transizione ha continuato il suo trend discendente, totalizzando rispettivamente 54 miliardi di euro e 23 miliardi di euro. Ciò ha rappresentato un calo dell’1,8% e del 17,9% rispetto al 2023. L’emissione di obbligazioni sostenibili, al contrario, è rimasta costante a 33 miliardi di euro, il 20% in meno rispetto al picco raggiunto nel 2021 (41 miliardi di euro).Le entità sovraneLe entità sovrane e sovranazionali continuano a contribuire in modo significativo alla crescita dei mercati primari green e sostenibili.Nel 2024, il governo italiano ha emesso il più grande green bond singolo dell’anno. Questo green bond governativo è stato emesso a maggio, con scadenza nel 2037, e ha accumulato 9 miliardi di euro di proventi. L’Italia è stata seguita dalla Repubblica di Francia, che ha emesso 7,7 miliardi di euro in un nuovo OAT verde a gennaio, seguita dall’Unione Europea con 6,9 miliardi di euro. La Banca europea per gli investimenti è al quarto posto con 6 miliardi di euro in un’unica emissione verde.La Caisse d’Amortissement de la Dette Sociale (CADES) francese mantiene la sua posizione di leader di mercato per i social bond.Prestiti green e legati alla sostenibilitàNel 2024, i prestiti green e legati alla sostenibilità europei hanno generato proventi per 278 miliardi di euro, attestandosi a 58 miliardi di euro (o il 26%) in più rispetto all’emissione del 2023. La crescita delle emissioni è stata osservata principalmente nel primo e nel terzo trimestre, registrando un aumento del 65% e del 41% rispetto al 2023.Quota di obbligazioni ESGL’emissione di obbligazioni ESG ha rappresentato il 12,8% dell’emissione obbligazionaria europea totale nel 2024, tra cui il 9,9% di obbligazioni green, l’1,8% di obbligazioni sociali, l’1,1% di obbligazioni sostenibili e lo 0,1% di obbligazioni legate alla sostenibilità e di transizione. Ciò ha rappresentato una percentuale inferiore rispetto al 13,3% del 2023 e al 17,2% del 2022.L’emissione di prestiti legati alla sostenibilità e prestiti green ha rappresentato il 19,3% dell’origination totale di prestiti sindacati europei nel 2024, ben al di sotto del valore registrato nel 2021 (25,1%). LEGGI TUTTO

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    Mutui, Bce prepara il quinto taglio consecutivo: vicino il riequilibrio tra tasso fisso e variabile

    (Teleborsa) – Nella seconda riunione di politica monetaria dell’anno, in programma il prossimo 6 marzo, la Banca Centrale Europea sembra essere avviata a proseguire sulla strada dell’allentamento intrapresa nella seconda metà del 2024. Si attende dunque la decisione di un ulteriore taglio del costo del denaro, il quinto consecutivo e il sesto a partire da giugno 2024, che con ogni probabilità sarà di un quarto di punto. Secondo le previsioni degli analisti, questo dovrebbe essere il primo dei due tagli attesi entro giugno, a seguito dei quali Francoforte valuterà come agire nel secondo semestre dell’anno in base ai dati relativi alla crescita economica e all’inflazione. È quanto emerge da un’analisi di MutuiOnline.Oltre a questi due fattori, sarà poi fondamentale capire come si muoveranno la Federal Reserve negli Stati Uniti e la Bank of England nel Regno Unito, che nelle riunioni in programma rispettivamente il 19 e il 20 marzo sono entrambe avviate verso la decisione di lasciare inalterati i tassi d’interesse, almeno per il momento. Se da un lato l’indipendenza della Bce rispetto alle altre banche centrali – si legge nell’analisi – può giovare l’economia dell’Eurozona, divergenze in tema di politica monetaria potrebbero portare a un indebolimento dell’euro rispetto a dollaro e sterlina, aumentando il costo delle esportazioni e minando l’economia dei mercati europei. L’Euribor continua la discesa, vicino il riequilibrio con l’IRS Il taglio previsto nella riunione di giovedì prossimo – prosegue MutuiOnline – permetterà agli indici Euribor, ovvero i tassi di riferimento sui quali viene calcolato il TAN dei mutui a tasso variabile, di abbassarsi ulteriormente nelle prossime settimane, dopo che il cambio di rotta di Francoforte in tema di politica monetaria dello scorso anno ha portato a un calo di oltre 100 punti base negli ultimi 12 mesi. Attualmente, gli indici Euribor a 1 e 3 mesi si attestano entrambi al 2,46% (erano attorno al 3,87% a inizio febbraio 2024), valori che sono molto vicini a quelli dell’IRS a 20 anni – uno dei tassi di riferimento per i mutui a tasso fisso – che nelle rilevazioni del 28 febbraio è al 2,39%, mentre l’Euris a 30 anni si mantiene ancora più basso al 2,22%. Dando uno sguardo al prossimo futuro, secondo i forward l’Euribor potrebbe scendere a quota 2% nella seconda metà del 2025: il riequilibrio con l’IRS sembra essere dunque molto vicino.Il tasso fisso per ora rimane più conveniente, ma grazie ai tagli nella seconda metà del 2025 la situazione potrebbe cambiare a favore del variabileCon il quinto taglio consecutivo del costo del denaro, il TAN medio dei mutui a tasso variabile a 20 e 30 anni passerebbe dal valore attuale del 3,69% al 3,44%, con le migliori offerte che dal 3,18% scenderebbero sotto quota 3%, attestandosi al 2,93%. Se si considera un mutuo a 20 anni dell’importo di 150mila euro, in entrambi i casi per coloro che hanno scelto – o sceglieranno – questo tipo di finanziamento il risparmio sulla rata mensile potrà arrivare fino a 19 euro rispetto a oggi (da 884 euro a 865 euro per la rata media, da 845 euro a 826 euro per le migliori offerte), mentre sull’intera durata del mutuo la spesa totale sarà di oltre 4.500 euro in meno. Nonostante il taglio atteso, il tasso fisso rimarrà per il momento la soluzione più conveniente, con il TAN medio che a febbraio si attesta al 2,87%, mentre le migliori offerte scendono al 2,40%. Per lo stesso tipo di finanziamento considerato in precedenza ciò si traduce in una rata media di 822 euro, ovvero più leggera di 43 euro rispetto al variabile, e un risparmio su tutta la durata del mutuo di 10.350 euro, mentre per le migliori offerte il risparmio è di 39 euro al mese, con la rata che in questo caso si attesta sui 787 euro, e un risparmio totale di 9.380 euro.La convenienza del tasso fisso potrebbe durare ancora per pochi mesi nel caso di ulteriori tagli al costo del denaro. Se, come da previsioni, entro giugno la Bce deciderà per un’altra sforbiciata dello 0,25%, il TAN medio del variabile potrebbe scendere al 2,94%, molto vicino all’attuale tasso medio del fisso, mentre le migliori offerte potrebbero scendere a quota 2,68%. (Foto: Gino Crescoli / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    MEF, a febbraio fabbisogno di 18,7 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Nel mese di febbraio 2025 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 18.700 milioni di euro, a fronte di un febbraio 2024 che si era chiuso con un fabbisogno di 16.147 milioni di euro. Lo comunica il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). LEGGI TUTTO

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    Wall Street poco mossa, dubbi su stato di salute del settore manifatturiero

    (Teleborsa) – Dopo una partenza positiva, perde slancio Wall Street nella prima seduta di marzo. Gli investitori monitorano l’imminente scadenza del 4 marzo per l’imposizione di nuovi dazi, con potenziali tariffe del 25% su Canada e Messico e un ulteriore 10% sulla Cina.Sul fronte macroeconomico, il PMI manifatturiero di febbraio è stato rivisto al rialzo a 52,7 punti, mentre l’ISM manifatturiero di febbraio è sceso più delle attese a 50,3 punti. È diminuita leggermente più delle attese la spesa per costruzioni in USA a gennaio.Guardando ai principali indici, Wall Street riporta una variazione pari a -0,15% sul Dow Jones; sulla stessa linea, rimane ai nastri di partenza l’S&P-500 (New York), che si posiziona a 5.945 punti, in prossimità dei livelli precedenti. Senza direzione il Nasdaq 100 (-0,08%); in frazionale calo l’S&P 100 (-0,44%).In buona evidenza nell’S&P 500 i comparti sanitario (+0,73%) e beni di consumo per l’ufficio (+0,60%). Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori informatica (-1,12%) e energia (-0,49%).Al top tra i giganti di Wall Street, Intel (+3,46%), Honeywell International (+1,05%), Johnson & Johnson (+1,04%) e Amgen (+0,89%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Dow, che continua la seduta con -2,32%. Soffre Amazon, che evidenzia una perdita dell’1,64%. Si muove sotto la parità Caterpillar, evidenziando un decremento dell’1,05%. Contrazione moderata per United Health, che soffre un calo dello 0,96%.Tra i best performers del Nasdaq 100, Intel (+3,46%), Tesla Motors (+3,16%), AirBnb (+3,08%) e NXP Semiconductors (+2,83%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Nvidia, che continua la seduta con -4,56%. Preda dei venditori Constellation Energy, con un decremento del 3,33%. Si concentrano le vendite su Dollar Tree, che soffre un calo del 2,55%. Vendite su Walgreens Boots Alliance, che registra un ribasso del 2,34%. LEGGI TUTTO

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    OPA Piovan, nessuna adesione nel primo giorno

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa sulle azioni ordinarie di Piovan, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nello sviluppo e produzione di sistemi di automazione dei processi produttivi per lo stoccaggio, risulta che oggi 3 marzo 2025 non sono state presentate richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 0.L’offerta è iniziata il 3 marzo 2025 e terminerà il 21 marzo 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Piovan acquistate sul mercato nei giorni 20 e 21 marzo 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Netweek, controllata Dmedia Group verso la composizione negoziata della crisi

    (Teleborsa) – Netweek, gruppo editoriale quotato su Euronext Milan, ha comunicato che la controllata Dmedia Group ha depositato presso la Camera di Commercio di Lecco l’istanza ex art. 17 e 25 del codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (CCII) per l’accesso alla composizione negoziata della crisi (CNC).Dmedia Group ha presentato l’istanza anche per quanto riguarda le controllate Media In e Publi In. Dmedia Group è la società capogruppo delle attività editoriali e attraverso questa operazione si prefigge di ridurre drasticamente il rilevante indebitamento delle tre società e di avviare un processo di ristrutturazione ed integrazione con l’obiettivo di raggiungere una marginalità strutturalmente positiva in grado di generare flussi finanziari sufficienti a ripagare il debito accumulato.Nei prossimi giorni verrà nominato l’esperto che si affiancherà alla società nella gestione della crisi.(Foto: Pexels / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Emissioni auto, Urso: salvata industria europea

    (Teleborsa) – “Proporrò questo mese un emendamento mirato al regolamento sulle emissioni di CO2” per le auto per far sì che le aziende automobilistiche “abbiano tre anni di tempo invece di uno per adeguarsi agli standard di conformità” per evitare le sanzioni che sarebbero scattate da quest’anno. Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un punto stampa dopo aver incontrato i rappresentanti del Dialogo strategico sull’automotive. “Dobbiamo attenerci agli obiettivi concordati” ma anche “ascoltare le voci che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili”, ha aggiunto.von der Leyen ha anticipato i punti principali del piano ad hoc per il settore che sarà svelato mercoledì, confermando un intervento urgente per garantire flessibilità alle case automobilistiche dalle multe che scatterebbero quest’anno ai produttori che supereranno il limite di 94 grammi/km di emissioni per le nuove vendite, stimate in oltre 15 miliardi per quest’anno. I target restano gli stessi ma si darà più tempo, 3 anni, alle case automobilistiche per il calcolo delle emissioni.”Salvata l’industria auto europea, la Commissione dà ragione all’Italia”. E’ quanto ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in una nota in merito alle dichiarazioni del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine del secondo meeting nell’ambito del Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea. “Eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore. Ora avanti con la piena neutralita` tecnologica, l’autonomia strategica nella produzione di batterie e un piano incentivi europeo”, aggiunge Urso. LEGGI TUTTO

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    NextGeo, utile 2024 balza a 43 milioni di euro. Migliora ancora la PFN

    (Teleborsa) – Next Geosolutions Europe (NextGeo), società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel campo delle geoscienze marine e dei servizi di supporto alle costruzioni offshore, ha chiuso il 2024 con un valore della produzione pari a 203,3 milioni di euro, in crescita del 36,8% rispetto ai 148,6 milioni registrati al 31 dicembre 2023. L’EBITDA si attesta a 54 milioni di euro, in crescita del 33,3%, con un EBITDA Margin pari al 26,5% del valore della produzione (rispetto al 27,3% a 31 dicembre 2023). L’utile netto è pari a 43,1 milioni di euro, in aumento del 47,8% rispetto al 2023.”Per il 2025, iniziato già in modo costruttivo e fattivo con l’aggiudicazione di rilevanti progetti nel Mare del Nord e l’ampliamento della flotta di navi specializzate nel settore geofisico e geotecnico, intendiamo proseguire lungo la linea tracciata, consolidando parallelamente le attività in ambito R&D, investimenti imprescindibili per sostenere lo sviluppo del business e per distinguerci come partner accreditati in un mercato in costante trasformazione come quello in cui operiamo”, ha detto il CEO Giovanni Ranieri. “Guardando all’esercizio in corso, il Gruppo, oltre a consolidare la propria presenza nei mercati di riferimento attuali, quello degli Interconnector e delle Energie Rinnovabili Offshore, mirerà a incrementare la propria presenza nei settori dell’Oil&Gas, delle indagini e rilievi ambientali e della ricerca scientifica/oceanografica, mantenendo un focus strategico sull’ampliamento del footprint, attraverso una crescita organica e nuove opportunità di sviluppo”, ha aggiunto.La Posizione Finanziaria Netta (cash positive) è pari a 66,8 milioni di euro, rispetto a una posizione finanziaria netta negativa di 9,7 milioni al 31 dicembre 2023. Il miglioramento è considerevole anche considerando la Posizione Finanziaria Netta (cash positive) registrata al 30 giugno 2024 che ammontava a 42,4 milioni. Tale risultato è stato raggiunto grazie all’importante raccolta di capitali derivante dalla quotazione in Borsa e al significativo flusso finanziario della gestione operativa, nonostante il considerevole livello degli investimenti realizzati nel corso dell’esercizio 2024.Il Backlog si attesta alla data del 31 dicembre 2024 a circa 335 milioni di euro (275 milioni al 31 dicembre 2023); la pipeline commerciale ammonta a circa 510 milioni di euro.Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti di destinare l’utile come risultante dal bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2024, pari a 42,9 milioni di euro, per 4,7 milioni alla riserva da rivalutazione delle partecipazioni e per 38,2 milioni a utili portati a nuovo. LEGGI TUTTO