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    Banco BPM, Credit Agricole sale al 19,8% del capitale

    (Teleborsa) – Il Credit Agricole sale al 19,804% di Banco BPM, tramite indiretta proprietà Delfinances Sas, dal 12,504% detenuto l’8 aprile 2025. Lo si apprende dagli aggiornamenti Consob sulle partecipazioni rilevanti nelle società quotate, da cui emerge che l’operazione è stata perfezionata in data 9 aprile.Lo scorso 2 aprile, Credit Agricole ha incassato il via libera della BCE a salire fino al 19,9% in Piazza Meda. Sempre secondo gli aggiornamenti Consob, lo scorso 9 aprile, Deutsche Bank ha azzerato la propria partecipazione in Banco BPM dal 5,181% detenuto al 19 febbraio. LEGGI TUTTO

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    Generali Investments: continua sfiducia nel dollaro americano

    (Teleborsa) – “Il dollaro statunitense sembrava destinato a trarre vantaggio dai dazi imposti dagli Stati Uniti, in quanto questi avrebbero potuto aumentare i flussi di capitale verso il dollaro come rifugio sicuro, compensando i costi più elevati delle importazioni. Questa dinamica ha funzionato bene durante il primo mandato di Trump e in vista delle elezioni statunitensi del 2024. Tuttavia, la situazione è cambiata drasticamente”. Lo sottolinea Thomas Hempell Head of Macro & Market Research di Generali Investments spiegando che “l’escalation delle preoccupazioni commerciali dall’inaugurazione di Trump ha coinciso con un calo del dollaro. Un segnale allarmante di una rapida erosione della fiducia nella valuta statunitense è emerso la scorsa settimana, quando l’intensificarsi della guerra commerciale ha portato a una vendita massiccia dei Treasury statunitensi, con il maggiore aumento settimanale dei rendimenti a 10 anni dal 2001, e a un calo del dollaro (EUR/USD in diminuzione del 4% dal 2 aprile, raggiungendo il massimo in tre anni)”. In genere, rendimenti più elevati “avvantaggiano il tasso di cambio, a meno che preoccupazioni fiscali o sistemiche non inducano gli investitori a fuggire. Questo fenomeno è familiare nei mercati emergenti in difficoltà, ma è stato anche osservato nel Regno Unito nel 2022, quando la sfortunata PM Truss ha presentato un ‘mini-budget’ imprudente. Attualmente, gli investitori stanno evitando il dollaro USA principalmente a causa dell’aumento delle paure di recessione negli Stati Uniti. Tuttavia, l’aumento simultaneo dei rendimenti a lungo termine suggerisce che la fiducia nella valuta statunitense sta iniziando a vacillare”.È vero che la vendita di Treasury della scorsa settimana “è stata aggravata dall’obbligo di disfare operazioni di ‘basis trades’ da parte di hedge funds e dalle crescenti necessità di liquidità per margin calls. Tuttavia, il dollaro non ha beneficiato nemmeno del rimbalzo delle azioni statunitensi dopo l’annuncio di Trump di una pausa nei dazi. Gli investitori, in cerca di protezione in un contesto di crescente tensione commerciale, si stanno rivolgendo piuttosto a valute come CHF, EUR e JPY come rifugi sicuri”, conclude. LEGGI TUTTO

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    Tecnologie 4.0: buona diffusione tra le imprese del Mezzogiorno

    (Teleborsa) – Verificare quanto sono ad oggi diffuse le tecnologie 4.0 tra le imprese del Mezzogiorno, con particolare attenzione a come sta evolvendo il processo di trasferimento tecnologico e con un focus ai temi della doppia transizione, digitale e green. Questi gli obiettivi dell’eventoorganizzato da BI-REX e Intesa Sanpaolo, tenutosi questo pomeriggio presso la nuova sede palermitana del Competence Center. Un appuntamento nel quale sono stati illustrati i risultati di un’indagine nazionale condotta su oltre 1500 aziende manifatturiere e dei servizi, rappresentati per l’occasione a livello territoriale, con focus sul Mezzogiorno. L’incontro – fanno sapere BI-REX e Intesa Sanpaolo in una nota – ha rappresentato un momento importante per il territorio: mentre nella sede bolognese di BI-REX l’iniziativa ha già raggiunto la sua quarta edizione, l’evento di Palermo ha segnato l’esordio in Sicilia e rappresenta la prima tappa di un ciclo di appuntamenti territoriali pensati per accompagnare le imprese italiane – in particolare quelle del Mezzogiorno – nei percorsi di trasformazione digitale e sostenibile.Lo studio ha messo in luce la diffusione delle tecnologie 4.0, il ruolo chiave dei partner tecnologici nei processi di transizione e per la prima volta è stato proposto un approfondimento integrato sui temi della transizione digitale e green, offrendo un quadro aggiornato sulle opportunità legate alla Transizione 5.0, con focus sulle imprese del Mezzogiorno. “La presenza di BI-REX sul territorio siciliano – dichiara Massimo Pulvirenti, Responsabile Project Portfolio & Consulting Office di BI-REX – testimonia l’attenzione del Consorzio nei confronti delle aziende del Mezzogiorno: è il primo passo di un processo che punta a rendere BI-REX punto di riferimento per le aziende, in particolare PMI, per l’attuazione di processi di trasformazione digitale, innovazione e sostenibilità”.”La nostra banca supporta concretamente le Pmi siciliane che decidono di intraprendere un percorso sostenibile ed è in prima linea per accelerarne i processi relativi alle transizioni digitale e green. Il tessuto produttivo – dichiara Sebastiano Sartorio, Direttore Area Imprese Sicilia di Intesa Sanpaolo – dell’isola è caratterizzato dalla presenza di imprese molto dinamiche che rappresentano una componente essenziale delle filiere industriali del Mezzogiorno e dell’intero Paese. Intesa Sanpaolo si rivolge a queste aziende per aumentarne la competitività, offrendo soluzioni di finanziamento dedicate e consulenza specialistica”.L’indagine sui processi di innovazione condotta dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con BI-REX ha coinvolto 264 imprese del Mezzogiorno. Più dell’80% delle imprese intervistate adotta tecnologie 4.0, con punte del 90% per le realtà più grandi e oltre l’85% tra chi è specializzato nell’elettronica, elettrotecnica e ICT. Anche tra le aziende più piccole si rileva un buongrado di diffusione del 4.0 con più di 3 imprese su 4 che dichiara infatti di adottare almeno una tecnologia.Tra le tecnologie più utilizzate spicca l’archiviazione, trasmissione e analisi dati (47%), il cloud computing (43%) e la robotica (39%). L’adozione di soluzioni più di frontiera come la realtà aumentata e Digital Twins è meno diffusa con percentuali inferiori al 3%.L’introduzione di soluzioni 4.0 è un fenomeno recente, che si è affermato negli ultimi anni, grazie anche a efficaci interventi di politica industriale: nel periodo 2020-2024 il 77% del campione ha indicato di aver introdotto o potenziato misure 4.0 per supportare il processo di automazione e digitalizzazione anche con tecnologie sempre più evolute. I principali obiettivi raggiunti grazie al 4.0 sono molteplici; tende a prevalere il monitoraggio e controllo dei processi (68%), l’automazione (64%) e la velocità di produzione indicata da più di unrispondente su due (54%) in una logica di ottimizzazione ed efficientamento dell’intero processo produttivo.I soggetti che più accompagnano le aziende nell’adozione di tecnologie 4.0 sono principalmente i fornitori di tecnologie (73%) o di impianti e macchinari (67%), con minime differenze per classi dimensionali. Seguono a distanza i consulenti (31%) e le università e i centri di ricerca che comunque sono stati indicati dal 15%. Si tratta di partner che vengono attivati soprattutto da altre regioni rispettoa quella di operatività delle imprese intervistate (65%). Per la maggior parte dei soggetti la relazione riguarda l’acquisto di tecnologia (62%); seguono formazione (40%), progetti innovativi, indicati da circa un’impresa su tre (32%). Dal punto di vista del grado di soddisfazione, le imprese esprimono un buon apprezzamento rispetto alle relazioni instaurate diffuso a tutti i principali partner, anche se non mancano alcune criticità come i costi elevati (43%), la lunghezza dei tempi (34%) e le difficoltà di coordinamento (33%).Per la prima volta è stata approfondita, attraverso questa rilevazione, la tematica di come le imprese stanno affrontando la transizione digitale e ambientale. Le strategie green più diffuse riguardano l’utilizzo di tecnologie più efficienti per ridurre il consumo di energia (indicate dal 43% delle imprese) e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (34%) che rappresentano anche azioni specifiche per supportare il processo di efficientamento energetico. Dall’incrocio tra propensione al digitale (che tiene conto non solo dell’introduzione di una tecnologia 4.0, ma anche della pervasività e intensità della diffusione di soluzioni ICT e 4.0 nei processiaziendali) e intensità green (definita considerando le diverse strategie green adottate dalle aziende), è stato possibile realizzare una prima mappatura del posizionamento delle imprese del Mezzogiorno rispetto alla doppia transizione. Si osserva da un lato, un nucleo di imprese (il 22% del campione) ben avviato sul fronte della transizione digitale e green, con valori medio alti per entrambi gli indicatori, mentre dall’altra emerge un gruppo di imprese (circa il 38%) in ritardo su entrambi i fronti. Sia per l’introduzione di tecnologia che per l’implementazione di strategie green sono state necessarie azioni sul capitale umano: su tutti spicca la formazione nell’ambito dei processi produttivi che rappresenta l’intervento più diffuso per entrambe le strategie, ma anche la formazione relativa allefunzioni di acquisti, magazzino e logistica e il ricorso a specialisti esterni.Nel prossimo triennio resterà alto l’impegno in formazione, innovazione e internazionalizzazione: tra le strategie adottate il 41% delle imprese si orienterà infatti verso investimenti in formazione, sviluppo di nuovi prodotti e potenziamento dell’export. Abbracciare la doppia transizione, investendo sia in tecnologia che in soluzioni green, rappresenta una strategia fondamentale per crescere e rimanere competitivi. L’analisi elaborata sui bilanci aziendali di un campione nazionale di 520 imprese evidenzia infatti come le imprese più virtuose sul fronte della doppia transizione abbiano avuto performance economico-finanziarie migliori, sia in termini di crescita del fatturato, che di marginalità, con indicazioni migliori anche per quanto riguarda la produttività. LEGGI TUTTO

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    Intel vende maggioranza Altera al private equity Silver Lake per 4,46 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Brilla Intel che passa di mano con un aumento del 5,80%.La società ha fatto sapere che venderà il 51% di Altera, la sua divisione di chip programmabili, al private equity Silver Lake per 4,46 miliardi di dollari. Intel manterrà una quota del 49%. La decisione presa dal nuovo amministratore delegato, Lip-Bu Tan, punta a risollevare le sorti del colosso dei semiconduttori statunitense.Si tratta di un accordo che valuta oggi Altera 8,75 miliardi di dollari. La vendita dovrebbe essere finalizzata nella seconda metà di quest’anno. Lo scenario tecnico visto ad una settimana del titolo rispetto all’indice Dow Jones, evidenzia un rallentamento del trend del principale produttore di chip rispetto all’indice americano, e ciò rende il titolo potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.Il contesto tecnico generale evidenzia implicazioni ribassiste in via di rafforzamento per Intel, con sollecitazioni negative tali da forzare i livelli verso l’area di supporto stimata a 20,32 USD. Contrariamente alle attese, invece, sollecitazioni rialziste potrebbero spingere i prezzi fino a quota 21,25 dove staziona un importante livello di resistenza. Il dominio dei ribassisti alimenta attese negative per la prossima sessione con target potenziale posto a quota 19,76. LEGGI TUTTO

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    Media, Nielsen Ad Intel: a febbraio investimenti pubblicitari +1,7%

    (Teleborsa) – Nel mese di febbraio gli investimenti pubblicitari in Italia chiudono a +1,7%, dato che conferma la crescita già registrata a gennaio. È quanto emerge dai dati Nielsen Ad Intel. Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti “Over The Top”, l’andamento nel cumulato gen./feb. del 2025 si attesta a +0,6%.”Il mese di febbraio conferma l’andamento positivo già visto nel mese di gennaio, tuttavia la prudenza è d’obbligo vista la recentissima revisione delle stime del Pil da parte di Bankitalia, al ribasso da +0,8% a +0,6%, principalmente per l’effetto dazi – sottolinea Luca Bordin, Country leader Italia –. Considerando il primo bimestre notiamo inoltre, che i top 10 settori presentano decisioni di investimento molto diverse tra loro, in una forbice compresa tra + e – 14%, in linea con lo scenario macroeconomico di grande incertezza. Sarà quindi importante monitorare questa situazione nelle prossime settimane per poter avere un outlook più preciso sull’orientamento del mercato pubblicitario”. Relativamente ai singoli mezzi, la TV è in crescita sia nel solo mese di febbraio (+1,2%) che nel cumulato gennaio/febbraio (+1,5%). I Quotidiani e i Periodici sono in calo rispettivamente del -3,5% (cumulato gen./feb. -5,9%) e del -9,9% (cumulato gen./feb.-3,2%). In crescita del 12,1% la Radio (cumulato gen./feb. +6,1%)Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del Web advertising nel cumulato gen./feb. 2025 chiude con un +2,7% (-2,6% se si considera il solo perimetro Fcp AssoInternet). Segno positivo per l’Out of Home (Transit e Outdoor) che cresce nel periodo cumulato gen. / feb. del 5%. In calo sia il Cinema, che nel periodo cumulato segna un -6%, che il Direct Mail, che segna un -10%. Sono 13 i settori merceologici in crescita nel mese di febbraio, il contributo maggiore è portato da Enti/Istituzioni (+44,4%), Turismo/Viaggi (+40,3%), e Farmaceutici/Sanitari (+10,3%). In calo a febbraio gli investimenti di Distribuzione (-14,5%), Abbigliamento (-20,9%), e Informatica/Fotografia (-56%). Relativamente ai comparti con la maggiore quota di mercato, si evidenzia, nel periodo gennaio/febbraio 2024, l’andamento positivo di Gestione casa (+6%), Abitazione (+13,6%) e Bevande/Alcoolici (+14,3%). In calo invece Telecomunicazioni (-6,9%) e Distribuzione (-14%). “Si evidenzia l’andamento del comparto Gestione casa, in negativo a febbraio dopo quasi 2 anni – prosegue Bordin –. Torna in positivo, invece, il settore Cura persona dopo 4 mesi di segno negativo. Le categorie Cura viso e Cura corpo fanno da traino con un incremento rispettivamente del +40% e +107%. che porta la quota delle due categorie a +12 punti percentuali (rispettivamente, +3 e +9 punti)”. LEGGI TUTTO

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    Trump: guerra in Ucraina non mia, va fermata

    (Teleborsa) – “Il presidente Zelensky e Joe Biden hanno fatto un lavoro orribile nel consentire” a questa guerra di iniziare. Lo ha detto Donald Trump sul suo social Truth, sottolineando che la guerra fra la Russia e l’Ucraina è la “guerra di Biden, non mia. Putin, e tutti gli altri, rispettavano il vostro presidente. Non ho nulla a che vedere con questa guerra, ma sto lavorando diligentemente per fermare la morte e la distruzione. Dobbiamo fermare la guerra rapidamente”. “La guerra fra la Russia e l’Ucraina è la guerra di Biden, non mia. Io sono appena arrivato e durante i miei quattro anni” del primo mandato “non ho avuto problemi a prevenire che accadesse. Il presidente Putin, e tutti gli altri, rispettavano il vostro presidente. Non ho nulla a che fare con questa guerra, ma sto lavorando diligentemente per fermare la morte e la distruzione. Se le elezioni del 2020 non fossero state truccate, e lo sono state, questa orribile guerra non ci sarebbe stata”, ha detto Trump. LEGGI TUTTO

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    Dl Bollette, il governo chiede la fiducia

    (Teleborsa) – Il governo ha posto la fiducia in Aula alla Camera sul decreto bollette senza modifiche rispetto al teso licenziato dalla Commissione Attività produttive. A chiederla il ministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. La chiama per appello nominale è prevista per domani a partire dalle 15 con dichiarazioni di voto dalle 13.20. Il voto finale ci sarà entro mercoledì mattina. Il provvedimento deve poi passare all’esame del Senato e va convertito entro il 29 aprile. LEGGI TUTTO

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    Felloni (Federmoda): “Investire nei negozi di moda significa investire in futuro imprese e città”

    (Teleborsa) – In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, promossa il 15 aprile dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Federazione Moda Italia-Confcommercio accende i riflettori sul ruolo chiave dei negozi di moda italiani, custodi di eccellenza e autenticità in un momento di forti incertezze per il settore che deve affrontare sfide economiche e commerciali senza precedenti. Con 164.369 esercizi commerciali e quasi 300mila addetti, la moda al dettaglio rappresenta non solo un asset economico, ma anche un presidio sociale nei centri urbani e nei piccoli comuni, contribuendo a vivacizzare strade e piazze con relazioni umane, servizi, luci, sicurezza e decoro.”La Giornata del Made in Italy è un’occasione preziosa per evidenziare i reali valori della nostra moda – afferma Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio. I negozi non sono semplici punti vendita, ma autentici ambasciatori del nostro stile e della nostra cultura, capaci di coniugare estetica ed etica. Sono un ponte tra arte e commercio, passato e futuro, riflesso delle tendenze sociali e anche punti di riferimento per i turisti che cercano l’autenticità e le eccellenze del nostro Paese. La moda italiana, se ben interpretata lungo tutta la filiera, rappresenta un potente strumento di narrazione del ‘Sense of Italy’, quell’identità fatta di eleganza, qualità e sostenibilità che il mondo ci invidia. Da qui l’appello ai consumatori a scegliere prodotti di qualità e ‘fatti in Italia’, duraturi e responsabili, in alternativa alla moda ‘usa e getta’ “”Investire nei negozi di moda – conclude Felloni – significa investire nel futuro delle nostre imprese e delle nostre città. Chiediamo al ministero di sostenere concretamente l’intera filiera, a partire proprio da quei punti vendita che ogni giorno raccontano il meglio del Made in Italy a cittadini e turisti, rafforzando il legame tra cultura italiana e territorio e diventando motori della nostra identità e dei nostri valori”. LEGGI TUTTO