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    In leggero calo i listini europei, Milano sulla parità con settore bancario sotto pressione

    (Teleborsa) – Seduta invariata per Piazza Affari, mentre si muovono in calo le principali Borse europee.A Milano al centro dell’attenzione restano le conseguenze dell’Assemblea degli azionisti di Mediobanca che registra un calo superiore dell’1%: riunitasi con la presenza del 78% del capitale, l’Assemblea ha respinto la proposta del CdA di acquisire Banca Generali – tra i titoli peggiori di giornata – attraverso la propria partecipazione del 13% in Generali. Male anche MPS.Intanto, Unione europea e gli Stati Uniti hanno pubblicato la dichiarazione congiunta che chiarisce i livelli dei dazi su cui era stato raggiunto l’accordo politico raggiunto dalla presidente von der Leyen e dal presidente Trump lo scorso 27 luglio. La dichiarazione congiunta precisa che ci sarà un’aliquota tariffaria massima e onnicomprensiva del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell’UE, compresi settori strategici come automobili, prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname. I settori già soggetti a dazi della nazione più favorita (Most Favoured Nation, MFN) pari o superiori al 15% non saranno soggetti a dazi aggiuntivi.Sul fronte macroeconomico, i dati previsionali dell’indagine PMI di agosto 2025 sull’Eurozona mostrano un incremento dei nuovi ordini, che pone così fine alla serie di contrazioni iniziata a giugno del 2024. Questa nuova espansione ha provocato un incremento dell’attività al livello maggiore in 15 mesi. Le aziende hanno anche aumentato il loro organico per il sesto mese consecutivo. Nel frattempo, le pressioni inflazionistiche di agosto sono aumentate con tassi maggiori sia dei costi che dei prezzi alla vendita. L’Euro / Dollaro USA continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a -0,06%. Lieve calo dell’oro, che scende a 3.328,7 dollari l’oncia. Seduta positiva per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che mostra un guadagno dello 0,94%. LEGGI TUTTO

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    Thoma Bravo acquista Dayforce per 12,3 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Dayforce, società statunitense attiva che sviluppa prodotti tecnologici per la gestione del capitale umano, ha stipulato un accordo definitivo con Thoma Bravo, società di private equity specializzata in investimenti in aziende tecnologiche e software, per diventare una società privata, in una transazione interamente in contanti da 12,3 miliardi di dollari.In base ai termini dell’accordo, gli azionisti di Dayforce riceveranno 70,00 dollari per azione in contanti. Il prezzo rappresenta un premio del 32% rispetto al prezzo di chiusura invariato delle azioni della società il 15 agosto 2025, l’ultimo giorno di negoziazione prima delle notizie di stampa relative a una potenziale transazione. La transazione include un significativo investimento di minoranza da parte di una consociata interamente controllata da Abu Dhabi Investment Authority (ADIA).”Il board ritiene che questa transazione fornirà un valore immediato e sostanziale agli azionisti di Dayforce e riconosce il valore dell’organizzazione che il team ha costruito”, ha dichiarato Gerald Throop, Lead Independent Director di Dayforce.Al completamento della transazione, le azioni ordinarie di Dayforce non saranno più quotate a Wall Street. La società continuerà a operare con il nome e il marchio Dayforce.(Foto: Photo by Sean Pollock on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    ProSiebenSat, appello giornalisti tedeschi a investitori: non vendere azioni a MFE

    (Teleborsa) – L’associazione dei giornalisti tedeschi DJV ha invitato gli azionisti del gruppo radiotelevisivo ProSiebenSat.1 Media a mantenere le proprie azioni e a non venderle a MFE-MEDIAFOREUROPE (ex Mediaset, che oggi scambia con MFE A e MFE B)Il termine per dell’OPA di MFE è stato prorogato al 1° settembre, dopo che MFE è arrivata al 43,57% delle azioni di ProSiebenSat.1 Media.”Gli azionisti hanno il potere di salvare posti di lavoro nel gruppo radiotelevisivo privato e impedire uno spostamento a destra”, ha affermato il presidente del DJV, Mika Beuster. Il timore dell’associazione, si legge in una nota, è che “l’agenda populista di destra dei media MFE venga imposta in caso di acquisizione del gruppo radiotelevisivo tedesco”. “Abbiamo bisogno di più giornalismo, non di più agitazione”, ha aggiunto Beuster. LEGGI TUTTO

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    UE-USA, accordo su dichiarazione congiunta su dazi: 15% anche per auto e farmaceutici

    (Teleborsa) – L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno pubblicato la dichiarazione congiunta che chiarisce i livelli dei dazi su cui era stato raggiunto l’accordo politico raggiunto dalla presidente von der Leyen e dal presidente Trump lo scorso 27 luglio.La dichiarazione congiunta chiarisce che ci sarà un’aliquota tariffaria massima e onnicomprensiva del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell’UE, compresi settori strategici come automobili, prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname. I settori già soggetti a dazi della nazione più favorita (Most Favoured Nation, MFN) pari o superiori al 15% non saranno soggetti a dazi aggiuntivi.Per quanto riguarda le automobili e i componenti per auto, il massimale tariffario statunitense del 15% si applicherà contestualmente all’avvio da parte dell’UE delle procedure di riduzione tariffaria per i prodotti statunitensi.L’UE e gli Stati Uniti hanno anche confermato che intendono impegnarsi per proteggere le rispettive economie dalla sovraccapacità nei settori dell’acciaio e dell’alluminio e per creare catene di approvvigionamento sicure tra loro, anche attraverso una soluzione di contingentamento tariffario per le esportazioni UE di acciaio e alluminio e dei loro derivati.”L’Unione europea perseguirà sempre i risultati migliori per i suoi cittadini e le sue imprese – ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – Di fronte a una situazione difficile, abbiamo prodotto risultati per i nostri Stati membri e l’industria, ripristinando chiarezza e coerenza nel commercio transatlantico. Questo non è il termine del processo: continuiamo a collaborare con gli Stati Uniti per concordare ulteriori riduzioni tariffarie, individuare ulteriori aree di cooperazione e creare un maggiore potenziale di crescita economica. Allo stesso tempo, continuiamo a diversificare i nostri partenariati commerciali internazionali, creando posti di lavoro e prosperità nell’UE”.L’UE ha chiarito che il massimale del 15% si applicherà anche alle auto e ai ricambi auto che attualmente sono soggetti a dazi fino al 27,5%. Ciò avverrà parallelamente all’avvio da parte dell’UE delle procedure per le proposte legislative volte a ridurre i dazi sui prodotti statunitensi.Per i prodotti farmaceutici, i semiconduttori e il legname, il massimale tariffario del 15% si applicherà alle esportazioni dell’UE, indipendentemente da eventuali dazi futuri derivanti dall’esito dell’indagine statunitense 232 in questi settori. “Ciò garantisce la tanto necessaria certezza agli esportatori dell’UE”, sottolinea la Commissione. I dazi sui prodotti farmaceutici e sui semiconduttori non si applicano immediatamente. Il dazio del 15% si applicherà solo quando gli Stati Uniti decideranno se imporre dazi aggiuntivi.L’UE aumenterà le opportunità di mercato per le esportazioni statunitensi eliminando i dazi sui beni industriali importati dagli Stati Uniti e migliorando significativamente l’accesso al mercato per determinati prodotti ittici, noci, latticini, frutta e verdura fresca e lavorata, alimenti trasformati, cereali e semi, semi oleosi di soia, carne di maiale e di bisonte.Il commercio di beni e servizi tra UE e Stati Uniti è raddoppiato nell’ultimo decennio, superando 1.600 miliardi di euro nel 2024, con 867 miliardi di euro di scambi di beni e 817 miliardi di euro di scambi di servizi. Ciò significa che oltre 4,2 miliardi di euro di beni e servizi attraversano l’Atlantico ogni giorno. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, Urso: “presto altri soggetti, nessuno spezzatino”

    (Teleborsa) – “Dopo anni di divisioni siamo riusciti a ritrovare unità di intenti, dando vita a un documento che definisce un percorso condiviso e vincolante per tutti. È un risultato senza precedenti. L’ intesa non riguarda soltanto la realizzazione dei forni elettrici, ma anche elementi innovativi che abbiamo introdotto nella gara: la salvaguardia dell’occupazione come principio prioritario e la produzione di preridotto per alimentare i nuovi impianti, affidata a DRI Italia”.Lo afferma in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, parlando dell’accordo sull’ex Ilva e sottolineando che “gli acquirenti saranno inoltre tenuti a presentare una nuova Aia che stabilisca tempi certi per la transizione ai forni elettrici, garantendo continuità produttiva e tutela dei lavoratori. Un ulteriore passo per fare dell’Italia il primo Paese in Europa con una siderurgia pienamente sostenibile”.Le trattative per la vendita “procedono – prosegue Urso – i tre grandi player internazionali che avevano partecipato alla gara precedente sono ancora in campo e auspichiamo possano presto aggiungersi anche altri soggetti. Tra le novità è prevista la possibilità di presentare offerte anche per l’area del Nord, qualora ciò garantisse un miglior equilibrio in termini occupazionali e produttivi. Inoltre, si valuta l’ipotesi di un quarto forno elettrico a servizio di Genova e degli stabilimenti piemontesi”.Sull’ipotesi di spezzatino dell’ex Ilva, Urso aggiunge: “Non è previsto alcuno spezzatino, ma si potrà valutare la possibilità di realizzare due diversi investimenti: uno per l’area Nord e l’altro per Taranto. Ipotesi che potrà essere presa in considerazione esclusivamente nel caso in cui garantisse risultati complessivi migliori in termini produttivi e occupazionali, pur rimanendo la nostra preferenza per un unico complesso. Si tratta di una decisione che dipenderà molto anche dalle scelte di Taranto riguardo alla collocazione del Polo DRI e quindi della nave rigassificatrice”. LEGGI TUTTO

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    UE vende all’asta 3,25 milioni di quote di emissione a 71,19 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto quasi 3,25 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 71,19 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange.L’European Union Allowance (EUA) è il nome ufficiale delle quote di emissione europee; ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente. LEGGI TUTTO

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    Johnson & Johnson, investimento da 2 miliardi di dollari per impianto in North Carolina

    (Teleborsa) – Johnson & Johnson, colosso farmaceutico statunitense, ha annunciato che rafforzerà la sua presenza in North Carolina con un impianto di produzione dedicato di oltre 15.000 metri quadrati presso il nuovo sito di produzione biofarmaceutica di FUJIFILM a Holly Springs. L’impegno di 2 miliardi di dollari nei confronti di FUJIFILM nei prossimi 10 anni amplierà la capacità produttiva dell’azienda negli Stati Uniti e creerà circa 120 nuovi posti di lavoro nella Carolina del Nord.Nei prossimi mesi, l’azienda intende inoltre condividere i piani per ulteriori impianti di produzione avanzati negli Stati Uniti, nonché l’espansione degli attuali siti statunitensi. A marzo, l’azienda ha annunciato che investirà 55 miliardi di dollari per sostenere gli investimenti in produzione, ricerca e sviluppo e tecnologia negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni.”Johnson & Johnson ha più stabilimenti produttivi negli Stati Uniti che in qualsiasi altro Paese e continuiamo a rafforzare la nostra presenza qui – ha dichiarato il CEO Joaquin Duato – Con la recente firma del One Big Beautiful Bill Act, continuiamo ad espandere i nostri investimenti negli Stati Uniti per guidare la prossima era dell’innovazione sanitaria”. LEGGI TUTTO

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    Italia, treno più costoso dell’aereo sull’88% delle tratte transfrontaliere. Bene solo Milano-Lubiana

    (Teleborsa) – Volare è ancora più economico del treno sulla maggior parte delle tratte transfrontaliere europee. Lo afferma un nuovo report di Greenpeace sul tema. Un’analisi di 142 tratte in 31 paesi europei ha rilevato che i voli sono decisamente più economici dei treni sul 54% delle 109 tratte transfrontaliere analizzate, con le compagnie aeree low-cost che dominano il mercato.Secondo Greenpeace, compagnie aeree low-cost come Ryanair, Wizz Air, Vueling ed easyJet dominano i cieli europei con tariffe spesso inferiori alle tasse aeroportuali e ai costi di biglietto. Questi prezzi “esistono solo grazie ai carburanti per aerei non tassati e ai biglietti aerei internazionali esenti da IVA”, viene sostenuto. Nel frattempo, gli operatori ferroviari pagano spesso l’IVA completa, i costi energetici in aumento e le elevate tariffe di accesso ai binari.Greenpeace ha rilevato che sul 54% delle rotte transfrontaliere, volare è risultato più economico in almeno 6 giorni su 9. Le tariffe sono state verificate per 9 giorni diversi per ogni tratta, in diversi periodi di prenotazione. I treni sono sempre stati, o quasi sempre, più economici solo su 29 (39%) tratte transfrontaliere, molte delle quali nell’Europa centrale e orientale, in particolare nei Paesi Baltici e in Polonia. In Francia, Spagna e Regno Unito, i treni sono risultati più costosi dei voli fino al 95% delle tratte transfrontaliere. I viaggi in treno possono costare fino a 26 volte di più dei voli, come dimostra l’esempio più estremo: da Barcellona a Londra costa solo 14,99 euro in aereo, rispetto ai 389 euro in treno.”Nonostante l’aggravarsi della crisi climatica, il sistema fiscale europeo continua a favorire il mezzo di trasporto più inquinante – ha detto Herwig Schuster, attivista per i trasporti di Greenpeace Europa Centrale e Orientale – È assurdo che un volo da Barcellona a Londra possa costare solo 15 euro, mentre il treno sulla stessa tratta costa fino a 26 volte di più. L’aviazione gode di privilegi fiscali ingiusti, mentre i passeggeri dei treni sono costretti a pagarne il prezzo. Questi prezzi non riflettono un mercato funzionante, bensì un sistema truccato”.Il report ricorda che i voli emettono in media cinque volte più CO2 per passeggero-chilometro rispetto ai treni e, rispetto alle ferrovie che utilizzano il 100% di elettricità rinnovabile, il loro impatto può essere oltre 80 volte peggiore.Guardando al capitolo sull’Italia, Greenpeace sostiene che grazie all’efficiente rete ferroviaria ad alta velocità italiana, ai treni notturni nazionali e ai frequenti collegamenti ferroviari con tutti i paesi limitrofi, ad eccezione della Slovenia, molte destinazioni sono ragionevolmente accessibili in treno, anche da e per la parte meridionale del paese.Tuttavia, viaggiare da e per l’Italia in treno è significativamente più costoso che in aereo. L’88% di tutte le tratte transfrontaliere è risultato prevalentemente più costoso in treno: il quarto peggior risultato tra tutti i paesi europei, con il risultato che è solo leggermente peggiore nel Regno Unito (90%), in Spagna (92%) e in Francia (95%).La differenza maggiore tra le tariffe ferroviarie e aeree è stata riscontrata sulla tratta Lussemburgo-Milano, con il treno che costava 11,6 volte di più del volo per un viaggio di medio termine (214 euro, contro i 18,49 euro di un volo easyJet).Solo la tratta Lubiana-Milano è risultata più economica in treno che in aereo. Tuttavia, per questa tratta non è possibile acquistare un biglietto cumulativo; è invece necessario acquistare biglietti separati dalle Ferrovie Slovene (SZ) per la tratta slovena e da Trenitalia per la tratta italiana.C’è anche una sola tratta transfrontaliera in cui il treno è risultato più economico in 5 dei 9 giorni analizzati: Roma-Vienna, dove Ryanair e il treno notturno diretto gestito dalla compagnia ferroviaria austriaca OBB hanno offerto le tariffe più basse. Sia i treni che i voli sono risultati più economici o più costosi in tutti e 3 gli intervalli di tempo analizzati. LEGGI TUTTO