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    Ex Ilva, da Governo “massimo impegno” e nuovo decreto (ma Sindacati delusi)

    (Teleborsa) – “Massimo impegno” da parte del governo per risolvere l’impasse della ex Ilva, rilanciare la siderurgia italiana e salvaguardare l’occupazione: tutte queste misure saranno contenute in un decreto legge. Delusione però da parte dei sindacati , per passi avanti che ancora non sembrano arrivare, né in termini di dettagli sulle possibili risorse da mettere in campo, né di piano industriale per salvaguardare i lavoratori. E’ la fotografia del confronto sull’ex Ilva scattata al termine del nuovo incontro che si è svolto a Palazzo Chigi tra il governo e i principali sindacati, aggiornata dopo l’appuntamento del 21 maggio scorso.Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager sono tornati a chiedere aggiornamenti sulle intenzioni dell’esecutivo per salvaguardare l’azienda e i lavoratori alla folta rappresentanza del governo. Al tavolo erano seduti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la titolare del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfrdo Mantovano e il consigliere per i rapporti con le parti sociali Stefano Caldoro.”Il Governo – ha comunicato Palazzo Chigi – ha confermato il massimo impegno a tutti i livelli per il rilancio della siderurgia e la tutela dell’occupazione. L’Esecutivo ha chiarito, inoltre, che la trattativa per la vendita dell’ex Ilva prosegue con continue interlocuzioni e ha assicurato la copertura finanziaria per il proseguimento delle attività dell’azienda attraverso un decreto legge. Sono state confermate le attuali condizioni per il beneficio della Cig”.Resta sempre il nodo della vendita della società e dell’impianto, soprattutto dopo il blocco di un altro altoforno. LEGGI TUTTO

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    INWIT acquista oltre 1 milione di azioni proprie

    (Teleborsa) – INWIT, nell’ambito della prima tranche di riacquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato tra il 2 e il 6 giugno 2025, complessivamente 1.092.503 azioni ordinarie al prezzo medio unitario di 10,3144 euro, per un controvalore pari a 11.268.476,25 euro.Al 6 giugno, considerando le azioni proprie già in portafoglio, Infrastrutture Wireless Italiane detiene 6.790.499 azioni proprie pari a circa lo 0,729% del capitale sociale.In Borsa, discesa moderata per la Società italiana che opera nel settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche, che chiude la giornata del 9 giugno con una variazione percentuale negativa dello 0,29% rispetto alla seduta precedente. LEGGI TUTTO

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    Campari, acquistate azioni proprie per oltre 910 mila euro

    (Teleborsa) – Campari, nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, dal 2 al 6 giugno 2025, complessivamente 164.900 azioni proprie al prezzo medio di 5,5222 euro per azione per un controvalore pari a 910.610,78 euro.A fronte di un numero massimo di azioni Campari pari a 8.000.000 da acquistare in esecuzione del programma di acquisto di azioni proprie annunciato in data 29 Ottobre 2024, la Società comunica che al 6 giugno sono state acquistate complessivamente 4.581.883 azioni proprie.Sul listino milanese, oggi, rialzo marcato per l’Azienda attiva nel settore beverage, che archivia la sessione in utile del 2,19% sui valori precedenti. LEGGI TUTTO

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    OPAS Banca Ifis su illimity, adesioni oltre l’11,9%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) volontaria totalitaria promossa da Banca Ifis sulle azioni ordinarie di illimity Bank, risulta che oggi 9 giugno 2025 sono state presentate 134.162 richieste di adesione.Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 10.084.477, pari all’11,99% delle azioni oggetto dell’offerta.L’offerta è iniziata il 19 maggio 2025 e terminerà il 27 giugno 2025.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie illimity Bank acquistate sul mercato nei giorni 26 e 27 giugno 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo, buyback per oltre 284 milioni di euro

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo, nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie, ha reso noto che dal 2 giugno 2025 (data di avvio del programma) al 6 giugno 2025, ha acquistato complessivamente 58.086.795 azioni proprie, pari a circa lo 0,33% del capitale sociale, ad un prezzo medio di 4,8930 euro, per un controvalore totale di 284.217.783,97 euro.In Borsa, oggi, giornata fiacca per il Colosso creditizio, che chiude gli scambi con un trascurabile -0,18%. LEGGI TUTTO

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    Nexi, rilevate oltre 3,8 milioni di azioni proprie

    (Teleborsa) – Nexi, in relazione al programma di acquisto di azioni proprie iniziato lo scorso 21 maggio, ha reso noto di aver acquistato, tra il 2 e il 6 giugno 2025, complessivamente 3.849.164 azioni ordinarie proprie al prezzo medio di 5,2688 euro.Al 6 giugno, il gruppo attivo nel settore dei pagamenti digitali ha acquistato 10.628.071 azioni proprie dal lancio del programma pari a circa lo 0,86% del capitale sociale, ad un prezzo medio ponderato di 5,2823 euro per azione, per un controvalore di 56.141.168,24 euro.A Piazza Affari, oggi, frazionale ribasso per Nexi, che chiude gli scambi con una perdita dello 0,98%. LEGGI TUTTO

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    Titoli di Stato, MEF: giovedì in asta fino a 6,75 miliardi di BTP a medio lungo termine

    (Teleborsa) – Giovedì prossimo, 12 giugno, andranno in asta complessivamente fino a 6,75 miliardi di euro di BTP a 3, 7 e 30 anni. Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Nel dettaglio, andranno in asta tra 2 e 2,5 miliardi di euro di BTP a 3 anni, con cedola del 2,65%; tra 2,75 e 3 miliardi di BTP a 7 anni con cedola del 3,25% e tra 1 e 1,25 miliardi di BTP a 30 anni con cedola del 4,30%. Per tutte le emissioni il regolamento è previsto il 16 giugno. LEGGI TUTTO

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    Dazi, al via i negoziati Usa-Cina a Londra

    (Teleborsa) – Dopo la telefonata di giovedì scorso tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e l’omologo cinese Xi Jinping, hanno preso il via a Londra, ospitati dal governo britannico presso la Lancaster House, in campo neutro, i colloqui sui dazi fra le delegazioni di Usa e Cina. La delegazione Usa è guidata dal segretario al Tesoro, Scott Bessent, dal segretario al Commercio, Howard Lutnick, e dal rappresentante Usa per il Commercio, Jamieson Greer mentre la delegazione di Pechino è guidata dal vicepremier He Lifeng. L’obiettivo dei colloqui – riporta la Cnn – è tutelare la fragile tregua concordata a maggio quando Stati Uniti e Cina hanno deciso di sospendere per 90 giorni una parte dei loro dazi doganali punitivi. Nei giorni scorsi Trump, ha, infatti, accusato la Cina di violare l’accordo di Ginevra. In relazione alla durata dei negoziati aspettativa è di due giorni.”Vogliamo che Cina e Stati Uniti continuino ad andare avanti con l’accordo raggiunto a Ginevra – ha detto a Fox News la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt –. L’Amministrazione ha monitorato il rispetto dell’accordo da parte della Cina e speriamo si vada avanti per colloqui commerciali più approfonditi”. Al centro dei colloqui, ha dichiarato venerdì scorso, Peter Navarro, consigliere per il commercio e la manifattura di Trump, c’è il tema delle terre rare. Alla Cbs il capo del Consiglio economico nazionale, Kevin Hassett, ha spiegato che gli Stati Uniti vogliono ripristinare il flusso di minerali critici, alla base di molte tecnologie, ai livelli precedenti l’escalation della guerra commerciale. La Cina ha, infatti, un vero e proprio dominio sulla filiera dei minerali critici e l’accresciuto sistema di controllo che ha messo in campo sull’export di questi materiali, fondamentali per tutte le produzioni tech, potrebbe essere una carta vincente nel braccio di ferro commerciale in corso con Washington. A maggio – secondo i dati forniti oggi dall’amministrazione delle dogane cinese – la Cina ha esportato terre rare per un valore di 18,7 milioni di dollari, segnando un calo annuo del 48,3%. I dati diffusi dall’ente cinese includono le esportazioni di tutte le tipologie di terre rare, non soltanto quelle soggette alle nuove limitazioni. Il dato di maggio inoltre fotografa un calo del 13,7% rispetto ad aprile, quando le esportazioni avevano raggiunto 21,7 milioni di dollari. Gli Stati Uniti dipendono dalla Cina per circa il 70% delle importazioni di terre rare. E, nonostante a maggio, nei colloqui di Ginevra con Washington, le parti si siano accordate per “sospendere o rimuovere le contromisure non tariffarie adottate contro gli Stati Uniti dal 2 aprile”, Pechino ha mantenuto i controlli alle esportazioni sui minerali medi e pesanti annunciati il 4 aprile. Nel frattempo, i governi locali delle regioni ricche di terre rare hanno intensificato a maggio la lotta contro le estrazioni illegali. Il ministero del Commercio cinese ha però annunciato sabato di aver approvato le domande di esportazione qualificate e di essere disponibile al dialogo con i Paesi interessati “per agevolare un commercio conforme”, segnalando un’apertura a colloqui specifici sulle terre rare. (Foto: Adobe Stock (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO